SIERRA STORYTELLING: L’ALFA ROMEO GRIGIO PERLA

in #ita6 years ago (edited)

Questo racconto è stato scritto e pensato come partecipazione al neverendingcontest di @spi-storychain

S2-P2-I1
Tema: Alfa Romeo Grigia
Ambientazione: Anni ‘50
proposto da @pawpawpaw

Un ringraziamento speciale a @piumadoro per aver commentato in chat che con questo tema Sierra “ci andrà a nozze”, dandomi così lo spunto decisivo.

ATTENZIONE
Trovandomi a comporre il racconto all’ultimo momento, non ero inizialmente riuscita ad inserire tutti i dettagli che volevo. Quella che state leggendo è perciò una versione più ricca di quella che ha effettivamente partecipato al contest, pubblicata solo successivamente alla proclamazione dei risultati.

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Cristina era sola nella grande camera da letto dei genitori. Aveva chiesto lei qualche minuto di riflessione e sia la madre che la sorella avevano di buon grado acconsentito, raggiungendo gli altri parenti nella veranda, dove veniva in quel momento servito un piccolo aperitivo per intrattenerli in attesa di poter finalmente vedere la sposa.
Agnese e Maria avevano aiutato Cristina a pettinarsi, truccarsi e vestirsi. Non aveva voluto nessun altro, nonostante le amiche l’avessero avvertita che ingaggiare un’esterna avrebbe potuto aiutare, nel caso le tre donne fossero state troppo emozionate per lavorare al meglio. Ma erano una famiglia di donne concrete e serie lavoratrici, non soggette a inutili sentimentalismi, e, d’altra parte, la madre era la sarta più ricercata della città e sia Cristina che la sorella avevano studiato da estetiste. Maria già lavorava come parrucchiera da un paio d’anni.
Cristina preferiva il trucco, invece, e avrebbe forse potuto iniziare una carriera in quell’ambito, se non si fosse fidanzata così presto con Luca, solo sei mesi dopo essersi conosciuti. Il suo desiderio era sempre stato quello di sposarsi e dedicarsi interamente alla famiglia, come aveva fatto sua madre, le cui abilità sartoriali erano sempre rimaste un hobby e una priorità assolutamente secondaria rispetto al marito e alle figlie. Conoscere Luca ed innamorarsene era stato un tutt’uno. Anche lui, come lei, desiderava una tranquilla vita familiare e non aveva timore di assumersi oneri e onori tradizionalmente spettanti al capofamiglia. Quando, dopo pochi mesi di frequentazione, Luca si era presentato a casa di Cristina per chiederne la mano a suo padre, nessuno era rimasto sorpreso ed entrambe le famiglie avevano accolto di buon grado la notizia, avendo avuto modo di apprezzare il profondo legame che sembrava aver unito i due giovani sin da subito. Le nozze erano state fissate di lì a poche settimane.

