Non chiudete quella porta - L'inquinamento indoor
La casa è il luogo entro il quale ci rifugiamo per paura del mondo che è fuori di noi.
Cesare Zavattini
Molte persone, tra cui Cesare Zavattini, ritengono la casa un luogo sicuro, un posto in cui trovare rifugio anche nei momenti peggiori. Probabilmente, nello scrivere queste parole, non aveva però preso in considerazione alcuni fattori che possono rendere il luogo in cui viviamo uno dei posti più pericolosi e meno sicuri. Esiste infatti un mostro silenzioso con il quale, spesso, condividiamo la nostra esistenza senza nemmeno rendercene conto; qualcosa, per certi versi, molto simile al mostro che molti bambini immaginano nascosto sotto il loro letto o all’interno dell’armadio.
Stiamo parlando dell’inquinamento indoor, ossia quelle che il Ministero dell'Ambiente già nel 1991 aveva definito come "la presenza nell’aria di ambienti confinati di contaminanti fisici, chimici e biologici non presenti naturalmente nell’aria esterna di sistemi ecologici di elevata qualità".
Cosa può esserci di così dannoso nelle nostre case?
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Bagno
Nei nostri bagni è possibile riscontrare la presenza di sostanze sospette cancerogene quali cloroformio, para-diclorobenzene e il tricloroetilene.
In particolare, il processo di clorazione dell’acqua può causare il rilascio di cloroformio, una sostanza particolarmente pericolosa, sospetta cancerogena e fonte di danni epatici, ai reni ed al sistema nervoso centrale. La media delle concentrazioni di cloroformio nell’aria indoor, durante alcune misurazioni nel giugno 1987 a Los Angeles, è risultata di 1,4 ug/mc di notte e 1,1 ug/mc durante il giorno. Questi valori hanno dimostrato che il cloroformio nell’aria interna è presente in concentrazioni da quattro a cinque volte superiori rispetto all’aria esterna e che i livelli possono essere ancora più alti nella doccia.
Inoltre nel bagno è possibile trovare il para-diclorobenzene , sostanza cancerogena ed irritante la cui fonte principale sembrerebbe essere costituita dalle palline di naftalina, ed il tricloroetilene correlato all’utilizzo di spray aerosol e, di nuovo, ai processi di clorazione dell’acqua . Quest’ultimo può essere causa di capogiri e respirazione irregolare. Inizialmente utilizzato come solvente per il lavaggio a secco, venne soppiantato dal tetracloroetilene a causa della potenziale tossicità. A sua volta, però, il tetracloroetilene è oggi definito come “rifiuto pericoloso”, e può causare disturbi nervosi, danni al fegato, ai reni ed è potenzialmente cancerogeno.
Questi solventi clorurati, inoltre, rappresentano una delle forme più importanti di inquinamento delle acque sotterranee, a causa della loro grandissima diffusione in quanto largamente utilizzati come sgrassanti per parti di macchine e prodotti elettronici, per la pulizia dei metalli e dei vestiti (lavanderie), oppure come solventi e materie prime nell’industria chimico-farmaceutica (farmaci, vernici, coprenti ed adesivi).
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1,4-dichlorobenzene.
Camera da letto
Il para-diclorobenzene è rintracciabile anche nel luogo che solitamente si ritiene il più sicuro: la camera in cui si dorme. Oltre alle palline di naftalina (principale composto delle palline antitarme utilizzate negli armadi per proteggere i capi di lana) questa sostanza cancerogena potrebbe infatti derivare anche dall’utilizzo di deodoranti e assorbi-odori.
Meno frequente, ma comunque presente, l’ossido di azoto, rilasciato da stufe a gas non ventilate, stufe a legno o kerosene, che può comportare danni ai polmoni, mal di testa e raffreddore. Queste strutture sono inoltre correlate al rilascio di un secondo composto altamente pericoloso: il monossido di carbonio. L’avvelenamento di monossido di carbonio è molto comune; negli Stati Uniti ogni anno sono eseguite più di 50000 visite al Dipartimento di Emergenza per questo problema. In Italia sono stati registrati 66 morti nel 2001 e 240 nel 2002. Questo composto, definito il killer silenzioso continua ad essere la fonte di intossicazione accidentale più comune nei Paesi occidentali e può essere causa di manifestazioni cliniche acute e ritardate potenzialmente gravi o letali. Tra i sintomi è possibile annoverare mal di testa, sonnolenza e battito cardiaco irregolari.
Infine, anche i cosmetici o le imbottiture dei nostri mobili, e quelle dei pannelli isolanti, possono nascondere un lato pericoloso: possono infatti rilasciare aldeide formica, una sostanza che può causare irritazioni agli occhi, alla laringe, alla pelle e ai polmoni, oltre nausea e capogiro. Questo composto chimico, infatti, evapora nell’aria dai materiali di costruzione classici quali truciolare, fibra di legno e dalle lastre impregnate con resine urea-formaldeide e fenolo-formaldeide.
