PostIT - n.78

Decisioni che vogliamo prendere o decisioni che prendono noi? Come si arriva alla decisione di fare un figlio e come si vive dopo averla presa? Oggi vi accompagniamo in un percorso ricco di spunti, molti dei quali ruotano attorno al tema della decisione. Tutt@ prendiamo decisioni, continuamente, anche quando non le prendiamo perché, in quel caso, abbiamo deciso di temporeggiare. E ci sono decisioni che ci accolgono a braccia aperte, decisioni inevitabili, e decisioni scomode, fastidiose, impopolari. Ci sentiamo schiavi delle decisioni come se un destino scritto non facesse altro che adempiersi, o entriamo nelle decisioni a passo di carica e con il sorriso, qualunque sarà l’esito che ci attende? In fondo, se ci pensiamo attentamente, la nostra vita è tutta un equilibrio sulle intenzioni e le decisioni nostre e degli altri, una foresta chiara, o scura, di decisioni che ci accompagnano, ci sfidano e talvolta ci mettono in ginocchio. E mentre siamo in ginocchio, piegati, umili, sofferenti vittime di una decisione sbagliata o di una decisione subita, sperimentiamo la forza dell’interazione, la potenza educative del limite alla nostra arroganza e al nostro delirio di onnipotenza. Danziamo con le nostre decisioni e inebriamoci dei loro effetti imprevedibili e sorprendenti, afferriamo le decisioni degli altri e facciamo loro un inchino. Ma ricordiamoci che per le decisioni c’è un tempo. A volte dobbiamo guardarci dentro uno specchio e avere il coraggio di dire a noi stessi: è tempo di decidere. Buona lettura.

Le Chiese di Torino-Santa Rita da Cascia di @elvisxx71

Le scelte che facciamo ogni giorno, banali o fondamentali per la nostra esistenza, sono frutto di una libera volontà di autodeterminazione o sono sempre e comunque guidate da leggi immutabili a cui non è possibile sottrarsi? @giuseppemasala ci offre uno spunto di riflessione sulla questione, dandoci strumenti di lettura come “Edipo Re” di Sofocle o le figure mitologiche delle tre Moire. L’uomo è succube del Destino o padrone di esso in un rapporto di causa/effetto come potrebbe essere il Karma? Conosciamo le conseguenze profonde delle scelte che facciamo o siamo succubi di una “razionalità limitata” che ne inficia comunque il risultato? Mentre cerchiamo la risposta più adatta a noi, l’autore ci offre un ulteriore strumento di approfondimento e meditazione con la poesia di Pablo Neruda “Non incolpare nessuno”.

Ogni volta che affrontiamo un problema, di qualunque natura esso sia, la nostra mente cerca di mettere in atto sempre gli stessi processi risolutivi, seguendo degli schemi fissi e consolidati dalla pratica e dall'abitudine. Ci illudiamo, inconsapevolmente, che la soluzione possa arrivare da ragionamenti o approcci sempre identici, che scorrono lungo solchi e percorsi del pensiero già tracciati, noti e consolidati. Eppure, sono proprio i processi mentali preconfezionati che ci impediscono di trovare delle strategie risolutive efficaci: ogni problema è diverso dal precedente e richiede, di conseguenza, soluzioni ed approcci ugualmente diversi. Per uscire dagli schemi, dunque, occorre osservare i problemi da punti di vista differenti, affiancando al pensiero verticale, analitico e razionale, il cosiddetto pensiero laterale, intuitivo e creativo. Un buon esercizio per allenare la mente all'uso del pensiero laterale è quello dei sei cappelli, un vero e proprio gioco di ruolo ideato da Edward de Bono, che permette di superare gli approcci standard e di sviluppare nuovi metodi e percorsi di pensiero.

@Joshua, un ragazzo magro, occhi azzurri come il cielo e il mare, belle labbra ed un piercing argentato che gli forava la lingua. Non parlava mai e tutte lo desideravano. Amava in modo duro e violento e, tutte le ragazze, dopo essere state a letto con lui, scappavano: Joshua era un mostro sotto le lenzuola, pieno di cicatrici anche nel suo cuore che nessuna fu in grado di curare. Lei decise di non scappare e di non curargli le sue ferite perché erano proprio quelle che lo rendevano diverso dagli altri.

Joshua non aveva un cuore aveva un baratro di dolore. Ed io non mi ci avvicinai mai, me ne tenevo ben lontana. Joshua si spense in una nube di fumo ed io lo aspirai per viverlo, per essere un attimo lui.

@heidi71 porta al massimo la sfida dell'immaginazione! Da un disegno in bianco e nero di un volto femminile, decisamente giovane e inquieto, costruire una storia, una biografia, una sensibilità e una vera e propria persona. Siamo chiamati a dare il massimo in un contest che porta in primo piano il sogno di ciascun@ di noi: creare un essere umano. Anche se solo con la fantasia.

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