A tutto questo pensava Cristina in quei pochi momenti da sola, prima che tutto avesse finalmente inizio. A questo e a molto altro ancora. Nonostante la sua indole concreta, era ora in certo modo preda dell’emozione, nata in lei nel momento in cui si era vista per la prima volta allo specchio, pronta per l’altare. Il suo abito era semplice e tradizionale. Spalle, braccia e décolleté erano adeguatamente coperti e la linea dell’abito era elegantemente costruita sulle sue forme ma assolutamente non volgare. Il trucco era più curato del solito, ma non pesante, e come acconciatura Maria aveva optato per un semiraccolto su cui era stato facile adagiare la pettinina del velo e che aveva consentito di incorniciare il volto della sposa di morbidi boccoli. Cristina ora si guardava allo specchio, trovandoci riflessa l’immagine di una perfetta sposina. Sarebbe riuscita ad essere all’altezza?
Del suo amore per Luca non dubitava minimamente, così come del fatto di asserne ricambiata. Ma ora che la realizzazione del suo sogno familiare era così vicina, temeva di venirvi meno lei stessa. Sarebbe riuscita ad essere una buona moglie? La moglie che Luca meritava? L’avrebbe apprezzata ed amata sempre? Non si sarebbe, forse, un giorno pentito della sua scelta, pensando che avrebbe piuttosto dovuto sposare una donna più simile a lui, laureata, lavoratrice… un’ambiziosa donna in carriera, invece che una casalinga di umili origini? Sperava con tutto il cuore non fosse così.
E poi, c’era stanotte. A quello, Cristina cercava di pensare il meno possibile, ma non riusciva proprio a farne a meno. Fedele ai valori tradizionali della morale familiare, pur a 25 anni non aveva ancora conosciuto il tocco intimo di un uomo. I flirt che avevano preceduto l’incontro con Luca non erano mai andati oltre qualche bacio occasionale e Cristina aveva inizialmente avuto paura che anche Luca, come altri prima, avrebbe reagito con sdegno alla sua ferma convinzione di concedersi solo a suo marito. E invece Luca non solo non l’aveva giudicata, ma l’aveva amata ancora di più per questo. Certo, facile non doveva essere stato. Anche Cristina, che ancora non sapeva “cosa si stava perdendo”, era stata molto tentata di cedere, nell’ultimo periodo. Per Luca doveva essere stato ancora più difficile.
Ma te poche ore, finalmente, sarebbero stati marito e moglie. E quella notte, dopo la festa...

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Luca si controllò un’ultima volta i capelli, la cravatta, il fermacravatta, il fiore all’occhiello… Tutto doveva essere perfetto, oggi. Perfetto come Cristina, che presto sarebbe stata pienamente e indissolubilmente sua. A stento conteneva l’emozione.
<Luca, ti giuro che se ti guardi un’altra volta a quello specchio mi scambio di posto con Maria, appena arrivano. Pensavo di essere il testimone dello sposo, non di una sposina narcisista e perfettina,> lo canzonò Xander, il suo testimone.
Luca rise e per tutta risposta gli diede un amichevole pugno sul braccio. <E dai, voglio solo essere all’altezza, no?>
<Ma figurati. Tu vuoi scopare, ecco quello che vuoi. Tutta questa cerimonia è solo l’anticamera del sesso mondiale che farai stanotte, bello.>
<Smettila. Lo sai che non è per quello che sposo Cristina.>
<E vorrei anche vedere! Difficile sposare una per il sesso se nemmeno sai come lo faccia,> sghignazzò Xander. Luca gli fece una matura e ben ponderata linguaccia. Il segno evidente che era ormai pronto a sposarsi e mettere su famiglia.
In realtà, Xander non aveva tutti i torti. Luca aveva avuto il suo buon numero di storie ed avventure, negli anni, e non arrivava certo vergine all’altare. Però nessuna tra le donne che aveva conosciuto prima di allora l’aveva mai particolarmente entusiasmato, anche se non sapeva bene come articolare ciò che cercava. Quando conobbe Cristina, però, tutto fu più chiaro. Era lei che cercava. Una donna intelligente e di spirito, ma anche dimessa e dedita alla casa e alla famiglia. Un angelo del focolare. Non disprezzava le donne con cui era uscito fino ad allora, né giudicava negativamente quelle che erano venute a letto con lui, ma in Cristina aveva trovato una semplicità e una tranquillità che sapeva essere ciò che desiderava dal proprio futuro familiare. Quando aveva scoperto che intendeva arrivare vergine al matrimonio e concedersi solo al marito per tutta la vita, non ebbe più alcun dubbio: la desiderava come donna e come moglie e non intendeva correre il rischio che qualcuno gliela portasse via. L’avrebbe sposata. Il prima possibile.

