Mr. Gionata Nencini, I presume...
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Hello my Steeming Pals!
Italiano
“Piacere, sono Gionata” mi disse il motociclista che aveva parcheggiato la sua Honda Transalp accanto alla mia F800 nel piazzale dell’albergo.
Ero piacevolmente sorpreso in quanto non mi aspettavo di incontrare un altro moto-viaggiatore in Baluchistan (Pakistan) e tantomeno un Italiano con accento toscano!
“Ciao, sono Giovanni” gli risposi. “Sei arrivato dal confine?”
“Si, ho lasciato l’Iran due giorni fa” mi disse.
Così conobbi Gionata Nencini senza nulla sapere di lui e dei suoi trascorsi. Ciò che avrei scoperto era davvero fuori dal comune.
Eravamo entrati in Pakistan ad un di giorno distanza l’uno dall’altro ma la nostra storia dal confine era identica. Entrambi fummo scortati a tappe dai militari della frontiera che vigilarono su di noi affinché nulla ci accadesse in quest'area prossima al confine afgano. Centinaia di chilometri percorsi in un paesaggio caldo, brullo ma al contempo affascinante in cui le uniche soste consentite erano quelle per rifornirsi di carburante e per firmare i registri dei punti di controllo. Ora eravamo giunti a Quetta ove occorreva attendere il “nulla osta” dalle autorità per proseguire ognuno il proprio viaggio verso il Punjab. Il caso volle che fosse domenica; gli uffici della burocrazia erano in sosta fino a lunedì.
English
“Hi, pleased to meet you, I’m Gionata” said the biker who had just parked his Honda Transalp next to my F800. He had a Tuscan accent and I was pleasantly surprised. I thought it unlikely to meet any other bikers in Baluchistan let alone another Italian!
“Hello, I’m Giovanni”, I said as I shook his hand.
“Have you just made it from the border?” I asked
“Yeah, I crossed over from Iran a couple of days ago” he replied.
That’s how I met Gionata Nencini. I knew nothing about him or his past. But what I was about to discover was certainly out of the ordinary.
We had both crossed into Pakistan at a day’s distance from each other and had ridden the same route from the border. An armed military escort had accompanied us both through Baluchistan with hundreds of miles under the blazing sun in an arid, barren, mountainous and yet charming landscape on the tormented border with Afganistan. The only stops allowed were those necessary for fuelling up and to sign the registers at the many road blocks en route. We had made it to Quetta now but needed a stamped permit to continue our ride to neighbouring Punjab. Unfortunately it was a Sunday and all officialdom was at a halt until after the weekend.
Armed escort across Baluchistan
All’imbrunire Gionata ed io ci trovammo nel giardino della guest house a conversare mentre assaporavamo qualche mango.
“Hai fatto altri viaggi lunghi in moto Gionata?”, gli chiesi.
“Si”, ripose. “Poco più di ventenne partii in moto per fare un giro verso est” mi disse.
“….e in Toscana ci tornai qualche anno più tardi, dopo aver fatto il giro del globo”.
La sua risposta naturalmente mi colpì. Avevo di fronte un personaggio decisamente del tutto particolare e volli saperne subito di più!
Gionata mi raccontò piccoli aneddoti della sua colossale avventura. Egli riuscì a finanziare il viaggio con lavori che trovò strada facendo. In Giappone fece l’insegnante, in Australia il bracciante. Mi parlò dei problemi che ebbe con la motocicletta, le notti passate a dormire sotto alle stelle e purtroppo anche degli incidenti, e di uno in particolare che lo costrinse letto per un pò.
Getting ready to leave Quetta
Mentre parlava capii che Gionata non era semplicemente un turista, bensì un moto-viaggiatore navigato, un avventuriero formatosi in sella alla sua Honda Transalp con centinaia di migliaia di chilometri macinati sulle strade asfaltate, sterrate ed accidentate di tutto il mondo. Affrontò le difficoltà del viaggio da solo con ostinata determinazione e con in mente l’obbiettivo di esplorare, conoscere e portare a buon fine la sua circumnavigazione del globo.
In Sud America conobbe la sua compagna, e pensò a quel punto di stabilirsi permanentemente in Cile. Lavorò come accompagnatore turistico, si creò una famiglia. Poi, l’evolversi delle circostanze resero un ritorno in Italia cosa alettante ed ecco che Gionata quasi trentenne tornò alla amata Toscana con compagna, figlio ed immancabile Transalp.
Oggi si definisce un “digital nomad”, autore, video blogger, “motivational speaker”. E' CEO di due business di moto turismo nonché proprietario di un sito web di successo. Gionata ispira molti appassionati a seguire il suo esempio: “Scegliere la moto per trovare la libertà.”
In the evening Gionata and I sat by guest house gardens peeling some excellent mangos bought locally.
“Have you travelled far by bike before Gionata?”, I asked.
