I sentieri si costruiscono viaggiando - Fine Capitolo 1 - my novel in ItaliansteemCreated with Sketch.

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fonte: quadro in copertina di Rafal Olbinski

Dopo quello che avete letto nei post precedenti:

INTRODUZIONE -> https://steemit.com/ita/@ivand83/i-sentieri-si-costruiscono-viaggiando-introduzione-my-novel-in-italian
PROLOGO E INIZIO CAPITOLO 1 -> https://steemit.com/ita/@ivand83/i-sentieri-si-costruiscono-viaggiando-prologo-e-inizio-capitolo-1-my-novel-in-italian

è ora di seguire Victor nella scelta che cambierà la sua vita...

... per tutti quelli che hanno smesso di sognare ...

C’è una storia nella vita di tutti gli uomini (William Shakespeare)

CAPITOLO 1: La notte ( seconda parte)

Victor è un ragazzo che vive in Italia, ma con un occhio sempre vigile e proiettato in mille posti, in luoghi che sembrano lontani, ma che sulla sua mappa sono a pochi centimetri gli uni dagli altri. Perché non andare in Germania per esempio, dove la gente sembra avere meno paura e dove alla fine tutto sembra possibile? Forse perché non è l’America che i nostri padri hanno conosciuto tanti anni fa, dove davvero tutto era nuovo e mille cose potevano nascere tutti i giorni. Se il primo freno lo mette la paura, il secondo arriva e si accoda in pochissimo tempo, quel denaro che permetterebbe di fare tutto e che non si sa mai dove trovare. Lo si può accumulare per destinarlo a grandi progetti, ma è anche vero che quando il mucchio comincia ad essere interessante, l’età delle prove è finita e qualcosa di più concreto si affaccia all’orizzonte.
Mentre Victor cerca di capire quale sia la sua meta e come fare per raggiungerla, può capitare che venga interrotto da eventi che lo mettano ad un bivio, e capire quale sia la scelta giusta da fare non sembra affatto banale.
E’ proprio in questi momenti che anche una frase che ai più sembrerebbe scontata, lo fa piombare in un momento di riflessione profonda: “Gli uomini fanno quello che devono fare per diventare gli uomini che vogliono essere”. Ecco che mentre sta pensando a quello che lui fa ogni giorno, un’altra frase lo tormenta: “La vita si diverte a trasformarti nell'unica cosa che non vorresti essere.”
Tutto quadra. E’ quello che lui ha sempre sostenuto. Sicuramente la vita e le esperienze l’hanno formato, ma non ancora trasformato, non sono ancora riuscite a cambiare quello in cui crede e soprattutto a spazzare via il suo mondo dei sogni. Quella vita perfetta che lui ricerca è sempre lì e ci crede profondamente e mai nessuno lo convincerà del contrario, perché smettere di sognare, anche quando si hanno gli occhi aperti, è un peccato troppo grosso, e questa voglia nessuno riuscirà mai a spegnerla.
Quella notte non riesce a dormire.
Vuole chiudere gli occhi, lasciare alle spalle tutti i problemi, tutte quelle cose che durante la giornata l’hanno stressato, fatto cadere in un turbinio di emozioni indescrivibili che gli hanno pesantemente riempito la mente. Ma Victor si accorge istante per istante che non può fare a meno di pensare, di ascoltare i suoi pensieri che velocemente attraversano le emozioni più disparate.
E’ proprio durante questi momenti che Victor si sveglia e che non ha la possibilità di capire se sta per cominciare a sognare o se continuerà a vivere, segnando un altro giorno nel calendario della sua vita.
Sono proprio i sogni che contraddistinguono tanto Victor, quei momenti in cui tutto quello che accade è dettato da una volontà più grande della nostra, quel subconscio che nella vita reale non riuscirebbe a dettare neanche un passo. Sono tante le persone che hanno cercato di spiegare, ancora di più quelle che tentano di interpretarli e pochi i film che ne hanno parlato. E tutto questo discuterne alla fine non serve poi a tanto, se non a sperare che una volta che la vita terrena sarà finita, i sogni possano durare per sempre.
Quella mattina Victor si è svegliato con lo stesso ritardo di tutte le mattine, consapevole che quei cinque minuti in più sotto le coperte avrebbero fatto diventare la sua mattinata un caos di appuntamenti persi e di incontri non rispettati.
Nonostante questa sua convinzione, quei minuti passati nel letto danno un primo segno che Victor sta fortemente decidendo della sua vita, non rispettando più i vincoli che la società tende a imporgli in ogni istante; sta vivendo a modo suo, che agli altri piaccia oppure no, perché Victor è semplicemente fatto così e molto probabilmente la mattina, in quei cinque minuti, neanche riesce a pensare. A Victor piacerebbe tanto fare colazione, guardare un Tg e informarsi di quello che sta succedendo intorno a lui, leggere un giornale e sottolineare quello che a lui sembra più importante; ma, a parte che cinque minuti forse non basterebbero, non è ancora arrivato il momento per lui di fare queste cose.
