Un nuovo sorriso - A new smile
Laura era il sorriso del paese. Non c'era bisogno di indire un concorso per eleggere il suo sorriso come il più bello ed accogliente, bastava passare per la via dove si affacciava il panificio dove lavorava e contare le persone in coda, per rendersi conto che tutto il paese, con cadenza pressoché quotidiana, andava a farle visita. Non era solo una questione di mera bellezza, ma un miscuglio di benevolenza e cordialità, che metteva le persone di buon umore, si sentivano speciali e grati per quel minuto di completa attenzione dedicatogli, una sensazione di calore interiore che rivaleggiava con il pane appena sfornato.
Nel corso della sua giovane vita Laura era sempre stata amata e coccolata e nessun avvenimento aveva mai turbato la sua esistenza. La serenità d'animo che albergava in lei veniva trasmessa al prossimo in maniera del tutto naturale e sincera e per i suoi compaesani tanto bastava per elevare lo spirito, come se avessero assaporato un po' di nettare d'ambrosia tra le pieghe del suo candido sorriso.
Quella sera di primavera inoltrata, Laura camminava per i viottoli del paese con il naso all'insù seguendo le acrobazie in volo delle rondini di ritorno al nido per sfamare i loro piccoli. Sbucò nella piazza del Municipio gremita di gente, una massa eterogenea composta da paesani e turisti richiamati dalla festa, che si muoveva a seconda del ritmo imposto dalla banda che strimpellava allegramente. Insieme all'odore del cibo cucinato all'aperto, si spandeva un'atmosfera di positività e di voglia di condivisione mista ad una cordiale allegria.
Un sordo boato interruppe l'idilio, la musica svanì, le luci si spensero, la terra tremò. Una lunga eterna scossa, la gente cadde al suolo come birilli colpiti a tradimento da una palla invisibile, un terrore atavico si insinuò nei loro animi, molti si aggrapparono alle proprie ginocchia, assumendo una posizione fetale, in cerca di un qualche senso di protezione, mentre il terremoto continuava a cullarli bistrattamente senza pietà alcuna.
Laura urlò e pianse senza accorgersene, per la prima volta in vita sua era preda di un terrore che la paralizzava totalmente, pure il semplice respirare le risultava estremamente faticoso. Anche quando la scossa terminò, il suo corpo continuò a tremare, senza sosta né speranza, preparandosi all'imminente e definitiva fine.
Un braccio la cinse in una morsa a cui non poteva opporsi, un corpo le si appiattì alle spalle, il cui calore le fece capire di essere ancora viva. Qualcuno le sussurrava parole in una lingua a lei sconosciuta, ma dal tono confortante, a cui volle credere, a cui si aggrappò tenacemente.
Laura alzò gli occhi al campanile, l'orologio indicava le 10:13 ed era fermo a quell'ora precisamente da un anno, da quanto il terremoto aveva inceppato i suoi delicati meccanismi. In realtà mancavano 5 minuti ed anche quell'orologio inceppato avrebbe fatto il suo dovere. Tutto il paese era in piazza ad ascoltare compostamente le parole solenni del sindaco, poi all'ora indicata le luci vennero spente, il minuto di commemorazione avvolse la popolazione in un silenzioso momento di dolore collettivo.
Ognuno utilizzò quel breve tempo per ricordare parenti e amici scomparsi a causa del terremoto di un anno fa. Anche Laura pianse le sue dolorose lacrime, mano nella mano con Mark, il ragazzo straniero che l'aveva soccorsa in quei tragici momenti, che era rimasto al suo fianco nel dolore. Un anno prima si erano incontrati casualmente, come in un'appuntamento al buio orchestrato dal destino o dal caos qualsivoglia, ora il buio s'infranse alla luce dei lampioni, illuminando la giovane coppia che si apprestava ad accogliere una nuova vita, motivo per cui il sorriso di Laura risplendeva di una luce nuova.
Laura was the village's smile. There was no need to hold a competition to elect her smile as the most beautiful and welcoming, you just had to pass through the street where the bakery where she worked was and count the people in line, to realize that the whole village, almost daily, went to visit her. It was not just a matter of mere beauty, but a mixture of kindness and friendliness, which put people in a good mood, they felt special and grateful for that minute of complete attention devoted to them, a feeling of inner warmth that rivaled with the bread just baked.
During her young life, Laura had always been loved and cuddled and no event had ever disturbed her existence. The serenity of her soul was transmitted to her fellow citizens in a completely natural and sincere way and for them was enough to elevate the spirit, as if they had tasted a little nectar of ambrosia in the folds of her candid smile.
That evening of late spring, Laura walked through the lanes of the village with her nose upwards following the flight stunts of the swallows returning to the nest to feed their newborns. She came out in the square of the Town Hall crowded with people, a heterogeneous mass composed of villagers and tourists attracted by the festival, which moved according to the rhythm imposed by the band that strummed cheerfully. Together with the smell of food cooked outdoors, an atmosphere of positivity and sharing attitude mixed with a friendly cheerfulness were being spreading all over.
A deaf roar interrupted the idyll, the music vanished, the lights went out, the earth trembled. A long endless tremor, people fell to the ground like skittles hit treasonly by an invisible ball, an atavistic terror crept into their souls, many clung to their knees, taking a foetal position, looking for some sense of protection, while the earthquake continued to cradle them mistreaty without any mercy.
Laura screamed and cried without realizing it, for the first time in her life she was in the grip of terror that paralyzed her completely, even the simple action of breathing was extremely tiring. Even when the shock ended, her body continued to tremble, without rest or hope, getting ready for the imminent and definitive end.
An arm wrapped her in a grip she could not resist, a body flattened behind her, whose warmth made her realize that she was still alive. Someone whispered her words in a strange language, but with a comforting tone, which she wanted to believe in, and to which she clung tenaciously.
Laura raised her eyes to the bell tower, the clock was pointing at 10:13 and had been stopped at that time for exactly one year, since the earthquake had jammed its delicate mechanisms. In reality there were 5 minutes to go and even that jammed clock would be right. The whole village was in the square to listen to the solemn words of the mayor, then at the indicated time the lights were turned off, the minute of commemoration enveloped the population in a silent moment of collective pain.
Everyone used that short time to remember relatives and friends who disappeared as a result of the earthquake a year ago. Laura also wept her painful tears, hand in hand with Mark, the foreign man who helped her in those tragic moments, who remained at her side in the pain times. A year before they had met by chance, as in a blind date arranged by fate or chaos, as you prefer, now the darkness broke in the light of the street lamps, illuminating the young couple who were about to welcome a new life, which is why Laura's smile was shining with a new light.
@tipu curate
Upvoted 👌 (Mana: 10/15 - need recharge?)
What a beautiful story. Well beautiful and sad as life is, but I'm really glad it ended happily
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happy you like it, a happy ending leave us a little more hope in the future
It's really heart warming to see Laura get a positive ending. She deserve to live by the light she effortlessly graces others with. Nature can be harsh, here's to new beginnings