[FUORI CONCORSO] Contest - Crea un'immagine: Sono un gatto! [Multilanguage]

in Italy9 days ago (edited)

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Immagine realizzata con Freepik AI image generator

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Con questo post partecipo, fuori concorso e con intento unicamente promozionale, alla nuova edizione del contest "Crea un'immagine", promosso all'interno della rivista DIGITALY.

Per partecipare basta creare un'immagine, attraverso una qualsiasi applicazione di Intelligenza Artificiale, seguendo le linee guida del testo di volta in volta proposto.

Questa settimana il testo da seguire è:

Un gattino coraggioso

C'è tempo per partecipare fino a domenica 1 settembre, ore 23.59 italiane. Il premio per il vincitore, scelto dal Team di @italygame, è del 30% delle rewards del prossimo numero di Digitaly, mentre il secondo classificato riceverà una menzione d'onore e una ricompensa pari al 10% delle rewards.

GATTINO ROBOT

Premessa: Questa è una storia di fantasia, ambientata alla fine del XXI secolo. Il tono del racconto è distopico e pertanto molte situazioni descritte appaiono volutamente esagerate e surreali. Questo post non deve in alcun modo essere considerato quindi come un approvazione o un invito al maltrattamento degli animali.

Urbania, nell'anno 2097, era considerata una macro nazione pressoché perfetta. Non esisteva disuguaglianza sociale, in quanto ad ogni persona era garantito dallo Stato tutto il necessario per vivere, come cibo, alloggio e persino relazioni sociali, di natura amichevole o sentimentale.

Era sparita la criminalità, repressa inizialmente con forti metodi coercitivi, sostituiti negli anni con forme di controllo stringenti e propaganda ossessiva, capaci di cancellare dalla coscienza delle persone ogni desiderio di disobbedienza o ribellione.

Le guerre erano solo un lontano ricordo di un mondo barbaro ed incivile, così come debellate dalla scienza risultavano la maggior parte delle malattie. Urbania accoglieva i suoi cittadini come un'amorevole progenitrice e ad essa chiunque aveva la facoltà di rivolgersi per ogni necessità, tramite colloquio diretto con i computer statali, installati in ogni casa.

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Immagine realizzata con Freepik AI image generator

In questo scenario ritenuto idilliaco, rimaneva ancora una cosa da fare per completare gli obiettivi del programma Vision 2100, condiviso con le altre quattro macro nazioni del mondo: eliminare la presenza degli animali domestici. L'obiettivo da raggiungere entro i prossimi tre anni era infatti quello di cancellare ogni imprevedibilità, causata dall'istinto animale, e consegnare un ambiente perfettamente ripulito da qualsiasi elemento in grado di turbare la perfezione ambientale, fortemente ricercata nell'ultimo secolo.

Nel 2060 si era faticosamente giunti ad un mondo ad emissioni nette zero, ma secondo il governo il sostentamento degli animali domestici ad alimentazione carnivora non permetteva ancora di ridurre gli allevamenti di carne come desiderato. Gli animali infatti, a differenza della stragrande maggioranza degli uomini, rifiutavano la carne sintetica o l'alimentazione alternativa, a base di proteine ricavate dagli insetti.

Anche gli erbivori, sebbene leggermente più tollerati, non venivano visti di buon occhio per la loro capacità di creare un'empatia con i propri padroni, stabilendo legami non controllabili dallo Stato. Era così partita una lenta ma costante propaganda negativa, volta a mettere in cattiva luce i proprietari di animali domestici, nella più classica finestra di Overton. Vivere con un cane, un gatto, ma anche un canarino o un criceto, era ancora legale, ma considerato socialmente riprovevole.

Il bravo cittadino, come insegnavano fin dalle scuole elementari, era colui che consegnava i propri animali domestici allo stato, al centro di conservazione della specie, sostituendoli con i modelli robotici. Per di più, fino al dicembre 2099, incentivi statali permettevano di effettuare il download delle attività cerebrali dei propri amici animali all'interno di un chip, successivamente impiantato nel modello robotico.

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Immagine realizzata con Freepik AI image generator

Insomma, si poteva continuare a godere della loro compagnia per sempre, ma in "un modo pulito e rispettoso per l'ambiente e la società". Gli animali robotici infatti non mangiavano, non sporcavano e ricaricavano le proprie batterie ad altissima efficienza grazie a sistemi dinamo e alla luce solare, ma si comportavano in tutto e per tutto come i loro sosia in carne ed ossa.

Il numero degli animali domestici ad Urbania era così passato nel giro di meno di quarant'anni da oltre trecento milioni a circa settecentomila unità, con l'obiettivo di scendere sotto le cinquantamila entro la fine del secolo, quando ogni singolo animale sopravvissuto sarebbe diventato di controllo statale.

Romeo era un robot, ma considerato gatto, a tutti gli effetti. Per la società e per le leggi di Urbania, nell'anno 2097, non c'era alcuna differenza tra i gatti reali e quelli con il corpo ricostruito dai sofisticati scheletri robotici e la memoria impiantata in un chip, all'interno del cervello artificiale.

Anzi, questi ultimi godevano di maggiori diritti: maltrattare un gatto robotico, ad esempio, era considerato un reato penale, mentre tenere un comportamento dannoso contro un vero animale veniva punito solo se si trattava di un esemplare detenuto in uno dei centri statali di conservazione della specie.

