Quando i bambini fanno: Oh! | Il più grande caso giudiziario di suggestione collettiva.

in #ita6 years ago (edited)

Tra il 1997 e il 1998, in due paesi dell’Emilia Romagna, 16 bambini furono allontanati dalle loro famiglie e affidati ai servizi sociali della zona.
L’accusa era delle più gravi: i genitori, i parenti e alcuni vicini avevano abusato sessualmente di loro per mesi, coinvolgendoli in una lunga serie di rituali satanici all’interno dei cimiteri.
Gli adulti vennero condannati a decine di anni di carcere e non rividero mai più i loro figli. I bambini crebbero in nuove famiglie e non tornarono mai più a casa.

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Immagine dell'autore.

Così comincia il podcast intitolato Veleno di Pablo Trincia che narra le truci storie di Massa Finalese e Mirandola legate alle altrettanto truci vicende giudiziarie di diverse famiglie alle quali sono stati portati via, senza uno straccio di motivazione né preavviso, i loro figli.

Ascoltare questo podcast, informarmi anche da altre fonti, interrogarmi più in generale sul nostro sistema giudiziario e sulla legge, ha generato in me pensieri sempre più contrastanti, lasciandomi allibito.

Solitamente quando guardiamo al tg notizie così lontane, che non ci riguardano in prima persona, tendiamo ad ascoltare passivamente tutto ciò, dando per vero ciò che viene definito dagli altri vero, senza scrutare a fondo il problema, senza andare alla radice. La prima versione dei fatti che ascoltiamo ci sembra sempre la più vera.

Ma cosa nascondono queste storie in realtà?

A chi importa! Tanto non siamo noi a rischiare la pelle …che importanza ha che sia andata davvero così, piuttosto che in un altro modo? Nel peggiore dei casi avremo rimosso tutto nel giro di qualche giorno.

Ascoltare questo podcast mi ha messo i brividi e mi ha aperto gli occhi sulla consapevolezza che la portata dell’arrivismo giudiziario, della corruzione, non si ferma davanti a nulla …e un domani, senza che tu ne sappia nulla, potresti essere tu la vittima.

Si, proprio tu che ora stai trascorrendo il tuo soleggiato sabato pomeriggio davanti al pc a scrivere il prossimo articolo, o tu che mi stai leggendo, ignaro che da un momento all’altro qualcuno potrebbe bussare alla tua porta, cambiando la tua vita in maniera irreparabile e senza uno straccio di possibilità di difenderti.

La legge, tra i suoi principi generali, elenca quello del contraddittorio* secondo cui ogni processo si svolge nel contraddittorio tra le parti (Art 111 Cost.), che a sua volta riporta al sottoprincipio di difesa.

Ma sempre più spesso la legge è qualcosa di bello, chiaro e semplice esclusivamente sulla carta; cosa diversa è la sua applicazione e interpretazione.

Andatelo a chiedere ai genitori di quei 16 bambini che non hanno mai più rivisto i loro nidi dove stava il contraddittorio nei loro processi.

Un bambino ha sempre ragione! Se poi è più di uno a riferire la stessa cosa a quel punto la ragione si trasforma in certezza assoluta. Un bambino non mente mai …perchè dovrebbe?

E la prova della tua innocenza a quel punto diventa la famosa prova diabolica: non c’è nient’altro che tu possa dire oltre che urlare per circa 30 anni la tua non colpevolezza, a cui nessuno mai crederà più.

Questo articolo non vuole essere una ripetizione di quanto già narrato e descritto magistralmente con copiosità di fonti e contenuti nel suddetto podcast cui vi rimando per l’ascolto (e vi consiglio di farlo); vuole soltanto esprimere alcune considerazioni e tematiche trattate solo di riflesso, nonché esprimere il mio personale disappunto. Tuttavia avere un certo retroterra della vicenda nella sua interezza si pone come condizione necessaria per una corretta interpretazione e comprensione.

