Serial Top 100 - [85-81]

in #ita6 years ago

Dopo una media pausa ritorna la top 100 e stavolta ci porterà fino alla soglia della posizione 80, sempre più vicini alle posizioni che contano.

Prima di procedere ricapitolo le puntate precedenti a beneficio di tutti, in fondo all’articolo troverete anche i link ai 3 episodi passati:

#100 - Glow

#99 - CSI -Las Vegas

#98 - The Defenders

#97 - 13 Reasons Why

#96 - The Looming Tower

#95 - 30 Rock

#94 - La Casa di Carta

#93 - The End of the F***ing World 

#92 - The Knick  

#91 – Billions

#90 – NCIS

#89 – The Deuce

#88 – Killing Eve

#87 – You’ re The Worst

#86 – Sense8 


Ed ora passiamo alle posizioni che vanno dalla 85 alla 81. 


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#85- Masters of Sex (Showtime)

Ci sono delle serie tv che sembrano volerti parlare di una cosa ma poi ti accorgi che stanno cercando di trasmetterti tutt’altro.

Uno degli esempi maggiori in tal senso è sicuramente Masters of Sex in onda su Showtime per 4 stagioni dal 2014 al 2017.Quando fu presentato il progetto in molti pensavano che stesse arrivando una serie dal tasso erotico altissimo e dallo stile molto accattivante e irriverente. 

Il tema di fondo era quello della rivoluzione sessuale, o meglio di quello che si celava dietro di essa, avvenuta a partire dalla fine degli anni ’50 e tecnicamente ancora in atto oggi dopo un’esplosione poderosa tra gli anni ’60 e ’70.

La serie ci racconta come quella rivoluzione non sia nata in studios hard, discoteche e o luoghi della pervesione ma in aule e uffici accademici. Ed è qui che la serie ci porta dentro la mente, il lavoro e la vita di William Masters e della sua segretaria, collaboratrice, amante Virginia Johnson.Il gioco di parole che da il titolo alla serie è abilissimo e da solo da il senso di quello che la serie vuole raccontare. Ma essa non è solo il racconto di come sia nata la rivoluzione sessuale, tra mille difficoltà ed un diffuso bigottismo, ma soprattutto un racconto di amore, passione fra 2 anime anticonformiste che si incontrano causando uno tsunami nelle loro vite e quelle dei loro familiari. 

Un racconto che trascende il tema di fondo della serie che funge da cornice e comic relief con mille gag e doppi sensi in un contesto in cui si parla soprattutto di amore e delle difficoltà della vita.A contorno di tutto ciò da segnalare un cast di ottimo livello dove oltre agli ottimi Michael Sheen e Catlein Fitzgerald spicca la vincitrice dell’Oscar 2018 Allison Janney (qui come guest star) ma soprattutto una superba ed esuberante Lizzy Caplan nel ruolo di Virginia Johnson.


 #84 – Philip K.Dick’s Electric Dreams (Channel 4)

In molti tendono ad identificare il distributore di una serie tv con il produttore. Il caso della serie alla posizione 84 è lampante in quanto a produrla è stata l’emittente inglese Channel 4 ma a distribuirla e farla conoscere a tutto il mondo è stata la colossale Amazon.

Nel 2017 fa il suo esordio sugli schermi la serie Antologica Philip K.Dick’s Electric Dreams con una serie di episodi stand alone tratti dai racconti del leggendario Philip K.Dick appunto.Nel corso dei 10 episodi la serie, attraverso una serie impressionante di guest star, prova a raccontare con uno stile asciutto e abbastanza cupo una serie di mondi distopici, possibili e impossibili allo stesso tempo.

Lo scopo della serie, cosi come quello dei libri è quello di mettere l’essere umano di fronte a se stesso ed alle potenziali conseguenze di una deriva tecnologica che porterebbero l’uomo ad essere non più centrale nell’universo e non più centrale nella sua stessa esistenza, indicando nella disumanizzazione della vita umana uno spauracchio temibile ma sempre più vicino.

Le riflessioni sono delle più variegate e riescono sempre a raggiungere il cuore dello spettatore attraverso disamine attente ma mai didascaliche, lasciando sempre al fruitore finale la possibilità di interpretare grazie a dei finali volutamente sempre aperti.

Da segnalare le riuscitissime comparsate di attori del calibro di Terrence Howard, Bryan Cranston e Steve Buscemi con un occhio di riguardo per puntate come Real Life e Human Is sugli scudi.L’unica palese problematica che emerge dalla visione della serie è l’immediato paragone con Black Mirror che oltre a precedere temporalmente la serie di Channel 4 la anticipa tematicamente, depotenziando di molto i racconti di Philip K.Dick


#83 – The Newsroom (HBO)

Difficile che la HBO sbagli un colpo.

Anche per serie poco note e dallo scarso successo è lecito aspettarsi molto. The Newsroom rientra in questo filone, con solo 3 stagioni all’attivo ed un rendimento altalenante è comunque riuscita ad imporsi come una delle serie più belle dell’ultima decade.

