Uno dei miei YouTouber preferiti si chiama Nicolò Balini, anche noto come Human Safari: i suoi video trattano di viaggi, altra passione che coltivo insieme allo sport, in chiave molto informale e divertente. Quando tutto il caos legato al covid-19 è scoppiato, Nicolò aveva appena deciso di aprire un tour operator legato al suo canale YouTube, ed io, che avevo azzardato una scelta simile buttandomi più o meno nello stesso periodo nel campo del turismo, ho condiviso con lui, anche se solo virtualmente, tutta l'amarezza per la cancellazione di un intero settore.

Un po' come capitato a me (anche se ovviamente tra i due quello famoso è lui), anche il giovane ragazzo originario della provincia di Bergamo ha trovato il tempo per scrivere durante il lockdown, e il suo libro sul cammino di Santiago, intitolato "Todo cambia", è disponibile su Amazon in formato cartaceo o Kindle. Questa lunga introduzione, apparentemente avulsa dal mondo dello sport, non serve per fare pubblicità all'ottimo Human Safari (non ne ha bisogno), né a farmi guadagnare qualche soldo dall'eventuale vendita di alcune copie, ma solo a riagganciarci in modo un po' inusuale all'odierna giornata di campionato, trascorsa al contrario senza alcuna novità significativa.

L'Inter ha messo in fila l'undicesima vittoria consecutiva. In che modo si possa pensare di combattere una squadra che, nel momento caldo della stagione (storicamente tra febbraio e aprile) riesce a vincere undici partite di seguito è una domanda alla quale non so dare risposta. Soprattutto quando i successi arrivano, come oggi, un po' a mo' di Juve degli anni passati, ovvero non incantando particolarmente sotto il piano del gioco, ma con una determinazione e una fame agonistica e di vittorie impareggiabile per tutte le altre squadre.

Conte in questo è inimitabile. Riesce a prendere un ambiente col morale sotto i tacchi, devastato tecnicamente e tatticamente, e a riportarlo al top in una, o al massimo un paio di stagioni. Lo ha fatto alla Juve, in nazionale e al Chelsea, e ora si sta ripetendo all'Inter. Sotto questo punto di vista, non si può che togliersi il cappello di fronte a chi è più bravo, come sempre andrebbe fatto nello sport invece di cercare inutili alibi. Certo, nemmeno lui è perfetto, e il suo curriculum europeo è lì a dimostrarlo, ma in un campionato di 38 partite nessuno riesce come l'allenatore salentino a trovare la chiave giusta per far rendere una squadra al 110% delle proprie possibilità.

L'Inter è la più forte forse anche perchè regala ogni domenica la percezione di esserlo. La Juventus, ad esempio, avrebbe potuto raccogliere sicuramente di più in stagione, se si analizzano i nomi in rosa a disposizione di Pirlo, ma da allenatore inesperto è evidentemente costato alla società diversi punti. Con i "se" e con i "ma" la storia non si fa, si è soliti raccontare, ma senza, ad esempio, lo sciagurato pareggio con il Crotone, i quattro punti su sei lasciati al Benevento e il pareggio subito al 94^ in casa della Lazio per una palla persa in maniera banale, ora staremmo parlando di un altro campionato e di una lotta scudetto ancora viva.

Anche oggi i bianconeri hanno offerto a tratti una sensazione di grandezza tale da poter divorare il Genoa, con un primo tempo costellato di intensità, pressing, gioco veloce di prima e attacchi devastanti sugli esterni. Eppure, nonostante il vantaggio di due reti all'intervallo, al quarto d'ora della ripresa solo un clamoroso errore dell'ex Marko Pjaca ha impedito che il risultato si trovasse incredibilmente sul 2-2. Senza voler dare troppo addosso a Pirlo, va riconosciuto che questo processo di improvvisa narcolessia della squadra, pronto a scatenarsi mentre meno te l'aspetti, era iniziato già sotto la gestione Sarri (ricordate lo 0-2 col Milan che diventa 4-2 nel giro di dieci minuti?), ma chi, se non il tecnico, deve essere bravo a mantenere sempre alta la tensione del gruppo?

Cosa che non è riuscita quest'anno nemmeno a Pioli, se non nella prima parte della stagione, dato che col suo Milan alterna ormai da tre mesi prestazioni brillanti, come quella di oggi, a debacle inaspettate. I rossoneri stanno terminando la stagione come quei maratoneti che spingono troppo nei primi venti chilometri, per poi ritrovarsi con la lingua di fuori nella seconda parte della corsa; a differenza di quanto acacduto alla Juve però, al tecnico rossonero occorre riconoscere che la sua squadra non era attrezzata per vincere, e comunque vada per il Milan questa sarà da ricordare come una stagione oltremodo positiva.

