Raccolta differenziata in Italia: tra successi isolati e ampie sfide (by @kork75)
La raccolta differenziata è un tassello fondamentale dell'economia circolare e della sostenibilità ambientale. È il processo attraverso il quale i rifiuti vengono separati e raccolti in base al loro materiale, per essere poi riciclati o compostati, riducendo così l'impatto ambientale e promuovendo il riutilizzo delle risorse. Prima dell'introduzione della raccolta differenziata, i rifiuti venivano accumulati in discariche o inceneriti, spesso senza alcuna separazione dei materiali. Questo comportamento aveva gravi conseguenze sull'ambiente, tra cui:
- Inquinamento del suolo e delle falde acquifere. Le sostanze nocive presenti nei rifiuti potevano filtrare nel terreno, contaminando l'acqua e il suolo;
- Emissioni nocive nell'aria. L'incenerimento dei rifiuti produceva gas tossici e particelle fini, contribuendo all'inquinamento atmosferico e ai problemi respiratori;
- Spreco di risorse. Senza il riciclo, materiali preziosi come carta, vetro e plastica venivano semplicemente gettati via, anziché essere riutilizzati;
- Impatto sulla biodiversità. Le discariche a cielo aperto potevano danneggiare gli habitat naturali e la fauna selvatica.
Con l'avvento della raccolta differenziata, abbiamo avuto l'opportunità di invertire questi effetti negativi e di muoverci verso un futuro più sostenibile, dove ogni prodotto ha una seconda vita e l'impatto ambientale viene notevolmente ridotto. La raccolta differenziata non è solo una responsabilità civica, ma un passo essenziale per preservare il nostro pianeta per le generazioni future.
Cagliari brilla nella raccolta differenziata: un esempio per l'Italia
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La raccolta differenziata è stata introdotta in Italia in maniera non omogenea, con alcune città che hanno adottato sistemi di separazione dei rifiuti già nel XIX secolo. Tuttavia, è diventata una pratica obbligatoria a livello nazionale nel 1997 con l'entrata in vigore della legge Ronchi. Questa legge ha imposto agli enti locali l'obbligo di implementare sistemi di raccolta differenziata per promuovere il riciclo e la riduzione dei rifiuti.
In Italia, la diatriba sulla gestione ottimale dei rifiuti urbani si è riaccesa in seguito alla pubblicazione dei dati del 2022. Da questi emerge che unicamente Cagliari ha raggiunto l'obiettivo nazionale di raccolta differenziata, contrariamente a grandi città quali Roma o Milano che invece hanno registrato un rallentamento. Questi dati ci invitano a riflettere: quali strategie possiamo adottare per migliorare e quali insegnamenti possiamo trarre per il futuro della sostenibilità urbana? Cagliari emerge come un modello da seguire, avendo superato il target del 65% di raccolta differenziata (75%!). Questo risultato è sicuramente frutto di politiche efficaci e di una cittadinanza attiva e consapevole.
Ma il capoluogo sardo non è una metropoli è questi risultati probabilmente sono più facilmente raggiungibili rispetto ad altre realtà della penisola. Nonostante gli sforzi le grandi città, mostrano un calo nelle performance. Le cause possono essere molteplici, dalla mancanza di infrastrutture adeguate alla scarsa sensibilizzazione.A livello nazionale, 62 capoluoghi hanno raggiunto l'obiettivo, ma 45 mostrano una quota di raccolta differenziata inferiore o stabile rispetto all'anno precedente. Questo evidenzia la necessità di un impegno più uniforme e coordinato. Alcuni potrebbero sostenere che il target del 65% sia troppo ambizioso o non adeguatamente supportato da investimenti statali. Tuttavia, l'esempio di Cagliari dimostra che, con le giuste politiche, il traguardo è raggiungibile. In conclusione, I dati del 2022 sono un campanello d'allarme per l'Italia. È essenziale che ogni città si impegni attivamente per migliorare la propria gestione dei rifiuti, guardando a Cagliari come esempio virtuoso. La strada verso la sostenibilità è ancora lunga, ma non impossibile da percorrere.
