La prima maratona non si scorda mai

in #maratona7 years ago (edited)

Questo mio ricordo si perde ormai nei primi anni '90, quando dopo una decina di anni passati ad allenarsi e a partecipare a tante gare podistiche domenicali, presi la grande decisione che era giunto il movimento di fare il grande passo, debuttare nella maratona, la mitica gara di 42,195 km.

Analizzando tutte le variabili possibili ed immaginabili, la scelta ricadde sulla Maratona di Carpi, che si sarebbe tenuta verso la metà del mese di ottobre: temperatura, percorso veloce, numero dei partecipanti, relativa vicinanza a casa, erano tutti fattori molto favorevoli, per cui mi iscrissi con un buon anticipo alla maratona ed iniziai a programmare un attento piano di allenamenti per finalizzare al meglio la distanza. L'inconveniente maggiore era rappresentato dal fatto che gli allenamenti di maggiore percorrenza, i cosiddetti lunghi, erano da effettuarsi con temperature potenzialmente alte, in quanto i 3/4 chilometraggi maggiori li avrei dovuti effettuare nel periodo tra metà agosto e fine settembre.

La preparazione si svolse senza particolari intoppi, con percorrenze medie settimanali di circa 60/70 km, e tre allenamenti compresi tra i 25 ed i 32 km, la distanza massima che riuscii a portare a termine in allenamento, non senza problemi, in quanto verso la fine di questo allenamento accusai un preoccupante calo di energia, che non lasciava presagire nulla di buono in prospettiva degli ultimi 10 km della maratona.

Ed arrivò anche il fatidico giorno della maratona, mi alzai con un buon anticipo, preparandomi una colazione con una discreta quantità di carboidrati, in modo tale da terminare il piccolo ciclo di 3 giorni in cui avevo aumentato considerevolmente l'assunzione di cibi ad alto contenuto di carboidrati semplici e complessi. Effettuai il consueto riscaldamento, ad intensità più bassa rispetto alle garette domenicali di distanza inferiore (solitamente comprese tra i 10 ed i 21 km), ed una ventina di minuti prima della partenza terminai la mia sessione di corsa blanda, facendo una decina di minuti di stretching finali per sciogliere la muscolatura.

Partenza puntualissima alle ore 09 e 30 minuti, eravamo circa 2.000 partecipanti, e senza particolari problemi il plotone dei maratoneti si avviò lungo le strade di Carpi, lasciando ben presto il centro abitato per dirigersi verso la campagna limitrofa. Nonostante mi fossi ripromesso di tenere un'andatura prudente e più lenta rispetto ai soliti ritmi delle distanze inferiori, i primi 10 km li divorai con lo stesso ritmo con cui ero solito percorrere le mezze maratone, e ben presto capii che nella seconda parte di gara avrei potuto pagare un caro prezzo per quell'andatura troppo sostenuta, ma complessivamente mi sentivo bene, per cui non mi preoccupai più di tanto, prestando attenzione a tenere una corsa fluida ed il più possibile economica.

Giunsi al passaggio della mezza maratona con un tempo di 1 ora e 35 minuti, inferiore di 5/7 minuti rispetto a quello che mi ero prefissato secondo la mia personale tabella, e cominciai a calare leggermente l'andatura, la stanchezza stava facendo capolino e mancavano ancora altri 21 km al termine della gara, e la prudenza consigliava caldamente di tirare i remi in barca. Al 30° km mi fermai brevemente al ristoro, bevendo un mezzo bicchiere di sali minerali, e la ripresa della corsa fu molto difficile, capii che di lì a qualche km avrei sicuramente iniziato a camminare, ed infatti al 33° km iniziai ad alternare alla corsa continua dei tratti di camminana a passo veloce. Al ristoro del 35° feci anche una piccola sosta, la sensazione di un crampo al polpaccio stava facendo strada nella mia muscolatura, e due esercizi volati di stretching si rivelarono molto efficaci al riguardo.