Ogni cosa è destinata ad una persona in un certo istante della propria vita e ora per Victor è arrivato il momento di fare una doccia veloce e di scappare.
Victor prende l’auto tutte le mattine e percorre più di un centinaio di chilometri al giorno; lontani sono i tempi in cui prendeva sempre la metropolitana. Si sedeva e guardava le persone immaginando cosa stessero pensando e che genere di vita potessero condurre. Allo stesso modo le osservava con stupore mentre alcune già a prima mattina erano pronte a litigare per futili motivi, oppure altre accoglievano con gentilezza qualsiasi richiesta. L’unica cosa che divertiva Victor era lo studiare da cosa scaturissero quei comportamenti e sorrideva quando incontrava un viso sereno e disteso perché dava a lui la certezza che la felicità esisteva e molto probabilmente la stava osservando in quel momento.
I tempi sono cambiati ed ora Victor sta andando al lavoro in quella macchina che forse ha tolto alcune emozioni, ma che sicuramente gli permette di essere pronto ad affrontare qualsiasi occasione gli si presenti davanti. Intorno a sé vede persone di ogni tipo, per lo più ancora intorpidite da un sonno che non volevano abbandonare, e capisce che alla fine sono tutti nella stessa situazione, ma che sicuramente affrontano in modo diverso.
Una strana sensazione, o forse una speranza, scorre sempre nella testa di Victor: non è che qualcuno lo sta spiando o lo sta seguendo per capire se è la persona giusta da reclutare?
A Victor piacerebbe distinguersi da tutti, essere preso in considerazione da qualcuno che ha un compito importante da assegnargli; forse è uno di quei momenti in cui sta sognando ad occhi aperti, ma a lui piace credere in questa cosa e molto probabilmente non la dirà mai a nessuno perché potrebbe essere deriso. Perché tutti cercano sempre di portarlo alla realtà della vita, di farlo ragionare e fargli credere che i sogni non esistono, o perlomeno, non si realizzano mai. Forse anche Victor lo sa, ma di certo ha ancora quella minima speranza che lo porta a sognare ad occhi aperti, a fargli credere che prima o poi riuscirà in quello in cui ha sempre confidato.
Sognare non rende tristi, ma allarga la mente, non fa solo volare la fantasia, ma rende felici le persone che ci sono intorno; non costa nulla e arricchisce la comunità. Se alcuni grandi personaggi non avessero sognato e portato avanti i propri ideali non avremmo avuto importanti scoperte e famosi artisti, non saremmo andati sulla luna e non avremmo sviluppato tecnologie così avanzate.
Sognare è la base dell’individuo e una persona che non sogna più è una persona profondamente triste che probabilmente è stata fagocitata dalla vita. E’ quella che Victor definirebbe una persona che non sta volando con lui. Alla fine non sognare può anche starci, ma mai far smettere di sognare gli altri, perché potrebbe voler dire anche uccidere in un modo più crudele di quello a cui siamo abituati a pensare.
Il semaforo cambia colore e Victor è proiettato direttamente nella sua vita piena di sorprese e situazioni che cerca lui stesso di crearsi. La mattinata scorre senza sorprese; al contrario il pomeriggio gliene riserva una grande. Sulla sua scrivania trova due biglietti che lo porteranno in una città a lui sconosciuta, ma di cui tanto ha sentito parlare.
La sua prima domanda non è chiedersi da dove provengano quei biglietti e neanche se qualcuno abbia disegnato per lui un piano divino, un percorso di vita completamente sconosciuto fino a quel momento. E’ semplicemente capire se è in grado di affrontare quel viaggio che potrebbe deviare la sua esistenza, i suoi progetti, il suo completo modo di vivere. Victor, contrariamente a quello che alcuni potrebbero pensare, è felice di prendere al volo quell’opportunità e il suo unico vero problema è chiedere le ferie al suo capo, che sogna un po’ meno di lui e che forse non lo lascerà partire.
L’incontro con il suo responsabile lo lascia alquanto perplesso, ma la sua determinazione oggi è di quelle giuste, di quelle che fanno fare scelte importanti senza averci pensato più di tanto; un impeto, un istante e la vita di Victor cambia per sempre. Victor si licenzia per andare incontro a un mondo nuovo, si sente come Colombo che sta per partire alla volta delle Indie, ignaro di scoprire un nuovo mondo.
Alla fine, pensa Victor, se le cose dovessero andare male, posso sempre ritirarmi nella casa di famiglia a coltivare il mio orto e pescare con una barchetta che non avrebbe mai destato troppo attenzione.

FINE CAPITOLO 1

... TO BE CONTINUED ...

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