Romya e Giulietta

in #ita6 years ago (edited)

Prologo

Non possiamo negare che l’Italia, ormai da diversi anni, sia fortemente divisa sul tema immigrazione: in particolar modo nella zona del nord-est sono ben chiare le fazioni filo-fasciste che si stanno cercando di opporre con ogni loro strumento a disposizione all’arrivo di profughi sul territorio italiano. Dall’altro lato invece gli stessi immigrati che quotidianamente si trovano faccia a faccia con quest’odio razziale devono proteggersi dai tentativi di “soffocamento” attuati contro di loro da parte dei radicalisti.


Verona, 2018

Nelle fredde notti umide le strade di Verona sono spesso deserte. Nessuno esce di casa.

Il freddo probabilmente non è la principale delle cause che intimoriscono i cittadini dall’uscire dalle loro abitazioni: da troppo tempo le vie si stanno trasformando in luoghi di scontro tra i ”rondisti”, come gli piace farsi chiamare, e gli immigrati. Sembra quasi che si diano appuntamento per poi scontrarsi in risse fatte di pugni e bastonate. Certe volte appaiono anche coltelli e le conseguenze sono molto spesso tragiche.

Questa notte è una di quelle notti. In via Liguria ci sono un paio di ragazzi di colore, forse Nigeriani, che sono stati vittima di un agguato di tre uomini. Riecheggiano tra i palazzi le urla e i colpi delle mazze di ferro.

Fortunatamente però qualcuno ha chiamato la polizia che fa risuonare le sirene delle proprie pattuglie in tutto l’isolato. La rissa si placa con i personaggi coinvolti che si disperdono come topi.

Si respira una brutta aria a Verona.

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Il sindaco di Verona, Paride De Sanctis, è un grande sostenitore della lotta contro l'immgrazione in città ed in Italia. Si mormora tra i veronesi che sia ancora nubile e stia cercando, all’età di 45 anni, una spasimante; forse i suoi occhi si sono posati su una giovane ragazza di nome Giulietta Cappelli. La famiglia di questa ragazza è benestante e rispecchia a pieno lo stereotipo di una moglie per De Sanctis, visto che i Cappelli sono da sempre considerati grandi lavoratori e forti sostenitori della politica radicale fascista cittadina, di cui De Sanctis è uno dei maggiori sostenitori: i Cappelli sono infatti coloro che dirigono le ronde cittadine in città e si dice siano loro ad organizzare gli agguati contro gli immigrati.

Paride una sera di metà inverno si reca così a casa Cappelli per chiedere la mano di Giulietta al padre. Quest’ultimo di fronte alle richieste dell’uomo però rimane un po’ allibito: egli stima moltissimo De Sanctis per il tipo di persona quale è, ma vede sua figlia troppo giovane per lui. De Sanctis però non molla la presa e così il padre di Giulietta sceglie di lasciar decidere alla propria figlia: i due si incontreranno alla festa in maschera organizzata proprio dai Cappelli presso la loro casa in campagna il giorno seguente ed in questa occasione Paride avrà modo di corteggiarla.

La madre di Giulietta venuta a conoscenza della richiesta fatta da De Sanctis, cerca di incuriosire e convincere la figlia della grande occasione che sia nata per lei e la sua famiglia.

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Romya è una giovane ragazza, una dei 5 figli che fanno parte della famiglia dei Montykwa: provengono dal Senegal e sono arrivati a Verona circa 15 anni fa. Romya è innamorata di Rosario, uno dei figli della famiglia Cappelli: è ben consapevole di chi sia tale famiglia, ma l’attrazione è troppo forte e non riesce a resistere alla calamita che quei capelli biondi e quegli occhi neri suscitano in lei. L’occasione migliore si presenterà proprio domani quando Romya, intrufolandosi di nascosto alla festa in maschera dei Cappelli, cercherà di incontrare Rosario. Andrà insieme alla sua amica Maryl ed a sua cugina Benilia. Queste due hanno scelto di seguire Romya dopo non essere riuscite a distogliere la ragazza dal suo tentativo folle di incontrare il ragazzo: indosseranno delle maschere in modo tale che non possano essere riconosciute.

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L’indomani alla festa però Romya non riesce a trovare Rosario, il quale molto probabilmente non è neppure venuto alla festa. La ragazza decide così di distrarsi e dimenticare un amore che le sembra ormai irraggiungibile. Si lancia nella pista da ballo e viene incuriosita da una forma femminile che balla da sola al centro della pista. Decide di avvicinarsi a lei ed insieme iniziano una danza che sembra coinvolgere fortemente entrambe. Quella ragazza è Giulietta, che poco prima ha respinto il tentativo di corteggiamento di De Sanctis.

