Marilou10
A volte Carlotta si chiedeva se l’idea di mettere a sua figlia lo stesso nome di sua madre fosse stata una buona idea.
Quando era nata, quindici anni prima, le era sembrato un omaggio per quella donna forte che l’aveva cresciuta senza padre, aveva provveduto ad ogni sua necessità, sacrificandosi affinchè lei studiasse e potesse trovare un lavoro adeguato.
Lei non l’aveva delusa, si era laureata in lingue e insegnava inglese al liceo. Per completare il quadro, aveva sposato il giovane preside e la loro vita scorreva tutto sommato tranquilla.
Ovvero: era scorsa tranquilla fino a quando, circa un anno prima, Maria Luisa grande, ovvero sua madre, aveva deciso di trasferirsi a vivere con la figlia, dopo un ricovero in cardiologia che l’aveva molto impaurita.
“Guarda, Carlotta, io proprio non posso più vivere da sola. La notte sono terrorizzata. In fondo tu hai una casa grande, tre camere e tre bagni, proprio giusta. Non solo : io venderò il mio appartamento e ti regalerò il ricavato, così non avrai problemi per gli studi di Marilù.
Economicamente non ti peso, ho una buona pensione, posso addirittura aiutarti”.
Carlotta era comunque perplessa. Per quanto attaccata alla madre, era ormai abituata alla su indipendenza.
Ma suo marito Lucio e la giovane figlia apparvero subito entusiasti per l’arrivo della grande Maria Luisa.
In effetti era una donna davvero simpatica, molto moderna.
Aveva sempre lavorato (era stata impiegata alle Poste) e, con coraggio, aveva affrontato nel 1970 una gravidanza da madre single, davvero non da tutti.
E poi era allegra, propositiva, di mentalità aperta.
Maria Luisa piccola, detta Marilù, la adorava.
La venerava, perché con lei non era mai triste la vita, chiacchierava con la nipote come se fossero state coetanee.
Ma, dopo che la nonna si era trasferita da loro, la cosa si era accentuata e le due Maria Luisa passavano molto tempo insieme, talvolta sembravano quasi coalizzate contro di lei.
“Sei paranoica” le diceva il marito.
Il fatto era che Marilù era un’adolescente piuttosto agitata, non troppo studiosa e già immersa in fidanzamenti e storie varie.
Lei la brontolava sempre, cercava di correggerla. Per contro, sua madre proteggeva la nipote e, addirittura, talvolta copriva le sue bugie. Sicuramente le ricordava se stessa alla sua età, sia nel fisico che nel carattere. Carlotta, invece, non era mai stata particolarmente vivace, ma molto disciplinata, benchè, come era solita dire, la sua fosse stata una famiglia light, monoparentale in tempi in cui non era davvero abituale.
Le due omonime, nonna e nipote, andavano incredibilmente d’accordo, complottavano addirittura, secondo lei.
Marilù, poi, invece di studiare, era sempre attaccata allo smartphone o al computer : Facebook, Twitter, Instagram e ogni tipo di chat.
“Sai, Carlotta – le aveva detto sua madre qualche tempo prima – la bimba mi sta insegnando ad usare il computer!”
“Eh, sì, ci manca. Farebbe meglio a studiare, tu non devi assecondarla”
La grande Maria Luisa aveva alzato gli occhi al cielo. Veramente noiosa sua figlia, pensava. E Carlotta intuiva il suo pensiero.
Ma, da qualche settimana, le due ragazze ribelli avevano iniziato a chiudersi nello studio dopo cena e armeggiare col computer.
La cosa la innervosiva alquanto, ma Lucio l’aveva pregata di lasciar perdere: “Via, Carlotta, sei esagerata, ma che male c’è se Marilù insegna un po’ d’informatica alla nonna?”.
Lei, pur stizzita, si era adeguata, ma dentro ribolliva.
Non era facile spiegare la sua sensazione. Si sentiva estranea in casa sua, con il duo che complottava e suo marito che non le dava ragione.
La sera le due Maria Luisa facevano sempre più tardi, le sentiva ridere, parlottare, battere sui tasti del computer.
Ma non le dicevano mai cosa stessero combinando, solo che la nonna stava imparando a chattare. Ma chattare con chi, pensava lei innervosita? A settantasei anni e pure cardiopatica avrebbe fatto meglio ad andare a letto presto.
La sorpresa arrivò una mattina.
Lei aveva il giorno libero, Lucio e Marilù erano a scuola, mentre la grande Maria Luisa era uscita per andare a trovare un’amica.
Carlotta, mentre metteva a posto lo studio, si accorse che il computer era acceso ed aperto su una chat. Non riuscì a resistere e guardò. Non avrebbe dovuto, lo sapeva, ma la curiosità fu più forte.
La conversazione era lunghissima e gli interlocutori erano sua figlia con il nickname di Marilou10 (era nata il 10 luglio) e un tale Oscar39.
Il tono del dialogo era quanto mai affettuoso. Sembrava che si conoscessero bene, facevano riferimento ad una sera di agosto (ma quando? Possibile che le fosse sfuggita una storia di sua figlia, pensava di conoscere tutti i suoi amici e fidanzatini, invece non conosceva nessun Oscar).
