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in #ita6 years ago

Questo racconto è stato scritto per partecipare a Theneverendingcontest n° 15 S5-P3-I1 di @spi-storychain sulla base delle indicazioni del vincitore precedente @sbarandelli

Tema: Collezionismo
Ambientazione: Mercato delle pulci a Berlino oggi

53- Mercatini.jpg
CC0 Creative Commons

Una collezione speciale

Johanna adorava il mercatino delle pulci di Berlino e vi si recava ogni giorno per guadagnarsi la giornata. A volte le cose le andavano davvero bene, e tornava a casa col necessario per fare la spesa per molti giorni e magari comprarsi anche qualche nuovo vestito, mentre altre volte doveva accontentarsi di cenare con un panino o meno. Per fortuna era iniziato il periodo natalizio, quando il mercatino si riempiva ogni giorno di turisti di tutto il mondo, così anche i suoi guadagni sarebbero aumentati ed avrebbe potuto mettere qualcosa da parte per i tempi di magra. E poi, adorava i turisti: stare con loro era un po’ come girare il mondo gratis, bastava osservarli ed ascoltarli per assaporare quel pizzico di esotico che chi faceva una vacanza portava inevitabilmente cucito addosso. Le piacevano molto le famiglie con bimbi molto piccoli: ammirava quei temerari genitori, provenienti per lo più dal nord Europa, che partivano all’avventura con bambini di tre, quattro, cinque anni, o a volte meno, ed iniziavano ad insegnare loro già da piccolissimi la bellezza del viaggio, lo spirito di avventura e la capacità di adattamento. Quei bambini sarebbero cresciuti sani e forti, ne era certa, ed avrebbero amato il mondo e le persone. Invece, aveva un po’ in antipatia le giovani coppiette troppo sdolcinate, che generalmente venivano dal Mediterraneo: secondo Johanna a 16, 18, o anche 20 anni devi viaggiare con gli amici e divertirti, vedere un posto nuovo attraverso i tuoi occhi, e non quelli di un partner che, spesso, non sarà certo l’amore della tua vita. Ti perdi tutto il bello che c’è attorno a te se sei troppo occupato a compiacere ed accompagnare la persona che ti sta accanto e dimenticherai in un baleno quella città, che nemmeno hai visitato bene, ricordando solo che “ci sei stato con quella certa persona” ed associandovi inevitabilmente i sentimenti legati al partner del momento. Peraltro, trovava simpatiche le coppie di novelli sposi giapponesi, che non smettevano mai di stupirsi e fotografare ogni cosa attorno a loro, che appariva meravigliosa per il semplice fatto di appartenere ad un altro mondo. Probabilmente, pensava Johanna, anche lei avrebbe scattato mille foto e si sarebbe stupita per tutto ciò che la circondava se si fosse mai recata in una realtà totalmente differente. Chissà, magari un giorno sarebbe riuscita anche lei a visitare il Giappone o la Cina. Ed invece, non era mai andata più in là di Hannover, anche lì per guadagnare qualcosa nei mercatini, perché col poco che ricavava non si era potuta permettere di più. Quanto detestava, poi, quelle scolaresche di giovani ragazzi in gita con le scuole! Non sapevano nulla della vita, ma si permettevano di deturpare, sporcare, toccare, giudicare e schiamazzare senza che importasse loro un accidenti dei posti che visitavano. Avevano tutto quello che desideravano, tutto quello che lei non aveva mai avuto, ma non se ne curavano. Li odiava, li odiava e li invidiava a un tempo! Per fortuna, però, che vedeva spesso le coppie di pensionati francesi, i suoi preferiti! Avevano un fascino particolare, e secondo Johanna erano i più fortunati di tutti poiché racchiudevano in sé la maturità di chi è abbastanza adulto da aver già dato tanto al mondo; di chi conosce, grazie alla sua età, quella che è la natura umana; ma dall’altro lato erano ancora giovani ed energici abbastanza da potersi godere la pensione col proprio compagno di vita nel periodo migliore e con la serenità maggiore. La Francia doveva essere una grandiosa nazione, se aveva compreso che i suoi cittadini dovevano arrivare ancora in forze, e non decrepiti, al traguardo della pensione. Chissà, forse un giorno sarebbe potuta andare a vivere lì, magari a Parigi, oppure anche in provincia, che importa?!

