Per il terzo anno consecutivo la Juventus viene eliminata dalla Champions League per opera di una squadra ritenuta, sulla carta, inferiore. Dopo le batoste patite per mano dell'Ajax, sotto l'ultima gestione Allegri, e del Lione, con Sarri alla guida della nave bianconera, ieri sera è toccato al modesto Porto interrompere i sogni di gloria della formazione bianconera, che anche con il terzo allenatore degli ultimi tre anni (0Andrea Pirlo) non è riuscita ad ottenere miglior fortuna delle precedenti stagioni.

C'è poco da girarci intorno e da appellarsi agli errori arbitrali, che pur ci sono stati e che nelle due partite contro la squadra lusitana hanno di sicuro penalizzato pesantemente la Vecchia Signora: il progetto Juve degli ultimi tre anni è miseramente fallito e i responsabili vanno ricercati soprattutto in coloro i quali questa squadra hanno architettato e sponsorizzato come oltremodo competitiva su tutti i fronti. I nomi? Andrea Agnelli (quando si sbaglia chi comanda è sempre il primo a doverci mettere la faccia) e i suoi uomini mercato, Fabio Paratici e Pavel Nedved. Una triade (per citarne un'altra ben più famosa) che nell'ultimo periodo di scelte ne ha azzeccate davvero poche e che mi auguro chi siede sopra di loro stia pensando di cambiare in blocco.

Ma andiamo per ordine. A conti fatti l'acquisto di Ronaldo (con stipendio faraonico che ha dissanguato le casse societarie) si è rivelato un affare solo per chi tre anni fa lo ha venduto, intascando una cifra vicina ai cento milioni. Al netto di un'esplosione sui social network, che ha portato la Juventus a diventare uno dei club più popolari del mondo, il portoghese non ha del tutto appagato le altissime aspettative che si nutrivano su di lui: nelle tre stagioni giocate con la maglia bianconera sono arrivati due scudetti (diamo per certo che il terzo non verrà conquistato) e due supercoppe italiane, troppo poco per chi si presentava con il biglietto da visita di mister Champions League e che proprio nella competizione europea più importante ha invece miseramente fallito.

I giornali spagnoli hanno impietosamente sottolineato come Ronaldo, nelle ultime tre Champions League, quelle disputate con la Juventus, abbia segnato meno goal della sua ultima stagione europea giocata a Madrid. I numeri lasciano il tempo che trovano, diranno alcuni, ma secondo me non mentono mai e questa fotografia è particolarmente significativa. Cristiano è arrivato a Torino accolto come una superstar, e non poteva essere altrimenti, ma spesso si è sentito (o gli è stato permesso di sentirsi) più importante della squadra stessa, cosa mai successa con nessun altro campione (Boniperti, Sivori, Charles, Del Piero) in tutti i 123 anni di storia della Juventus. La sua avventura nella Coppa dalle grandi orecchie con Madama è iniziata con un'espulsione rimediata dopo pochi minuti ed è terminata con un goal incassato a causa di un suo errore di posizionamento in barriera. Se questi non sembrano segnali di due mondi evidentemente incompatibili, ditemi voi quali lo sono.

Totalmente sbagliata e inconcludente si è rivelata la politica dell'inseguimento a tutti i costi dei calciatori liberi a parametro zero. Per un Pogba o un Coman arrivati (e troppo presto spediti via, per poi cercare di riportarli a casa) si sono dovuti sopportare i vari Ramsey, Khedira e Rabiot, giocatori, specialmente il primo, arrivati come oggetti misteriosi e non adatti, per qualità o tenuta fisica, a palcoscenici di altissimo livello.
A loro sono stati riconosciuti ingaggi mostruosi, gabbie dorate che li tengono imprigionati anche in caso di un eventuale desiderio di cessione: chi darebbe oggi dieci milioni di euro di stipendio a un Ramsey o ad un Rabiot, che hanno dimostrato di valere ben poco a livello internazionale?

Nel periodo topico della stagione, da marzo in poi, la squadra negli ultimi anni è sempre arrivata in condizioni fisiche pietose, falcidiata dagli infortuni o incapace di stare sulle gambe. Possibile che dalle parti di Torino non si riesca a trovare uno staff in grado di preparare atleticamente la squadra in modo da farla correre di più quando serve, come regolarmente accade puntualmente nei top club europei?
Per ultimo ovviamente va affrontato il capitolo allenatore, che giunti a due terzi della stagione, nonostante le buone cose messe in mostra in alcuni momenti, si sta rivelando esattamente quello che un po' tutti ci aspettavamo: inesperto e inadeguato ad una grande squadra.

Intendiamoci, se Pirlo avesse eliminato il Porto, arrivando secondo o terzo in campionato (ne ha peraltro ancora la possibilità) nessuno avrebbe avuto niente da ridire e la stagione sarebbe stata in linea con le aspettative.
Ma così no. Sebbene sia stato concesso a lui un credito inedito per tutti gli allenatori precedenti, il Maestro lo ha consumato per intero, andando anche oltre.
E' probabile che dalle parti di Torino si arriverà alla terza rivoluzione in tre anni. Molti saluteranno, qualcuno resterà: mai come quest'anno il calcio è una metafora della vita.

