CDUMDS (come diventare un musicista di successo). Capitolo 5 - 1996

in #ita6 years ago (edited)

L’estate del 1996 non mi annoiai di certo.
Tutti i giorni lavoravo con Beniamino, e dalla mia prima volta con la banda, ne seguirono altre nove.
Dieci servizi in totale da Giugno a Settembre, un buon risultato per uno a cui lo strumento nemmeno piaceva.

Continuavo a non trascurare l’atletica leggera, era anzi una delle cose a cui mi dedicavo di più nel pochissimo tempo rimasto a disposizione, perchè come sport mi arricchiva.
Se è vero che il Karate mi aveva insegnato la disciplina e la calma, soprattutto nelle situazioni dove andare in escandescenza era un concreto rischio, l’atletica appagava la parte più selvaggia di me.
Correre è una pratica talmente sfiancante, dai risultati talmente burrascosi su fisico e mente, da essere considerata una potenziale dipendenza.
Alcuni studi asseriscono che come forma di dipendenza esista già.

La soddisfazione nel veder avvicinarsi il proprio obiettivo, cercare di superarlo, il rapporto col cronometro, con i muscoli, con la fatica, con il respiro, e ancora l’adrenalina prima della partenza e la soddisfazione all’arrivo, fanno di questo sport un mix letale per gli agonisti.
Nella corsa non ci si può affidare a nessuno, se non che a sé stessi.
E’ uno sport individuale e individualista, dove il gruppo serve solo a raggiungere i propri obiettivi.
Sotto alcuni aspetti, sembra una cosa da psicopatici.
E probabilmente lo è.

Dal canto mio, adoravo passare le mie giornate a correre per le strade del mio paese, programmare i percorsi a seconda del tempo di allenamento, e cercare di farli un pelino più velocemente della volta precedente.
Avevo indirizzato i miei allenamenti verso le specialità del mezzofondo.
Per quanto fossi particolarmente veloce, la mia struttura fisica, non mi permetteva di migliorare sensibilmente i miei risultati sulle brevi distanze. All'estremo opporto non ero un fan sfegatato della sofferenza, dell’autolesionismo e penitenza, che sembravano caratterizzare le sedute di fondo, la cui gara regina è la maratona.

Le distanze sulle quali rendevo meglio erano la via di mezzo, e rivolsi la mia attenzione verso la specialità dei tremila metri in pista, della corsa campestre, e di una specialità poco pubblicizzata ma che mi esaltava: i duemila metri siepi.

La specialità siepi prevede quattro ostacoli da 91cm, fissati al terreno e su cui è possibile appoggiare il piede, ogni giro, più un’ostacolo chiamato riviera che è alto 91cm come gli altri, ma immediatamente dopo il salto, ha una pozza d’acqua ad altezza variabile di circa tre metri e mezzo di lunghezza.
La riviera ti sembra dire: “salta il più lontano possibile o annegherai”

sport-2741880_1920.jpg
una riviera vuota immagine CC0 creative commons

Anche se il reale pericolo di affogare praticamente non c’è, perché il punto più alto della riviera avrà circa un metro d’acqua, la difficoltà nell’affrontarla sta sostanzialmente in due fattori:

  • la spinta, necessaria dall’ostacolo a superare la vasca, è via via più difficile da darsi.
    Alla prima riviera si è freschi, e saltare 3 metri e mezzo non è eccessivamente complicato. Già al secondo giro, con le gambe stanche, la spinta non sarà così efficace e si finirà un pezzettino più dietro, nell’acqua.
    Agli ultimi giri, già riuscire a saltare, prendere con il piede la superficie dell’ostacolo (15cm) e darsi la spinta, è un signor risultato, ma la spinta sarà inevitabilmente poco efficace, e si finirà nell’acqua.
  • l’acqua, non è pericolosa per l’annegamento, ma per l’effetto che genera su piedi, caviglie e gambe.
    Una volta finiti per la prima volta anche in soli cinque centimetri di acqua della riviera, i piedi subiscono un brusco raffreddamento, come pure le caviglie. Questo raffreddamento inciderà negativamente sul ritmo preso, e sulla mobilità delle articolazioni interessate nell’azione.
    Via via che passano i giri, e finendo in un quantitativo d’acqua sempre maggiore, i muscoli interessati allo shock termico saranno sempre piedi e caviglie, a cui si aggiungeranno i polpacci, fino addirittura al ginocchio.
    Uscire da quaranta centimetri d’acqua, quando stai lottando contro il tempo, è in ogni caso una difficoltà in più.