Fonti e approfondimenti
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Quando è stata introdotta la raccolta differenziata in Italia?
https://bing.com/search?q=introduzione+raccolta+differenziata+in+Italia
Raccolta differenziata in Italia - Wikipedia https://it.wikipedia.org/wiki/Raccolta_differenziata_in_Italia
Raccolta differenziata in Italia: dati e percentuali - QuiFinanza https://quifinanza.it/green/raccolta-differenziata-in-italia-dati-percentuali/523037/
Raccolta differenziata, Italia bocciata: solo Cagliari supera il target. Milano e Venezia perdono terreno https://www.msn.com/it-it/notizie/other/raccolta-differenziata-italia-bocciata-solo-cagliari-supera-il-target-milano-e-venezia-perdono-terreno/ar-BB1n4bJo
Dati Istat sulla raccolta differenziata, bene Cagliari (75%), male i centri metropolitani https://quifinanza.it/green/video/rapporto-istat-raccolta-differenziata/822264/
Rapporto Rifiuti Urbani Edizione 2022 — Italiano - Plone site https://www.isprambiente.gov.it/it/pubblicazioni/rapporti/rapporto-rifiuti-urbani-edizione-2022
Greetings by @kork75👋
Thank you for sharing this with us dear friend
Mi è stato raccontato che nelle zone meridionali ancora non si fa, a dispetto dell'obbligo di legge. E in America latina è una chimera.
In Italia, la raccolta differenziata è regolamentata per legge e viene attuata in tutti i comuni della penisola. L'abbandono illecito di rifiuti speciali rappresenta una problematica significativa, con impatti negativi sull'ambiente e sulla salute delle persone. La normativa vigente stabilisce sanzioni amministrative e penali per coloro che violano le disposizioni in materia di smaltimento dei rifiuti. È importante sapere che esistono specifici reparti dei Carabinieri, oltre all'ARPA (Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale), che si occupano di contrastare questi reati. Le pene previste per i crimini legati all'eco-mafia, che coinvolgono cittadini, enti o imprese, sono particolarmente severe e riflettendo la gravità di tali infrazioni.
Non so dire quanto però di fatto, soprattutto nelle più remote zone meridionali, si passi dalla lettera all'azione. Tra il mio migliore amico che vive in Basilicata e sua sorella che vive a Torino, c'è un abisso in fatto di obblighi burocratico-amministrativi che vanno comunque al di là della raccolta differenziata. Una mia cugina nel catanese (parte di padre), poi, s'era impegnata in una conversazione con mia zia nel torinese (parte di madre) dove erano saltate fuori questioni impensabili. Pare che dalle parti di mia cugina (ma li giustifico, perchè l'alternativa nel nord, alla quale purtroppo mi capitava di amaramente assistere di persona, era la fame, la condizione di senzatetto e il procacciarsi il cibo tra i cestini pubblici dell'immondizia) accade che i residenti che non hanno dove cascare morti, affittano l'unico tetto sulla testa e se ne vanno a vivere in garage. Non è uno scherzo. Ha provato un malcapitato disoccupato dalla notte dei tempi a farlo nell'infame Piemonte e purtroppo siamo dovuti arrivare noi della municipale (ero vigilessa, anzi, per meglio dire, poliziotta, date le funzioni identiche, ma solo ristrette in ambito territoriale) a fargli un sedere a capanna, oltre che farlo sloggiare immediatamente. Perchè vivere in garage è proibito per legge, anche se il garage è di tua proprietà, mancando condizioni di abitabilità, ma già, infatti i marciapiedi delle strade dove parcheggiano i senzatetto sono abitabilissimi e dotati di tutti i comfort. Ovviamente per tirare a campare non è che si può fare l'inverso, dato che con l'affitto di un garage non ci copri nemmeno la bolletta della luce, mentre con l'affitto della casa, le spese di un garage le puoi pagare. Ma tant'è. Negli USA (e in altri paesi anglosassoni civili) ti permettono di vivere in auto se sei indigente al punto da non poter mantenere una casa, quindi riesci a non fare la fame (una ragazza poco più che ventenne, americana, ha raccontato la sua storia di vita in macchina). Ti permettono di vivere in un camper, in una barca. In Italia, specie nord, troppi paletti. Puoi andare al massimo in mezzo ai boschi sotto una tenda (l'ha fatto un mio collega quorano rimasto appunto senza casa), ma sicuramente prima o poi ti cercano rogne anche lì. Se in meridione te la puoi cavare vivendo nel tuo garage (è molto più difficile che i vicini ti facciano la spia con la polizia come nel nord-ovest), tanto di guadagnato.
