Io Sono il gatto di Schrodinger

Mia madre invece nello stesso istante chiuse gli occhi per non aprirli mai più.

Non era certo una cosa anomala questa, dare alla nascita un figlio e morire poco dopo averlo sentito urlare e aver guardato nei suoi occhi la propria vita riflessa.

Vorrei dire grazie a mia madre, ricordarla per quel che era ma in fondo non l'ho letteralmente mai conosciuta. Sarebbe stata una brava madre forse o forse sarebbe stata una di quelle madri che avrebbe compromesso la mia età adulta "regalandomi" un'infanzia da incubo.

Il 12 ottobre 1492 è un pò il mio personalissimo gatto di Schrodinger. Nessuno può determinare con esattezza cosa sarebbe successo nell'istante in cui sarei venuto al mondo.

Cosi come nessuno di noi potrà mai essere testimone della propria "legacy" su questa terra.

Io che sono nato in una data spartiacque per la civiltà moderna come avrei potuto sapere che quella data sarebbe divenuta cosi importante nei secoli successivi?

Per me era sempre stato il giorno del mio compleanno e dai racconti che udivo, viaggiando di città in città, era anche la data in cui uno straniero era approdato sulle nostre coste saccheggiando prima la nostra cultura e poi i nostri tesori.

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Per noi quegli ominidi con quei buffi vestiti non erano altro che dei barbari. Non è stato dissimile dall'essere un cittadino del Wessex quando i Vichinghi sbarcarono per la prima volta.

Non credo che le madri, i bambini e gli anziani iracheni abbiano avuto un trattamento diverso quando le loro terre furono "invase per esportare la libertà".

Vi starete chiedendo come faccio a sapere tutte queste cose se sono nato nel 1492, esattamente in quel 12 ottobre?

Dai su, non ditemi che non l'avete capito?

Dite che sono immortale?

Mmm...ci siete andati vicini ma non sono esattamente immortale.

Eh no, non ho nemmeno una macchina del tempo a forma di caravella, se è questo quello a cui state pensando.

Indovinello: come fa un uomo ad essere immortale pur essendo morto nel 1543?

Come fanno i suoi ricordi a vivere e formare un unico grande ritratto della storia dell'uomo?

Mentre vi racconto qualcosa di me rifletteteci.

Sono morto ma sono esistito un tempo. E in quel tempo noi eravamo essenzialmente delle piccole bestioline da sedare e mortificare.

Parlavamo una lingua diversa, avevamo un aspetto diverso, eravamo diversi.

Oggi avrebbero costruito un muro per tenerci "fuori dai confini", perchè si sa "America First".

Se fossi nato qualche secolo fa, tuttavia, nello stesso luogo sarei stato forse stato un protagonista assoluto della storia americana. 

Se fossi nato nel 1900 probabilmente avrei avuto qualche parte in un film di Ford con protagonista John Wayne.

Oggi sarei finito o aldilà del muro o in qualche riserva a gestire un casinò.

E che casino che erano quelle riserve 500 anni fa.

Si confondevano musi marroncini con musi bianchi e di musi gialli neppure l'ombra. Quelli che provavano a cavalcare verso il tramonto si beccavano una freccia nella schiena. Quella terra ambrata che chiamavamo casa divenne rosso sangue e quella vegetazione cosi ricca, fresca e variopinta divelta dalle spade di quei bifolchi.

Non avevo una madre è vero ma non ricordo di essermi mai sentito figlio di qualcuno se non della mia gente.

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Sarei morto per loro e sapete che vi dico, sono morto davvero per loro anche se non ero con loro.

Furbizia, curiosità o tradimento? Non so cosa io abbia dimostrato salendo su quella nave.

Quel grassone mi volle trascinare nel vecchio mondo e non opposi resistenza.

Mi trattava sempre bene, e come se mi trattava bene.

Per lui ero solo un trofeo da mostrare nelle serate a corte. Ed ero un trofeo che tutti (e tutte) avrebbero voluto avere nelle proprie stanze.

Devo tutto a quel grassone.

Grazie a lui ho imparato ad essere "civile", a mangiare con gusto e non per fame e soprattutto ho imparato a scrivere.

E se sono immortale lo devo a quel corpulento uomo senza scrupoli. Insegnandomi il linguaggio degli uomini e la parola scritta mi ha reso più forte del tempo e dello spazio.

Io sono le esperienze che ho vissuto, io sono storia, sono gioia, sono dolore.

Ho insegnato ai miei figli a scrivere e a  leggere, ho fatto giurare solennemente ad ognuno di loro che avrebbero fatto lo stesso con la loro prole tramandando ad essa questa promessa.

Prima di morire ho consegnato al più grande di loro, Jeremiah, tutte le mie lettere, tutto i ricordi che sono riuscito a trasmettere. Ho caricato mio figlio di un'altra promessa.

"Conserva questi scritti come fossero il tesoro più luccicante. Aggiungi a questi i tuoi, quelli dei tuoi fratelli. Tramandeteli ai vostri pargoli e dite loro di fare lo stesso, generazione dopo generazione."

E' cosi che sono divenuto immortale.

Questo libro parla di me.

Jeremiah è me.

Alana è me.

Akayuna è me.

Arrivato al 2018 ho vissuto più vite di quante potete immaginare. 

Io sono il gatto di Schrodinger. Ho aperto la scatola e posso dire di aver vissuto pur essendo morto.

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_{Perso tra le montagne di Twin Peaks mi ritrovai ad Albuquerque dove un furgone mi trasportò a Westeros e a Westworld successivamente dove ritrovai una cabina telefonica inglese con un Dottore pronto a giocare a Basket o a Calcio con me e a parlare di sociale, politica, futuro, persi come fossimo sull'isola di Lost.}

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