A me, questa specialità, così completa di corsa, agilità, pericolo (sbattere contro uno di quegli ostacoli non è mai piacevole, e può succedere), dava una scarica di adrenalina incredibile. E perciò cercai di specializzarmici.


L’inizio del terzo superiore, a settembre del 1996, portò nelle nostre vite da studenti, l’ennesima pessima notizia: la prima riforma scolastica avrebbe avuto luogo nell’anno 1999, in coincidenza con la nostra maturità.
Avrebbero modificato integralmente la modalità di svolgimento dell’esame, con tre prove scritte invece di due, e interrogazione su tutte le materie piuttosto che due.
Bene.
Si iniziava a vociferare che sarebbero stati inseriti dei crediti, o cose del genere, che avrebbero valutato anche gli anni precedenti all’esame. Cose da far accapponare la pelle per chi ha già iniziato la scuola, con un’idea di ciò che l’aspetta seppure vaga, e la scoperta che le carte in tavola sarebbero state mischiate.
A noi la storia dei crediti non sarebbe toccata, perché eravamo già dentro, ne avrebbero giovato però le nuove leve.

Il primo a raccontarci questa novità, fu un energumeno, dal viso serio e minaccioso, che si presentò come nuovo insegnante di matematica

Il vecchio tifoso della Ferrari, aveva competenze appena sufficienti per portare avanti il biennio del Liceo Scientifico (che altri non è se non una ripetizione di tutta la matematica studiata negli otto anni di scuola dell’obbligo precedente).
Al triennio, i giochi diventavano seri, e l’insegnante era un professore. Un professore vero, di quelli che si dovrebbero definire esigenti, ma a cui dare questa definizione a scuola è impossibile e si appellano con un semplice cattivi
Matematica e Fisica.

Fisica, per me, era sempre stata solo Educazione. Educazione Fisica.
L’altra materia insieme a matematica, dello stesso professore, al limite era stata Scienze.
Come è fatta la Terra, come ruota, quanto sono dure le rocce, cosa ci vuole per fare l'albero, di che colore possono essere i pappagalli. Roba da “albero azzurro”, insomma, raccontata un po’ più seriamente.
Questo prof. Invece, ci introdusse la Fisica.
La Fisica vera, la materia alla base della nostra esistenza, senza la quale la materia stessa non esisterebbe.

Insieme a lui, nel manifesto delle novità, apparve una nuova professoressa, di una nuova materia: Chimica.
Una Rita Levi Montalcini molto più vecchia, con i capelli biondi a forma di bignè, che non ho mai visto pettinati diversamente in tre anni, ma sulla cui genuinità posso mettere la mano sul fuoco. Non era una parrucca.

Io non sono mai riuscito a dare la stessa forma, per due giorni di seguito, ai i miei capelli, nemmeno quando portavo la coda o quando ce li ho avuti rasati.

Atletica, scuola, musica, amici e ancora altro sport. Facevo parte, infatti, anche della squadra di pallavolo del Liceo.
Si, pallavolo.
Per quanto non fossi un Watusso, infatti, recuperavo in agilità, meglio di quelli alti a quanto pareva.
Qualche pomeriggio, perciò, rimanevo a scuola ad allenarmi con la squadra.