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Fibre di amianto.
Cucina
Alcune delle sostanze citate (ossido di azoto e monossido di carbonio) si possono rintracciare con estrema facilità anche in cucina. In certi casi è possibile trovare tracce di amianto nell’isolante delle tubature, in soffitti a base di vinile e talvolta nei pavimenti. L’amianto può causare malattie ai polmoni, e talvolta il cancro. L’impiego di questo materiale è stato ampliamente diffuso dal 1877 al 1992, anno del divieto di legge. Nell’edilizia veniva impiegato nel cemento-armato, per lastre di protezione (eternit), pannelli per isolamento antincendio, tegole, tubi, piastrelle, decorazioni e intonaci isolanti.
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Benzo-a-pyrene.
Salotto
Innumerevoli sostanze già riscontrate precedentemente, si trovano facilmente anche in soggiorno, tra cui l’aldeide formica, ossido di azoto, monossido di carbonio. Si aggiungono il benzo-alfa-pirene, derivato da sigarette o dalle stufe a legna, la cui inalazione può riflettersi nei casi più gravi nella comparsa di cancro ai polmoni. Idrocarburi aromatici tra cui stirene e benzene si trovano facilmente nei collanti utilizzati per le moquette. Queste sostanze possono arrecare danni a lungo termine al sistema nervoso centrale, al fegato e al rene. Il benzene proveniente dallo smog viene trattenuto nella carta da parati o nella moquette e viene rilasciato gradualmente negli ambienti. Il cloruro di metilene, la cui sorgente principale sono i diluenti e i solventi, può causare disturbi notevoli tra cui il diabete; meno pericoloso del cloroformio ha rimpiazzato quest’ultimo come solvente in molti ambiti.
Infine può influire sulla nostra salute anche il Radon-222, un gas ad alta radioattività che può derivare dal suolo, dalle rocce poste sotto le fondamenta o dai pozzi di raccolta di acqua. Penetra attraverso le fessure e piccoli fori delle cantine nei piani seminterrati e ristagna negli ambienti. Anch’esso è potenzialmente cancerogeno per le vie respiratorie e i polmoni.
Automobile
Seppur non considerato un ambiente domestico, un altro luogo chiuso con elevatissime concentrazioni di inquinante è la nostra automobile. Le strutture e gli interni sono spesso trattate con grandi quantità di prodotti chimici che, col tempo, evaporano e si accumulano, soprattutto nella stagione invernale in cui è raro aprire i finestrini, all’interno dell’abitacolo.
Conclusioni
Si stima che il tempo medio trascorso in edifici o in mezzi di trasporto si aggiri intorno al 70-98% dalla nostra vita. Nel 1990 l’EPA ha inserito l’inquinamento indoor al primo posto di una lista di 18 fonti di rischio per tumori. Le fonti principali di contaminanti indoor risultano essere, come abbiamo visto, i materiali da costruzione, gli impianti di riscaldamento, condizionamento e cottura, gli arredi e i rivestimenti (pitture murali, vernici, pavimenti). Seguono poi i prodotti per la manutenzione e la pulizia (detersivi e insetticidi), formaldeide, amianto, Randon-222 e fumo di sigaretta (benzopirene).
I livelli di particelle fini (metalli, sostanze tossiche) sono il 60% superiori nell’ambiente indoor rispetto che a quello outdoor. Nelle automobili invece i livelli di inquinamento sembra siano 18 volte superiori rispetto alle condizioni fuori dal veicolo. L’inquinamento in autoveicoli sembra pertanto raggiungere concentrazioni di contaminanti maggiori rispetto alle concentrazioni rinvenute nelle case in cui viviamo.
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Sarebbe allora opportuno riflettere su come gli inquinanti permeino le nostre vite in modi che ci sono spesso sconosciuti, e su come, purtroppo, la disinformazione sia alla base di numerosi comportamenti, talvolta incentivati dalle autorità che dovrebbero proteggerci.
Siamo sempre tutti molto preoccupati dall’inquinamento out door, tanto da aderire con convinzione alle iniziative dei comuni e delle regioni riguardo le giornate senza auto; e, diciamolo onestamente, restiamo tutti profondamente scossi e scandalizzati quando il telegiornale annuncia che per l’ennesimo giorno consecutivo nella nostra città sono stati superati i limiti per le polveri sottili.
Eppure, senza farci troppi problemi, continuiamo a restare chiusi nelle nostre auto con l’aria condizionata, piuttosto che con il finestrino abbassato, perché in questo modo ci sentiamo al sicuro da quello che c’è fuori. O ancora, teniamo le nostre case chiuse, per evitare che l’inquinamento proveniente dalla strada che passa poco lontana possa raggiungere il nostro sicuro rifugio.
Accettiamo ogni giorno di utilizzare prodotti le cui esalazioni sono molto più nocive di quelle di una marmitta, per comodità, e per poca conoscenza.
