Mondo Teatro 2° - L'attore

in #theatre5 years ago (edited)

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In questo secondo capitolo dedicato al Teatro eccoci arrivati all’elemento più importante: l’attore.

Il percorso del buon attore professionista è complesso, articolato e delicato.

L’attore per essere tale deve seguire alcune vie, perseguire alcuni obiettivi.

Causa- effetto
Prima di tutto deve allenarsi nel ragionare sul percorso della motivazione.
Cosa significa?
Nella vita di tutti i giorni le persone agiscono mosse da motivazioni precise.
Esiste nel comportamento un rapporto tra causa ed effetto che porta l’uomo a dire le cose in un certo modo, a fare azioni con una intensità precisa.
L’attore deve studiare questo rapporto tra causa ed effetto in modo da riprodurlo sulla scena in maniera credibile e naturale.
Faccio alcuni esempi molto semplici: se devo dire ad un altro: Tu mi hai preso l’orologio. Lo potrò dire in molte maniere, dettate dal motivo per cui lo dico.
Lo dirò arrabbiato se sospetto che la persona me l’abbia volutamente rubato. Allora la frase verrà intensa ed irata.
Lo dirò invece scherzosamente se penso che l’altro mi abbia fatto un simpatico scherzo essendo un caro amico burlone.
Lo dirò in maniera timida e pacata, se ho paura dell’altro e non voglio offenderlo.
E così via.

L’attore studia dentro di sé questo processo e lo memorizza.
Dopo anni di allenamento, l’interpretazione sarà naturale ovvero “vera” pur essendo finzione e l’attore saprà, nelle prove e poi nelle repliche, effettuare rapidamente questo processo di causa-effetto.

L’attore non deve mai usare stereotipi per recitare, per agire sul palco.
Non deve usare il “mestiere”. Sarà un cattivo interprete.
E il pubblico, spesso inconsciamente, saprà distinguere fra l’attore vero, immediato, naturale, da quello artefatto e innaturale.

E’ una questione di allenamento mentale che cresce col tempo, durante le buone scuole di teatro, durante le prove, durante la vita di tutti i giorni.
L’attore deve quindi lavorare su se stesso, sulla propria psicologia, per acquisire la disinvoltura nel recitare e portare proprio se stesso nel personaggio.
Questa è la parte più difficile del percorso dell’attore, che in poche scuole si insegna.

Voce e movimento - tecniche
Gli esercizi tecnici corretti devono considerare l’uomo come insieme di gesto e voce.
Quindi il percorso dell’attore deve procedere con esercizi motori e vocali, contemporaneamente.
Il movimento facilita l’emissione del suono e viceversa, come nella vita.

L’attore deve esercitare la propria voce per ampliarne le possibilità.
Esistono molti esercizi legati strettamente all’uso della voce che comprendono, fra l’altro, l’articolazione del suono, la conoscenza della respirazione diaframmatica differente dalla respirazione “alta” tipica degli sportivi per esempio. L’attore deve esercitare (come per un cantante) le tonalità, i volumi.
Deve lavorare anche sulle cadenze regionali e straniere, sui vari tipi di emissione del suono (voce roca, di naso, di gola, il sospirato) e così via.

Ma tutto, ripeto, è collegato al movimento.

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Così l’attore deve imparare le regole complesse della comunicazione non verbale.

La gesticolazione, la postura, i vari tipi di velocità e intensità nel movimento, la prossemica (cioè le distanze tra le persone),. ecc.

L’attore nel suo percorso dedicherà spazio al mimo, all’espressione corporea, alla danza, all’uso delle maschere neutre (che permettono di concentrarsi sul movimento escludendo l’espressione del viso), si dedicherà, per opposto, alle varie espressioni facciali, ai tic, alla deformazione del volto e del corpo.

L’ascolto
L’attore dovrà imparare ad ascoltare: ascoltare gli altri attori in scena per calibrare la propria azione con gli altri, in modo che il tutto sia armonico.
Questa è un’altra cosa difficile: l’attore deve anche sapere uscire lucidamente da se stesso per essere parte di quel tutto che è l’atto teatrale.

E l’attore deve saper ascoltare il pubblico e questo succede tanto più se si è in un’opera comica (commedia, cabaret, performance).
Ma l’attore deve ascoltare il pubblico sempre, deve sentire se c’è sintonia, se c’è condivisione di quel momento magico che è il Teatro.
L'attore/l'attrice che si chiami tale dovrà avere grande rispetto per il pubblico.

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Lo spazio scenico - differenze fra Teatro, Cinema e Tv

L’attore prende anche coscienza dello spazio scenico e di cosa arriva all’occhio e all’udito dello spettatore.

Ci sono differenze importanti e fondamentali tra il lavoro in Teatro, nel Cinema e nella Televisione.

Nell’azione teatrale l’attore deve sapere che lo spettatore mentre ascolta e vede l’azione, avrà davanti un quadro in movimento e vedrà tutto ciò che circonda e affianca l’attore.
Mi spiego: l’attore recita e lo spettatore sente la sua voce ma vede anche tutto il suo corpo che si muove o sta fermo e vede anche tutto ciò che c’è intorno, la scenografia, gli oggetti di scena, gli altri attori e le altre attrici, il palco, le quinte, le luci.
Così l’attore dovrà essere cosciente di questo. Ovviamente il regista sarà quello che muoverà l’azione cosciente di quello che vede lo spettatore.