Che cosa manca, in questo spaccato di vita di un adolescente?
D…?
Donne! dududù.

Le ragazze, per quanto avessi una cotta per quella o per quell’altra a seconda del periodo, non erano in cima alla lista delle mie priorità.
Ci parlavo, ci chiacchieravo, ma poi ero troppo timido per fare qualsiasi altra cosa, e troppo impegnato a rimuginare sopra a uno sguardo, una frase o un sorriso.
Non avevo una fidanzata, non la cercavo e non ne soffrivo.

Le ragazze con cui mi relazionavo, erano quelle della mia classe o le compagne di atletica.
Per quanto riguarda quelle della mia classe, ero già stato fidanzato per sei giorni con Cristina, e quella storia mi aveva prosciugato. Non era il caso di concentrarsi su nessun’altra.
Le ragazze al campo, certo mi piacevano, non voglio negarlo.
Due in particolare le trovavo molto belle, ma erano mie compagne di allenamento, e non potevo rovinare un così bel rapporto.

Va bene, togliamo di mezzo le scuse. Non sapevo come si faceva.
Ero timido, rimanevo senza parole anche per un saluto con due bacetti, e non sarei stato in grado di gestire nessuna situazione più avanzata di quella.
Figuratevi che il fidanzato di una mia compagna, durante una gara su strada che facemmo in un paese vicino, la lasciò la sera stessa: nelle riprese televisive l’aveva intravista seduta sulle mie gambe, e aveva scoperto il suo tradimento, con me.
Quindicenni di allora…

Era meglio che mi concentrassi su altro, su cose in cui sapevo e potevo esprimermi al meglio.

Le donne non mi interessavano, e non è del tutto scorretto dire che io non interessavo a loro.


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Ohh, lasciatelo dire, un articolo fenomenale, sotto il punto di vista sportivo, hai descritto in maniera ineccepibile, perfetta, validissima, tecnica, mettici tutti gli aggettivi che vuoi perché sono tutti calzanti a pennello, purché siano di connotazione positiva, perché questo post è veramente molto, ma molto bello, una vera chicca, eccellente sotto tantissimi punti di vista.
Hai descritto sapientemente una buona parte delle sensazioni che percorrono la mente di un atleta, e devo dire che mi sono immedesimato e non poco in quello che hai tirato fuori dalla sua tastiera, bellissimi spaccati di esperienze pistaiole, e devo necessariamente farti tanto di cappello per il grande lavoro che hai ottimamente confezionato.
Penso di aver reso l'idea di quanto mi sia piaciuto, ti consegno un simbolico lasciapassare entusiastico per questo brillante racconto che hai reso a questa comunità, certificando che hai tutte le carte in regola per vincere il PostIt di questa giornata, almeno a mio modesto avviso, grandissimo @suryavoice!!

wow...grazie @mad-runner. complimenti che reputo ancora più importanti visto che provengono da una persona competente, che buona parte di queste sensazioni le conosce e le capisce.
Sono contento che ti sia piaciuto, e che sia uscita fuori una componente emotiva che non passa inosservata, figlia di ore passate a correre verso un traguardo che era posto sempre un metro più lontano di quanto riuscivamo a vedere!
Grazie mille :)

Penso che in questo caso specificatamente occorre riconoscere che è stato fatto un lavoro che si stacca un attimo dal semplice racconto di fatti accaduti tanti anni fa, c'è stata una perfetta trasposizione di quello che rappresenta lo sforzo fisico e psicologico che deve affrontare un atleta in generale e poi più specificatamente l'atleta che si accinge ai nastri di partenza di una gara difficile e complessa come i 2.000 siepi (o 3.000 in età adulta come nel mio caso), una vera mazzata nella muscolatura e nel fisico in generale, per cui i complimenti sono legittimi, meritati e doverosi

esatto, 2.000 siepi in categoria cadetti, diventano 3.000 dagli allievi in poi, ma non l'ho specificato, ai fini del racconto non era importante!! basta che lo sappiamo noi eehheh . Grazie ancora!!!!

