Ecommerce vs GDO

in #ita6 years ago

In un articolo apparso su Repubblica qualche giorno fa, si stila l'elenco di una GDO (grande distribuzione organizzata) in affanno, con tanto di analitica situazione sugli esuberi.

La colpa sarebbe dell'avanzata dei giganti dell'ecommerce, anche se chiaramente è più probabile si debba parlare al singolare più che al plurale.

supermarket-2158692_1280.jpg Immagine CC0 Creative Commons

Insomma, sono d'accordo ma solo in parte. Scorrendo l'elenco nell'articolo si nota come questo di fatto sia eterogeneo, e quindi la causa acquisti online regga fino ad un certo punto. Nel caso di Mediaworld sicuramente si ritrova a fronteggiarsi contro Amazon, ma nel caso di un Auchan o Dico discount.. beh non mi risulta che i player del commercio elettronico abbiano grosso peso su quel settore. Ci sono sicuramente, ma i numeri sono del tutto marginali, almeno fino ad ora.

Porto un esempio che purtroppo non sono riuscito a ritrovare online. Nella mia regione era stato fatto uno studio che evidenziava come la quantità di merce alimentare proposta mediamente da due centri commerciali avrebbe potuto soddisfare le esigenze di tutti gli abitanti della regione, turisti compresi. E' una analisi molto interessante perché per sottrazione logica significa che i vari supermercati, discount eccetera, gettano via una mole di merce deperita parecchio importante. Eppure ogni mese salta fuori un nuovo discount, spesso aperto davanti o nelle vicinanze di qualche altro punto della GDO concorrente.

Tralascio il discorso sui politici che permettono queste cose, una volta esistevano delle leggi serie sulla questione, ma è evidente che ci sia una guerra su certi settori commerciali, il cui fine è eliminare fisicamente la concorrenza per gestire in monopolio un certo territorio. Altrimenti non si spiega la situazione, il commercio vede delle contrazioni, la gente ha meno risorse da spendere, ma la GDO si moltiplica andando a sovrapporsi in modo parecchio evidente sulle capacità di spesa di un dato territorio.

In tutto questo ci abbiamo già rimesso, perché gli esuberi per altro gestiti in modo talebano non sono nulla rispetto ai posti di lavoro già persi quando avevamo il negozietto sotto casa. Senza contare inquinamento e appunto spreco, visto che il negozietto, spesso a conduzione famigliare, aveva un certo "sentiment" sulle abitudini e i desideri di una ristretta fetta di popolazione. Roba che nemmeno gli attuali e complessi analytics delle vendite riescono minimamente ad eguagliare.

Come diceva il proverbio "si stava meglio quando si stava peggio". Dalle vostre parti riscontrate la medesima situazione?

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This was not done by me

In un mio articolo di un mese fa circa avevo parlato citando il titolo del fatto che "Il consumismo ci consumerà".
Il tuo ottimo post sembra avvalorare quella tesi?

Il sistema mi pare abbia problemi strutturali che derivano da lontano. La politica si è calata le braghe da un pezzo, sta storia dei centri commerciali andava gestita in modo decisamente diverso. Secondo me vedremo, come già accade in america, supermercati abbandonati. Qui da me già tre sono stati ridimensionati, ci sono parecchie aree chiuse. In un altro i cinesi si sono letteralmente presi un piano intero e presumo a prezzo stracciato pur di non chiudere. Se l'obbiettivo è uccidersi a vicenda per il monopolio, cascano male. Paradossalmente rinasceranno i negozietti e si torna punto e a capo.

apri un discorso importante. quello delgi esuberi alimentari e delle licenze della grande distribuzione alimentare assolutamente sovrabbondanti rispetto alle necessità degli abitanti. I comuni fanno cassa con questo tipo di autorizzazioni e, non parlo di ROma perchè sarebbe complicato, ma a Terracina un comune in provincia di Latina che in estate raddoppia la sua popolazione perchè ha un discreto e rinomato litorale, ma non credo che arrivi a 100 mila abitanti al massimo della sua capienza demografica, ci sono centri commerciali alimentari che basterebbero a soddisfare le esigenze della città di Parigi. Allora mi domando che cosa sia realmente alla base della crisi della GDO alimentare. La politica dissennata dei comuni o il commercio elettronico?

Per quello che ho capito io i comuni accettano una sorta di scambio. Molto spesso quando fanno questi centri si offrono di fare parte della viabilità di contorno. Quindi ipoteticamente a costo zero per il comune, oltre al fatto che l'assessore o il sindaco può dire "ecco grazie a me posti di lavoro". Circa la sovrabbondanza sarebbe interessante capire quanto la perdita incida, cioè stanno andando sistematicamente in perdita? oppure ci guadagnano ancora? Di certo hanno strozzinato i produttori, per lo meno quelli agricoli. Quello che mi pare chiaro è che questo sia un modello insostenibile.

Assolutamente insostenibile

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