Fortunatamente, anche in questo Cristina gli era affine. Il loro corteggiamento era stato accorto e sempre appropriato, ma pur non bruciando alcuna tappa avevano proceduto spediti verso un fidanzamento che entrambi desideravano ardentemente e che aveva seguito di poco le presentazioni ufficiali in entrambe le famiglie. La famiglia di Luca aveva inizialmente accolto con sospetto la notizia di questo rapporto appena sbocciato e già così avanzato. Erano imprenditori di un certo livello nel loro ambiente e l’azienda era in forte espansione: Luca, come primogenito, dopo la laurea in economia e commercio aveva affiancato immediatamente il padre negli affari di famiglia e presto sarebbe stato nominato responsabile del lancio di una propria filiale. Era perciò necessario proteggerlo da scelte matrimoniali troppo avventate. Quando conobbero Cristina, però, i genitori di Luca capirono di non avere nulla da temere: notarono da subito l’amore e l’affiatamento che legava i due giovani e ritennero che l’attaccamento di Cristina a Luca fosse sincero. Anche la famiglia di Cristina, d’altra parte, aveva accolto Luca a braccia aperte, consapevoli del valore della figlia e certi che avrebbe potuto essere moglie eccezionale per l’uomo giusto: e se per Cristina l’uomo giusto era Luca, si sarebbero fidati.
Si fidanzarono di lì a breve, in una calda sera d’estate e sotto un cielo ricolmo di stelle, durante un picnic notturno che Luca aveva organizzato per l’occasione. Cristina aveva sempre sognato un matrimonio invernale e perciò la data fu fissata di lì a pochi mesi. I successivi tre mesi erano stati meravigliosi ma anche molto impegnativi, come Xander continuava insistentemente a ricordargli. Sia per l’organizzazione delle nozze, di cui peraltro si erano fatte carico più che altro le donne della famiglia di Cristina, sia per l’impegno preso di attendere il matrimonio prima di consumare il loro amore anche fisicamente. Il desiderio di Cristina, peraltro, era di conservarsi per il marito, perciò a patto che poi il matrimonio avesse effettivamente luogo non sarebbe stato troppo sbagliato anticipare i tempi, una volta fidanzati. Ma Luca intendeva rispettare fino in fondo l’impegno dell’amata e accettò l’attesa, per quanto difficile. Finalmente, però, il giorno era arrivato. Stasera tutta questa attesa sarebbe stata ripagata O anche prima, se tutto fosse andato come sperava.

<Luca, ha chiamato Maria. Stanno partendo. Si va in scena, bello!>

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Wikimedia Commons

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Cristina infine si era fatta coraggio ed aveva raggiunto i familiari in veranda. Il suo arrivo era stato accolto da entusiastiche manifestazioni di affetto, complimenti, congratulazioni e qualche lacrima dalle parenti più sensibili. Suo padre l’aveva guardata con orgoglio e sua madre e Maria le avevano ronzato attorno per qualche minuto, assicurandosi che tutto fosse in ordine. Poi l’avevano dichiarata pronta e la processione per la chiesa era iniziata. Agnese a Maria furono le ultime a partire e prima di uscire Maria telefonò alla chiesa, per avvertire lo sposo affinché fosse pronto al loro arrivo. Infine, fu il turno di Cristina e suo padre.
Fuori casa li aspettava la macchina. Una meravigliosa Alfa Romeo Giulietta Spider in prestito da uno zio estremamente benestante di Luca. Un modello di gran lusso quando era stata commercializzata per la prima volta, nel 1950, e attualmente un pezzo da collezione, che lo zio aveva mantenuto in perfetta forma. Luca e Cristina, che in tutto rispecchiavano la tipica coppia anni ’50 e su questo tema avevano impostato la loro giornata, non avrebbero potuto desiderare veicolo più appropriato. Non era un’auto bianca da sposa, ma di un elegantissimo grigio perla. Era arrivata la sera precedente e il padre di Cristina era rimasto molto colpito. Cristina sospettava fosse più emozionato all’idea di guidarla fino alla chiesa piuttosto che alla prospettiva di dare la figlia in sposa nell’ora successiva.