Tifosi juventini doc della piattaforma scatenati: è un fallimento!

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La "Redazione" ha contattato alcuni tifosi juventini doc della piattaforma per chiedere i loro pareri sull'eliminazione della formazione bianconera dalla Champions League. Ecco cosa ci hanno rivelato i nostri amici:

@dexpartacus

Ho visto una squadra senza attributi, incapace di incidere. Ho individuato due episodi che mi hanno fatto riflettere a riguardo.
1 - Ultimamente c'era quasi sempre, durante punizioni avversarie,
un uomo della Juve sdraiato a terra per evitare tiri rasoterra. Nella punizione che ha portato al gol del pareggio del 2-2 non c'era nessuno in quella "posizione", ok che era molto lontano però avrebbe sicuramente aiutato a non subire un gol così sciocco.
2 - La punizione finale, due uomini sul punto di battuta, uno avrebbe potuto andare in area per cercare di segnare, così come il portiere che non si è spinto inspiegabilmente in avanti.
Ora nella partita più importante dell'anno vengono commessi questi errori, e sono soltanto due esempi tra i più lampanti, di ciò non me ne capacito. Mi ha dato l'impressione di una squadra svogliata, nella quale troppi giocatori sembrano più comparse che protagonisti.

@spiceboyz

Al netto che abbiamo dei giocatori impresentabili sul palcoscenico europeo, dato che non abbiamo nessun giocatore in grado di saltare l'uomo, non abbiamo nessuno con buone doti di palleggio, nessuno con dei piedi sopraffini, nessuno che ha grinta da vendere e al netto che non abbiamo un allenatore con esperienza e che ancora non ha dimostrato nessuna abilità speciale, l'eliminazione della Juve è soprattutto imputabile a due grossi errori arbitrali, ovviamente mi riferisco ai due rigori quasi solari non dati a Ronaldo: quello nei minuti finali della partita di Oporto e quello di ieri sera dove CR7 è stato travolto dal portiere avversario nel secondo tempo supplementare. Unica nota positiva di questo turno è avere scoperto che almeno un campione con questa maglia ce l'abbiamo ed è Federico Chiesa. Ovviamente non è bastato solo lui e non basterà neanche per il futuro. Spero che l'abbiano campito anche nei piani alti della dirigenza juventina!

@ciuoto

Che tristezza....che dire... Gioco assente nonostante l'uomo in più, Ronaldo inguardabile. Chiesa spettacolare. Pirlo acerbo ma secondo me è il futuro di questa squadra. Purtroppo molti non erano lucidi stasera. Alex Sandro, Demiral, Bonucci...se ne salvano davvero pochi.
Porto decisamente più pragmatico che ha sfruttato meglio le poche occasioni.
Meglio uscire ora che soffrire di più dopo.

@giornalista

Grande delusione, per una squadra che quest'anno sta deludendo, poche parole e tanta rabbia, una squadra forse troppo giovane e stessa cosa dicasi per Pirlo, sicuramente ha buone idee ma troppa inesperienza, non si può regalare il primo tempo a una squadra mediocre come il Porto, purtroppo è un anno di transizione e dopo tanti anni di vittorie è anche giusto chiudere un ciclo! Il tutto in un contesto sociale che mitiga l'interesse per il calcio e limita la delusione , in altri tempi avrei sofferto maggiormente.

Si ringraziano @dexpartacus, @spiceboyz, @ciuoto e @giornalista per la loro consueta disponibilità e simpatia.

Luna Rossa tiene: è 1-1

Dopo le prime due regate dell'edizioni 2021 della Coppa America di Vela, svolte nella notte (ora italiana) nel mare di Auckland, Luna Rossa e New Zealand hanno chiuso in pareggio la prima giornata di gare, aggiudicandosi una prova a testa.
Sono stati i padroni di casa, partiti subito fortissimo, a fare loro la prima sfida, condotta sempre in testa e conclusa con oltre mezzo minuto di vantaggio sui rivali, ma nella seconda regata il team italiano è riuscito a prendersi una spettacolare rivincita andando a chiudere così la prima giornata di gare con un meritatissimo pareggio.
Partita meglio dei neozelandesi infatti, Luna Rossa ha lentamente incrementato il vantaggio fino a poter contare su 25 secondi di distacco nei confronti dell'imbarcazione rivale alla terza boa, riuscendo così a contenerne il ritorno nella quarta e nella quinta boa e a chiudere davanti per 7 secondi.
Oggi giornata di riposo, da domani si riprende con due regate al giorno fino all'assegnazione della coppa alla prima squadra capice di raggiungere le 7 vittorie.

Lente di ingrandimento

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