Paura e Amore per un cinema sonnambulo: Holy Motors

in #ita6 years ago


Holy Motors


Un appuntamento con il cinema


Quando il cinema va dallo psicologo



A tutti sarà sicuramente capitato di aprire il proprio motore di ricerca a caccia di quelli che per la critica e i siti specializzati possano essere i migliori film, dell'anno o degli ultimi 10 anni, o di sempre. Nella lunghe liste che il web tira fuori ci saranno sempre un manipolo di titoli sconosciuti ai più e magari oggetto di film prodotti e realizzati lontani dalle luci di Hollywood.
Spesso certi la poca fama di quel film o la provenienza di altri saranno respingenti per noi, fino ad andare su firme più rassicuranti e perderci dei piccoli gioiellini.
Se per esercizio vorreste provare a ricercare i film migliori degli anni 2000 son certo che apparirebbe quasi sempre un film francese, di un regista poco noto, con degli attori sconosciuti ai più che forse tendereste a depennare velocemente.
Non fatelo.
Appuntatevi il nome di quel film e recuperatelo.
Con Holy Motors entrerete in una limousine fatta di metatestualità e di autoanlisi del cinema nei confronti di se stesso.
A dare il là a questo piccolo capolavoro è il regista Leos Carax che si serve del talento del suo attore feticcio per eccellenza, un Denis Lavant in stato di grazia che qui si moltiplica per dare forma e vita ad una serie di personaggi di difficile interpretazione ma che troveranno presto un minimo comun denominatore.
In concorso al festival di Cannes del 2012 il film è stato accolto trionfalmente nonostante si temesse per un vero e proprio flop vista la struttura atipica del film e il messaggio trasmesso.



Ho la costante certezza che un giorno morirò

Holy Motors potrebbe essere uno di quei film che vi costringeranno a rileggere fiumi di recensioni per capire meglio ciò che avete visto.
Il film è strano, davvero strano ma come tutto ciò che è diverso, è unico finisce per attrarre inesorabilmente. Scena dopo scena, anzi appuntamento dopo appuntamento, si ha la costante sensazione che la direzione verso cui ci voglia portare Carax sia molto diversa da quella che inizialmente pensavamo fosse possibile.
Su questo ci viene incontro lo splendido inizio del film che ci proietta letteralmente dentro un cinema, una sala con un grande schermo che proietta immagini prive di senso, una sala dove albergano bambini e strani animali e all'interno della quale ad un certo punto arriva lo stesso Carax ad impersonare uno spettatore venuto dal nulla intento a guardare delle immagine che sembrano piombare anch'esse dal nulla, ferme li ad attendere un possibile significato.



Alcuni non credono più in ciò che vedono.
Che cosa ti fa andare avanti, Oscar?
La stessa cosa che mi ha fatto iniziare: la bellezza dell’azione.
La bellezza? Si dice che è nell’occhio, nell’occhio di chi guarda.

E se non c’è più nessuno a guardare?






Con questo film il cinema viene al tempo stesso omaggiato e posto su un lettino di uno psicologo. Tanto è l'amore verso la settima arte quanto la paura di non essere più guardati e se non si sarà più ammirati allora la bellezza svanirà, il cinema svanirà. A nulla serviranno gli sforzi di cinefili e cineasti, l'avvento di nuovi mezzi di fruizione e di nuovi modi di vivere il cinema spazzerà via tutta la storia, tutta la passione, tutta la dovizia con cui un vero lover del cinema, in tutte le sue componenti, affronta il cinema stesso. Mr Oscar è un personaggio multiforme, invincibile e immortale che con aria sempre più stanca si barcamena tra maschere, personaggi e storie con disinvoltura ma anche arrancando sempre più alla disperata ricerca di essere notato. Ogni appuntamento è un tributo che Carax fa al cinema ed anche a se stesso (come interpretare altrimenti la scena che introduce Mr Merde, personaggio gia visto in Tokio! altro film di Carax). Appuntamenti con la storia, con la vendetta, con l'estetica, con il sociale, con il futuro, con i videogame, con il musical. Ogni appuntamento racconta un lato del cinema, in urlo disperato di amore e paura verso qualcosa che sta scomparendo, che è su un letto di morte ma con solo una donna al capezzale. Non è un film facile Holy Motors, non vuole esserlo anzi è un film scomposto, destrutturato e postmoderno che strizza l'occhio alla poetica di David Lynch per portarci in territori inesplorati seppur gia visti. Gli appuntamenti del protagonista del film ci porteranno sempre ad un nulla di fatto, ad un reset, a degli eventi privi di senso e di correlazione fra loro restituendo allo spettatore una confusione quasi soporifera ma che risveglierà in molti istinti di amore ed odio verso il cinema e verso la dispersiva contemporaneità che viviamo. Il film vuole non avere alcun senso perchè vuole permetterci di riflettere sull'insensatezza delle nostre scelte inconsapevoli, sul nostro costante assopimento nei confronti della vita, dell'azione e delle immagini fino a vivere di immagini riflesse, di pensieri schematici e prestabiliti lasciando da parte enfasi ed intuito. Un film che risveglia in noi qualcosa di profondo, lentamente, inesorabilmente, proprio come Oscar, proprio come l'escalation di appuntamenti del protagonista.



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Perso tra le montagne di Twin Peaks mi ritrovai ad Albuquerque dove un furgone mi trasportò a Westeros e a Westworld successivamente dove ritrovai una cabina telefonica inglese con un Dottore pronto a giocare a Basket o a Calcio con me e a parlare di sociale, politica, futuro, persi come fossimo sull'isola di Lost.





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Decisamente fuori dalle righe e dagli schemi, questo film di cui ci hai parlato, e confermo che ci sono tantissimi film che vengono trascurati dalle grandi platee ma che meriterebbero ben altra fortuna, ottimo post, caro @serialfiller, ma ci sarebbe da stupirsi se così non fosse

Gentilissimo,
se il tempo dovesse permettermelo vorrei passare in rassegna bei film poco noti, i cosidetti film d'autore.
Dopo il successone di Mr Noboady mi piacerebbe cimentarmi in questa piccola sfida.

Potrebbe essere un filone decisamente interessante, degno di sviluppo

Mi attira davvero molto.
Il tempo è tiranno e vediamo anche quanto possa interessare alla gente visto che ultimamente sembra essere un pò scemata l'attenzione sul tema seriale e cinematografico.

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Ciao @serialfiller! La cosa che mi é piaciuta di più di questo film, ed è anche l'unica che mi ricordo, sono le limousine che parlano tra di loro :D A pensarci su, ricordo anche il personaggio del clochard che mi aveva decisamente colpito... come dici tu, un film destabilizzante. Magari me lo riguarderò, grazie per avermelo ricordato :)

Tralaltro ho fatto subito un'associazione mentale con il film/documentario Manifesto di Julian Rosefeldt con protagonista Cate Blanchett che interpreta 12 personaggi che declamano vari manifesti politici e artistici in contesti assolutamente non-convenzionali. Se non l'hai visto te lo consiglio, se l'hai visto mi dirai :)

Wow ho trovato qualcuno che abbia visto Holy Motors! Complimenti anche solo per questo!
Bella la scena delle limousine!
IL clochard sarebbe Mr Merde gia protagonista di Tokio!
Un'autocitazione insomma.
Il docufilm che citi non lo ho mai visto, magari lo recupererò!
Grazie @isakost!

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