[FUORI CONCORSO] Una storia italiana - I CASI DEL DETECTIVE WHITE - L'ENIGMA DELLA SCUOLA parte I (PREMIO 10 STEEM)

in Italy9 months ago

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Immagine di Freepik

Con questo post partecipo, fuori concorso e con intento unicamente promozionale, alla dodicesima edizione del contest "Una storia italiana", promosso all'interno della rivista DIGITALY.

Per partecipare occorre inventare una storia ispirata all'immagine di copertina, avendo cura di descrivere l'ambientazione della scena, una descrizione della protagonista, cosa stiano facendo i ragazzi di spalle e cosa accadrà subito dopo.

E' possibile unirsi al contest scrivendo in qualsiasi lingua e dando al racconto l'interpretazione preferita, che sia essa, comica, romantica, drammatica, fantasy o altro, rispettando sempre i canoni base per la pubblicazione sulla piattaforma.

C'è tempo per partecipare fino a domenica, ore 18.00 italiane, il premio per il vincitore, scelto dal Team di @italygame, è di 10 Steem.

I CASI DEL DETECTIVE WHITE - L'ENIGMA DELLA SCUOLA (I)

Erano passate soltanto due settimane dal giorno in cui Hellen White aveva brillantemente superato l'esame da detective presso la stazione di polizia di Eagle City e con suo grande stupore, quel lunedì, il distintivo e l'attestato ufficiale dell'avanzamento di grado la aspettavano già sulla sua nuova scrivania.

Prima che la Sicilia diventasse il cinquantaquattresimo stato degli Stati Uniti, la burocrazia che affliggeva casi simili al suo poteva tranquillamente considerarsi elefantiaca: alcuni esaminati dovevano aspettare a volte anche sei mesi per vedersi notificare ufficialmente dal ministero la promozione e poter così assumere a tutti gli effetti i benefici, anche economici, del grado superiore, ma con l'arrivo degli americani tutto era stato reso evidentemente più celere.

Nessuna festa, né troppe moine da parte dei colleghi, ma qualche sorriso d'intesa e un paio di pacche sulla spalla non erano mancati, oltre ad un biglietto di congratulazioni, lasciato dall'italo-americana Angela, l'unica poliziotta giunta dagli Stati Uniti che ritenesse amica. Terminata l'ennesima telefonata della mattinata, il sergente Armstrong le si avvicinò a passo spedito, consegnandole un faldone con i casi che avrebbe dovuto trattare nei prossimi giorni.

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Immagine di pressfoto su Freepik

Come si aspettava, non si sarebbe dovuta dedicare a nessun episodio di crimine violento, rapina, furto o minacce, ma esclusivamente a casi definiti secondari. Era la normale prassi per i nuovi detective, in più sospettava fortemente che il fatto di essere la sola italiana in tutto il dipartimento ad aver raggiunto tale grado, non l'avrebbero aiutata a farsi coinvolgere a livelli più complicati, almeno all'inizio.

Sfogliò i vari report per scegliere il caso a cui dedicarsi nel suo primo giorno da detective, faticando a tratti a trattenere le risate: un drone misterioso che spiava la moglie del denunciante mentre prendeva il sole, una scultura alta cinque metri comparsa al centro del distretto R&R (l'ex quartiere Zen), un paio di sparizioni misteriose di frutta al mercato e una pensione per animali che denunciava ignoti aiutanti, entrati nella struttura la notte per toelettare a dovere i quadrupedi, ritenuti evidentemente non curati a dovere.

Le persone erano davvero cambiate dall'arrivo degli americani. Per casi del genere, solo fino a qualche tempo prima, i palermitani avrebbero sistemato tutto con il dialogo e quattro risate, mentre ora veniva addirittura coinvolta la polizia. Avvolta dai suoi pensieri, Hellen non si accorse del tempo che passava, fin quando Armstrong, a pochi passi dalla sua scrivania, le fece cenno di raggiungerlo: era arrivata una chiamata di emergenza al 911 e i colleghi di pattuglia avevano chiesto il support di un detective. In quel momento era l'unica libera, sarebbe toccato a lei.

Alla Stephen King High School, nome assegnato al vecchio Liceo Benedetto Croce, il preside Henry Miller aveva chiamato il numero di emergenza in seguito all'imbrattamento delle bandiere americane lungo il corridoio principale. Alcuni studenti si erano spinti infatti a colorare a file di verde e rosso le stelline della bandiera, in modo da lasciarne in mezzo una bianca e richiamare così i colori dell'Italia.

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Immagine di Freepik

Hellen l'avrebbe considerata una bravata, da stigmatizzare con una tirata alle orecchie dei responsabili e qualche rimbrotto ufficiale, ma l'oltraggio alla bandiera era una reato preso molto seriamente dal nuovo codice penale americano delle colonie e avrebbe potuto comportare per i responsabili pene severe. La sola idea di un ragazzo di sedici o diciassette anni rinchiuso in un istituto di pena per una tale sciocchezza la fece rabbrividire e si sentì sollevata per il fatto che i suoi colleghi fossero al momento impegnati e che la chiamata d'emergenza fosse stata assegnata a lei.

