BackHome: Orti sociali, il cambiamento delle piccole cose

in #ita6 years ago

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Alla periferia est di Napoli, nel quartiere di Ponticelli, tra le strade che conosco alla perfezione e i palazzi scarrupati divenuti ormai punti di riferimento per orientarsi nel territorio, c’è un grande parco, una Villa comunale. Villa De Filippo, in onore della famiglia che ha visto nascere il genio della comicità napoletana. Inaugurata e poi abbandonata per tanti anni, riaperta e messa a nuovo per i cittadini del quartiere, oggi sono andata a farci una passeggiata, munita di cane e papà. Mancavo da tanto. Il colonnato che circonda il parco è di cemento armato grigio e rosso. Un look industriale decadente, di quelle ormai conosciute ai più grazie ai tanti film e serie tv di successo ambientati da queste parti negli ultimi anni. La piazza centrale è circondata di aiuole ordinate , con alberi, piante, fiori. All’ombra gruppetti di signore chiacchierano mentre i cani scorrazzano sul prato. Dei ragazzini giocano a pallone, altri sulle altalene. Il sole è alto e splende, il vento soffia, fresco. Una bella mattina estiva. Ci avventuriamo seguendo il perimetro del porticato di cemento. Lo percorriamo tutto e arriviamo in fondo, a un cancello che si apre su un altro appezzamento di terra, grande, verde, verdissimo. Un mosaico colorato sul portico recita ”orto sociale”. Ai due lati, campi coltivati con le più svariate piante: zucche, zucchine, pomodori, peperoncini, piante aromatiche, melanzane, fiori, lavanda, girasoli. Ogni tanto uno spaventapasseri improvvisato. Su un lato, un gruppo di persone sistema le verdure nelle cassette. Una signora pulisce i fagiolini, un’altra sceglie i fiori di zucca migliori da portarsi a casa. Un signore ferma mio padre. Un amico d’infanzia, si riconoscono. Ci racconta: qualche anno fa, una dottoressa dell’ASL 1 di Napoli, Anna Ascione, nell’ambito di un progetto di riabilitazione dalla tossicodipendenza, pensò di chiedere al comune di Napoli il permesso di utilizzare i terreni inutilizzati della villa comunale, abbandonati e incolti. L’obiettivo era metterli a nuovo e realizzare attività per il percorso riabilitativo dei ragazzi: far nascere qualcosa grazie al proprio lavoro, impegno, dedizione e fatica. Coltivare la terra per recuperare se stessi. Come tutor, dei pensionati del quartiere. Poi, poco a poco, arrivarono le richieste di altri cittadini, abitanti del quartiere, uno di quelli difficili e carichi di problematiche sociali. Oggi, gli orti sociali sono un centinaio su un ettaro di terreno comunale, e raccontano storie. La storia di una possibilità non negata ma accolta che permette a qualcosa di buono di nascere dalla terra, in un quartiere problematico troppo spesso ricordato per fatti di cronaca. Ma anche qui, basta seminare il seme giusto per provare a far nascere il cambiamento.

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[tutte le immagini sono di mia proprietà]

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Bellissima iniziativa per dare nuove possibilità, nuova vita, nuovi punti di vista, nuove amicizie e tanto altro. Sicuramente potrebbe essere riproposta anche in tanti altri territori.

Sì, è sicuramente Scalabile, se si superano i problemi burocratici e c’è una buona risposta dal territorio! A piccoli passi 😄😉

Il cambiamento nasce dalle piccole cose e da piccoli atti d'amore!
Un'iniziativa splendida, so che anche a Palermo stanno cercando di organizzare qualcosa del genere e mi auguro che lo facciano un po' ovunque. È un modo piacevole ed efficace per ridare dignità ai luoghi e alle persone!

Come sempre, un lavoro fotografico esaustivo e meraviglioso, grazie !