In realtà gran parte della chat era cancellata, ma gli ultimi scambi erano già significativi. Si evinceva un certo grado di intimità nei toni…
Ma poi 39 per cosa stava, non è che il tipo sarà molto più grande, si chiedeva Carlotta mentre l’ansia le saliva.
Ma il finale del dialogo la turbò davvero.
I due si davano appuntamento per le dodici.
Lui sarebbe passato a prenderla di fronte al parco giochi sotto le mura e poi sarebbero andati a mangiare qualcosa.
Ma come? Marilù aveva il rientro e comunque le lezioni duravano fino all’una. Ma cosa aveva architettato? Magari sua nonna andava a prenderla a scuola con una scusa e la faceva uscire prima?
Ah, ma stavolta l’avrebbero sentita.
Erano già le undici e mezzo, se non si sbrigava, non sarebbe riuscita a fermare quella sciagurata ragazzina che di sicuro si stava cacciando in un grosso guaio.
Senza neppure truccarsi si precipitò fuori casa, prese la macchina e si appostò nei pressi del parco indicato nella chat.
Di fronte all’ingresso, elegante e bella, con i capelli appena fatti, vide sua madre. Ma di Marilù non vi era traccia.
Lei non si palesò, voleva prima vedere che succedeva.
Alle dodici suonarono le campane del duomo e, contemporaneamente, una station wagon blu si accostò al marciapiede dove sostava Maria Luisa. Ne scese un uomo decisamente in là con gli anni.
Ci capiva sempre meno. Senza farsi notare, sentì sua madre che gli si rivolgeva affettuosamente “Oscar, non avrei mai pensato di rivederti…”.
Lui le prese le mani e la guardò : “Sei sempre bellissima, proprio come quella sera”
Carlotta non riuscì a controllarsi oltre e piombò davanti ai due che trasalirono. Rivolta alla madre, le disse in malo modo : “Ora questa me la spieghi. Cosa avete combinato tu e Marilù? Ho letto la chat, ma non era lei che doveva incontrarsi con qualcuno oggi?”
“Ma no – esclamò Maria Luisa – Ma che dici? Sei veramente pesante e impicciona! Possibile che tu debba sempre rovinare tutto?
Marilou10 è il mio … nomignolo, o come si dice, ti scordi che abbiamo lo stesso nome e che io sono nata in ottobre, ovvero 10? No, sei accecata dalla tua rabbia e anche dalla gelosia.
La bimba mi ha insegnato a chattare e insieme abbiamo rintracciato Oscar, ovvero tuo padre”.
Carlotta impallidì. Suo padre? Ma lei non aveva mai saputo, Maria Luisa grande era stata irremovibile, non ne aveva mai parlato.
Oscar, sebbene in là con gli anni, era un bell’uomo, alto e ancora prestante.
“Ciao” le disse “Ho saputo della tua esistenza solo un mese fa. Io vivo a Roma, con tua madre c’eravamo conosciuti al mare, abbiamo avuto una breve storia, poi ci siamo persi di vista, mai più sentiti… Se avessi saputo… Sono vedovo, non ho figli, mi fa molto piacere avere una figlia, una nipote e … rincontrare una donna speciale come Maria Luisa, ai suoi tempi la ragazza più bella della spiaggia”
Carlotta era muta, allibita.
Sua madre le si rivolse con comprensione : “Ora hai capito? Marilù ha voluto ricercare il … nonno – rise – e ci siamo impegnate parecchio, ma, come vedi, ora siamo qua. Mi consenti di andare a pranzo con tuo padre?”.
“S- sì” Balbettò Carlotta.
Tornò a casa in uno stato di profonda agitazione, un po’ arrabbiata e un po’ felice di aver visto finalmente suo padre.
In fondo le due Maria Luisa avevano complottato per un giusto motivo.
Epilogo: Maria Luisa grande e Oscar presero a frequentarsi e, dopo alcuni mesi, lui si trasferì a Grosseto.
Ora vivono insieme; Carlotta ha acquistato un padre e Marilù un nonno simpaticissimo.
Un antico amore perduto si è ricomposto grazie al magico potere della rete e, non dimentichiamolo, grazie al profondo affetto di una ragazzina per la sua dolce nonna.
FINE
Con questo racconto partecipo a Theneverendingcontest n.9
I personaggi femminili sono sempre il tuo forte, soprattutto quando hanno lo stesso nome!
E poi, l’amore in tarda età ha sempre un fascino straordinario. Molto bello davvero.
Grazie di cuore ❤🙏
Una storia molto bella e dolce. La parte (una delle varie) bella di internet l'hai descritta tu.
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Grazie per l'attenzione e l'apprezzamento ☺
E' bello vedere che ogni tanto la rete produce storie a lieto fine, anche se questa gradevolissima storia che hai raccontato fosse totalmente inventata, ci sono realmente delle situazioni simili a quella che hai descritto che si concretizzano, per regalare emozioni positive
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queste storie a lieto fine, con un profondo significato, mi piacciono.