Camille, non essere impertinente! [theneverendingcontest]

in #ita5 years ago (edited)


Immagine CC0 creative commons


Quando era ragazzina Camille veniva mandata da sua madre a lavorare come domestica nella residenza estiva del duca De Laval, nella campagna francese a pochi chilometri da Parigi. I signori si trasferivano lì, ogni anno, da metà maggio a settembre. Inizialmente spaesata d'innanzi a tanto lusso e riverenze varie, Camille imparò velocemente il lavoro diventando presto un'ottima cameriera: preparava le stanze, serviva in tavola, aiutava in cucina e spesso era a servizio di mademoiselle Rose, la figlia dei duchi, una brava ragazza, non troppo esigente né altezzosa considerata la sua posizione sociale. Quell'anno, era il 1784, Rose appariva troppo spesso triste e non mangiava; c'era un gran fermento nell'aria, ma lei si rifiutava di uscire dalla sua stanza per intere giornate.
-La mia famiglia sta organizzando il mio matrimonio- si confidò Rose un giorno -ma io amo un altro uomo- disse sottovoce a Camille.
-Oh mademoiselle, mi dispiace molto- rispose lei, cercando di capire cosa dire per placare quella pena che lei non aveva ancora mai provato. Si rattristò un poco.
-A cosa pensi?- chiese Rose.
-Vede signorina … pensavo che per noi del popolo molte cose non sono concesse e per voi nobili spesso sono imposte. Non deve essere facile neanche per voi … Mi perdoni, forse sono stata inopportuna?- si scusò Camille, ricordando che sua madre le ripeteva sempre di non essere impertinente.
-No Camille, capisco cosa vuoi dire. A ognuno il suo destino. E' ora che me ne faccia una ragione-.
Il matrimonio venne celebrato a settembre, nel giardino della villa. Tutto era perfetto e anche la sposa sembrava apparentemente felice. Inoltre c'era un'ospite d'eccezione: il fratello di Rose, Hector, era tornato in occasione delle nozze dai suoi viaggi all'estero e quindi c'era un motivo in più in famiglia per festeggiare.
Era la prima volta che Camille lo vedeva e ne restò tremendamente colpita. Il suo cuore batteva all'impazzata e le mancò l'aria quando le passò vicino.


Quel sentimento si rafforzò negli anni seguenti quando anche Hector si trasferiva d'estate alla villa per stare vicino al vecchio padre. Hector De Laval vide Camille trasformarsi in una giovane bella donna, intelligente e sensuale.
La guardava mentre passeggiava con Rose, mentre si prendeva cura dei suoi nipoti, mentre portava il tè a sua madre in giardino. Era dolce e tenace al tempo stesso, sempre garbata ma a volte irriverente, non si tirava mai indietro se doveva esprimere la sua opinione. Qualche volta la chiamava con un pretesto qualsiasi e si intratteneva con lei finchè qualcuno non reclamava la sua presenza. Aveva visto quella luce negli occhi quando lo guardava ma, per il quieto vivere familiare, considerate le differenze di età e di ceto sociale, decise di prendere tempo, pensando che la morte del padre fosse vicina e che lui sarebbe stato erede della villa e del titolo nobiliare e libero di vivere la sua vita.


