Un percorso stupendo ed irripetibile - 5° parte

in #ita6 years ago


Immagine CC0 creative commons

Fui realmente la persona che passò più tempo con mio fratello, quella con cui ebbe più interazioni (per usare un termine a noi caro), perché durante la stagione estiva ero il suo aiutante nell'installazione di impianti elettrici, TV ed antifurto, cosa che avveniva a volte anche durante i mesi invernali, quando aveva bisogno ad esempio, di "tirare" i classici fili nelle tubazioni elettriche.

Il fatto odierno si riferisce ad un particolare pomeriggio, era più o meno in questo periodo, e dovevamo rifare l'impianto TV di un condominio in un piccolo quartiere dell'entroterra della nostra provincia.
Era una giornata calda, quasi di inizio estate, per l'insolita afa che c'era quel pomeriggio, e come ulteriore aggravante della già preoccupante situazione, questo condominio si trova in una piccola conca, con conseguente ristaglio di aria.
Ma il vero problema era un altro, eravamo stati avvisati da uno dei condomini della presenza di un soggetto molto pericoloso, un tipo strano che per un nulla ti metteva le mani addosso, senza un particolare motivo, anche solamente se lo guardavi di traverso mentre lo incrociavi, era già stato sottoposto a diversi ricoveri in strutture specializzate ma con scarsi risultati, era realmente cattivo d'animo, ed aveva già fatto del male a diverse persone, un paio mandandole addirittura all'ospedale.

Era stato dimesso da non molto, c'era sempre qualcuno in casa con lui, ma basta un niente per sfuggisse al loro controllo, e potevano essere seri problemi.
Mio fratello si raccomandò che se avessi notato qualcosa di strano e lo avessi incrociato, di urlare a squarciagola che sarebbe intervenuto in mio soccorso, era il fratello maggiore e si comportava sempre come tale, ma anche il sottoscritto ormai all'epoca dei fatti aveva una ventina d'anni, ed anche se lo avevo utilizzato rarissimamente, ho sempre avuto un sinistro molto pesante, per cui ero pronto anch'io all'azione, anche se intimamente speravo che tutto filasse liscio.

Iniziamo ad andare sul tetto, controlliamo l'antenna, facciamo qualche prova, poi si decide di cambiare i cavi TV, infilandone dei nuovi al posto di quelli esistenti, ormai logori ed ossidanti in diversi punti, e questo fatto poteva compomettere una buona ricezione del segnale, in quella zona c'erano forti problemi di potenza di captazione.
Erano un paio d'ore che stavamo lavorando, e sinceramente mi era anche passato di mente il soggetto in questione, eravamo nella tromba delle scale, io al piano di sopra, mio fratello al piano di sotto, io mandavo il cavo TV o lui lo tirava.

Ogni passaggio richiedeva non molto tempo, giusto un paio di minuti per piano per passare il cavo, a parte i successivi collegamenti, ma mentre avevo mandato poco più di un metro, sento dei rumori scomposti, degli urli mezzi soffocati, e la mia reazione è istantanea.
Non ho neanche pensato, ho fatto la prima delle due rampe di scale che ci dividevano in un lampo, e come sono arrivato sul pianerottolo ho visto tutto: l'energumeno, perché era alto e massiccio, aveva messo in un angolo mio fratello e stava cercando di mettergli le mani al collo, tentando una sorta di soffocamento, al punto tale che non riusciva quasi a toccare con i piedi per terra.

Ho fatto la prima cosa che mi passava per la testa, dovevo intervenire immediatamente, e sfruttando la discesa della scala, sono saltato con un piede sotto l'ascella sinistra di questo balordo, che in tutta risposta mi molla una sorta di schiaffone con la mano sinistra, ma scivolando per terra per evitare il colpo, incomincio a dargli forti calci nel ginocchio sinistro, al punto tale che lui molla la presa al collo di mio fratello, che vedo scivolare quasi svenuto lungo il muro, e questo tizio prova a buttarsi sopra di me.

Avvenne un breve ma furioso combattimento, lui che cercava di ridurre le distanze, in quanto in un corpo a corpo difficilmente avrei avuto la meglio, ma io ero passato di là mentalmente, ero sul suo stesso piano, la bestia che c'è dentro ogni uomo era uscita fuori, ed ero pronto nonostante tutto a vendere cara la pelle, in quei momenti ero io o lui, ed il pensiero di mio fratello inerme raddoppiava la mia rabbia.

Provò diverse volte ad afferrarmi in più punti, ma puntai i miei piedi contro di lui e lo scaraventai contro la ringhiera della scala, io ero contro il muro e lui contro la ringhiera, a dividerci erano le mie gambe, perché fortunatamente ero riuscito con una manovra disperata a piazzare il mio piede destro sotto alla sua gola, e la sua testa era spinta a tutta forza da me contro la righiera.
Non bastava, perché mi stava dando una serie di pugni contro il ginocchio per farmi mollare, ma non sentivo nulla, ed in tutta risposta incominciai a dargli calci con la gamba sinistra nello stomaco, nelle costole, dove prendevo prendevo, eravamo due furie, ma non potevo cedere, aveva fatto una cosa che non doveva fare, aveva fatto del male a mio fratello, e doveva pagare a caro prezzo questo fatto.