Giunta alla scuola, il preside Miller la salutò, rivolgendole la parola in italiano. Anche lui, come Hellen, era in realtà palermitano, ma aveva scelto l'americanizzazione del nome per poter continuare a lavorare nel settore dell'istruzione pubblica ed evitare l'alternativa destinata ai più, l'essere relegati a lavori secondari. Enrico Mugnaio, diventato ormai ufficialmente Henry Miller, si sentiva spesso in colpa per aver rinunciato al cognome portato con tanto orgoglio, ma soleva giustificare sé stesso, e tutti quelli che avevano compiuto la medesima scelta, ricordandosi di non aver avuto alternative.

Le telecamere di sicurezza avevano immortalato, la notte precedente, cinque ragazzi, camuffati con abiti e maschere tipiche della tradizione italiana, nell'atto di colorare, con alcuni pennarelli, in maniera alternata, verde, bianca e rossa, le stelle delle bandiere americane esposte in corridoio. Un chiaro gesto di ribellione alla nuova situazione politica della Sicilia, che tuttavia alla donna sembrò da subito la classica bravata adolescenziale.

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Individuare i nomi dei responsabili, nonostante gli abili camuffamenti, sarebbe risultato con tutta probabilità estremamente facile ricorrendo all'uso dell'intelligenza artificiale presente in centrale, che avrebbe esaminato le camminate dei ragazzi, i bisbigli avvenuti tra di loro e persino il modo di tenere in mano i pennarelli, scandagliando il database e tirando fuori le corrispondenze giuste in pochi secondi, ma Hellen voleva procedere alla vecchia maniera, senza coinvolgere la centrale.

Si fece consegnare la lista degli alunni, eliminando dai sospettati i nomi degli americani trasferiti e quelli che per ovvi motivi, perché incompatibili per caratteristiche fisiche con le immagini, non potevano aver commesso il reato e si concentrò in particolar modo su cinque profili, tre ragazzi e due ragazze, compagni di classe, dalle descrizioni e i trascorsi scolastici compatibili con quanto visto nei filmati.

Su esortazione di Hellen, il preside lì convocò singolarmente e dopo aver mostrato loro le immagini, il detective li convinse facilmente di essere stati beccati e di non aver scelta. Il procuratore distrettuale, a fronte di una rapida confessione, sarebbe probabilmente stato propenso a derubricare il reato da oltraggio alla bandiera, con conseguenze penali certe, a insubordinazione scolastica, lasciando che i ragazzi se la cavassero con un'ammenda e una lunga sospensione, ma avrebbero tutti dovuto firmare l'ammissione di responsabilità in quel preciso istante.

Tutto risolto alla velocità della luce. I genitori vennero a prendere i ragazzi a scuola, per far loro scontare l'immediata sospensione, ed Hellen terminò la visita nell'ufficio di Miller, accettando, tra una chiacchiera e un'altra, l'offerta di un espresso italiano. Eppure, il mattino dopo, giunta alla sua scrivania, volle proiettare nuovamente sul maxi-schermo virtuale della sala investigazioni le immagini dei cinque ragazzi, scaricate sull'orologio di servizio. Aveva risolto il suo primo caso in poco più di un'ora, attirando persino i complimenti del capitano Andresen, ma qualcosa non le tornava.

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Possibile che quei cinque fossero così ingenui da non sapere che un rapido confronto con le telecamere li avrebbe incastrati subito? Perché Miller, le aveva rivolto da subito la parola in italiano? E ancora, perché lui stesso, italiano, con tutto da perdere da quella storia, non aveva provveduto in prima persona ad un primo confronto con le immagini e il database degli studenti, individuando i responsabili per punirli internamente, anziché coinvolgere la polizia?

All'improvviso tutto le sembrò più chiaro. Un detective più inflessibile avrebbe portato i colpevoli dritti alla centrale, facendo pressioni sul procuratore affinché venisse data loro una pena esemplare e Miller sarebbe verosimilmente stato rimosso dall'incarico di dirigente scolastico a cui aveva dimostrato di tenere tanto.

Il preside aveva bisogno della polizia, ma anche che sul caso intervenisse proprio lei, ed è per questo che la chiamata al 911 era giunta intorno alle 9.30 e non subito, alle 8.00, al momento del suo arrivo nell'istituto. Qualcuno all'interno del dipartimento doveva avergli suggerito il momento esatto per dare l'allarme, in modo che sul posto accorresse proprio Hellen e nessun'altro. Ma perché?

Continua...

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Stupendo, stai costruendo un mondo! E sono sicura che in futuro esisterà sicuramente la Stephen King High School 😁

😂 Chissà, tutto può accadere. Non avendo troppe idee questa settimana mi son detto, proviamo a continuare una storia precedente. Ora mi manca il finale... 😄

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Anche tu con la continuità dei racconti precedenti, allora è contagiosa😂 😂 😂 😂

E' un esperimento, più che altro non sapevo che scrivere questa settimana e mi sono ricollegato ad un racconto precedente 😄

😄😄😄😄

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