Il viaggio fu breve e in men che non si dica avevano raggiunto il resto della famiglia, che li aspettava sui gradini della chiesa assieme ai parenti di Luca e agli altri invitati, tutti radunati per assistere all’arrivo della sposa. Ovviamente, tutti tranne lo sposo e il suo testimone. Una volta che gli invitati ebbero avuto modo di meravigliarsi e ammirare la sposa in tutta la sua virginale bellezza, entrarono ordinatamente in chiesa per assistere alla cerimonia. Quando tutti ebbero preso posto, la tenda che separava l’ingresso della chiesa dalla navata fu nuovamente richiusa, in modo che Cristina e suo padre potessero prepararsi al loro ingresso. A Cristina sembrò fosse passato appena un attimo tra quando aveva aperto la portiera dell’auto al momento in cui si trovò in piedi davanti alla tenda, il braccio stretto a quello di suo padre, ascoltando le prime note della marcia nuziale.

A detta di molti, la cerimonia fu bella e molto toccante. Gli sposi sorrisero dall’inizio alla fine e c’é chi sostenne che, in più punti, avessero addirittura gli occhi lucidi. Ma la loro voce era serena e sicura mentre pronunciavano le rispettive promesse e se qualcuno si scambiò occhiate curiose quando Cristina promise di “amare, onorare e obbedire” a Luca, mentre Luca si impegnò ad “amare, onorare e proteggere” Cristina finché morte non li avesse separati, chi meglio li conosceva non fu assolutamente sorpreso dalla scelta delle parole. Un’ora dopo l’ingresso in chiesa di Cristina, lei e Luca erano finalmente marito e moglie, davanti a Dio e alla legge, con disposizione che alcuno provasse a separarli.

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Pixabay

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Dopo le firme, alcune foto, il riso, i baci e le congratulazioni di rito, Luca e Cristina salirono assieme sulla Giulietta Spider grigia e si allontanarono tra i clacson e gli auguri degli invitati, che li avrebbero preceduti al ristorante mentre loro andavano a posare per il servizio fotografico. Il fotografo li seguiva con la sua auto, ma qualche minuto dopo la partenza Cristina si accorse che girava, mentre loro proseguivano dritti verso il parco dove avrebbero dovuto realizzare il servizio. Quando lo disse al marito, però, Luca non sembrò sorpreso.
<Tranquilla, tesoro. Ci raggiungerà a breve, gli ho chiesto io di lasciarci qualche minuto soli, moglie mia. Lasciaci godere un po’ l’uno dell’altra prima di tornare a farci circondare da parenti e amici.>
Cristina gli sorrise, grata. Anche lei sentiva il bisogno di stare un po’ da sola con lui.

