L'università crea fumatori?
Da anni ho il sospetto che nel mondo universitario italiano si trova una percentuale di fumatori superiore alla media nazionale. Ma come si comporta questa percezione se sfidata coi dati?
Fonte
Nel 2016 la media nazionale ammontava allo 19.8%. Quindi ogni 100 abitanti con età maggiore o uguale a 14 anni, 19.8 fumano. Voglio ricordare che la tendenza al fumo risulta decrescente negli anni:
Dati dell'ISTAT
La classe d’età che considero universitaria, 20-24 anni, ha una percentuale più alta della media nazionale, ossia 23.9%. Ma in questa fascia solo una piccola percentuale rappresenta gli studenti universitari.
Dati dell'ISTAT
Allora si può andare a scoprire la % di fumatori con un certo titolo di studio, in questo caso una laurea:
Dati dell'ISTAT
Risulta inferiore rispetto la media nazionale. Se si va a vedere il dato per il tipo di occupazione, la classe studenti risulta comunque inferiore alla media nazionale, anche perché include studenti di vari gradi di istruzione.
Gli allarmi
L’Università di Milano ha rilevato che nella facoltà infermieristica fuma il 44% degli studenti.
Tempo fa avevo visto anche la percentuale di un’altra università, che non riesco a recuperare.
Secondo una ricerca condotta dalla facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, il 24% degli studenti universitari fuma.
Collegamento ed ipotesi
Ecco, all'università siamo davvero in tanti. E tanti come me hanno iniziato nei cortili della propria facoltà. La motivazione più comune? "L'ansia per gli esami". Il buon proposito più comune? "Smetterò dopo la laurea".“
Fonte
Ho questa interpretazione dei dati fino ad ora esposti: la % di fumatori aumenta durante gli anni universitari e diminuisce una volta conclusi gli studi.
Conclusioni
La percentuale di studenti universitari fumatori risulta maggiore rispetto alla media nazionale e fra chi possiede una laurea.
Piuttosto che limitarci ad aumentare i divieti e i seminari di divulgazione, personalmente mi focalizzerei a creare un ambiente di apprendimento più sereno e stimolante dal punto di vista intellettuale, possibilmente a misura di studente (fanta-educazione). Gli apprendimenti che preferisco avvengono tramite giochi, divertimento o piacere e non tramite ansia, paura, apprensione.
L'università era costruita per tirare su dei marines e non la classe dirigente e gli studiosi del futuro, prima era un'esperienza traumatica(raccontato da molti che l'hanno vissuta). In particolare ricordo il racconto di un professore che ad un suo esame orale riceveva domande a cui rispondeva correttamente ma gli veniva detto che era sbagliato e di trovare l'errore nonostante non ce ne fossero, tipo guerra psicologica.
Oggi la cosa è migliorata di molto, ma molti corsi di laurea continuano a presentare esami/professori che fanno di tutto per metterti i bastoni tra le ruote a meno che non sei amico/parente di qualcuno nel settore, o il genio di turno che studia dalla a alla z.
Anche se dal punto di vista dello stress da "training" è un po' migliorato, è decisamente peggiorato tutto il resto: per esempio dalla tipologia di lauree(alcuni dei corsi che prima duravano 4 anni ora ne durano 3 e invece di togliere contenuti li hanno "ristretti" spezzettandoli ma comunque lasciando una quantità di roba immane da imparare in così poco tempo, col risultato che molti manco si ricordano cosa hanno studiato). In pratica puntano a tirare su delle macchine da studio/lavoro che non hanno il tempo materiale di dedicarsi ad altro o usare la testa per altre cose all'infuori del loro settore di studio(ilchè può essere buono in certi casi e troppo limitante in altri), alcuni che ho visto sembrano proprio degli zombie perchè se hai problemi di tempo devi sacrificare i tuoi anni migliori a stare chiuso in un posto a studiare(sempre escludendo i casi particolari), questo come conseguenza porta che molti mitigano lo stress come meglio possono: sesso, caffè, sigarette, videogiochi, alcool, etc. etc.
Tutto questo perchè c'è la corsa tra le nazioni a chi tira su prima il personale, e se si risparmiano uno o due anni rendendo la vita un casino ai giovani(che sono le ultime ruote del carro) ben venga.
Mi sa che hai citato indirettamente la concezione di scuola prussiana e fascista
questo post è molto bello @gabriele-gio 👏🏼
Ma il fatto è che fumare è anche un pretesto per socializzare, 'oh una cartina ce l'hai?' e poco dopo cominciate a parlare della facolta che frequentate e diventate amici. È una specie di culto la sigaretta all'università, non dipende nemmeno troppo dall'ansia secondo me. Poi vabbè quando ci sono gli esami la quantità di sigarette fumate al giorno si triplica, però il normale fumare è dettato proprio da un bisogno di relazionarsi e trovare qualche punto in comune con gli altri. Cosa senza dubbio sbagliatissima comunque
Si di fatti in una risorsa viene menzionata la componente sociale dell'atto
Confermo, io no fumo di vizio, in periodi normali non fumo eppure in periodo di esami macino pacchetti.