Rabbia accumulata e Sun non c'entra nulla.

in Olio di Balena4 years ago

Sono molti giorni che non scrivo più un post per molti motivi e pensavo non l'avrei più fatto in Steem, visto che migrerò su Hive.

Non ho più scritto per molti motivi e nessuno bello. Ho accumulato in questi giorni molta rabbia ed alla fine proprio per quella invece eccomi qui di nuovo. E preparatevi quindi ad un lungo, lunghissimo sfogo. L'unico aspetto positivo è che conquisterò molte posizioni per il contest di @fedesox 😀.

Per cominciare ho avuto mille guai con il lavoro, tecnici (ho dovuto cambiare il pc e perdere diversi giorni a reinstallare e riconfigurare le molte decine di software con cui devo lavorare quotidianamente, oltre che recuperare tutti i dati necessari) ed economici a causa del fermo delle attività per colpa della pandemia. Tutto ciò ovviamente mentre dovevo comunque svolgere tutte le attività previste per i clienti. Quindi lavoro per oltre dieci-dodici ore al giorno.

Inoltre lavoro per cui probabilmente non verrò pagato o comunque verrò pagato solo parzialmente sempre a causa della pandemia.

Qui in Albania il contagio è abbastanza ben contenuto, a livello di cifre, almeno secondo i dati ufficiali. Ad oggi si contano 59 contagiati, di cui una decina ricoverati, 6 in terapia intensiva e solo, anche se è brutto usare questa parola, due vittime che però erano persone già gravemente malate: una era già ricoverata per le gravi condizioni di altre patologie ed è stato contagiato da un parente idiota che è venuto a trovarlo dall'Italia.

Ma, e da qui si apre il fiume in piena della montante rabbia, molte cose non mi tornano in tutta questa storia del coronavirus. Che sta mandando in frantumi una società già marcia di suo, ma che era comunque l'unica società che avevamo.

Già ero abbastanza infuriato perché qui in Albania si discute, a livello di azioni economiche a sostegno dell'economia, di far pagare allo Stato tutti gli stipendi dei dipendenti privati che non possono svolgere il loro lavoro, e non si prevede nulla invece per le migliaia di piccole aziende e titolari che hanno l'unica sfortuna di non aver avuto le risorse per assumere persone. Quindi per intendersi sembra che lo Stato, in un paese in cui il reddito medio è di 400 euro, ma in cui oltre la metà della popolazione vive con 28mila lek, cioè meno di 250 euro, si addosserà anche gli stipendi di molti manager di aziende private, anche multinazionali, con retribuzioni anche di alcune migliaia di euro a testa, mentre lascerà con il becco asciutto i titolari di microattività, come quelli che avevano il negozietto di abbigliamento, magari usato (sì, qui ci sono molti negozi di abiti e scarpe usate perché non tutti possono permettersi di comprarli nuovi), il piccolo fast food, la trattoria (qui si chiamano zgare, che si legge sgare in italiano), il mercante ambulante o il contadino che vendeva sul marciapiede i prodotti alimentari portandosi ogni giorno la cassetta con 5 kg di pomodori, 3 di insalata e due vasetti di yougurt con un pugno di terra e di fiori di campo. Tutte persone che ovviamente non avevano dipendenti se non se stessi.

Anche molti miei clienti hanno dovuto chiudere le loro attività e di conseguenza non saranno in grado di pagarmi nei mesi a venire. Qualcuno lo ha già detto, altri non ne hanno avuto neanche il coraggio. Ed io mi troverò a lavorare per nulla, ma continuerò a farlo, tanto ho molto di meglio da fare, visto che non si può uscire a cercare nuovi clienti che comunque non ci sarebbero. Sì, mi trovo nella paradossale situazione che sto curando tra l'altro, le pagine social di attività chiuse e che probabilmente non riapriranno più. Ed ovviamente neanche io, né i miei collaboratori, ognuno dei quali lavorava come libero professionista, avremo nessun risarcimento, perché siamo tutti Titolari di azienda. Ma le tasse che verseremo serviranno a pagare gli stipendi dei manager delle multinazionali o comunque delle grandi aziende locali, guarda caso ammanicate con la politica.