Ora sta cosa della corsa a ostacoli con l’acqua mi ha fatto venire un brivido gelido lungo la schiena.
Andavo d’accordo con lo sport ma gli ostacoli erano la mia croce. Ricordo dei capitomboli sensazionali, rovinavo a terra senza pietá con l’ostacolo che faceva un giro strano. Mahhh!
Se ci fosse stata anche dell’acqua non credo il mio cuore avrebbe retto.

Tu invece non sapevi più cosa fare, ne facevi tante tra sport musica band(a) lavoretti, se riuscivi a ficcarci anche le ragazze eri da premio 😂😂

Sta storia delle ragazze però non mi ha convinto, gli ormoni sono pur sempre ormoni quindi attendo la ragazza che ti ha cambiato la visione del mondo femminile 😉

Contestualizza. Io avevo 15 anni, in un paese anzi cittadina va, senza motorino. I cellulari sarebbero arrivati solo qualche anno dopo, e con loro gli squilli, e non c'erano i social.
Con tutte quelle cose divertenti da fare, le ragazze non erano così importanti!

passato a leggere e vedere un po' eheheh...pure io ho fatto atletica per tanto tempo @suryavoice!!!

Ahhhhh allora la psicologia inversa funziona!! Ciao @jok80 grazie di essere passato 😀

Sappi che io non amo correre ma stimo molto chi lo fa...e chi corre mentre suona...o chi suona mentre corre..ti ho confuso vero?
Bel post! Molto simpatico!

Chi corre mentre suona, a questo punto della mia vita, nella banda quindi, è un bersagliere!!!!
😉

Giusto! Se era un contest lo avresti vinto!

Sarebbe stata una vera sorpresa. Io non vinco quasi mai niente!!

Eh già bella la corsa, anche se io sono più tipo da fondo... Amatoriale! 😊 certo che ne avevi di impegni, complimenti. Penso che a quell'età non fossero le ragazze ad essere poco importanti per noi maschietti, ma l'esatto contrario 😁

come dice @g-e-m-i-n-i è vero che gli ormoni sono ormoni, ma è anche vero che fino a un certo punto non erano sovrastimolati come lo sono oggi. Cioè, che io mi ricordi, per vedere una mezza forma, bisognava recarsi in edicola o comprare postalmarket. Parlo come uno di 100 anni fa, ma rendiamoci conto che l'innovazione tecnologica è un'invasione che è iniziata poco più di 10 anni fa, anche se sembra un'eternità!

Detto così sembra un po’inquietante 😂😂
Però si sicuramente a quell’epoca era diverso, già sfiorarsi una mano creava turbamento, ed era proprio più difficile.
Adesso non c’è corteggiamento o brividi, è un tutt’uno per la miseria!!!

#escile ed è fatta.
devo ammettere che sono un pò invidioso delle nuove generazioni, almeno in alcune cose eheheheh

😂😂😂
E certo! Solo troppo presto e troppo in fretta!!!!

That escalated quickly O_o

Giusto per correttezza, sono una persona onesta e devo dirtelo: io sarei annegata in quel metro d'acqua, giuro!
Come sempre, il racconto è fluido e interessante, piacevolissimo alla lettura, fa sorridere e non annoia mai!
Ogni volta si apprendono mille piccoli dettagli inaspettati, dalle acconciature improbabili delle vecchie prof ...alle tue (meno improbabili, devo ammetterlo! Almeno non eri un bignè!)

e che ne sai che non ero un bignè......non ho ancora messo foto, soprattutto perchè ci troviamo in un periodo storico dove le uniche foto erano su qualche rullino da 12 o da 24 che veniva tirato fuori solo in occasioni importanti! per ora è un mistero misterioso che non vi fa dormire la notte, oh cari lettori!!!

Mistero misterioso! Oooooh, escile (le foto)!

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