Cinque, dieci, venti e più calci, alcuni ottimamente piazzati, altri andati totalmente a vuoto, ma quando capii che stavo lentamente avendo la meglio, raddoppiai le forze e spinsi alla massima potenza il mio piede destro solo al suo collo, puntellandomi con le braccia dietro alla schiena, non sapevo per quanto tempo potessi reggere uno sforzo del genere, ma improvvisamente arrivarono tre persone che tentarono di dividerci, ma né io né lui volevamo farla finita, ognuno volevamo avere la meglio sull'altro, o quando ormai si erano frapposti tra noi, mi mollò con pugno contro uno stinco, portando il mio polpaccio a sbattere violentemente contro lo spigolo di uno scalino, e fu lì che mi superai.

Liberatomi della presenza imgombrante di un paio di persone ed essendo in vantaggio di posizione, in quanto ero 4-5 scalini sopra di lui, gli sparai un primo calcio nello sterno, che parzialmente parò, ma il secondo ancora più forte nello stesso punto lo fece andare indietro fino al pianerottolo, e mentre era con la guardia abbassata, gli tirai la più potente delle botte che ero in grado di sferrare, portandogli un calcio di collo pieno proprio nelle palle, con la volontà di cavargli il fiato, cosa che avvenne perché iniziò a rantolare per terra, urlando come un dannato.

Pensai subito a dove fosse finito mio fratello, che nel frattempo era stato portato in un appartamento per verificare il suo stato generale, scesi le scale, pronto a finire l'opera se il balordo avesse dato segni di reazione, ma non si mosse se non per contorcersi, avevo una voglia di massacrarlo che non se ne può avere un'idea, e come vidi mio fratello, quella voglia centuplicò, ed urlai che se lo avessi rivisto in giro per la strada, gli avrei sparato e lo avrei cavato dal mondo, una bestia del genere non doveva andare in giro.

Mio fratello aveva come un cerchio rosso-violaceo per gran parte del collo, frutto della tremenda presa a cui era stato sottoposto dallo squilibrato, e faceva ancora fatica a respirare, da quanto era stata forte la pressione che aveva ricevuto, ero fuori di me, e pensavo solo a quell'imbecille sul pianerottolo, la mia cattiveria bestiale era ben lungi dall'essere passata.

Dopo qualche minuto, arrivò la madre di quel soggetto, che mi pregò in tutte le lingue di lasciar perdere quel disgraziato che aveva partorito, si scusò ripetutamente per l'accaduto, aggravato dal fatto che avevamo detto da una settimana che quel pomeriggio avremmo fatto i lavori all'impianto TV e che la visione della televisione sarebbe stata interrotta per il tempo di esecuzione dei medesimi, e questo soggetto lo sapeva perfettamente, ma quando vide mio fratello sul pianerottolo ebbe uno scatto di pazzia, lo assalì semplicemente perché non poteva guardare i suoi programmi preferiti.

Non denunciammo l'accaduto alle autorità competenti, ma i segni di tutto quel drammatico pomeriggio li sentimmo per diversi giorni a seguire, io ero pieno di pesti e di dolore in tutto il corpo, e per un paio di notti feci fatica anche a dormire, mio fratello principalmente aveva i segni sul collo, che ci misero un buon mese a scomparire del tutto, ma lasciarono ad entrambi la consapevolezza, se ce n'era bisogno, che saremmo morti uno per l'altro.

A titolo puramente di cronaca, ritornammo in quel condominio con la garanzia della presenza costante di due persone al nostro fianco, una a testa, in modo da garantirci l'incolumità reciproca mentre eseguivamo il lavoro, ed un paio di volte mi udirono urla disumane nell'appartamento dove viveva lui.

Sort:  

non fosse vita vissuta (in particolare la TUA) potrebbe tranquillamente sembrare una serie TV

Ti giuro sulla mia testa che quello che leggi è tutta sacrosanta verità, lo sai che rivedendola a volte penso "Cazzo, ma faccio fatica io a crederci, eppure non è un film, è stato tutto dannatamente vero", è questa la cosa più triste in assoluto.
Mi sono sforzato sempre di rendergli, nel limite delle mie forze, la vita più lineare possibile, perché ai problemi ci pensavano tranquillamente altre persone, e nonostante tutti questi sforzi, ogni tanto vado a rileggere qualche passaggio, non è masochismo, probabilmente è la coscienza che cerca pace

Terribile...hai avuto un gran coraggio e meno male che le conseguenze non sono state peggiori, poteva essere una tragedia.
Tuo fratello è stato fortunato ad avere lì con sè il Leone mad-runner!!

Un abbraccione!!