Qui vige il coprifuoco sempre più rigido da venerdì scorso (nella sfortuna di aver dovuto spendere in questo periodo soldi per compare un nuovo pc ho avuto la fortuna di averlo fatto giovedì sera, inconsapevolmente un paio d'ore prima che venisse annunciato il coprifuoco). Si è cominciato venerdì con la chiusura di tutte le attività commerciali di ogni tipo tranne alimentari, farmacie, banche e servizi di comunicazione (i negozi dove si fanno le ricariche telefoniche, in un paese dove non esistono in pratica i telefoni fissi, sono essenziali). Divieto di usare i mezzi privati, se non per motivi di lavoro e comunque previo ottenimento di un permesso da richiedere in Polizia, interruzione di tutti i servizi di trasporto pubblici, libertà di circolare a piedi ma con le stesse restrizioni in vigore in Italia (raccomandazione a farlo il meno possibile, divieto di assembramento, ecc...).

Poi martedì la prima ulteriore restrizione: coprifuoco con divieto assoluto di uscire di casa dalle 18.00 alle 6.00.

Infine da domani, anzi vista l'ora a cui scrivo da oggi, restrizione ulteriore con permesso di uscire solo dalle 6.00 alle 10.00 e dalle 17.00 alle 18.00 e divieto di camminare affiancati anche se con persone conviventi.

E qui le cose cominciano a puzzare di falso: se il contagio è relativamente sotto controllo, visto che le cifre ufficiali non mostrano nessuna accelerazione da giorni, grazie alle misure già dure prese e rispettate, che necessità c'è di stringerle ulteriormente rendendole quasi invivibili? Senza contare che se si dice che non si devono fare accaparramenti dei beni necessari occorre uscire quasi ogni giorno per comprarli e se si stringono gli orari disponibili in cui farlo nel corso della giornata significa che nei negozi ci saranno maggiori assembramenti. E se io vivo nella stessa casa con mia moglie, dormo nello stesso letto, che senso logico ha impedirci di camminare affiancati a lei quando si esce?

Poi per lavoro devo usare Facebook e li monta ancor più la rabbia, avendo a che fare con il"pubblico" italiano. Perché ci si rende conto, solo a voler tener aperti gli occhi, che non solo molte cose non tornano, ma le persone, la gran parte, piuttosto che ragionare preferisce, come al solito schierarsi fra opposte tifoserie, ognuna urlante contro l'altra senza nessuna volontà di capire cosa succede e cosa l'altra parte dice.

Cominciamo una carrellata di solo alcune cose che mi sono capitate sotto gli occhi (ce ne sono molte, moltissime di più, ma sto scrivendo a getto e non me le ricorderò tutte).

Si parte da qui: la corrente di pensiero che dice che non occorre farsi prendere dal panico e che occorre aver pazienza e sopportare l'isolamento sta distribuendo a larghe mani questa immagine

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Il concetto sarebbe che a morire sono per lo più persone vecchie e già in condizioni precarie. Io la guardo e vedo altro.
Leggo nel grafico:

Terapie somministrate nei pazienti deceduti COVID-19 positivi:
83% antibiotica.

Vorrei capire una cosa: è da quando l'epidemia si diffuse in Cina che si ripete che gli antibiotici, notoriamente, NON servono perché inutili contro i virus, ma efficaci solo contro i batteri. Quindi perché somministrare, poi a ben l'83% dei pazienti, inutili antibiotici? Si potrebbe pensare che vengono somministrati perché i pazienti contagiati hanno anche altre patologie. Ma allora è inutile riportare in un'analisi statistica che dovrebbe riguardare il coronavirus le prescrizioni per le altre patologie. Centra come i cavoli a merenda. E' come dire che un paziente che soffre di cancro non ha risposto alla cura con l'aspirina che prendeva perché aveva il raffreddore.

Se il grafico fosse stato redatto da un giornalista, bhe potevo capire che si tratta di un errore legato all'ignoranza (non giustificabile, ma comprensibile), ma vedo che invece proviene da fonte ISS (Istituto Superiore della Sanità) e ciò mi lascia perplesso o quanto meno mi fa sorgere la domanda che ho esposto: perché trattare ben l'83% dei pazienti con antibiotici che dovrebbero essere inutili?

Veniamo al dibattito generale che tiene occupata l'opinione pubblica. Chiudere tutto o no? Secondo me è il nostro modello socio-economico che non può tollerare questo virus. E' la prima vittima di esso. E bisognerà trarne delle considerazioni. Perché è inutile prendersela con il cinismo di Boris Johnson, che poi alla fine non ha avuto il coraggio di dar seguito alle sue parole, perché i fatti sono questi: o rinunciamo al nostro modello di società (sostituendolo con quale?) o mettiamo in conto milioni di morti.