Mi auguro che l'esperienza sia lunga e positiva, ci sono terre in cui le persone operano in silenzio ma operano. Non si lasciano intimorire dalle condizioni sociali, diciamo, particolari. Nella mia bella Palermo, ultimamente stanno cercando di recuperare un quartiere popolare e storico, quello del mercato di Ballarò, dando nuova linfa ed educando chi ci abita al rispetto e al bello, ma anche all'allegria e alla condivisone. Ci sono realtà che meritano, che possono offrire sorprese incredibili, basta soltanto allungare la mano, avere fiducia e darsi da fare!

Grazie davvero di aver condiviso con noi quest'esperienza, è un bel segno di speranza!

In città complesse e ricche come le nostre, è sempre caotico e difficile far partire idee che durano nel tempo. Al di là delle iniziative “alte”, lavorare in quartieri difficili è la vera sfida da cogliere e vedere questa oasi verde nel mezzo di palazzoni dormitori, cemento e superstrade è stato davvero istruttivo. Ho avuto modo di chiacchierare con la fautrice dell’iniziativa e ne ho apprezzato la carica, l’entusiasmo e la dedizione, sebbene stia lavorando a ciò da due anni non senza problemi, intoppi, paletti burocratici. Ho capito che la volontà ferrea è fondamentale e spero che la trovino sempre più persone! Grazie per il bel commento come sempre!

Veramente una bellissima iniziativa, non la conoscevo.

Complimenti per il layout e per le foto, un'impaginazione di altissimo livello!

È stato molto bello parlarne con chi ci lavora, e vedere qualcosa di “fatto”, anche se c’è ancora molto lavoro da fare e i problemi non mancano, ovviamente! 😉 grazie per il commento!

Che belli questi progetti... si recuperano pezzi di città e pezzi di vita, ci si prende cura della terra e delle persone, e i frutti si vedono, letteralmente...

Si è stato molto istruttivo e positivo vedere in mezzo a un posto obbiettivamente degradato un inizio di recupero, in tanti sensi!

Trovo stupenda l'idea di una crescita che va ben oltre quella degli ortaggi di questi orti. Il tessuto sociale si può ricreare o consolidare partendo dallo stare insieme per godere dei frutti della terra. Fra l'altro sono iniziative che permettono di riconnettersi con cose semplici e autentiche, lontano dall'alienazione di oggi.. complimenti, anche per le foto che starebbero bene su una rivista (soprattutto la penultima) 😉

Grazie! La strada da fare è ancora parecchia, ma è la direzione giusta per provare a cambiare qualcosa! Condivisione e aiuto reciproco, le basi per provare a risolvere i problemi!

Bellissima iniziativa per dare nuove possibilità, nuova vita, nuovi punti di vista, nuove amicizie e tanto altro. Sicuramente potrebbe essere riproposta anche in tanti altri territori.

Bella iniziativa di cui non ero a conoscenza, sicuramente vedere qualcosa che cresce grazie al proprio impegno e dedizione è uno dei modi migliori per ritrovare se stessi.
Complimenti per la bella descrizione,le foto e l'impaginazione 😊

Grazie mille! Si, lavorare su qualcosa di concreto per lavorare su di sé trovo sia davvero utile! 😄

Lodevolissima iniziativa, valida sotto tanti punti di vista, della riqualificazione del territorio, della soddisfazione per chi coltiva la terra, dell'impegno quotidiano da dedicare a questa opera, un progetto davvero con elevatissimo impatto sociale, complimenti agli ideatori di questa interessantissima proposta ed a te, che hai fatto un ottimo reportage di tutto quanto, con foto molto professionali

Grazie @mad-runner! Spero di riuscire a farne di più di post simili, a caccia di iniziative positive ! 😄

Sempre piacevole leggere/vedere i tuoi post!

Grazie mille caro!

dovrebbero farlo tutte le città
La dottoressa Ascione ha avuto lungimiranza al contrario di molti governanti

Ha avuto un’intuizione, di quelle in cui provi s prendere due piccioni con una fava. Ci sta riuscendo, sperando continui e il progetto migliori sempre più! Grazie per il commento!

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