Grazie di cuore, caro Girolamo, ma non c'erano realmente molte scelte da fare, o si passava ad una reazione violenta, come ho fatto io, o si rimaneva bloccati dalla paura e dal terrore, ma non era assolutamente il caso, perché la situazione era tragica e drammatica, a distanza di tempo ripensando a questo fatto non capisco come si potesse tenere praticamente in libertà una persona come quella che ho affrontato, non so minimamente cosa si potesse fare, per evitare fatti ed accadimenti come quello che è capitato quel pomeriggio, ma di certo una qualche misura correttiva si doveva prendere, non era una persona che poteva circolare liberamente tra gli altri individui, mi dispiace dirlo ma questo era un pericolo ambulante

Concordo...assurdo lasciare individui del genere in libertà.
Aspettano che prima ci scappi il morto e poi li chiudono in una casa di cura...è così dappertutto.

Io non ce l'ho, o meglio, visto il tempo che è ormai passato, non ce l'avevo con lui in particolar modo, ma con chi doveva fare le sue veci, non avendo purtroppo un cervello che gli impedisse di nuovere gravemente alle altre persone, anche in considerazione del fatto che non era il primo caso di aggressione, per cui non si doveva arrivare a fronteggiare quello che mi sono ritrovato davanti

quando vedi una persona cara in difficoltà perdi la ragione... E' andata bene a lui e a te che non vi siete letteralmente ammazzati, in quei momenti non si ragiona più

Io non ero su questa terra in quei momenti, o meglio, c'ero, ma il mio corpo era comandato dalla bestia che ogni persona ha dentro di sé, e che in casi di forza maggiore come quello a cui stavo assistendo, era giusto liberarla, perché in condizioni normali non c'era storia, mi avrebbe disintegrato, era veramente grosso e cattivo.
Ho scoperto di avere tante di quelle osse e muscoli che non sapevo neanche esistessero, da tutto l'insieme che ha contribuito a resistere e controbattere quella persona, mentre sei lì che non pensi ad altro che metterlo sotto e renderlo inerme, al posto del sangue hai adrenalina pura, non potrebbe essere diversamente.
Grazie del commento e delle parole, questi commenti sono impagabili

Mad sempre pronto tu !!!
Comunque la gente mi lascia sempre perplessa e meno male che c’eri tu nei paraggi.. non ho parole!

💪 mitico!!!!!

Grazie del gradito commento e delle parole indirizzatemi, certo, hai perfettamente ragione, mi dispiace solo che non sono potuto intervenire in un'altra occasione, molto più importante, ma purtroppo c'era poco da fare, perché penso che avesse preso una decisione irrevocabile

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Una malattia mentale come ti dicevo, affetta non solo chi la patisce ma anche tutto il suo ambiente. In questo caso mi sento molto vicina alla madre di questo individuo che aggredì te e tuo fratello. E sono totalmente d’accordo con te sul fatto che non dovrebbero essere lasciati liberi di fare del male al prossimo. Verità considerata politicamente scorretta. Qualcuno ci considera dei mostri per questa affermazione.

Un abbraccio forte

Puoi cancellare tranquillamente le ultime 5-6 righe, soprattutto la parola "scusa" perché non hai assolutamente nulla da scusarti, nella maniera più categorica, anzi, se vuoi scambiare due parole su Discord ti ho già scritto un breve messaggio ieri sera, non avendo ancora letto i tuoi commenti ma sapevo già che sarebbero stati "unici", ma non pensavo mai fino a questo punto...

Cosa dirti, sono sconcertato, disorientato, stupito e per certi versi sconvolto da quello che ho letto e che non avrei mai voluto leggere, perché da quello che è emerso da questo e dagli altri commenti che ho già letto si sta delineando un'esistenza personale fortemente condizionata e segnerà da un quadro famigliare che non so fino a che punto si possa definire tale, e mi viene spontanea subito una domanda, alla quale se vuoi rispondere ti rimando a Discord, se vuoi, "ma quante ne hai passate e quante ne stai passando??"

Quello che hai raccontato sulla malattia di tua madre, sui problemi di tuo padre, su quello che è successo ho la netta sensazione che siano state le prime pennellate di un pittore, la classica punta dell'iceberg, che nasconde sotto di sé tutto un sommerso agghiacciante, perché per quanta fervida possa essere la fantasia e l'immaginazione di cui ti legge, vivere quelle situazioni è tutta un'altra cosa, è rimanere marchiati e segnati vita natural durante da un qualcosa che ti è cascato addosso senza la benché minima colpa, una delle cose più tristi e dolorose che possono capitare nella vita, dover abbandonare una famiglia per gravissime condizioni ambientali.

Ora devo andare, è domenica e abbiamo gente a casa, ma non mancherò certo di leggere prima o poi in giornata gli ultimi due commenti, stringendoti forte in un abbraccio virtuale, che possa in minima parte esprimerti il mio rammarico e la mia comprensione per tutto quanto, che è veramente troppo, troppo quello che hai passato, ma mi ripeto e temo che ci sia tanto altro ancora, un grande abbraccio

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