Arrivarono al parcheggio, che trovarono prevedibilmente deserto. Avevano scelto quel parco sia perché splendido, in autunno, sia perché assai poco frequentato a quell’ora del giorno. Cristina si slacciò la cintura e stava per scendere dall’auto quando Luca la fermò.
<No, non scendere moglie mia. Restiamo in macchina.>
<E cosa facciamo qui dentro, marito caro,> rispose lei con un sorriso al nuovo vezzeggiativo.
<Quello che avrei voluto fare sin dal primo momento che ti ho visto, mia adorata.>
Con queste parole, Luca si sporse oltre la moglie, abbracciandola e facendo scattare un meccanismo che ribaltò all’indietro il suo sedile. Cristina fu improvvisamente orizzontale e Luca le fu velocemente sopra.
<Baciami, Cristina.>
Sorpresa, Cristina obbedì, ma poco dopo sospinse il marito leggermente indietro guardandolo con fare interrogativo. <Luca, ma che stiamo facendo?>
<Non ti sembra ovvio, mia cara. Consumiamo la nostra sacra unione.>
<Qui?> Reagì sconvolta Cristina. <Adesso?>
<Assolutamente sì.>
<Amore ma non va bene, non può andare bene. Non dovrebbe essere così. Dobbiamo aspettare stasera, la suite di miele…>
Ma Luca non sentiva ragioni. Aveva iniziato a baciare la moglie su ogni centimetro accessibile del suo corpo, che al momento non era poi molto. Nel frattempo, aveva anche iniziato a sollevarle la gonna. Cristina era quasi senza parole, ma cercava comunque di far ragionare il marito.
<Luca, ma insomma! E poi, l’auto dello zio… non è rispettoso…>
Luca rise. <Di quello non devi preoccuparti, tesoro. Stai tranquilla che se c’è qualcuno che sicuramente approverebbe sarebbe proprio quel mascalzone dello zio Arduino.>
<Ma non é comunque nemmeno la nostra auto. Stasera dovremo restituirla.>
<Nemmeno la suite in cui passeremo la notte è nostra. Almeno quest’auto resta in famiglia.>
Cristina non sapeva più che dire, ma non era così che avrebbero dovuto consumare il loro primo rapporto. Il suo primo rapporto. Luca interruppe la sua frenetica attività e guardò la moglie negli occhi.
<Cristina. Amore mio. Lo so che non è così che immaginavi la nostra e la tua prima volta, ma ascoltami, ti prego. Aspetto questo momento dalla prima volta che ti ho visto. Ho apprezzato e rispettato la tua decisione di aspettare, ti ho amata anche per questo. Abbiamo tutta la vita per fare l’amore ovunque ed in qualunque modo tu desideri e ti prometto che farò del mio meglio affinché ciascuna futura occasione sia a suo modo speciale. Ma hai appena promesso, davanti a Dio e a tutti i nostri amici, di amarmi, onorarmi e obbedirmi. Ti prego, ho bisogno di farti mia in questo esatto momento.>
Cristina non riuscì ad opporre alcuna obiezione a un appello tanto accorato. Aveva passato tanto tempo a rimandare e sottrarsi a questo tipo rapporti, che ora non aveva idea di cosa aspettarsi o cosa fare. Luca, in compenso, sembrava non avere alcun dubbio. Finì di sollevare la gonna della moglie, si abbassò i pantaloni e ricominciò a baciarla con trasporto, fino a quando anche Cristina non si dimenticò di ogni perplessità e lo lasciò fare.

Cristina non era certo ignara della teoria dei rapporti intimi tra uomini e donne. Sua sorella Maria già da tempo era intima col fidanzato, nonostante non avessero ancora ufficializzato niente, e l’aveva doverosamente istruita in proposito. Così come alcune altre amiche con cui Cristina era particolarmente in confidenza. Ma la teoria non era pratica e Cristina, colta totalmente alla sprovvista, non aveva assolutamente idea di cosa fare e come comportarsi. Tanto più che l’ampio vestito e gli spazi ristretti la ingombravano ancora di più. Aveva acconsentito al desiderio di Luca di consumare lì e ora, ma sperava con tutto il cuore che almeno lui sapesse cosa fare e gli si affidò completamente.
Luca, dal canto suo, non solo aveva già la sua buona esperienza alle spalle, ma non era nemmeno estraneo si rapporti consumati in una macchina. Anzi, proprio in auto aveva perso la verginità, svariati anni prima e con una donna più vecchia, perciò trovava in qualche modo romantico condividere ora con Cristina se non la prima esperienza in assoluto almeno il luogo. Ma questa parte gliel’avrebbe forse raccontata più avanti. Molto più avanti. In ogni caso, questa era pur sempre la sua prima volta in un’auto così lussuosa e con abiti così formali e ingombranti a cui stare, tra l’altro, particolarmente attenti. Non voleva assolutamente trascurare l’importanza di questo momento per Cristina e perciò fece del suo meglio per mantenerla costantemente al centro delle proprie attenzioni, baciandola, accarezzandola e vezzeggiandola.
Cristina rispondeva ad ogni bacio e ogni carezza al meglio delle proprie possibilità. Di quello, nei mesi precedenti, aveva decisamente fatto pratica. Luca era sempre Luca, il suo amato e amante. Ora suo marito. Per sempre. Ma la sua bocca era quella che già conosceva, così come le sue mani, il peso e il calore del suo corpo su di lei. Ne seguiva i contorni, la morbidezza e le rigidità, lo baciava e abbracciava con trasporto, mentre lui cercava di creare un contatto più diretto tra i loro corpi. Improvvisamente, dopo strati di tessuto, le mani di Luca raggiunsero la pelle di Cristina e l’uomo iniziò ad accarezzarle le cosce nude, prima lentamente e dall’esterno e poi verso l’interno e sempre più insistentemente, mentre Cristina, che continuava a baciarlo, sentiva il proprio battito accelerare e un calore diffondersi attraverso tutto il suo corpo dal suo centro più profondo. Con circospezione, le mani di Luca superarono anche la barriera degli slip di Cristina, insinuandosi tra le sue pieghe più intime e inesplorate, trovandole turgide e già umide di desiderio per lui. Solo per lui.
Luca cercò di prolungare quel momento il più possibile, ma quando ormai sapeva di aver raggiunto il limite si interruppe il tempo necessario per slacciarsi i pantaloni e liberare la propria erezione, già dirompente. Afferrò le mani di Cristina e le portò a toccarlo, a conoscerlo per la prima volta senza alcun ingombro di tessuto. Cristina fu sorpresa del contatto, ma non respinta. Chiuse le proprie mani attorno alla virilità del marito e la accarezzò qualche momento scoprendo che aveva parti più ruvide e altre più lisce. Si dispiacque di non riuscire a vederlo dalla posizione in cui era costretta. Ma come aveva detto Luca, ci sarebbero state molte altre occasioni per rimediare. Il tocco di Cristina sembrò avere un effetto decisivo nei confronti del marito, che dopo solo qualche istante con una mano riprese quelle della moglie e con l’altra afferrò il proprio membro, avvicinandolo finalmente alla meta tanto agognata. Con un dito scostò gli slip della moglie e si assicurò ancora una volta che lei fosse pronta a riceverlo. Smise per un attimo di baciarla e la incoraggiò a guardarlo negli occhi mentre con un movimento deciso la penetrava per la prima volta di molte, moltissime a venire.

