Viaggio nella grammatica Cinematografica - Le inquadrature

in #ita6 years ago

Il cinema è arte ma come ogni arte ha bisogno di tecnica, di regole e cura dei dettagli.

Quelle regole sono fondamentali perchè è dal sovvertimento di esso che sono nati i capolavori più originali, dalla messa in discussione di esse che abbiamo avuto la New Hollywood di Easy Rider o la Nouvelle Vague Francese.

La cura dei dettagli maniacale di Kubrick ha regalato emozioni e attimi di eterno.

La tecnica, quella la possiamo imparare tutti, basta solo avere i giusti strumenti e la giusta passione. Imparata la tecnica bisogna saperla usare. 

Il linguaggio cinematografico è un libro aperto che ognuno di noi può imparare a leggere. Imparare la grammatica del cinema può arricchire ognuno di noi e farci innamorare ancora di più di una pellicola, di un regista, di uno stile.

Uno dei fondamenti alla base del linguaggio cinematografico è la conoscenza delle inquadrature principali.

Sono stati girati milioni di film e altri milioni saranno girati ma le inquadrature quelle saranno sempre pochissime, quasi sempre le stesse. Dietro il tecnicismo si nascondono le scelte di ogni regista. Ogni scena può essere girata in mille modi diversi, ognuno di quei modi donerà un significato unico a quella scena. Cambia inquadratura, cambia movimento di macchina e cambierai il significato della scena che stai girando.

Le inquadrature sono un po come le note musicali. Sono limitate ma la combinazione che ne deriva è infinita.

Nel cinema contemporaneo possiamo distinguere 10 inquadrature principali.

Immagine priva di diritti di copyright

Andiamole a scoprire insieme, vedrete che queste semplici basi vi apriranno un mondo.

Dettaglio

Avete presente quando in una scena la macchina da presa mette a fuoco un singolo oggetto? Una chiave, un orologio magari. Quel frame è tutto dedicato a quell'oggetto, è lui il protagonista. 

L'inquadratura di dettaglio è un'inquadratura molto stretta che mette in primo piano l'oggetto dell'inquadratura lasciando tutto sullo sfondo, anche lo sfondo stesso appare sfuocato.

Ad esempio se stringo l'inquadratura sull'occhio di una persona che piange alla ricerca della lacrima o solo della brillantezza dell'occhio sto eseguendo un'inquadratura di dettaglio.

Primissimo Piano

E' un'inquadratura leggermente più larga di quella di dettaglio.

E', tipicamente, un'inquadratura molto stretta del volto del personaggio.

Perchè vi sia un primissimo piano è necessario che compaiano nell'inquadratura Occhi, Naso e Bocca del personaggio e debbano comparire simultaneamente.

Tutto il resto può essere tagliato.

State pensando ai film di Sergio Leone? Se lo state facendo avete già imparato qualcosa!

Primo Piano

Coppia di parola abusatissima. 

Primo piano del protagonista.
Fammi un primo piano.

Ma tecnicamente in cosa consiste?

Pensate di appoggiare lo schermo della vostra tv sulle spalle del protagonista. Avrete un primo piano.

Il volto deve essere mostrato interamente fino a quasi sfiorare i capelli. Pensate ancora a Clint Eastwood di Sergio Leone o al Dottor Lecter in Hannibal

Mezzo Primo Piano

Un'evoluzione del primo piano ed è detta anche l'inquadratura dell'anchorman in quanto raffigura un personaggio a mezzo busto, tipica posizione del conduttore di un tg.

L'inquadratura cattura l'intero volto del protagonista fino ad arrivare sotto le spalle dello stesso.

Piano Americano

L'inquadratura si allarga sempre più e con il piano Americano scendiamo sotto il busto del protagonista.

Abbiamo un'immagine di una figura umana quasi nella sua totalità. Sono caratterizzanti di un piano americano il viso, le braccia, il busto fino a creare un taglio netto ad altezza delle ginocchia.