SPOILER: Per dovere di cronaca questa vicenda si è conclusa dopo circa vent’anni con l’assoluzione di tutti gli imputati, segnando tuttavia irrimediabilmente le vite di decine di famiglie innocenti e lasciando tutt’ora luci ed ombre indecifrabili e una lunga striscia di sangue e dolore, che ancora vive nelle vite dei non più così giovani ragazzi protagonisti dei racconti.

Hanno iniziato prima i miei genitori che… il mio papà e la mia mamma che mi hanno fatto, una sera, mi hanno fatto del male.
Mi portava in posti brutti... In un cimitero e in casa di altre persone...
Ci hanno spogliati, picchiati lì in mezzo…
Poi dopo poi c’era il prete… nel senso di dire che lui faceva la messa, però dedicata al diavolo.
… allora è andato a prendere l’ostia, è venuto lì al cimitero e ci ha detto “Gesù non esiste” ha fatto così… “Gesù non esiste”... e queste cose. Poi ci ha parlato del diavolo, che la notte ti viene a prendere…
Lui ci metteva sulla tomba e ci faceva fare delle cose come ballare, fare dei gesti…
Noi avevamo anche dei gatti e noi li uccidevamo. Mio padre il sangue dei gatti ce lo faceva bere a noi.
… Poi a certi bambini gli aprivano qua e veniva fuori tutto il sangue, si vedevano delle sacche. Dopo ce li facevano uccidere. Io ne ho dovuti uccidere cinque… vabbeh, più anche, però in una sera in tutto cinque. Poi io ne ho dovuti uccidere tanti. Però ci andavamo tre volte alla settimana e dopo quelle tre volte alla settimana lì tutte le sere ne dovevo uccidere cinque...

Queste sono le parole di Cristina, una bambina ai suoi primi anni, che racconta ai servizi sociali prima e al tribunale poi con dovizia di particolari quanto accaduto nei cimiteri insieme ai suoi genitori e ad altri bambini.

Come Cristina, tanti altri bambini racconteranno la stessa storia, più o meno in maniera simile.

Com’è possibile che tutti raccontassero la stessa storia, ma nessuno abbia mai visto né visto né sentito nulla?

E se non fosse mai accaduto nulla per davvero?

E se i genitori non fossero diavoli, pedofili o carnefici, ma persone innocenti vittime di un sistema corrotto, che stanno ancora aspettando i loro figli?

Se fosse stato soltanto il frutto di un sapiente, studiato e manipolante disegno finalizzato al raggiungimento degli obiettivi di qualcuno? La sola idea fa venire il ribrezzo. Eppure intorno a noi oggi accade anche questo.

Le puntate conclusive del podcast evidenzieranno come le pratiche utilizzate dalle psicologhe – di cui non si è mai avuta una registrazione, se non in fasi molto avanzate in cui il pensiero dei bambini sarebbe risultato già molto contaminato - che hanno interrogato i bambini siano state molto lontane dai protocolli e improntate alla suggestione di personalità così giovani e in formazione, per le quali basta veramente poco per ingenerare il germe di un falso ricordo che per tutta la vita porteranno dentro di loro come verità.

Un semplice sospetto, dedotto in maniera non pertinente da alcune esclamazioni delle giovani vittime, è stato sufficiente per permettere agli assistenti sociali di strapparli dalle loro famiglie, portando addirittura gli stessi bimbi a temere un pericolo in realtà inesistente …fino a che, daje e ridaje, non fossero loro stessi a ricordare qualcosa, che col tempo si sarebbe trasformato in una in accusa e condanna per i poveri genitori.

Ascoltiamo in chiusura le parole di Dario, il "paziente zero"da cui tutta la vicenda ha avuto inizio, il bambino che, dettaglio dopo dettaglio, ha tirato in mezzo i suoi genitori prima, e altre famiglie poi. Le sue parole sono di pentimento, di colpevolezza, di dolore per qualcosa di cui nemmeno si ha il ricordo, o per lo meno non in maniera limpida; d’altronde come pretendere che un bambino di soli 3 anni possa ricordare a distanza di quasi un trentennio vicende forzatamente sepolte nei meandri della propria memoria?