Ma ecco il momento nero, che non avevo calcolato e che si presentò in maniera molto repentina e prepotente: improvvisamente al 38° km fui assalito da una forte impressione di svuotamento delle forze, come se di punto in bianco si fosse spento l'interruttore dell'energia, non avevo mai provato un fenomeno di così alta portata, e sentii fortissimo il bisogno di mangiare qualcosa di solido, il grosso problema era che il ristoro successivo era al 40° km, quindi ancora 2 km distante. Iniziai a camminare, la corsa era diventata improponibile, con il solo scopo di limitare i danni e di arrivare al ristoro, sperando di trovare qualcosa di solido da mangiare, perché non era certa la presenza di questo cibo ai tavoli dell'organizzazione. Furono 2 km molto lenti, percorsi con tempi di poco inferiori ai 9 minuti al km, e quando fui in prossimità del tanto agognato ristoro, vidi chiaramente che c'era qualcosa di scuro su diversi vassoi: erano dei biscotti secchi al cioccolato, per me era autentica manna dal cielo, ne presi 4 o 5 ed iniziai a divorarli, aiutandomi nel mio intento con un bicchiere di tè caldo.

I biscotti ebbero nel mio organismo lo stesso effetto degli spinaci per Braccio di Ferro o delle noccioline per Super Pippo, psicologicamente mi sentii come rigenerato e ricominciai a correre, percorrendo il 41° km in un tempo di poco inferiore ai 6 km ed addirittura il 42° km in 4 minuti e 20 secondi, portando a termine la maratona con una volata trionfale ed il tempo finale di 3 ore 33 minuti e 13 secondi, tutto sommato molto vicino a quello che mi ero prefissato.

Le sensazioni e la gioia che mi assalirono subito dopo aver tagliato il traguardo furono veramente forti, ero emozionatissimo e mi lasciai andare ad un liberatorio pianto di felicità e contentezza, la tanto fatidica maratona era stata domata e portata finalmente al termine, ero letteralmente al settimo cielo. Non sentivo nulla, stanchezza, dolori, crampi, indolenzimenti, tutto era coperto dall'adrenalina ed alle endorfine che scorrevano a fiumi dentro al mio corpo, non poteva essere diversamente.

Complessivamente sono fermo da diverso tempo a 10 maratone, tutte regolarmente portate a termine, da qualche parte c'è la volontà di riprendere una volta per tutte gli antichi sentieri e ripropormi nuovamente ai nastri di partenza di questa particolare competizione, ma devo sistemare qualcosa a livello mentale, e poi potrò cimentarmi senza problemi nei canonici 42,195 km20180119_213828.jpg

Foto scattata personalmente delle mie attuali calzature da running

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Il senso di svuotamento. Ho fatto sport dall'età di 5 anni ma ho sempre avuto un pallone con cui dialogare. Non ero mai da solo.
Mi hai ricordato il racconto di un amico che partecipa a gare in soglia su lunghissime distanza. Una volta doveva percorrere circa 198 km. Ne mancavano 5. Si è messo a piangere, si è seduto sotto una betulla al margine della strada. Non voleva più alzarsi. Al traguardo l'ha accompagnato un vecchietto 😂Bella emozione bel post. Ciao grazie

Tra un po' racconterò anche quello che ho provato quando ho terminato la mia prima (e per ora unica) km. del Passatore, in quella gara, per tanti motivi, il senso di svuotamento che hai descritto tu è stato veramente totale, grazie della visita!!

Fantastico!!!! Che emozione arrivare alla fine di una maratona!!!

Lo sappiamo bene, vero Dave?? E' un po' troppo tempo che manco dai percorsi di una maratona, ma nella vita non si sa mai che prima o poi non riesca ad calzare nuovamente le strade nostrane e non!!

Greetings from the Ural Mountains. I am also an ultramarathoner and a skier. Here is one of my posts about running: https://steemit.com/girls/@midural/the-point-of-earthly-strength-is-konjak

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