“Indeed I have” he replied.
“Not long after my twentieth birthday I set off from Italy on a bike trip heading East” he told me.
“….and returned to Tuscany some eight years later after riding around the globe.”
Suddenly this young man had my full attention. This was the kind of stuff that turned into good books and I wanted to know some more!
Gionata talked a little about his colossal adventure. I learned that he had worked his way along his route, as an English teacher in Japan and a labourer in Australia. He described the mechanical issues with his bike, told me of the countless nights he slept out in the open under the stars, the many people he had met, the sights he had seen and the few unfortunate accidents he had been involved in. One in particular had forced him to interrupt his riding trip for a while.
All the difficulties of his trip were faced alone, with resilience. Gionata explored, saw things with his own eyes and moved along in his quest to make his round the world trip a reality. It was clear to me from his words and demeanour that he was no ordinary traveller but an experienced overland travel-adventurer forged by hundreds of thousands of miles on ridden on the tar and the gravel, potholed roads of the world.
Gionata met a woman who became his partner when he reached South America and soon started a family. For a while he settled in Chile and worked as a tourist guide. However, circumstances evolved and a return to Italy gradually became appealing. So, at the age of almost thirty, Gionata returned to his beloved Tuscany with his partner, son and beloved motorbike.
Nowadays Mr Nencini calls himself as a digital nomad, an author, a video blogger and a motivational speaker. He is also CEO of two motorcycle tour businesses and the owner of a successful Italian motorcycle travel web sight. He inspires hundreds of bikers to journey far on their machines as he did or, to put it in his own words: “Choose a motorbike to grasp some freedom”.
I travelled with Gionata for a few days after we met in Quetta until we parted our own separate ways on the route to the city of Multan.
A curious crowd for Gionata at a fuel stop
Da Quetta viaggiammo insieme per qualche giorno finchè ci separammo poco prima di arrivare alla città di Multan. Mi ricordo che non capii a pieno quale fosse lo scopo della suo transito in Pakistan oltre a produrre video per i suoi numerosissimi followers su YouTube e social.
Qualche settimana fa ebbi comunque una risposta ai miei dubbi. In un pacco proveniente da Pistoia trovai con dedica quanto ritratto nella fotografia qui sotto.
Ho letto il libro. E’ avvincente ed il racconto trasporta il lettore virtualmente in sella con l’autore. Paesaggi, emozioni e drammi da risolvere, la lontananza da casa, i guai con visti ed i permessi, l’accoglienza dei locali ed un linciaggio scampato. E poi la benzina che finisce in mezzo al deserto, i problemi con una moto ormai stanca e pronta alla pensione e la nostalgia per gli affetti di casa. C’e pure un certo Giovanni menzionato in qualche pagina qua e la.
Il video fa da complemento alla cronaca del libro ed è recensito con ben cinque stelle su Amazon. Non occorre aggiungere altro!
I’ve read the book ( available only in Italian). It’s exciting, well written and often has the power to virtually place the reader on the back seat of Gionata’s Transalp. Everything is described compellingly: the scenery, problems with visas, passes and permits, the hospitality encountered along the "Silk Road" route. There are tales of breakdowns, mechanical failures, running out of fuel in the middle of the desert in Iran and dealing with homesickness. There are also a few words about an overland biker called Giovanni, too.
The CD compliments the book perfectly and has earned a five star rating on Amazon…enough said!
What a great story! Your travel looks amazing :).
Thanks ! :-)
Che storia fantastica, pensa te dove hai conosciuto una persona simile. Trovo ispirante viaggiare e scoprire il mondo così, penso lo si viva in un modo talmente vero, che ti porta praticamente in un altro mondo. Intendo che quello che siamo abbituati a vedere spesso non è la realtà ma quello che ci vogliono fare vedere, mentre così vivi un viaggio nella realtà delle cose e delle persone, un puro mix di emozioni straordinarie, fatiche, gioie, dolori, isomma la vivi realmente! :)
E’ vero. Ci si crea una visione del mondo del tutto personale. Da un certo punto di vista rende liberi.
Si, eccola li la parola giusta, quella che volevo esprimere... Liberi! :)
Sempre curiose , interessanti e molto personali le tue storie! Spaccano:-)))
Thanks!
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Of course, I accept😀
eh vediamo, se resta così....! (dubito...eh)
...è andata 😀
Wow, Mr. Gionata is a super brave person. I cannot imagine how he handles homesick when he travels far far away for such a long time. And you are a brave man too, @john-gpr. Have you ever traveled to 'dangerous' countries such as Afganistan?
Many countries aren't as dangerous as the media makes you believe. Sometimes the traffic is very dangerous in countries that are considered safe. I have never been to Afganistan but I would go if I had the opportunity 😃. There is no real courage involved, just opportunity.
Hmm, that means we should stop 100% believe in what we read and see on the news.
That's probably the best approach.😃