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Immagine realizzata con Freepik AI image generator

Ogni pomeriggio, dopo che con un comando del proprio orologio sottocutaneo il padrone inviava al suo cervello un impulso di soddisfazione, pari a quello ricavato dopo un pasto abbondante e succulento, Romeo usciva di casa per la passeggiata quotidiana.

Circa mezz'ora, nel quale il gatto, costantemente monitorato tramite segnale GPS dal padrone, trotterellava per le vie della città, mettendo in moto i sofisticati recettori tattili ed olfattivi impiantati sul corpo metallico.

Il suo cervello artificiale registrava così sensazioni di piacere nell'interagire con altri simili, nell'arrampicarsi a destra e a manca, nel correre dietro ad una farfalla o nell'inseguire una fonte luminosa, prima di tornare a casa e riposarsi sul suo cuscino preferito.

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Immagine realizzata con Freepik AI image generator

Quel giorno però, qualcosa andò in maniera diversa. Romeo scorse attraverso le telecamere collegate al nervo ottico sintetico un movimento quasi impercettibile ad occhio umano, una piccolissima variazione della luce che destò in lui un collegamento alla memoria quasi abbandonato.

Il tutto proveniva da una specie di tombino che apparentemente collegava la strada con una zona sotterranea della città. Il software decisionale stava consigliando al 98,9% di ignorare quello stimolo e compiere il ritorno verso casa, ma inaspettatamente il gatto scelse di disobbedire e di affidarsi alla percentuale rimanente, ancora legata ad una parvenza di istinto animale.

Continua...

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Lo Stato che garantisce relazioni amichevoli e sentimentali si avvicina a quanto desiderano gli abitanti di Nettuno avvezzi a farla fuori dalla tazza😂 (leggasi l'incel medio). Nel caso degli incel si ride per non piangere, ma l'idea di una cerchia sociale garantita non la trovo affatto da buttar via, anzi. Perchè non immagino peggio cosa terrena quella di vivere in isolamento sociale, specie da adolescenti e giovani adulti (il che, per chi vive in Piemonte, dovrebbe avere presente troppo bene le magagne della regione, che se non hai ereditato la tua cerchia sociale dai nonni tanto quanto i beni mobili e immobili, ti spetta una vita da hikikomori involontario. Garanzie statali da sperare però non a spese degli animali.

Non lo so Pou, a me parrebbe un qualcosa di innaturale e distopico. Poi è anche vero che anche in un gruppo "forzato", come per esempio una classe o una squadra, si tende a fare amicizia perché si condividono problemi, emozioni ed esperienze, ma prendere un tot di soggetti e dir loro "voi vi dovete frequentare perché l'ho deciso io" mi parrebbe rischioso.
Ma sul Piemonte hai ragione ehehhehe. Alcuni posti più che altri, ormai le grandi città, Torino in primis, hanno perso buona parte della loro piemontesità, ma nei paesi e nelle cittadine più piccole bene o male funziona ancora un po' come dici tu.

Esatto, ma pure in certi ambienti universitari torinesi (curiosamente agli antipodi degli atenei alessandrini, nel caso specifico) questo malefico tratto culturale spicca (perchè sono frequentati, o almeno lo erano ai miei tempi, più da studenti provenienti da realtà da paesello che forse da torinesi veri e propri). Diciamo che comunque piemontesità e torinesi in termini più che altro convenzionali, perchè in vita mia ho visto pure meridionali DOC tenere la stessissima condotta (gli bastava essere inseriti in un circolo sociale piemontese o pseudo-tale, magari grazie a un familiare ben sistemato con un coniuge del posto o a genitori che avessero acquisito un qualche status che gli permettesse di inserire i pargoli per questi ultimi schifare chiunque quella sua cercha non avesse ereditato). Insomma, gli bastava l'aver messo piede nella realtà provinciale piemontese per contaminarsi seduta stante. Comunque no, frequentazioni forzate a mero casaccio anche no, ma appunto il divieto di scartare questo e quel componente della stessa squadra (sempre e quando non è una mela marcia), gruppo musicale, di teatro et similia perchè non è stato ereditato dai nonni ci starebbe tutto. Purtroppo quello che mi è toccato di vedere erano affari del genere lo scartare la figlia dell'immigrato francese disoccupato, la figlia in sovrappeso dell'immigrato veneto, la figlia della casalinga affetta da PCOS e fior fiori simili che si riderebbe se non ci fosse da piangere copiosamente. Diciamo che si respirava molto meglio negli ambienti internazionali, ai miei tempi...

TEAM 5

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Curated by : @mikitaly

Ciao @frafiomatale, continuo con il post in cui buttano il latte, uomo, ci sono bambini che muoiono di fame letteralmente parlando, e cibo e latte si sprecano così, è meglio non pensarci più, l'argomento è deprimente .
Un abbraccio

Hai ragione, in casa mia non buttiamo mai il cibo, ogni avanzo finisce a far parte di un nuovo piatto della sera o del giorno dopo. Così come sto educando i miei figli a non dire mai frasi del tipo "che schifo!" riferito al cibo, perché molte persone sarebbero grate di avere quel cibo. E' una questione morale molto importante.

Thank you, friend!
I'm @steem.history, who is steem witness.
Thank you for witnessvoting for me.
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