L'esempio del "vivere in garage" che hai portato evidenzia le persistenti disparità socioeconomiche tra Nord e Sud Italia, seppur meno marcate rispetto a trent'anni fa. Per i lettori stranieri di questa community, è importante sottolineare che lo storytelling narrativo spesso dipinge un quadro semplicistico: il Nord, con la sua economia più sviluppata, vanta un reddito pro capite più alto, un minor tasso di disoccupazione e un migliore accesso ai servizi. Questa visione, tuttavia, non rispecchia completamente la realtà.
Il problema della casa è diffuso in tutto il Paese. Al Sud, i prezzi delle case sono mediamente più bassi, ma anche i salari sono inferiori, rendendo l'acquisto di un'abitazione un ostacolo per molte famiglie. Il vero punto dolente sono gli stipendi, bassi in entrambe le zone.
Lo stereotipo sulla qualità della vita rimane radicato, con il Nord che offre maggiori opportunità lavorative e culturali e il Sud che vanta un clima mite, un ricco patrimonio storico e paesaggistico e uno stile di vita più rilassato. Anche questa visione è riduttiva. L'Italia offre una varietà di paesaggi e opportunità in entrambe le zone.
Il problema principale è di natura politica. Da decenni, la politica non riesce a risolvere i problemi quotidiani dei cittadini, dalla gestione dei rifiuti all'emergenza abitativa e potrei continuare con un vasto elenco.
Non è che non riesce a risolvere, amico mio @kork75. Temo invece abbia ragione un mio collega quorano che ha pubblicato quel che ritengo il vero motivo di tanta arretratezza: i politici (non solo italiani: eccettuati i politici dei pochi paesi virtuosi, vale a dire gli anglosassoni, oceanici e soprattutto dell'estremo nord Europa) sono asserviti alle multinazionali dai panni sporchi che promuovono questo stato di degrado inducendoli a emanare leggi a bella posta per distruggere e far fallire la piccola e media impresa. Il che è ovviamente foriero del vergognoso livello di disoccupazione nei paesi europei periferici e del degrado che ne consegue. Ci sono poi due documenti firmati a Bruxelles, uno del 1989 e uno del 1992, dove i politici italiani (lo stesso potrebbero aver fatto pure gli spagnoli, date le notizie raccapriccianti che mi giungono da quel fronte) si impegnavano a smontare l'economia italiana per far piacere all'istituzione belga, all'insegna del piano Kalergi.
In ogni caso, ti posso assicurare che nessuna regione italiana (mediamente parlando) è peggiore del Piemonte. specie basso Piemonte quanto a disoccupazione, totale mancanza di opportunità (nella mia città natale, poi, se hai solo la terza media sei finito per davvero) e accattonaggio. Sicuramente capiterà, ma a me personalmente non è capitato di vedere in nessun'altra regione visitata il procacciarsi il cibo nei cestini pubblici dell'immondizia, nè gli stessi numerosi eserciti di senzatetto. C'è poi da considerare che nel sud si lavora pressochè in nero e quindi il reddito pro capite più basso è fittizio, poichè proviene soltanto dalle statistiche che per forza di cose possiedono soltanto dati in chiaro.
La lotta alla malapolitica è una sfida complessa... Se poi vogliamo dire che il Paese viaggia a due velocità... Gli esempi che hai portato, purtroppo , sono veritieri.
Pure a tre e quattro...
Ogni tanto ne facciamo una buona...
Credo che più che riciclare, sia che i produttori, chiunque essi siano, si assumano la responsabilità del prodotto che creano, e del suo smaltimento al termine del suo ciclo di vita, nessun industriale lo fa.
E la cosa peggiore è che usano materiali non amici, come la plastica, questa potrebbe essere riciclata, ma gran parte di essa diventa microplastica che rimarrà a lungo nei diversi sistemi (aria, terra, acqua) di il pianeta, che ci sta uccidendo.
Di questo non si parla.
Saluti.
Non è che non se parla... interessa poco. Un saluto by @kork75
Non importa cosa ci sta uccidendo! Inoltre non importa che ci siano pochi studi indipendenti (non è una coincidenza) che hanno dimostrato che abbiamo microplastiche nel sangue e nei polmoni degli esseri umani; e che gli animali muoiono di plastocosi nei luoghi più isolati del pianeta.
La conoscenza è ingannevole e l’ignoranza è audace.
Saluti.
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