Mai come allora prendere tempo fu un errore: l'anno seguente era destinato a cambiare il volto della storia per sempre, i tempi del cambiamento erano maturi, la rivoluzione bussava alle porte.
Non furono momenti facili: Hector si candidò e venne eletto come deputato degli Stati Generali convocati dal re Luigi XVI per il 5 maggio 1789. Era un uomo saggio, condivideva le idee dell'illuminismo e credeva nell'uguaglianza dei diritti di tutti gli uomini (forse per l'amore che provava per Camille?).
Intanto il popolo, impaurito e affamato, insorgeva e dopo la presa della Bastiglia l'Assemblea Nazionale decise di abolire i diritti e i privilegi feudali decretando ufficialmente la fine dell'Antico Regime.
Hector e Camille non si videro mai quell'estate, ma si scrivevano lunghe lettere, segretamente uniti dall'amore e dal desiderio di libertà.
La situazione a Parigi non migliorava per nulla, anzi: la povera gente soffriva la carestia e il prezzo del pane continuava ad aumentare. Questa volta furono le donne che frequentavano i mercati a prendere la decisione di far sentire la loro voce e, arrabbiate ed esasperate, si riunirono la mattina del 5 ottobre 1789 e si misero in marcia verso Versailles, dove risiedevano i reali. Camille e sua madre parteciparono alla manifestazione portando con se armi e viveri per affrontare il viaggio verso la reggia, sotto la pioggia battente.
Lungo la strada il gruppo dei manifestanti divenne sempre più numeroso fino a raggiungere il numero di circa settemila persone. Camille aveva paura ma si sentiva parte di qualcosa di più grande di lei, qualcosa che si basava su dei valori che andavano difesi.
Una volta giunte a Versailles alcune donne furono ricevute dal Re e altre invasero la sala dell'Assemblea per esprimere la loro rabbia e frustrazione, invocando più cibo per il popolo e meno retorica inutile da parte delle alte sfere, che non capivano la gravità della situazione della povera gente. Tra queste donne, con non poca sorpresa, Hector De Laval riconobbe Camille e cautamente la prese per un braccio e la portò in un'altra stanza.
-Cosa fai qui Camille? E' pericoloso!- le disse senza neanche salutarla.
-Forse è più pericoloso per i reali, non credi?- rispose lei con la sua vena insolente.
Hector adorava la sua impertinenza e per la prima volta la prese tra le braccia e la baciò.
Mentre in una stanza accanto i rappresentanti dell'Assemblea cercavano degli accordi alle richieste delle donne, lui la baciò con passione prendendo il suo viso tra le mani, appoggiando la sua bocca sul suo delicato collo, sciogliendo i suoi capelli, accarezzando le sue labbra con le dita e prendendone possesso come se fossero l'unico salvagente in mezzo a un mare in tempesta. Camille cedette subito, non voleva essere salvata, voleva solo naufragare negli occhi di lui per sempre.
La “marcia delle donne” fu un vero successo e da allora in poi Hector e Camille lottarono insieme per amore della libertà, dell'uguaglianza e della fratellanza, non immaginando quanto queste parole sarebbero state importanti per il futuro della cultura della democrazia.


In partecipazione a:
theneverendingcontest n° 16 S1-P4-I1 – Contest di @spi-storychain

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Racconto molto bello, per vari motivi!
Il primo fondamentale è l'essere riusciti a fare in modo che la narrazione del tema centrale si centrasse a pieno nel contesto storico, che viene ripercorso nei vari punti con massima attenzione; il secondo è il tipo di racconto che dopo una partenza leggera, viaggia per tutta la sua parte su ottimi livelli, fino alla parte (quasi) finale;
infine l'uso dell'immagine in copertina valorizza il testo.
Il ruolo di critico e giudice per questa settimana mi spinge a fare anche considerazioni prettamente soggettive su parti che a mio avviso potevano essere migliorate:

  • Il finale alla "e vissero felici e contenti" cala un po' il tono del racconto e mi sarei aspettato un finale piú "scoppiettante"... adatto ad una rivoluzione per intenderci;
  • Avrei fatto un uso maggiore dell' "a capo", soprattutto nella prima parte, dove questo avrebbe dato maggiore dinamicità al racconto, correndo però il rischio che l'intero post diventasse troppo lungo e (forse) noioso, anche se personalmente non ho riscontrato questo difetto.

Il giudizio rimane comunque molto positivo. Bravi!

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Ahhhh meno male che le critiche non sono di più dei complimenti!! Caro @moncia90 grazie per dedicarti così attentamente al tuo ruolo di giudice anche dalla montagna!
Anch'io prevedevo una fine più truce, ma poi ho pensato che la rivoluzione fosse sufficiente come pena!!

Che bella storia!
Devo ammettere che ieri sera mi sono data alla rilettura di tutta la rivoluzione francese grazie a Wikipedia e la marcia delle donne a Versailles non la ricordavo affatto e per un momento avevo pensato di creare una storia intorno a quel momento.
Sono felice di non averlo fatto, questa storia è perfetta in tutto e per tutto.
Bella bella!

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Grazie @pawpawpaw! Anche noi siamo dovuti andare a ripercorrere un pò la storia per cercare qualche elemento da menzionare oltre la classica presa della Bastiglia! e poi tutti gli incastri per renderlo verosimile!! Bhe è stato divertente! Sempre grazie per i tuoi complimenti

Bel racconto .Penso che tutti, grazie a @moncia90 abbiamo dovuto ripassare un po' di storia😂.

Grazie a voi!!!😊✌️

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