È arrivato il momento...mi presento a tutti voi, cari Steemians!/ The time has come...let me introduce you all, dear Steemians! [ITA-ENG]

Tutto ebbe inizio quando il mio caro Padre decise, senza esitazioni, di donarmi il nome del suo compianto papà. Questo desiderio nasceva dalla profonda stima che nutriva per suo Padre, Maestro scolastico.

E fu così che in un freddo pomeriggio di febbraio nacqui...Mario all'anagrafe.

[Immagine dell'autore][My father and I]

I primi anni della mia vita furono, per ciò che mi possa ricordare, di amore, curiosità, la felicità per la nascita di mio fratello.

Per quel poco che potessi vedere mio padre, che era sempre al lavoro, lo seguivo sempre, lo osservavo e cercavo di imparare da lui: in questo era un grande esempio perché dalla sua aveva le più belle caratteristiche che si possano avere riguardo il rapporto con le persone, il rispetto, la pacatezza, la fermezza, la pazienza.

Naturalmente tutte queste caratteristiche le ho apprese da ragazzo e, ammirato, cercavo di farle mie impegnandomi e cercando ogni volta di non deluderlo mai, sarebbe stato troppo irrispettoso nei suoi confronti.

Mi creai questo "bagaglio" che portavo con me, tutti i giorni. A volte ero un po' ribelle, ero molto introverso e silenzioso, avevo una fantasia incredibile ma tenevo sempre tutto per me.
Questo anche da ragazzo, ero sempre assorto nel vedere qualsiasi cosa, imparare, memorizzare, capire, ragionare ma interagivo veramente poco, anzi quasi per niente a dire il vero.

Probabilmente, dato che venivo sempre visto come "fuori dalla media" a livello scolastico e di maturità rispetto all'età, mi ero creato la convinzione di essere diverso dagli altri, e ciò non faceva altro che chiudermi sempre più in me stesso.
Vivevo nel mio mondo fatto di attenzione ai minimi dettagli, chiedermi il perché verso qualsiasi cosa, svolgere attività per lo più solitarie, come ad esempio leggere e leggevo talmente tanto da non accorgermene.

Questo mio essere introspettivo però con il passare del tempo cominciava a non farmi stare molto bene. La negatività prendeva sempre più spazio nei miei pensieri, non mi sentivo capito e non riuscivo ad individuare nessuno con cui esprimermi, sfogarmi, liberarmi. Uno dei motivi era per non creare disturbo a nessuno, non avevo la minima intenzione di rubare del tempo ad una persona per presentargli i miei problemi, le paure, le incertezze.

Trovai un po' di conforto quando cominciai ad ascoltare la musica, a suonare ma non era incredibilmente abbastanza.
Sentivo dentro un bisogno, anche se avevo 13 anni, di parlare all'infinito, di immaginare, pensare, costruire ragionamenti ma non sapevo come tramutarlo nella pratica.

Ricordo una sera, in cui piangevo come un disperato, nella quale stavo male; mi sentivo escluso, non voluto e non sapevo come fare.
Cercavo di distrarmi studiando, e studiavo talmente tanto e con dedizione da avere almeno in quell'ambito molte soddisfazioni.
Non mi bastava, il vuoto dentro di me era da colmare e cominciai a scrivere di qualsiasi cosa. Situazioni, avvenimenti, poesie, riflessioni e più scrivevo più mi accorgevo che in qualche modo mi era d'aiuto perché non usavo il cuore ma la testa e si instaurava un meccanismo di rielaborazione dei miei stati d'animo.

Mi piaceva poi rileggermi, e mi arrabbiavo se trovavo qualche errore di ortografia, cercavo quindi di scrivere in maniera corretta, con molta attenzione. Questa "cura nei dettagli" ha sviluppato in me una capacità di leggere parola per parola, lettera per lettera, tanto che quando leggo qualcosa scritto da qualcun altro nel caso ci fosse qualche errore grammaticale o di ortografia non sono in grado di non accorgermene, mi balza all'occhio, istantaneamente.

Con il tempo ho imparato molto, a gestire le emozioni negative ad aprirmi senza paura verso il prossimo, ad interessarmi a qualsiasi cosa potesse crearmi curiosità, interesse; e tutto ciò che mi appassiona mi fa concentrare di più, mi catapulta "dentro": niente e nessuno può distogliere la mia attenzione.

Nonostante non abbia mai sviluppato una mente scientifica, ma umanistica, una parte di me è sempre spasmodicamente attratta da tutto ciò che riguarda lo sviluppo tecnologico in qualsiasi campo, dalle automobili ( grande mia passione), all'informatizzazione, al progresso.
Amo anche in maniera smisurata la natura, soprattutto le montagne, i fenomeni atmosferici, gli animali.

Come mio padre amo i cavalli, spiriti liberi, attenti nel percepire i pericoli, sensibili, docili e intelligenti. Ho provato a sperimentare cosa si può provare ad accarezzarli, cercare di entrare in empatia e sentire, cavalcando insieme a loro un senso di serenità, pace, sicurezza e libertà.

So essere molto preciso, attento agli schemi, alle regole e abituato a non uscire mai dalla "retta via" come mi è stato fortunatamente insegnato.

Ma c'è una parte di me che quando esce allo scoperto mi fa accorgere di essere quasi un'altra persona, una spinta, una forza, una volontà d'animo incredibile che mi fa mettere alla prova con me stesso, per superarmi, per migliorare provandoci.

Sfidarsi vuol dire mettersi in gioco, attivarsi verso un obiettivo: questo è ciò a cui penso ogni mattina quando mi sveglio.

Vivere nella libertà di provare ad essere una persona migliore, per sé stessi e per chi ci sta attorno!