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RE: Alan Turing: quando la mente è una macchina enigmatica
Innanzitutto grazie per aver apprezzato l'articolo.
Che dire, la tua riflessione è quasi sociologica.
Crediamo di avere necessità di cose che prima non esistevano e di cui nessuno sentiva il bisogno.
Non siamo forse proprio noi a creare i nostri stessi bisogni?
Ad intrappolarci dentro le nostre stesse presunte necessità?
Un uomo che scriveva con carta e penna i propri libri, testi, articoli sentiva forse la necessità di recuperare tempo attraverso una stampante che prima non esisteva neppure o una tastiera che non era lontanamente immaginabile provare a scrivere?
E' la società che cambia e si evolve. Avanza o arretra?
Chissà...
Quando mi viene chiesto di fare un paragone/confronto fra le due epoche, mi risulta praticamente impossibile. Il motivo è che sono state due epoche cosi differenti che non hanno niente a che spartire tra loro. E' come se mi chiedessero di paragonare una rockband con una orchestra di musica classica: sempre di musica si tratta, ma il paragone non sussiste perchè non ha senso.Troppe differenze, troppi lati positivi all epoca e oggi, idem per i lati negativi.
Questo è il motivo per cui credo che non sia mai esistita una generazione più "perduta" nel senso di smarrita di quella dei ragazzi che adesso si trovano tra i 30 ed i 40 anni.
Hanno messo i piedi nel passato e nel futuro contemporaneamente perdendo un posto in cui sentirsi a casa.