Mezz’ora dopo, quando arrivò il fotografo, erano entrambi di nuovo perfettamente rivestiti e pettinati e solo il marcato rossore delle guance di Cristina tradivano il fatto che non fossero più quelli che erano nel momento in cui erano usciti dalla chiesa.

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Pixabay

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Il pranzo fu un turbinio di cibo, brindisi e congratulazioni da amici e parenti. Verso fine giornata, sia Luca che Cristina erano allegramente alticci e così molti tra i loro invitati. I brindisi finali, prima del taglio del dolce, furono lunghi, sentiti e per gran parte assai divertenti. L’ultimo a parlare fu Arduino, lo zio benestante di Luca, che aveva prestato loro la meravigliosa Alfa Romeo grigio perla dove avevano, tra l’altro, consumato il loro primo rapporto sessuale appena poche ore prima. Arduino augurò loro tanta felicità è molti figli che allietassero la loro unione, così come altri prima di lui. Poi arrivò la sorpresa finale.
<Ragazzi miei, sapete che io non ho avuto il bene di trovare l’amore che vi unisce, nella mia lunga vita. E non ho figli. Ma Luca è il mio adorato nipote e questo giorno voglio partecipare alla vostra gioia, per come mi è possibile. Spero che abbiate gradito l’auto che ho scelto per voi, oggi, perché ho già provveduto a trasferirne la proprietà a Luca questa mattina. È vostra ragazzi. Mi raccomando, fatene buon uso.>

Luca e Cristina si guardarono e, ridendo felici, brindarono con tutti gli altri. Ringraziando poi con grande enfasi il generoso zio Arduino.

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Cristina e Luca sono comparsi anche nel precedente racconto IL PRANZO DI FAMIGLIA.
Probabilmente compariranno ancora.

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When I'm good, I'm really good. But when I'm bad, I'm better.
Mae West

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WOW, ci sei "andata a nozze" letteralmente, AHAHAHA... Grazie per la menzione, un racconto castamente eccitante!

PS: Dopo la recente modifica, un po' meno "castamente" direi...

Molto bello. Delicato.

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