Il MISTERO DELLE MERINGHE

CAPITOLO 2

Foto di Karsten Mylius da Pixabay

Verso il museo

---

Per tutto il viaggio in autobus era stato in silenzio fissando il biglietto con l'anagramma.
Non che Micheal Jefferson, fosse mai stato particolarmente loquace... in genere ero io ad aprire le conversazioni e lui a chiuderle con battute sarcastiche, scottanti rivelazioni, o geniali intuizioni.
Avevamo deciso di andare nel posto dove tutto era cominciato, almeno così avevano annunciato i telegiornali.
L 'ultima volta che i ragazzi rapiti furono avvistati, era stata il giorno precedente davanti al Museo di storia naturale, poi di loro non si era saputo niente, e qualche ora dopo, alla polizia, era arrivato il famoso bigliettino.

Da lì erano cominciate le ricerche.

"Micheal come l'hai avuto il foglio?" -gli chiesi incuriosito
"Dopo l'ultimo scontro con l'Enigmista non avevano detto dal distretto di non volerti più tra i piedi nelle loro indagini?"

Mi rispose con un ghigno sul volto che faceva trasparire tutta la sua soddisfazione mentre muoveva lentamente su e giù il pezzo di carta..

"Quell'idiota del commissario ha pensato bene di sventolarlo così per tutta l'intervista al TG.
Mi è bastato aspettare l'inquadratura giusta e bloccare l'immagine per poterne scattare una foto e poi stamparla.
E' chiaro che vogliono il nostro aiuto..."

Stavolta si sbagliava.

La polizia non lo voleva lì... e fu chiaro non appena scendemmo dall'autobus.

---

Il commissario Brest

---

Conoscevo bene Il commissario Brest.
Era un persona onesta e molto pratica, ma non brillava particolarmente per intelligenza.

Pur nutrendo una enorme stima per Michael, aveva sempre sofferto la sua presenza ingombrante in polizia.
Almeno lì poteva beneficiare dell'ottima figura che il suo miglior detective gli faceva fare, ma da quando lui aveva scelto di lasciare la divisa per dedicarsi all'attività privata, i loro rapporti erano molto peggiorati fino a rovinarsi definitivamente proprio a causa dell'Enigmista.

Un intervento maldestro della polizia, non aveva permesso a Michael di scovarne il nascondiglio e le colpe (a sentir parlare il mio amico) sembravano essere proprio del mal capitato commissario.

Come ci vide, Brest iniziò a venire verso di noi.

Nonostante provasse a dimostrarsi minaccioso, la sua corporatura robusta, il colore grigio imbiancato dei capelli da uomo di mezza età, e i suoi baffi all'in su lo facevano sembrare un incrocio tra Ollio e un gatto altezzoso.

Che ci fa lui qui? - Provò a tuonare senza successo.
Non gli parlava più direttamente; parlava solo con chi era con lui se era accompagnato, e quelle poche volte che, invece, si presentava solo, mandava altri dei suoi uomini.

Michael, non rispose. Si limitò a sventolare nuovamente il bigliettino scimmiottando il gesto che aveva fatto lui all'intervista, e proseguì la sua camminata verso il museo.

Il commissario avrebbe potuto fermarlo, ma non lo fece. Aveva detto ai suoi colleghi più avanti di non lasciarlo entrare senza la sua presenza.

Lo sa, commissario... ha visto l'anagramma e non ha resistito...
Avete trovato qualcosa d'interessante?

Sorridendo timidamente cercai di placare la sua ira e lui, come sempre faceva, rispose garbatamente.

L'unica persona presente all'interno del museo era il custode stiamo per...

Si interruppe subito ed iniziò a correre goffamente verso l'entrata, ed io lo seguii.
.
Si era formato un capannello di poliziotti perché Michael aveva cercato di forzare l'entrata e gli ex colleghi stavano cercando di trattenerlo a stento.

Divincolandosi Jefferson si era lanciato verso il commissario inveendo ed urlando contro di lui, così accelerai il passo superando quest'ultimo e frapponendomi tra i due.

Il mio amico non si calmava e continuava ad urlare.