Per quanto siano sicuramente giuste e indispensabili le battaglie per ridurre l’inquinamento outdoor, è arrivato il momento di prendere coscienza di un altro grande problema del mondo moderno, e iniziare, ciascuno nel proprio piccolo, a mettere in atto delle azioni che possano proteggere sé stessi e la propria famiglia anche dal pericolo dell’inquinamento indoor. A differenza dell’inquinamento esterno, infatti, la cui responsabilità è globale, in questo caso ciascuno può essere davvero “artefice del proprio destino”, limitando la quantità di inquinanti a cui permette di entrare in casa. Certo, è necessario informarsi adeguatamente, capire cosa può farci male, e fare dei sacrifici rinunciando a prodotti utili; ma siamo convinti che, considerate le possibili conseguenze, ne valga assolutamente la pena.
Immagine CC0 Creative Commons, si ringrazia @mrazura per il logo ITASTEM.
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Bibliografia
- L. A. Wallace (2013). Human Exposure and Body Burden for Chloroform and Other Trihalomethanes.
https://doi.org/10.1080/10643389.1997.10737059 - John L. Adgate, Timothy R. Church, Andrew D. Ryan, Gurumurthy Ramachandran, Ann L. Fredrickson, Thomas H. Stock, Maria T. Morandi, and Ken Sexton (2004). Outdoor, Indoor, and Personal Exposure to VOCs in Children.
https://dx.doi.org/10.1289%2Fehp.7107 - G. Aggazzotti, G. Fantuzzi, E. Righi, G. Predieri (1998). Blood and breath analyses as biological indicators of exposure to trihalomethanes in indoor swimming pools.
https://doi.org/10.1016/S0048-9697(98)00174-0 - T. Amagai et al. (1999). A Survey of Indoor Pollution by Volatile Organohalogen Compounds in Katsushika, Tokyo, Japan.
https://doi.org/10.1159/000024649
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Sconvolgente! Non ci pensiamo mai, perchè sopravvalutiamo la pulizia, l'igiene e la sicurezza della nostra casa, e invece..! Davvero interessante, penso che dovrebbero leggerlo tutti, almeno per verificare con certezza i materiali degli interni, e comunque per evitare detersivi dannosi!
Questo sarebbe il primo importante passo, se ciascuno verificasse con attenzione quello che si mette in casa saremmo a metà dell'opera. Il problema maggiore, a mio parere, sono però tutti quei prodotti che utilizziamo perché comodi, ai quali dovremmo trovare il modo di rinunciare... Io stesso se apro il mio armadio ci trovo l'anti tarme...
Molto spesso purtroppo è vero, ciò che è più comodo è anche più dannoso..
Argomento interessante e anche complesso da affrontare. Come tecnico vedo un interesse sempre maggiore su sistemi di rinnovo dell'aria negli ambienti, le VMC (ventilazione meccanica controllata). Macchinette che hanno un certo costo, conviene installarle su una abitazione nuova mentre in caso di ristrutturazione bisogna mettere in conto delle opere murarie. Comunque sono molto performanti in fatto di recupero dell'energia, c'è la possibilità di regolare anche l'umidità dell'aria e hanno filtri di purificazione dell'aria davvero eccellenti.
bel post! complimenti.
un saluto, nicola
Credo che potrebbero effettivamente trovare largo impiego nel futuro, sia perché come giustamente dici sono molto efficienti, sia perchè potrebbero in parte arginare questo problema. Ma è ancora un argomento poco affrontato e poco conosciuto, la gente dovrebbe prenderne maggiormente coscienza prima...
House pollution is one thing, but wha is it compared to the cutlery in the kitchen, the heavy tools in the garage, and for instance the guns in the US ;) I honestly don't know what is more dangerous. Ok, pollution is invisible, so one point for this... but there are so many things that can also be done to reduce it at least ;)
I totally agree, and the fact that it is an "easily resolvable" problem should push us to deal with it.
Obviously, even weapons or heavy tools are dangerous, but they are usually isolated events: I hurt myself, I go to the hospital, I go back to my life. Instead, many domestic pollutants mark our lives in a permanent and atrocious way (just think of cancer); even worse, it seems that many of these have serious consequences in reproductive processes.
Yep, I can't argue with that. Easy solutions should be implemented :)
Dopo aver letto questo articolo, non voglio più essere a casa: D Sto scherzando. Cosa vuoi fare, beh, ogni famiglia si sta impegnando per creare le condizioni più confortevoli e pulite nella propria casa, ma non importa quanto ci provi, i batteri esistono sempre e saranno sempre. Per me la casa è un luogo sicuro, e la proteggo anche quando sono fuori (grazie al sistema di sicurezza dell'Ajax https://ajax.systems/it/ ), e viviamo con questi microbi per tutta la vita e va tutto bene, quindi non vedo motivo preoccuparsi anche di questo.