Camminare è la mia passione. Io cammino. Senza una meta, senza un motivo apparente. Mi piace ascoltare le note del vento suonate dagli alberi. Mi piace la noia di un passo dopo l’altro. Noioso consumarsi di suole sull’asfalto del marciapiede.
Cammino per osservare lento la vita che altrimenti non ti percepirebbe. La vita che non influenzi. Quella delle storie che non si incrociano e che vivono lontane anche se fisicamente vicine.
Le donne esistono è una serie di racconti che parlano di vita. La vita nascosta. La vita che non si racconta a tutti e forse non si racconta affatto. Quella scritta negli occhi di donne forti e fragili, di madri e compagne, di morigerate e libertine, di sante e puttane. La vita insomma. Tutta.

_{Image CC0 Creative Commons – Pixabay}

---

---

---

Camminare è incontrare. Incontrare è sapere di esistere. E l’esistenza va raccontata con la sua carica di ilarità e tristezza.

Era pomeriggio e camminavo sotto un cielo scuro di nuvole minacciose. Lei era li, sulla panchina del parco. Sofia. La conoscevo. La incontravo spesso. Lei ed il suo cane.
Aveva occhi determinati, aggressivi e malinconici, una girandola di sentimenti, un rovo di more in pieno agosto. Asperità di spine e dolcezza di frutti. Mi sorprese la sua voce. Vestita di una determinazione fino ad allora sconosciuta, squarciò un silenzio di attesa. Fu un urlo sospirato:

Penso alla vita tristemente.
Una tristezza che attanaglia, attacca e sottomette. Un mistero senza colpi di scena.
Un mistero da risolvere senza indizi.
Penserò a domani.
Non sarà né migliore né peggiore di oggi. Sarà semplicemente domani.
Ma un domani senza tristezza, vuoto dei suoi misteri.
Domani, la vita.

Si voltò lentamente e lentamente la vidi andare. Fu l'inizio della mia rincorsa.
Fu l’inizio della mia voglia di raccontare.

---

---

---