Nei film le cose cambiano: l’attore verrà ripreso non sempre a corpo intero.
Ci saranno i primi piani, le riprese del volto e basta, il piano americano, piano sequenza, tutto campo e così via.
L’interpretazione dovrà tenere conto di quale parte del tuo corpo viene ripresa dalla cinepresa (o telecamera).

Non avrai bisogni di gesticolare, muoverti, se solo il volto sarà inquadrato. Se sarà solo il volto, l’attore dovrà limitare movimenti per essere più intenso e ficcante.
Se guardate un film con attenzione, vedrete che il grande attore, inquadrato solo nel viso, farà pochissimi movimenti.

Nella televisione la situazione cambia ancora, ma è simile a quella del cinema. Ovviamente dipende da cosa interpreti: sit com, varietà, documentario, fiction. E anche dipende se sei in diretta o no.

Il personaggio
L’attore porterà se stesso nel personaggio.

Ma prima dovrà studiare il personaggio, insieme al regista dovrà “conoscere” la sua storia pregressa, dovrà fare la carta d’identità di quel personaggio.

Cosa vuol dire portare se stesso?
Significa fare ancora esercizio mentale sul proprio vissuto.

Facciamo un esempio: se io devo interpretare un killer, cercherò di ritrovare nei miei ricordi qualche momento in cui freddamente ho fatto del male a qualcuno o qualcosa (una formica, una zanzara, una mosca).
Richiamo questo ricordo, ci penso sopra, mi alleno e lo applico all’interpretazione. (semplificando)

La fisionomia
L’attore/attrice dovrà conoscere la propria fisionomia, avere coscienza del proprio aspetto, perché è quello che vede lo spettatore.

Questi appunti sommari sul lavoro dell’attore sono parte di un mio personale metodo (condiviso con altri), maturato dopo anni di spettacoli e ricerche.

Il lavoro dell’attore è molto divertente, appassionante, emozionante.
E ti diverti anche a trovare queste vie di interpretazione, soprattutto sei hai un metodo solido.
Fare l'attore è anche giocare e ricordo che recitare in inglese si traduce con to play che vuol dire anche giocare, appunto. Così pure in tedesco, spielen e in francese, jouer.

Detto tutto ciò, (a cui potrei aggiungere decine di altri aspetti) esiste qualcosa che non si può trovare con l’esercizio o il metodo: il Talento.

Esistono per ogni mestiere (panettiere, attore, ingegnere, muratore, insegnante, commerciante ecc.) delle predisposizioni naturali che distinguono il normale esecutore dal grande interprete.

Ma che tu sia Einstein, Robert De Niro, Meryl Streep, Scarlet Johansson, Matt Demon, Maradona, Picasso, Bob Marley, Baggio, Coppi, Callas, Tom Waits, Beppe Servillo e così via, il talento va curato, supportato dal grande lavoro con continui aggiornamenti e continui esercizi, il talento va sorvegliato.

Senza questo grande lavoro la stella brillerà per poco o non brillerà affatto.

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Le foto sono di proprietà dell'autore

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Interessantissimo. L'ho letto due volte di fila per accertarmi di aver letto tutto per bene.
Semplice e chiaro quello che scrivi.

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Bene! è specialistico, ma ho cercato appunto di essere chiaro e non troppo lungo. E mi sono trattenuto dall'aggiungere cose su cose.

Lo immagino!!! É stato davvero interessante leggerti! Sei riuscito a non essere noioso, ma anzi molto coinvolgente e pieno di notizie.

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Felice di leggere articoli scritti da una mente saggia ed esporta come la tua: esperienze dirette che arricchiscono il bagaglio culturale di ognuno.
In passato la mia fidanzata mi ha più volte proposto di iniziare insieme un corso di teatro, ma ho sempre rifiutato; per un semplice motivo: ho una memoria molto breve, per non dire flash. Mi ricordo bene contesti, eventi e volti, ma memorizzare un testo mi sembra impossibile.
Potrei forse svolgere il ruolo di comparsa o attore muto.😅
Un saluto Sbara, alla prossima!

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L'attore muto è un bellissimo ruolo!! Comunque la memoria è l'ultimo dei problemi. È questione di allenamento nel proprio mestiere. Dopo un pò si fa prestissimo a memorizzare il copione. Così come per un ingegnere nel suo campo o un muratore o un matematico. La pratica. Nel teatro ci sono I dialoghi che hanno un senso. Quindi, magari dimentichi una parola, ma la logica del dialogo rimane e quella non la dimentichi. Più difficile nei monologhi.

Sarebbe carino leggere sistemi e tecniche usate per memorizzare un copione o comunque una scena. Non parlo di buffonate come film, in cui registrano per 5-6 volte la solita parte, ma di teatro, dove è un buona la prima, anche se ovviamente c'è molto lavoro prima!

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Magari ne parlo in un post.

Sarebbe molto interessante, in quanto a memoria sto messa "male" come il @moncia90.
Potrebbe anche tornare utile nella vita quotidiana qualche consiglio.

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Grande @sbarandelli è uno dei post più interessanti e chiari che io abbia letto su Steemit. Complimenti vivissimi! Quando si amano le cose che si fanno si vede e si legge.

Grazie e grazie! Si, è vero. C'è la passione e la ricerca mai ferma.

Ottimi concetti quelli che hai esposto, molto interessanti davvero, sulle corrette dinamiche che devono muovere le gesta degli attori, interpreti di tante figure e situazioni, che spesso riescono bene o male secondo il grado di preparazione dell'artista, che deve essere adeguato e mai lasciato al caso.

Grazie caro Mad!

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