La nascita di questa inquadratura è da rintracciare nei film western dove si aveva l'esigenza di inquadrare il pistolero di turno quasi nella sua interezza per permettere alla telecamera di catturare i movimenti all'altezza della fondina durante i famosi duelli western.

Grazie al piano americano possiamo cogliere in pieno movimenti e gesticolazioni di un personaggio. E' questo il motivo principale per cui viene utilizzato molto anche negli show televisivi con un singolo protagonista al centro del palco, tipicamente uno showman o un presentatore.

Figura Intera

Come lascia presagire il nome con questa inquadratura riusciamo a cogliere il personaggio nella sua interezza.

Non vi sono tagli dunque. Iniziamo anche a percepire distintamente lo sfondo, il paesaggio che ruota intorno al soggetto dell'inquadratura.

Campo Medio

Usciamo dalla dimensione "umana" e soggettiva. 

Il protagonista non è più solo nella scena. Il campo si allarga e percepiamo l'ambiente circostante.

Campo Totale

Offre allo spettatore la visione completa dello spazio in cui sto girando la scena.

Mostro tutti i personaggi presenti sulla scena e li mostro nello spazio in cui si muovono.

Non è un'inquadratura tridimensionale ma riesco ad inquadrare bidimensionalmente personaggi più ambiente.

Campo Lungo

L'ambiente prende il sopravvento.

Non a caso il campo Lungo viene utilizzato tantissimo negli esterni soprattutto quando si vuole porre l'accento sul paesaggio.

La figura umana tende quasi a scomparire diventando indistinguibile.

Campo Lunghissimo

Solo ambiente, solo paesaggio.

Non riesco più a percepire la presenza di figure umane nella scena.


Possono sembrare banalità ma provate a guardare un film tenendo presenti queste semplici regole.

Lo vedrete con occhi diversi.

Believe me. Believe in the power of a camera!






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Ottime spiegazioni davvero, non ero a conoscenza di tutte queste inquadrature particolari, o meglio, ne ero perfettamente a conoscenza, avendo visto ormai migliaia e migliaia di volte, per non dire milioni, ogni singola tipologia di inquadrature che hai sapientemente descritto, ma non conoscevo l'esatta definizione tecnica, che grazie a questo tuo preciso e chiaro componimento mi è stato rivelata.
Complimenti per l'estrema scorrevolezza del testo e per la facile fruibilità dei contenuti.

Grazie @mad-runner. Il linguaggio cinematografico regala una consapevolezza unica nel modo di approcciare un film.

Le regole sono lì per essere assimilate, gli autori sono in grado di farle proprie e di assemblare successioni di inquadrature a regola d'arte per creare poesie per gli occhi.
Mi piacerebbe leggere un bell'articolo sull'uso della composizione, delle prospettive e magari sulle transizioni e i movimenti di camera! Insieme all'estensione della scena inquadrata, infatti, la posizione degli elementi in scena e la scelta del punto di vista sono fondamentali: la prospettiva centrale, ad esempio, diviene tratto distintivo di Kubrick e, per fare un esempio più leggero, i giochi di prospettiva forzata aiutano molto alcune scene de Il Signore Degli Anelli. Le transizioni e le dissolvenze sono a volte utilizzate in modo da significare qualcosa, non solo come cambio di scena: mettono in relazione (analogia o contrapposizione) due oggetti, così un fluido e dinamico vortice d'acqua mista a sangue può lentamente lasciare spazio al cerchio di un'iride e a un occhio immobile, statico, in un gioco di similitudini e differenze -per fare un esempio noto pure alle pietre XD
Poi ci sono i piani sequenza, insomma, qualcosa mi dice che questo tuo articolo sia soltanto l'inizio di una serie :P

Carissima @nawamy mi eri mancata!
Mi erano mancati i tuoi commenti!
Da come parli credo che tu ne sappia più di me...sei una sorpresa continua.
Su una cosa hai ragione...sarà l'inizio di una serie...spero interessante.
Non so come strutturarla ancora ma ci saranno spero decine di post al riguardo.


Allora ti stalkererò per bene, per leggerli tutti!
Sì, lo so, a volte sparisco, ma solo per ricaricarmi un po' :P

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