A dimostrazione che nulla è cambiato, e che la lotta per un posto nella prossima Champions League sarà serrata fino alla fine, anche Napoli e Lazio hanno superato i rispettivi avversari, Sampdoria e Verona, facilitate anche dalla scarsa combattività di queste ultime, ormai stabili in una posizione di classifica che non riserva più molti stimoli. Una volta si parlava di "scansopoli", ma questo termine è stato messo in ghiaccio, pronto ad essere tirato fuori all'occasione in futuro. In attesa quindi di conoscere i risultati anche di Roma e Atalanta, opposte rispettivamente a Bologna e Fiorentina, l'attenzione degli appassionati non può che spostarsi al calendario e alle sfide delle prossime settimane.

La prossima giornata ci regalerà infatti due big match del calibro di Atalanta-Juventus, antipasto della finale di Coppa Italia che si giocherà tra un mese, e Napoli-Inter, mentre quella successiva, la trentaduesima, altri due scontri diretti per la zona Champions come Roma-Atalanta e Napoli-Lazio. Il Milan potrà contare su di un calendario in discesa nelle prossime due giornate, ma attenzione alla 33^ e alla 35^ con i due scontri diretti con Lazio e Juventus, ultimo ostacolo per il ritorno in Champions League dei meneghini dopo dieci anni.

Se todo cambierà quindi, lo vedremo solo nelle partite in programma elle prossime settimane, per ora, quando sentiremo la necessità di una scossa, potremo sempre accontentarci di leggere il libro di Balini.

Public domain image

Con lo scudetto praticamente già assegnato da due mesi all'Inter di Antonio Conte, l'interesse degli appassionati di calcio italiani si è concentrato, nelle ultime settimane, sulla lotta per l'assegnazione dei posti validi per la partecipazione alla prossima Champions League, e sulla bagarre venutasi a creare in zona retrocessione; tuttavia, se molto potrà ancora accadere circa la prima questione, le tre squadre che occupano gli ultimi posti della classifica hanno accumulato un tale ritardo dal resto del gruppo, da poter considerare i giochi pressoché conclusi.

Abbiamo lodato ieri il coraggio del Crotone, che da quando è affidato alle cure di Serse Cosmi ha cambiato il proprio modo di stare in campo e l'attitudine con la quale affronta ogni avversario, cose che tuttavia hanno portato ad un bottino di soli tre punti raccolti in cinque gare. Manca solo il sigillo della matematica ad ufficializzare il ritorno dei calabresi tra i cadetti, dato che i rossoblù sono rimasti inchiodati a quota quindici in classifica, tredici dietro il Torino quart'ultimo, che dovrà inoltre recuperare la partita con la Lazio.

Leggermente meno drammatica la situazione del Parma, il cui importante progetto societario per il futuro riesce a mitigare leggermente l'amarezza per i soli venti punti raccolti in classifica. La cacciata di D'Aversa in estate, al quale era stato chiesto di arrivare a ridosso delle posizioni europee con una squadra evidentemente non pronta, ha scombussolato un'intera stagione e anche il ritorno dell'allenatore delle due promozioni, dalla Serie C alla Serie A, non ha restituito i frutti sperati. La salvezza è distante sette punti per i gialloblù, potenzialmente elevabili a dieci nel caso in cui il Torino vincesse la siua partita di recupero.

Allo stato attuale delle cose solo il Cagliari mantiene qualche piccola scintilla di speranza di raggiungere una clamorosa salvezza. I ventidue punti raccolti fin qui portano a cinque il distacco attuale con i granata di Fabio Nicola, che tuttavia potrebbero scappare ad un rassicurante più otto dopo aver pareggiato il numero delle gare giocate. La scossa inferta dall'arrivo di Leonardo Semplici sulla panchina degli isolani è durata troppo poco e la squadra è di nuovo precipitata in una spirale di risutati negativi poco compatibili con il miracolo sportivo necessario ad evitare la retrocessione.

Con Benevento e Fiorentina a distanza di sicurezza, l'unica a poter ritrovarsi ancora coinvolta nelle sabbie mobili delle ultime posizioni sembra essere il Torino, la cui vittoria sul campo dell'Udinese sembra tuttavia aver posato una pietra tombale sulle speranze delle altre concorrenti. Rimangono 24 punti a disposizione da qui alla fine, che potrebbero ancora permettere in linea teorica ogni stravolgimento, ma le dinamiche delle ultime giornate e la forma scadente delle tre candidate alla retrocessione lasciano seriamente pensare che dietro ogni discussione si rivelerà effimera.

Photo by geralt (Pixabay), CC0

• Con 8 medaglie conquistate agli Europei di canottaggio di Varese, l'Italia è seconda nel medagliere, dietro solo alla Gran Bretagna.
• Il D.S. della Juventus, Fabio Paratici, allontana il rinnovo di Dybala: "Serve responsabilità in questo momento".
• Termina 2-1 per i blancos il classico del calcio spagnolo, Real Madrid-Barcellona.
• L'Italia femminile batte 1-0 l'Islanda nella prima delle due amichevoli in programma.