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RE: Cosa significa fare politica oggi?

in #ita6 years ago

Oggi fare politica è apparire e non contare una cippa sul piano sostanziale ed ideologico. In pratica sei un PR che però ha le mani legate dalle lobby e da tutta una serie di personaggi di contorno che ti imbrigliano con il famoso "protocollo istituzionale". Ma questo non solo in Italia, vedevo giusto ieri sera il documentario su Netflix di Robert Rich, ex ministro del lavoro nell'amministrazione Clinton. In pratica un piccolo uomo (di statura) con una visione ampia e lodevole, che però come ministro lo hanno compresso e osteggiato tanto da dover lasciare l'incarico. Chi oggi sale al potere è teleguidato dalle lobby perché hanno i soldi e sono infiltrate su moltissimi livelli (da noi quello europeo). Ti metti a fare qualcosa di realmente tangibile per il popolo (una politica keynesiana ad esempio) ti disintegrano, anche sul piano personale. Tirano la corda e il populismo è, o dovrebbe essere la risposta del popolo, solo che è disarticolata e talvolta (non è il caso dell'Italia) pure pericolosa.

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Le lobby andrebbero regolate più seriamente, è una cosa che chiedono gli stessi lobbisti, per poter avere più certezze in quello che possono o non possono fare. Siamo abituati a pensare alle lobby come una cosa negativa ma in realtà sono pezzi di interesse organizzato, che bisognerebbe istituzionalizzare per rendere più trasparenti. Esistono anche le lobby delle energie rinnovabili.

L'ambito europeo in molti casi ha favorito la concorrenza e quindi il consumatore.

Il populismo è considerare gli elettori come una massa uniforme che ha bisogno delle stesse risposte. Unito alla demagogia, dare risposte semplici a problemi complessi, potrebbe essere letale. Non tanto per i danni che può fare direttamente, ma per la delusione che può creare...

Un'altra cosa che non è regolata in Italia, con legge del governo Letta, è il finanziamento ai partiti da fonti estere (!!!!!).

Un altro problema che abbiamo (secondo alcuni, io non conosco l'ambiente) è che la mancanza di competenze tecniche dei politici della seconda repubblica (tra le quali scrivere e capire leggi) rende ancora più forti le burocrazie, alle quali vengono delegate la scrittura delle leggi, e che sono per natura conservatrici.

Sicuramente le lobby andrebbero regolamentate, se non altro per la trasparenza. Però attenzione perché in america che lo sono da quasi sempre, si è visto come abbiano fatto cambiare le leggi a loro favore. Quindi la lobby deve essere pesantemente limitata sul piano istituzionale. Può andare a proporre i propri interessi, in modo trasparente e controllabile da chiunque, ma senza condizionare il politico che deve poter fare le scelte sempre e solo rendendo conto agli elettori.

La lobby condiziona il politico nel momento in cui lo finanzia (solitamente la campagna elettorale).

La differenza è che in USA (che io sappia) i finanziamenti ai partiti e le lobby sono regolati e trasparenti, in Italia i partiti abbastanza, ma le fondazioni sono molto opache. In USA essere finanziati da potenze straniere è un reato gravissimo, in Italia meh, mboh.

Quindi per me è essenziale non vietare il condizionamento, ma renderlo pubblico.

L'altra strada è permettere i finanziamenti solo da persone fisiche, con un tetto. In questo caso le lobby sarebbero solo tecnici del settore che esprimerebbero opinioni di parte, ma probabilmente si aprirebbero voragini nelle casse dei partiti, o continuerebbe tutto come prima ma in maniera illegale e più sotterranea.

Sì sono d'accordo.

Ma proprio per questo chi fa politica in modo diciamo onesto, chi decide di scegliere proprio quella pratica (la pratica politica) deve sapere quello che hai detto nel tuo commento. Se la politica è proprio ciò che vuoi fare (parlo del politico che sceglie questa pratica come pratica principale del proprio fare, non del fare politico come cittadini che è il nucleo del mio post), corri il rischio, ma intelligentemente cerchi di operare su quei piani che ti permettono di raggiungere un minimo di obiettivo sopravvivendo (non serve a niente suicidarsi, non abbiamo bisogno di eroi).

E' pericoloso?

Io ho vissuto tanti anni a Napoli e nel casertano e ci sono molte associazioni che fanno iniziative contro la camorra. E' pericolosissimo e probabilmente non batteranno la camorra. Ma queste persone con le loro attività danno a Napoli, alla Campania, all'Italia, al mondo, con la loro sola esistenza (loro e tutti gli altri che fanno queste cose in tutto il mondo) quel segno (piccolissimo segno) che c'è (esiste) qualcos'altro oltre la violenza dei potenti. E finché un minimo segnale ancora esiste le speranze per un miglioramento del mondo non sono morte.
Ma a parte questo, chi si impegna in questa direzione, non trova il senso del proprio fare soltanto nei risultati raggiunti, ma nel sentirsi coerenti con la propria sensibilità e le proprie idee, e questo è già un grande risultato.

Esempi estremi, questi, ma lo stesso discorso lo si potrebbe fare anche per attività e obiettivi meno rischiosi.

Grazie del commento!

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