Un nuovo dialetto, l'italiano primo

in #ita7 years ago

L’italiano primo rappresenta la conseguenza dell’esistenza dell’inglese primo, detto anche E-primo: un dialetto che elimina qualsiasi forma del verbo essere. Gli autori dell’E-primo descrivono degli usi del verbo essere come "parlare in modo divino", permettendo "anche ai più ignoranti di trasformare magicamente le loro affermazioni in dichiarazioni divine sulla natura delle cose".



Foto di proprietà della Nutella

Usi del verbo essere nella lingua

Prima di capire le differenze fra E-prime e I-primo voglio ricordare alcuni usi del verbo essere. Fornirà le spiegazioni tramite degli esempi, piuttosto che una regola.

  • Identità: Giuseppe è il mio unico nonno
  • Appartenenza: Boldrini è un politico. Personalmente questa funzione la interpreto molto simile alla funzione successiva. Ma ricordo che in logica matematica appartenenza ed inclusione hanno significati diversi da quelli dell’uso comune.
  • Inclusione: L’essere umano è un essere vivente
  • Ausiliario: sono andato a dormire. Nella pagina wiki inglese riportano “sto dormendo” ma in italiano usiamo il verbo stare in questi casi
  • Esistenza: C’è un ragno nella stanza
  • Locazione: C’è un ragno sulla porta!

Come ho messo in evidenza, l’italiano usa maggiormente gli ausiliari dell’inglese. A meno che non si vuole usare il passato remoto anche per azioni recenti, come succede in alcune aree del sud Italia, risulta impossibile il non uso del verbo essere per alcuni tempi verbali e quindi il totale non uso del verbo essere nella lingua italiana. Un esempio

Andai al negozio -> I went to the shop -> sono andato al negozio

Un motivo dietro la creazione dell’E-primo

Un autore, dopo aver letto un tipo di abitudine mentale, ha argomentato che il dialetto serve a

creare un linguaggio meno dogmatico che riduce la possibilità di malintesi o conflitti

Suona familiare?

Esempi di applicazioni dell’I-primo

Riporto una serie di esempi, con una possibile traduzione dopo i due punti

  • Lui è il proprietario della casa: Lui possiede la casa
  • Lei è uno stronzo: Non mi piace quello che ha detto poco fa
  • Questo calcolo è sbagliato: Ottengo un risultato diverso dal tuo, perché etc.
  • Si è sempre fatto così: Da anni utilizziamo la stessa tecnica
  • Il mare è stato dichiarato inquinato: un gruppo certificato ha dichiarato il mare inquinato
  • La rosa è rossa: Vedo la rosa rossa
  • I cambiamenti climatici antropici sono realtà: i modelli che usiamo ci portano alla conclusione che l’uomo causa una percentuale X dei cambiamenti climatici osservati negli ultimi N anni.
  • I vaccini sono sicuri: i vaccini mostrano un tasso di incidenza di effetti collaterali indesiderati pari a etc.
  • Sei gay? : Ti identifichi come gay?

Possibili motivi della mancata diffusione dell’E-primo

L’inglese primo mi pare esista da poco più di mezzo secolo. Alcuni giornalisti hanno occasionalmente scritto articoli negli ultimi due decenni. Nonostante questa copertura, mi pare di aver capito che ad alcuni lettori non piace per questi motivi

  • Per le difficoltà riscontrate nel parlare questo dialetto. Persino io faccio fatica con l’I-primo, nonostante lo conosco da più di un anno
  • Per la credenza in un certo tipo di oggettività. Secondo qualcuno, alcune cose, soprattutto in ambito scientifico, sono così punto e basta. Personalmente preferisco mettere in relazione una serie di fenomeni, che qualche scuola di pensiero chiama relativismo. Ad esempio, qualcuno può dirmi Cristoforo Colombo è lo scopritore dell’America e io potrei rispondere con I nativi d’America e i vichinghi la pensano diversamente. Un altro esempio: le leggi di Newton per me descrivono una parte di realtà, ma preferisco la relatività generale di Einstein perché spiega qualcosa in più. Quasi nessuna conoscenza, in ambito scientifico, risulta immutabile e soggetta ad ampliamenti. Tranne i teoremi. Unico caso dove parlo di verità definitiva e senza tempo.
  • Alcune frasi tendono a diventare più lunghe se tradotte. Penso che qualcuno ha già notato la cosa negli esempi precedenti.
  • Alcuni gruppi con una reputazione discutibile hanno utilizzato l’E-prime per la divulgazione. Come ad esempio i sostenitori della Programmazione Neuro Linguistica (PNL), tecnica utilizzata anche da scientology. Quindi vedere un dialetto accostato ad una setta immagino faccia più discutere dell’ultima pubblicità della Motta.
  • La quasi totale assenza di professori che insegnano la cosa. Ne conosco soltanto uno inglese.
  • Qualcuno sostiene che la sostituzione del verbo essere con altri verbi non rimuove le sue funzioni

In questo articolo ho voluto fornire alcuni ingredienti del dialetto, accostandoli a qualche esperienza inglese. Qualcuno può aver osservato che il tutto si basa su una serie di ingredienti: una costruzione della frase tramite un ordine diverso, l’assenza della forma passiva, l’esprimere le esperienze da un punto di vista che parte dai propri sensi piuttosto che da qualche presunta oggettività.

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Articolo molto interessante.
Grazie per aver impiegato il tuo tempo per scrivere per la community.
Ti seguo e aspetto di vedere altri articoli interessanti.
Un suggerimento:
Prova a mettere anche delle immagini per separare il testo, rende la lettura più facile.

Quali immagini suggerisci? E in quali punti?

Non so quali immagini, delle immagini relative al contesto credo, e i punti in cui metterle penso all'inizio di ogni paragrafo dopo il titolo del paragrafo, ad essempio dopo:

  • Possibili motivi della mancata diffusione dell’E-primo,

  • Esempi di applicazioni dell’I-primo

-Usi del verbo essere nella lingua
etc.

Questo é soltanto un suggerimento, non sei obligato a fare ciò che dico io, forse ad altri piace di più cosí, ma secondo me avere delle immagini che dividono il testi aiuta a stancare meno gli occhi durante la lettura.

trattandosi di un argomento astratto, ho fatto fatica persino a trovare la prima immagine. La leggenda vuole che alcuni ci mettono più a cercare le immagini che a scrivere articoli

Scusami, ma non riesco a seguire. Un dialetto esprime un bagaglio culturale secolare all'interno di un codice linguistico nazionale che a sua volta ha radici millenarie di complessità estrema.
L'intenzione, meritoria, di smussare certe asperità della comunicazione umana con riformulazioni più empatiche credo non dovrebbe avere l'ispirazione di riscrivere la grammatica.
Ma forse mi sono persa io, come dicevo all'inizio 😉

Come in altri casi, dipende dalla definizione di partenza. Ho assorbito il concetto di lingua come un insieme, dove i dialetti rappresentano dei sotto-insiemi di una lingua, con cui condividono degli elementi.

Interessante, non ne sapevo niente.

nemmeno io, fino a luglio dell'anno scorso. Considera che perfino sul panorama internazionale risulta quasi sconosciuto. In Italia lo conoscevano, prima di questo articolo, almeno due persone. Ma sicuramente meno di 1000, dato che ho letto soltanto una specie di pubblicazione.

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