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in #ita6 years ago

A dimostrazione di come in Italia ci sia una guerra strisciante, poco visibile, sul sistema informativo è la quasi conclamata guerra tra Auditel contro Audiweb. Ovvero per semplificare televisioni contro internet.

Audiweb infatti è sotto istruttoria da parte di Agcom perché attraverso Facebook si starebbero violando i diritti della privacy degli utenti. Una motivazione che farebbe pensare che dietro a tutto questo ci sia appunto Auditel.

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immagine cc0 creative commons

Ma andiamo dietro le quinte e scopriamo cosa c’è dietro. 3,7 miliardi di euro, ovvero il collezionamento di pubblicità da parte di tutte le televisioni (italiane) nel 2017. Un dato mastodontico se comparato ai 457 milioni del web.

Nel 2018 però Audiweb cambia paradigma e assieme a Nielsen, nota società di indagini di mercato e marketing si affianca Facebook. Le due società già lavorano assieme e quindi il risultato finale è quella di una fotografia non solo dei contorni della raccolta pubblicitaria, ma anche della sua reale efficacia. Quindi i dati esposti sono persino divisibili per fasce di popolazione divise per età, titolo di studio, macroarea di residenza eccetera. Motivo per cui è in essere l’istruttoria. Con i nuovi paradigmi la raccolta pubblicitaria non sarebbe stata di 457 milioni, ma bensì di 2,4 miliardi.

Questo nuovo dato andrebbe a spostare in modo tangibile dove gli investitori pubblicitari indirizzano i loro budget. Infatti l’Italia è l’unico paese, tra quelli dove la raccolta ha un certo valore, dove la televisione è ancora predominante. Ad esempio in U.S.A. e U.K. da tempo la raccolta pubblicitaria del web ha superato quella televisiva.

Dalla parte opposta Auditel si ritrova con un sistema approssimativo. Sono note in passato le dichiarazioni di coloro, che violando la regola di segretezza, avevano partecipato come famiglie campione del sistema che determina per approssimazione statistica lo share di un programma. Spiegate nel dettaglio si capiva come la rilevazione aveva ampi margini di falsa rappresentazione. Ovvero tradotto in parole semplici il web offre un'immagine reale e tangibile, per giunta scomponibile in sottogruppi, mentre quella televisiva è comunque una stima, che per quanto attendibile rimane una stima.

A luglio però dovrebbe partire un nuovo tipo di paradigma anche per Auditel, aiutata da Comscore, società americana la quale, ironia della sorte, aggiungerà ai dati di stima quelli più precisi dei contenuti televisivi mostrati su tablet, pc e smartphone, cioè su internet…

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immagine cc0 creative commons

La fotografia che ne deriva è un sostanziale arroccamento delle televisioni per cercare di mantenere quanto più possibile il proprio status dominante. Una situazione che vista da fuori sembra paradossale oltre che inutile. Solo dal punto di vista tecnico il web ha già vinto la guerra. Mettiamoci nei panni di un’azienda che vuole fare pubblicità. Gli viene offerta una visibilità stimata, dove il ritorno non è nemmeno contemplato contro un sistema che offre dati tangibili (spesso in tempo reale), divisibili per fette di popolazione con un ritorno certo e misurabile.

In più è evidente che la TV ormai è utilizzata per lo più da una popolazione anziana, mentre i giovani e il middle age se n'è già andata da un pezzo. Questo sta portando ad una settorializzazione naturale della raccolta pubblicitaria, cioè in tv si vedrà in maggioranza pubblicità di dispositivi medici.

In definitiva è interessante come l’Italia faccia testo a sé stante rispetto alle altre nazioni, la tv vuole essere ancora considerata una sorta di roccaforte e resistere al mondo moderno ad ogni costo, anche utilizzando le improbabili violazioni di Facebook (questi hanno schiere di avvocati per interpretare ed aggirare le regole) come testa di ponte. Mi pare non ci siano dubbi su chi vincerà.

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Siamo giâ in una nuova era.... dati interessanti!

Direi per fortuna, visto che i giornalisti televisivi, alla Enzo Biagi per citarne uno, sono estinti da un pezzo. Il futuro è (anche) dei blogger professionisti. Grazie per essere passato di qua.

Il progresso si fa facendo sentire in maniera molto forte ormai anche in questo settore, ed anche se l'Italia fa resistendo a questa nuova ondata che sta contagiando il mondo intero, prima o poi dovrà capitolare anche lei, se non vuole essere travolta da tua innovazione in punto in bianco, nulla potrà fermare l'avanzata inesorabile del web.
Ottime considerazioni, @tosolini, complimenti

Se non altro per mere questioni di età. Io sono nella middle-age e la televisione non la guardo da, boh, credo un decennio. Se devo vedere qualche puntata di otto e mezzo con la Gruber la guardo sul web, anche se loro la considerano televisione, io direi 50 e 50, visto che non mi sono sorbito la pubblicità, se il tema non mi interessa posso skippare, andare avanti veloce eccetera. Grazie per essere passato di qua.

Alé, sono proprio da ricovero, perché la TV rappresenta anche una sorta di attrazione per me, che piano piano sto passando di là della middle-age, come l'hai definita tu, per cui sono ancora un po' dipendente dai palinsesti del grande schermo domestico, anche se i programmi sono sempre più scadenti e di basso livello rispetto al passato, su questo non c'è alcun dubbio, ed il pc, con Steemit su tutti, rappresenta una bella valvola di sfogo su cui riversare le mie attenzioni

La storia si ripete.
Come coloro che vendevano cavalli all'epoca dell'arrivo delle prime auto, si sono opposti in tutte le maniere nei confronti del nuovo che avanzava ... missione fallita i vecchi che vendevano cavalli sono stati soppiantati da chi si è messo a vendere auto. Più o meno la fine che farà la vecchia TV generalista

Sarebbe interessante avere la macchina del tempo e scoprire cosa soppianterà il web. Facebook mi pare ci stia provando, un web dentro il web e personalmente spero fallisca l'obiettivo.

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