Chiudere tutto non serve. Perché dopo due mesi, anche se fermi il contagio, come avvenuto in Cina, saresti punto a capo. Appena riapri torna l'epidemia. In Cina, dove pure hanno un modello sociale diverso, non hanno risolto. Oggi hanno più casi di importazione che locali. Nella storia non è mai accaduto che un virus si estinguesse di sua iniziativa, ma nei pochi casi in cui siamo riusciti a spingerlo quasi all'estinzione (vaiolo e morbillo) si è dovuto ricorrere ad un vaccino. Si dovrebbe quindi fermare tutto finché non si sia vaccinata tutta la popolazione mondiale, e considerando che ancora non esiste neanche il vaccino e che secondo molte fonti serviranno molti mesi, forse alcuni anni, per averlo, significa che la quarantena ed il blocco di tutto dovrebbe durare appunto anni.

Quindi il nostro sistema socio-economico non sopravvivrebbe. Quindi la scelta da fare, realistica, spazzando via il mondo dei desideri, le ingenuità e le ipocrisie, è molto più complessa. La gran parte delle persone secondo me non ne ha ancora compreso pienamente la portata, né in un verso né nell'altro. Io mi ritengo fra queste, infatti non so ancora cosa sarebbe meglio, ma almeno, magra consolazione, ne sono consapevole. Secondo me su questo dovrebbe esser fatta vera informazione e svolto il dibattito.

Il lavoro di una persona che può esser considerato superfluo per qualcuno è indispensabile per lui. Quante persone vivono di turismo, di spettacolo, di servizi alla persona non indispensabili, di servizi alle aziende che non esisteranno più, eccetera.

Oggi la società è basata sul superfluo: se ci vedesse chi è nato un secolo fa, ma anche molto meno, direbbe che il 90% delle persone oggi fanno qualcosa che nella sua epoca sarebbe stato inutile e non avrebbe avuto nessun mercato. Eppure oggi anche essi contribuiscono alla ricchezza della nostra società.

A ben pensare si potrebbe far a meno anche di medici, di panettieri, di agricoltori e di tanti altri: possono esser sostituiti in breve tempo, solo volendolo, da robotica, intelligenza artificiale e stampa 3D. Ma la nostra società non è pronta a questo salto. Perché non abbiamo ancora deciso cosa fare dei disoccupati che si creerebbero. Questa epidemia ha solo anticipato drammaticamente un dibattito che già ci stavamo attardando a fare.

A questo punto si dovrebbe discutere se rinchiuderci nel passato, proiettarci nel futuro o attardarci in un presente amletico. Ma non vedo dibattito su questo.

Pensare di chiudere tutto quello che non è essenziale e semplice dirlo, difficilissimo probabilmente impossibile farlo. Stiamo parlando di creare milioni di disoccupati solo in Italia. Miliardi nel mondo. Come si pensa che la società possa mantenerli? Già le decine di migliaia di immigrati extra-europei avevano creato un problema enorme. Molti milioni di posti di lavoro sarebbero inutili. Ma alla fine chi diventerebbe inutile, i posti di lavoro o le persone che li svolgevano? A ben guardare una società in cui per ogni persona che lavora per produrre un bene ne servono almeno 10 per distribuirlo e venderlo, spesso dovendo ricorrere a sotterfugi, è una società sbagliata, malata. E lo dico da addetto ai lavori visto che mi occupo di marketing e comunicazione.

E la mia categoria professionale è diventata complice di questa malattia. La mia definizione di marketing è sempre stata "vedere l'azienda con gli occhi del cliente, perfezionando i processi in modo da massimizzare la somma dei benefici di entrambi". Oggi lavorare così è diventato virtualmente impossibile perché il marketing moderno ha come priorità quello di "creare le necessità in clienti che non le hanno". Curioso e angosciante tradurre questo principio in ambito sanitario, vero? Eppure oggi consideriamo la sanità un'attività imprenditoriale. Abbiamo creato negli ultimi 4 decenni una società basata sul superfluo ed oggi in pochi giorni chiediamo di smantellarla.

Io saprei cosa scegliere: mi proietterei nel futuro, con abbondanza di robotica, intelligenza artificiale, stampa 3d, monete decentralizzate e smart contract, dove le persone potrebbero vivere praticamente senza lavorare, anche oltre al tempo necessario a trovare il vaccino e distribuirlo, ma anche questo è un desiderio. La società non è adeguatamente preparata e peggio ancora non vuol formarsi in questa direzione perché ovviamente lo status quo è comodo per molti. Alla fine si tratta sempre di decidere come distribuire le risorse disponibili e come ognuno dovrebbe contribuire alla società.