54- Folla.jpg
CC0 Creative Commons

Mentre Johanna sognava ad occhi aperti di una vita migliore, il vento le sferzò la faccia, quasi a volerla riportare alla cruda realtà del mercatino delle pulci di Berlino, dove lei stessa non era altro che una pulce, ed era ora di mettersi a lavoro. Doveva individuare una preda facile, ed iniziare bene la giornata. Il mercatino iniziava a riempirsi: molto meglio, avrebbe avuto più possibilità di racimolare qualcosa fra tanta gente. Ecco che arrivavano i clienti migliori: i collezionisti. Gente che per inutili oggetti in serie da ammassare in casa spendeva un patrimonio. Venivano a Berlino alla ricerca di cianfrusaglie che consideravano il Santo Graal, e se per caso ne trovavano qualcuna che facesse al caso loro, gioivano come pirati che avessero trovato un tesoro! Tesoro che, in realtà, sborsavano ai proprietari di cianfrusaglie, che si alleggeriva felicemente del ciarpame in cambio di denaro sonante. Che male c’era, quindi, se un po’ di quel tesoro lo condividevano anche con lei? In fondo, quello che faceva Johanna era molto simile al collezionismo: studiava le tipologie di soggetti, ponderava quali pezzi erano più facili da conquistare e quali invece erano ad alto rischio, e li “acquistava”. O meglio, li borseggiava. In un certo senso, Johanna collezionava collezionisti. La sua moneta di scambio erano tempo, abilità psicologiche e destrezza con la mani. Quasi nessuna delle sue vittime si accorgeva di nulla per almeno cinque minuti, intervallo più che sufficiente per allontanarsi indisturbati immergendosi fra la folla. E poi, fra collezionisti si capivano, ci voleva solidarietà: quando un certo pezzo doveva entrare nella propria collezione, diventava di vitale importanza riuscirci. E nel suo caso, vitale era inteso in senso letterale.
Estrasse le mani dai guanti, se li ficcò in tasca, indossò un’aria ingenua e trasognata ed iniziò ad aggirarsi fra le bancarelle più affollate in cerca dei pezzi più preziosi per arricchire la sua collezione.

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Davvero carino e gradevole questo tuo post, cara @piumadoro, hai interpretato splendidamente le indicazioni ricevute, realizzando un racconto suggestivo, preciso e molto mirato, brava

Grazie per il commento, ho pensato ad un punto di vista "differente"!

Bellissimoooo 😍

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Sul serio? Che bello! Felice che ti sia piaciuto!

Davvero un punto di vista originale! Brava!

Grazie! :-D

Idea fantastica la tua!
Anche io faccio così con i miei clienti in albergo
😂😂😂😂😂

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Così come, esattamente? Borseggiarli o studiarli? :-D
Allora fammi sapere anche la tua classifica di gradimento! Credo sia inevitabile quando stai per tanto tempo a contatto col pubblico (entrando anche nella loro intimità, come avviene in un albergo) ritrovarti alla fine a comprendere le persone e le dinamiche delle relazioni dopo solo pochi sguardi.

Hahahah forse forse preferirei borseggiarli! Hahahah ma no, invece mi tocca studiarli!
Nel mio settore da come si comportano, da come fanno colazione, da come lasciano la camera, capisci, dopo qualche anno di esperienza, di che nazionalità è il cliente innanzitutto. I cinesi, gli italiani e gli indiani per esempio sono i peggiori! (tranne gli italiani anziani, ma sono rari).
I migliori sono i giapponesi e i russi, i più gioiosi gli spagnoli, i più tirchi i Francesi e gli arabi, i più gentili di mancia americani e Russi, i più incomprensibili i brasiliani.. E così via hahahha poi ci sono i sottogruppi, ma quelli te li risparmio!
Comunque hai detto bene, quando si lavora al pubblico si impara a conoscere le persone con un solo sguardo (difficilmente ci si sbaglia!)

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Grazie per aver condiviso questa piccola autopsia psicologica del cliente d'albergo! Hai ragione, i francesi sono dei gran spilorci, mentre russi e americani sono abituati alle mance, ecco perché non lesinano! Mi spiace molto, invece, vedere gente sporca (ma lurda proprio) come cinesi e turchi (e indiani) accanto agli italiani, ma so, purtroppo, quanto sono (siamo) talvolta disordinati fino all'indecoroso.
La prossima volta, vai coi sottogruppi! E' divertente!

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