Mi manchi nonna.

Ciao nonna,

questo post lo dedico a te anche se so che non potrai leggerlo.

Mi manchi, mi manchi moltissimo. Ogni volta che ti penso mi sembra impossibile che non potrò più parlarti e rivederti, abbracciarti e baciarti.
Mi sembra impossibile che non potrò più guardarti dentro quegli occhietti azzurri, così piccoli e così belli e profondi.
Mi sembra impossibile che non potrò più guardarti e vederti sorridere come tutte quelle volte che i miei occhi si incontravano con i tuoi.

Mi ricordo di quando ero piccola e tu sei venuta a stare a casa nostra con il nonno per badare al tuo piccolo nipotino nato da poco perché la mamma doveva andare a lavoro.
Badavi anche a me e a mia sorella, la tua nipote più grande. Ci facevi trovare il pranzo pronto quando tornavamo da scuola.

Ogni volta che mi vedevi mi facevi sedere sulle tue ginocchia e mi cantavi le canzoncine con il tuo viso appiccicato al mio e io potevo sentire il profumo del tuo alito. Profumo sì, perché non so per quale motivo profumava come la mollica del pane e a me non dava fastidio mai.

Mi ricordo di quando mi preparavi i calzini con l'uncinetto e di quando mi insegnasti a lavorare a maglia.
Tante volte mi lasciavo scappare il filo e piangevo come una matta perché avevo paura di dover ricominciare tutto il lavoro da capo. Invece tu, venivi da me e mi tranquillizzavi. Prendevi il mio lavoro e mi aiutavi a recuperare il filo perso e a rimetterlo in pari.

Nonna e nonno, Agosto 2016.

Mi ricordo di quando ci accompagnavi al parco, tutti i pomeriggi e ti sedevi sulla panchina a guardarci mentre giocavamo.
Mi ricordo che quando facevo le sfide di canto e di ballo con mia sorella ed arrivava il momento per te di decidere chi avesse vinto la sfida, mi facevi sempre vincere.
Sapevo che lo facevi per farmi contenta perché ti sentivo mentre dicevi: "Dai, è più piccola".

Mi ricordo quando mi insegnasti il tipico ballo albanese e ballavamo insieme per ore.

In ordine da sinistra, io da piccola, mia nonna, mia cugina, mia sorella.

Non posso dimenticarmi di tutte quelle volte che ci impiegavi mattinate intere per preparare tutte le sfoglie a mano e ad ogni strato mettevi i fagioli che tu stessa coltivavi. Il mio piatto preferito in assoluto.

Non posso dimenticarmi di quando, lo scorso anno ero invasa da incubi.
Era da tanti anni che non ti vedevo, troppi. E l'anno scorso sognavo sempre di venire a trovarti, nella tua casetta in montagna, di cercarti in tutte le stanze e di non trovarti mai.
Ogni volta che sognavo di partire per venire da te, arrivavo nella tua casetta e tu non c'eri mai, c'era solo il nonno. Quell'anno sapevo che, di li a poco, te ne saresti andata prima del nonno.
Così ho preso l'aereo e da Londra sono partita.

Ero troppo felice, tu non sapevi del mio arrivo, ti avrei fatto una sorpresa.
Per mia "fortuna" c'è stato lo sciopero dei treni ma sono riuscita ad andare in aeroporto facendo mille cambi e sono riuscita a partire.

Arrivata alle 4 di mattina, sono direttamente andata a letto. La mattina seguente, sono entrata quatta quatta nel tuo soggiorno e quando mi hai visto, non sei riuscita ad alzarti dal divano.
Mi sono avvicinata a te e mi hai sussurrato parole dolci e mi hai baciata per più di dieci minuti. Piangevi e io piangevo. Papà è uscito dal soggiorno perché troppo commosso.

Ti vedevo che ormai non riuscivi più tanto a camminare. Eri più gobba degli anni precedenti per colpa del lavoro sui campi che tanto ti ha segnato. Le costole ti rientravano nella pancia e ti facevano tanto male.
Non riuscivi a farti la doccia, ti aiutava il nonno.

Mi manchi nonna, mi manchi tanto.

Quando papà mi ha mandato un messaggio e mi ha detto che non sapeva come dirmelo, ma eri venuta a mancare, sono scoppiata a piangere. Mi sono messa sul divano in salotto e mi sono lasciata andare. Piangevo senza fare rumore, le lacrime mi scorrevano sul viso e pensavo solo a come facevo ad accettare che non stavi più vivendo; e pensavo al nonno, come farà ora il nonno da solo? Come si sente il nonno in questi giorni?

Ho voluto sapere come te ne eri andata, se avevi sofferto.
Mi hanno detto che non hai sofferto, che eri sul divano nel tuo salotto e che hai chiesto improvvisamente di vedere papà, gli hai stretto la mano e te ne sei andata.
Mia mamma si è accorta subito ed è uscita dal salotto..

..."Non c'è più..."
..."Cosa stai dicendo?"
..."Ti dico che non c'è più!".
...papà scoppia a piangere.

Non posso dimenticarmi queste parole e questa scena anche se non l'ho vissuta ma mi rincuora sapere che non hai sofferto nonna, che te ne sei andata stringendo la mano di tuo figlio.

Mi manchi, mi manchi sempre, ogni giorno.
Vienimi in sogno nonna, ti prego, come l'ultima volta che mi hai offerto quella mela che hai colto dall'albero.
Voglio stringerti. A volte i sogni mi sembrano così reali che mi sembra di viverli sul serio.

Ti amo nonna, mi manchi.