"Come puoi farmi questo? Lo sai che hai bisogno di me. L'altra volta lo stavo quasi per prendere se non fosse stato per..."

"Ora basta o ti farai arrestare!" - lo sovrastai io con tono secco e deciso
" il commissario sta per interrogare il custode, e ci permetterà di partecipare..."

Non so come mi fosse uscita dalla bocca un'idea simile, eppure il commissario anziché contraddirmi, si limitò ad annuire.

Forse Jefferson non aveva tutti i torti... Il commissario voleva lì anche lui.

---

Interrogatorio al museo

---

Foto di Katie Rose da Pixabay

Entrammo nel museo...

Nonostante la maestosità del palazzo, all'interno erano tutte salette non molto grandi, eccetto la sala d'ingresso principale.
Appena entrato venivi accolto da una enorme sala a base circolare nella quale troneggiava una ricostruzione di scheletro di Tirannosauro al centro, che ricordava molto una delle scene finali di Jurassick Park.

Attraversammo la sala superando la biglietteria fino ad arrivare alla porta della guardiola nella quale era stato fatto accomodare il custode.

Era un tipo burbero dall'aspetto rude ma dimesso, evidentemente non curato con una lunga barba incolta.
Portava la divisa del museo, il cui logo era visibile sia sulla sua Polo di colore giallo, sia sul suo pantalone nero.
La targhetta sul petto recitava:

Greg Manningham
CUSTODE

"Signor Manningham, ha visto qualcosa o qualcuno di sospetto ieri sera aggirarsi nel museo?"

"Manco per la ceppa, l'ho già detto agli altri..."

La risposta non fu incoraggiante per il buon esito dell'interrogatorio e nonostante il commissario avesse cercato di tirargli fuori qualche dettaglio in più e gli avesse mostrato anche le foto dei due ragazzi scomparsi, la mezz'ora di chiacchiere che seguì fu solo un insieme di riferimenti più o meno volgari al fallo.

Michael si stava spazientendo e sbottò.

Non era tanto la volgarità del personaggio ad infastidirlo, quanto l'inutilità dei suoi contenuti.

"Insomma, Greg, abbiamo capito che non ha visto niente, ma nemmeno sentito nulla di strano?"

Si aspettava l'ennesima risposta aggressiva, ma Manningham rispose con una sola parola.

"Meringhe"

Rimanemmo in silenzio qualche attimo poi Brest aggrottò la fronte e flebilmente domandò incredulo quello che stavamo pensando tutti noi.

"Meringhe?"

Il custode arrossì leggermente poi riprese con i suoi solito riferimenti ma il tono era più balbettante.

"Sapete... Lello..., quella zucchina del mio cane era scappato dalla guardiola... Era sceso nella sala dell'Ambra E l'aveva fatta proprio accanto... beh... so che non dovrei portare il mio cane qui sul posto di lavoro ma... beh insomma.. l'aveva fatta accanto al piedistallo della statua al centro.
Mentre pulivo mi sono reso conto che la sala odorava stranamente di meringhe... sì... meringhe miste... ah ecco... vedete..."

Arrossì di nuovo.

"Meringhe miste.... a Merda!"

Mentre io mi stupivo che Greg conoscesse la parola "meringhe", Jefferson si era subito lanciato sul foglio con l'anagramma, sottolineando le lettere che insieme formavano esattamente la parola in questione...

d'allaRME leone! um... INdaGHErai?

"Meringhe! Ci siamo! Finalmente una pista da seguire!

-esclamò in un moto trascinante di entusiasmo-

"Greg, mostraci questa sala dell'ambra!"

Così uscimmo dalla guardiola con Manningham, superammo nuovamente la biglietteria e attraversammo tutta la sala grande fino all'altro lato dove si trovava una scalinata e l' indicazione per il piano inferiore:

Pietre e Minerali: piano - 1 .

"Seguitemi" - disse il custode allisciando la barba - "la sala si trova al piano di sotto.."

---

I Capitoli precedenti:

Capitolo 1
https://steemit.com/ita/@meeplecomposer/il-mistero-delle-meringhe-capitolo-primo