Il merito come sempre sta nel cast, nella sceneggiatura, nel ritmo ma soprattutto nella capacità di leggere, sviscerare ed anticipare l’attualità attraverso un abile gioco che ci porta dentro e dietro le quinte di uno studio televisivo dove viene programmato un classicissimo telegiornale sotto la guida del testardo Will McAvoy (interpretato da un monumentale Jeff Daniels), anchorman dello show ma soprattutto vero e proprio faro per tutta la testata.

Tra rimandi all’attualità e rapporti umani burrascosi ma sempre molto intimi il geniale Aroon Sorkin ci mostra quanto siano delicati gli equilibri che regnano all’interno di uno studio giornalistico con tante persone a lavorare per inseguire la notizia bomba e tante altre a ricercare sempre e comunque la verità con la V maiuscola sperando che le 2 cose combacino sempre.

Ovviamente cosi non è e non sarà mai nella maggior parte dei casi ed il grande dilemma espresso da Sorkin è quello di cosa scegliere fra la sopravvivenza (notizie facili ma succulenti) e l’onestà intellettuale (la ricerca della verità nelle piccole e grandi cose).3 stagioni audaci e brillanti che han portato in dote alla serie ottime review e qualche nomination importante, senza mai sfondare.

Serie che però vale la pena di vedere e ammirare, certi che alla fine sentirete la mancanza di ogni singolo personaggio.


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#82 – The Get Down (Netflix)

Questa è una serie che non doveva essere in questa classifica. 

Parliamo di una serie cancellata alla prima stagione, che non ha vinto nessun premio e che è stata uno dei flop più fragorosi di Netflix dalla sua nascita.

E allora perché la troviamo alla 82 davanti a serie come Sense8 e altre serie meravigliose?

Il motivo risiede nell’audacia dell’idea e anche nella sua realizzazione frutto entrambe della mente barocca e geniale di Baz Luhrmann.

Il regista di Moulin Rouge ed il Grande Gatsby porta qui in scena un racconto ambientato a New York, esattamente nel south bronx alla fine degli anni’70.Protagonisti una banda di adolescenti che rifuggono dalla poetica rockeggiante del tempo per inseguire nuovi stili e nuovo mood a ritmo di quello che noi più tardi identificheremo come Hip Hop e Rap.

Un romanzo di formazione vestito da musical metropolitano, tra murales, frequentazioni difficili, violenza e balli tutto cadenzato da ritmo forsennato, luci e colori vivi, vivissimi come il regista ci ha abituato.

La serie merita di essere menzionata perché prova, nelle sue 11 puntate ad andare oltre i generi, rischiando il collo più di una volta e travalicando le sensazioni più comuni che albergano nello spettatore, riuscendo a tratti ad emozionare pienamente, portandoci per un attimo a 40 anni fa insieme a quei ragazzi.Un tentativo apprezzabile e necessario che ha fallito, implodendo su se stesso e sulle sue stesse ambizioni che non ci hanno però di 11 puntate certamente da ricordare. 


#81 – Mozart In The Jungle (Amazon)

Da Netflix ad Amazon il passo è breve, con le piattaforme di streaming pronte a rubare la scena a tv generaliste e via cavo. D

alla musica Hip Hop a quella classica invece il passo è bello lungo ma è li che ci porta Amazon con uno dei suoi show più acclamati, conclusosi recentemente con la quarta stagione.Parliamo di Mozart In The Jungle, creazione di Roman Coppola, con Gabriel Garcia Baernal protagonista indiscusso.La serie, anch’essa ambientata a New York (stavolta nella più composta aula filarmonica), si addentra nell’universo della musica classica con il maestro Rodrigo a fare da Cicerone. 

Il protagonista è un folle, fanciullesco, focoso e incontrollabile direttore d’orchestra chiamato nella grande mela per risollevare le sorti dell’orchestra newyorkese.

Attraverso i suoi occhi proveremo a capire che cosa significa la passione in tutte le sue forme, quanto conta dedicarsi ai propri sogni anche a costo di perdere amori lungo la strade e opportunità canonicamente considerate irrinunciabile.Un vero e proprio percorso emotivo, folle ma sempre in equilibrio che più volte ci spinge a desiderare di eccellere laddove sentiamo una vocazione e abbandonare i sogni prefrabbicati che la vita ci impone.

Serie leggera, dai toni leggeri ma che riesce ad essere ficcante quando vuole e che ha il grande pregio di portare in scena, finalmente la musica classica con grande disinvoltura e vivo interesse. 


Nelle prossime settimane entreremo nei mitici 80!

Vi lascio come sempre i riferimenti alle puntate precedenti per approfondimenti:

Posizioni dalla 100 alla 96
Posizioni dalla 95 alla 91
Posizioni dalla 90 alla 86


Sort:  

Ma una sola domanda: li hai visti TUTTI?😦

Sei un grande! Io sono tipo ad 1/4 di tutto ciò!!!

allora sei sulla buona strada per arrivare ad un livello più alto ancora!

...se solo non mi addormentassi XD XD

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