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RE: Stivali verdi

in #ita6 years ago

Ma questa storia è assurda! A leggere il titolo - da perfetta ignorante in materia - pensavo a una bella storia tipo Heidi in giro per le montagne...sono rimasta allibita, ma in effetti è normale, tanta gente cerca di raggiungere quella cima ed arrivarci non è mica da tutti. Ho appena dato un'occhiata rapida alla lista dei caduti tentando la scalata, è un numero spropositato di gente!
Deve essere davvero macabro.

Un articolo estremamente interessante, grazie di averlo condiviso. A volte si guarda solamente al lato poetico della cosa, certo, ma è una triste verità e quei corpi disseminati fanno da monito.

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Involontariamente sono partito un po' scanzonato. Ad ogni modo il concetto di macabro o disturbante varia, anche per la stessa persona come me o te, dal punto di vista geografico. Cioè mi spiego, dalle pendici del monte in qua sicuramente è macabro, già al campo 2 le cose cambiano in modo radicale, più sopra i valori occidentali diventano molto più che sfocati. Solo riuscire a respirare è uno sforzo fisico non indifferente, moltissima gente super atletica ha avuto problemi, alla fine penso che guardare quei corpi il pensiero è "devo sovpravvivere" e difficilmente trovano spazio altre emozioni. Quelle semmai tornano una volta a casa con la memoria. Non a caso ci sono state parecchie polemiche su molti casi, di gente ancora viva che si è vista passare un sacco di scalatori che non ha fatto nulla. Li vige una regola, se puoi camminare forse puoi essere aiutato, viceversa sei morto anche se respiri e parli. Vista dal mondo occidentale pare assurdo, è che oltre lo sforzo titanico di cui parlo c'è un fattore temporale, la finestra di tempo che serve per andare e tornare è limitata, poi le temperature diventano impossibili. Quindi chi aiuta se valuta che non riesce a tornare indietro in tempo pensa a salvare se stesso. Chiaramente ci sono delle deroghe e degli atti di eroismo. La stessa Francys che cito, il marito che era con lei appena si accorge di averla persa nella tormenta, torna indietro gli passa davanti senza però vederla e perde la vita in un crepaccio poco distante.

La discussione sul monito, ovvero perché lo si fa, non ha una risposta. Io stesso da escursionista se potessi, chiaramente con le assicurazioni mediche di poter sostenere fisicamente una cosa simile, ci proverei. E non sono uno che da un valore alla cima, cioè per me è la scalata il vero valore, non la meta. Ad ogni modo non sono pazzo, il mio faro è Ed Viesturs che ha prodotto la frase più bella che un escursionista dovrebbe sentire "raggiungere la cima è facoltativo, tornare indietro è obbligatorio". E pure sulle mie montagnette (che i suoi 100 decessi all'anno le fanno) più di una volta arrivato a due passi dalla meta mi sono girato e tornato indietro, perché ho valutato che avrei rischiato, magari nemmeno troppo, ma un filino in più di quello che sono gli standard assoluti di sicurezza. La montagna non si muove, ci si può riprovare un altra volta.

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