Temo però che l'ipocrisia e l'ingenuità diffuse in questo momento ci spingeranno prima ad un ritorno al passato, poi dopo averlo sperimentato per un po' ad un cinismo alla BoJo dei primi giorni di epidemia, quando la massa preferirà pagare il costo in vite umane piuttosto che economico.

Sono un fiume in piena, lo so. Avrei ancora tante, tantissime cose da scrivere e tanta rabbia da scaricare. Mi dispiace sfogarmi qui, ma di solito lo si fa con gli amici 😉.

E comunque so che qui disturbo pochi, è quasi più un discorso tra me e me. Probabilmente nessuno sarà arrivato a leggere fin qui. Ma almeno ho recuperato punti per il primo e ultimo contest di Olio di Balena su Steem.

Sort:  

Sono tra i pochi che hai disturbato visto che sono arrivato alla fine del tuo post...😂 😂
Ovviamente scherzo per sdrammatizzare una situazione pesante che penalizza come hai detto bene tu i piccoli e autonomi. Mia moglie ha un piccolo negozietto e io se non lavoro non guadagno...quindi ti capisco eccome e lo sfogo ci stà tutto.
Ci sono tante misure discutibili che nascono e parlo per la situazione che vivo in Italia molto dall'incapacità delle persone ad essere responsabili.
Si è detto di rispettare le misure di sicurezza prima del coprifuoco?
Risultato: flotte di giovani si sono riversati nei locali gridando a gran voce: "che ci frega del Corona Virus".
Penso che molte misure prese siano figlie della mancanza di rispetto che ormai è diffusa un pò ovunque e il tuo pensiero lo condivido pienamente: spesso si tifa invece di ragionare. Se fossimo tutti coscienziosi forse le attività sarebbero ancora aperte.
Il problema effettivo, come hai detto bene tu, è che non c'è un vaccino e solo il vaccino sarebbe la vera soluzione a questa situazione.
Sarebbe corretto e giusto che almeno una volta si pensasse anche ai piccoli autonomi che già sono degli eroi perchè rischiano con la loro attività cercando di navigare in un mare di tasse...
Dobbiamo tenere duro caro @garlet e speriamo che la situazione torni il prima possibile alla normalità...
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So benissimo i sacrifici che deve fare un autonomo in Italia: sono eroi che combattono ogni giorno e che ricevono spesso anche il disprezzo degli altri. Lo ero anch'io, poi mi sono stancato. Ho fatto le valigie e me ne sono andato.

Qualcuno ora potrebbe dire che visto che mi lamento abbia sbagliato. Ma non è così. Qui è arrivata questa situazione particolare a sconvolgere la vita, ma in condizione normale ci si può ritagliare il proprio spazio, certo facendo sacrifici e lavorando tanto, e C'è la concorrenza sleale che ho descritto nel commento di risposta a @mad-runner, ma alla fine quel che produci rimane a te. E se si sa lavorare e se non si fanno sogni di ricchezza si vive.

Fai conto che fino a 5 milioni di lek di fatturato annuo (pari a circa 40mila euro) non si pagano tasse sull'utile nè IVA. Fra i 5 milioni e gli 8 (mi sembra, ma più o meno è esatto) milioni di lek (circa 65 mila euro) si paga il 5% calcolato sugli utili (non sul fatturato) e iva al 20% al massimo. Qui evadere è davvero un atto criminale.

Sul fatto che non ci sia senso di responsabilità è vero, ma è un circolo vizioso in cui ci si è infilati oramai decenni fa. In Italia non esiste più nessuno che abbia credibilità sufficiente. A livello comunicativo si è sbagliato completamente a presentare questa pandemia, comportandosi in modo schizofrenico, da un taglio rivolto a non scatenare il panico, all'attimo dopo in cui si lanciano allarmi rossi, dimenticandosi che la base fondamentale della fiducia è la trasparenza e la verità, seppellite invece sotto tonnellate di opportunismi di parte.

Purtroppo non riesco ad essere ottimista, ma questo non significa che non ci si debba continuare ad impegnare per ciò in cui si crede, anche se con molto pragmatismo, al limite del cinismo.

Tutte considerazioni, le tue, che condivido pienamente, dettate dalla rabbia e dal risentimento di persone che svolgono attività che ha risentito pesantissimamente di questo maledetto coronavirus, con misure che reputo molto discutibili, quelle intraprese dal governo albanese, figlie probabilmente di interessi di lobbies più o meno dichiarati...

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Staremo a vedere, qui le disposizioni sono uscite oggi ufficialmente ma in pratica non si sa cosa contengano. Sono scritte in ottimo politichese, che evidentemente è un linguaggio universale, a scopo di lucro: a parole ci sono ricchezze per tutti, ma nulla sui requisiti e modalità di richiesta.