“Per forza un bambino parla di fantasie, dopo 8 ore di stress, e pressione vorresti solo andare a dormire. Mi dispiace per tutta la gente buona che è stata arrestata. Fino a 3 anni fa credevo ancora a tutto quanto. O dentro magari non capisci se è vero o no. Ma se molte cose non si riescono a ricordare dopo ci arrivi a capire che ti hanno usato come volevano, o per i loro scopi. E me ne do una colpa, perché potevo essere allontanato, ok, ma senza mettere in mezzo gente che non ci è mai c’entrata nulla in una storia montata e rimontata da mille bambini, solo con nomi differenti. E più vai avanti e più speri solo che nessuno ti venga a dare la lezione che meriti. Io è da un anno e qualcosa che ho seri dubbi su tutto. E cerco di vivere senza darci un peso eccessivo. Ma con rabbia verso la gente che mi ha usato”.

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Teoria del complotto? E se invece fosse tutto vero?

Mi pare che tu voglia mettere in evidenza un errore, una qualche mancanza del "sistema", puntare il dito a qualche giudice oppure criticare qualche legge.

Io preferisco tenere in mente che la nostra non è un "giustizia divina" in cui la verità emerge limpida, come se fossimo dotati di una sfera di cristallo da consultare all'occorrenza. Siamo umani e la nostra è una giustizia umana con tutti i difetti del caso.
A volte funziona, altre no. C'è chi la fa franca, chi viene beccato, chi condannato ingiustamente. A volte gli errori sono tragici ma ...forse inevitabili.

Infatti io non ho assolutamente una verità! In ogni caso ascoltando il podcast e verificando qualche fonte una idea più chiara si riesce ad averla. Ho chiuso l’articolo appunto con le stesse parole del primo bambino ad aver avviato questa catena infernale. Le sue sono parole di rabbia non verso la sua famiglia, ma verso le istituzioni e la giustizia.

É chiaro che queste cose sono accadute e continueranno ad accadere sempre; ma rassegnarsi ai difetti e all’inevitabilitá degli errori di questo sistema secondo me non é la soluzione migliore.

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@coccodema ecco la storia di cui ti parlavo! Trovi anche tutti i link alle risorse! Non so se avevi già avuto modo di leggere questo articolo.

Ciao, io non conosco i fatti, avvenuti o presunti, mi sono venuti i brividi dopo pochi minuti di ascolto del link che hai messo. Ad ogni modo trovo che, in presenza di un sospetto di abuso su minore di tale entità l'atteggiamento cautelativo che ha strappato dalle mani di potenziali mostri tutti quei bambini è più che giustificato. La domanda è: se fosse tutto vero? Il rimorso, la vergogna, potrebbero spingere oggi le ex vittime, dai ricordi comprensibilmente confusi, e probabilmente molto sbiaditi per l'età all'epoca dei fatti, a ritrattare. Ma nel frattempo hanno potuto vivere una vita più o meno normale.
Ammettendo che invece fosse tutto falso, e degli innocenti sono stati infangati per vent'anni, gettando al macero le loro vite: in questo caso mi chiedo: cui prodest? Da cosa e soprattutto da chi è partita la vicenda, chi aveva interesse a fare scandalo, chi ha fatto le perizie (rivelatesi errate) e perché non ne sono state fatte altre? Perché la magistratura ha impiegato due decenni per un verdetto? Chi sta pagando per gli errori compiuti?
Tu accenni a qualcuno, a vantaggi secondari: chi? quali vantaggi? E perché "le psicologhe" avrebbero avuto interesse a manipolare i ricordi dei bambini? Perversa morbosità?
Troppe cose mi risultano poco chiare... In questi casi io non me la prenderei con il sistema, che tu definisci "corrotto", poiché per come è fatto, se ben applicato tutela le vere vittime.

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