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RE: Soggetti della scrittura o soggetti alla scrittura?

in #ita6 years ago

Molto complesso come argomento.
Credo che la scrittura non sia altro che un modo di sentirci immortali, non di esserlo ma di farci sentire cosi.
Pensiamo che mettendo nero su bianco un nostro pensiero, una nostra convinzione, una nostra morale qualcuno un giorno possa ricordarsi di noi attraverso le nostre parole.
In questo siamo senz'altro arroganti e presuntuosi. Ma perchè lo siamo?
Perchè in fondo ogni esperienza può essere di aiuto o ispirazione ad altre persone se ben raccontata, se ben umanizzata. Questo ci permette di passare dall'arroganza alla "solidarietà", a quel sentimento di essere d'aiuto a qualcuno o semplicemente a noi stessi. Una scrittura terapeutica direi.
Al giorno d'oggi scrivere qualcosa è legittimarsi tanto quanto lavorare o divertirsi. Abbiamo gli strumenti per condividere le nostre esperienze e lo facciamo. Ma se l'ultimo fine è solo quello di essere oggetto di condivisione allora siamo finiti, se l'ultimo fine è creare attorno a noi una rete di persone, competenze ed esperienze sulle quali costruire qualcosa di comunitario allora siamo sulla giusta strada e allora potremmo dire fermamente "scrivo, quindi sono".

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E' un po' come nei giochi di ruolo: è la pratica della scrittura che inventa il concetto di "mortale" e di "immortale" e poi gioca nel prendersi il ruolo. Nulla di male, se si ha la consapevolezza di star giocando, altrimenti si prende troppo sul serio (chi lo fa) l'obbiettivo dell'immortalità. L'arroganza sta proprio nel prendere sul serio ciò che ci inventiamo, mi ricorda un bellissima scena di un film di De Sica che gioca a carte con un bambino, una scena lunghissima dove si vede De Sica che si arrabbia perché perde, fino a prendersela in modo feroce e violento col bambino.

D'accordissimo sul finale del tuo commento! 👍

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