Vedi caro @mad-runner, alla fine io non chiedo nulla per me, solo che mi fa rabbia vedere soldi di tutti finire nelle mani sbagliate. Qui ci sono tantissime persone in estremo stato di bisogno, nel post ne ho descritti alcuni esempi, in particolare mi fanno estrema tenerezza i tanti vecchi contadini che ogni mattina vengono dalle campagne circostanti in bicicletta con una o due cassette di prodotti dell'orto, stendono un telo a terra sul marciapiede e rimangono finché non vendono quel che hanno con sé, o finché una pattuglia della polizia non li caccia perché ovviamente non sono in regola per lo più. Quando posso compro sempre da loro, a volte anche in eccesso (la merce fresca si rovina, ma come si fa a comprare una sola pianta di insalata quando vedi che gliene rimane solo un'altra e chissà quanto tempo deve rimanere ancora lì sul marciapiede ad attendere di vendere anche quella?)

Se non ci sono abbastanza soldi per quelle persone non se ne spendano per gli altri. Non si facciano figli e figliastri soprattutto in modo così iniquo. Allora non devono esserci soldi per nessuno. Ed amen.

La cosa bella della mia azienda, una micro-azienda familiare è che riusciamo a fornire un bel servizio completo ai clienti, che spesso non riescono a dare neanche quelle più grandi, che però essendo ben ammanicate e soprattutto con fondi illimitati, di molto dubbia provenienza, possono assumere molte persone. Il peggio è che poi in queste aziende spesso i dipendenti capaci sono pagati poco, a volte assunti in prova a zero e tenuti in prova fino al termine del periodo, per poi esser sostituiti da altri. Mentre poi gli uffici sono pieni di inutili soggetti il cui unico merito è quello di esser figli di..., nipoti di ..., amanti di ... Ed i loro stipendi sono invece belli pesanti. Come si reggono queste attività? A bhe, sicuramente non con il loro lavoro, poi di idee ne ho tante al riguardo. Io invece non posso assumere persone a tempo pieno e con continuità perché c'è molta discontinuità di lavoro ed i clienti debbono essere procurati ogni giorno, ma quando qualcuno collabora con noi viene pagato bene e regolarmente, spesso quanto in Italia, dove ok, i compensi per queste categorie sono bassi, ma che rapportati a qui sono molto alti. Per dire a chi ci realizza un logo per un cliente diamo 7000 lek,che sono quasi 60 euro. Molti in Italia vengono pagati meno. Ai ragazzi che distribuiscono i volantini giriamo tutto quello che paga il cliente, non teniamo nulla per noi: ci basta che lavorino seriamente e non buttino tutto nel primo cassone dei rifiuti come fanno molti, perché quel che vogliamo è un cliente soddisfatto con cui continuare a lavorare.

Ebbene se lo Stato non ha soldi non li dia a nessuno. Invece finisce che quelle aziende si ritrovano in cassa i soldi con pagare i loro dipendenti,come detto per lo più, dal punto di vista economico, inutili, perché son quelli pagati meglio. Alla fine non si fa che aggravare ancor più, in un periodo di crisi, una concorrenza sleale che già è fastidiosa in tempi normali.

Ma sono consapevole che tutto il mondo è paese,dove più e dove meno. So che anche in Italia le disparità sono fortissime, forse anche peggiori. Ma ogni volta che mi capitano sotto gli occhi non riesco a tollerarle.

Ecco, così mi sono sfogato anche oggi :D

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Caro @garlet, commento solamente per dirti che ho letto tutto il tuo post.

Un post lungo ma che scorre velocemente e soprattutto lascia trasparire le tue emozioni, complimento che ho fatto spesso anche a @mad-runner.

Non mi sento in grado di esprimere opinioni a riguardo, la situazione non sta migliorando anzi, ogni giorno diventa più instabile e frustrante. Mi reputo fortunato perché posso ancora lavorare, allo stesso tempo il lavoro, che in questo periodo comprende tante ore di straordinario, non mi lascia il tempo per ragionare su ciò che mi sta succedendo intorno.

Penso che siamo prossimi a una svolta epocale, tu hai centrato in pieno uno dei punti cardine, <alla fine si dovrà scegliere se pagare in soldi o in perdite umane>; attualmente penso che le perdite umane saranno ancora moltissime e forse continueranno ad essere tali finché non avremo raggiunto un nuovo equilibrio tra produzione+costo produzione/ richiesta+consumo..

caro @poliwalt10 avremo modo di parlarne a lungo, su Hive ;)


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