Il profumo che i due corpi emanano, la sensualità dei loro movimenti ed alcune parole sussurrate l'una all'orecchio dell'altra portano le due ragazze ad avvicinarsi.

Si stringono.

Si baciano.

Durante il ballo però Romya perde la propria maschera. Giulietta e gli altri ragazzi sulla pista da ballo notano che Romya sia una ragazza di colore.

Tutti si fermano.

Giulietta stessa si toglie la propria maschera e così la giovane Montykwa capisce di trovarsi di fronte la sorella di Rosario. Una dei Cappelli.

La ragazza di colore fugge insieme a Maryl ed a sua cugina Benilia.

La fuga dura ben poco. Le ragazze si saranno allontanate appena 500 metri dalla villa, quando Romya si ferma di scatto e senza dire nulla torna indietro. Potrebbe essere una follia. E' come andare in bocca al leone, ma la ragazza, sospinta da un fuoco interno, non ha intenzione di tornarsene a casa prima di aver potuto parlare con Giulietta.

Romya arriva nuovamente alla casa, ormai abbandonata da quasi tutti gli invitati. Gira attorno all'edificio fino a quando da lontano nota un piccolo balcone con la luce accesa: al suo interno Giulietta è sdraiata sul letto. La ragazza di colore la chiama e dal balcone si sporge la giovane Cappelli:

Giulietta, in quel ballo poco fa ho scoperto veramente cosa fosse l'amore. Rinnega tuo padre ed il tuo cognome. Tu non sei una Cappelli, ma sei semplicemente tu. Nessuno potrà mai separarci.

Giulietta è fortemente contesa e sceglie così di recarsi nel giardino per raggiungere Romya. Le due si abbracciano e gettano nell'erba del prato. Infine scelgono di fuggire assieme. Forse solo con questo gesto disperato le due fazioni rivali cittadine sceglieranno di porre una tregua agli scontri. Giulietta lascia nella propria stanza un biglietto nel quale spiega l'amore per Romya e la loro speranza di pace.

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Nei giorni successivi succede il finimondo in città: la famiglia Cappelli cerca con ogni mezzo di scoprire dove viva la famiglia di Romya. Vengono diffusi in città anche dei manifesti che spingano la famiglia Montygwa ad uscire allo scoperto. I Cappelli sono convinti infatti che Giulietta sia stata rapita e non sia fuggita volontariamente.

Verona cade in giornate di terrore, in cui gli scontri tra le fazioni diventano sempre più accese. Maryl e Benilia scelgono così di recarsi a casa Cappelli per chiarire la situazione. Non sarà una bella idea.

Non appena le due ragazze arrivano sul posto ad accoglierle c'è Tommaso Cappelli, cugino di Giulietta, il quale con attenggiamento tutt'altro che amichevole si scaglia verbalmente contro le due ragazze. I tre rimangono separati dal cancello dell'abitazione Cappelli fino a quando non appare dal buio Romya, che, venuta a conoscenza dell'incontro tra le amiche ed i Cappelli si è diretta sul posto. Tommaso apre il cancello ed estrae dalla tasca un coltello. Si scaglia contro Romya, ma l'amica Maryl le si para con il corpo davanti. Il coltello colpisce quest'ultima all'altezza della milza. La ragazza cade a terra sanguinante.

Tommaso, resosi conto della grande follia, lascia cadere il coltello a terra e dopo un paio di passi indietro si accascia sulle proprie ginocchia portando le mani al volto per coprire le frustrazione. Romya a questo punto in preda all'ira ed alla disperazione raccoglie il coltello e solpisce al collo più volte Tommaso, il quale muore di lì a poco.

Le sirene della polizia si sentono da lontano. Romya, completamente insanguinata sceglie di dileguarsi nella boscaglia prima di essere arrestata. Al momento dell'arrivo delle forze dell'ordine solo Benilia è presente. Poco dopo anche la famiglia Cappelli, attirata dalle sirene e dal non ritorno di Tommaso arriva al cancello dell'abitazione: lo spettacolo sfocia in un tentativo di aggressione da parte della famiglia Cappelli a Benilia, la quale viene fatta salire sulla volante e portata in questura.

Qui la ragazza spiega come siano andate le cose e, restando a quanto da lei raccontato, inizia un forte ricerca di Romya in tutta la città: l'accusa è omicidio doloso.

Da parte loro i Cappelli, venuti a conoscenza del racconto di Benilia iniziano a cercare Romya in ogni punto della città. E' una caccia alla ragazza.

Giulietta si sta nascondendo nella casa di un amica, dopo che lei se ne è andata alcuni mesi fa, lasciandole le chiavi. Non vede Romya da alcuni giorni e così sceglie di uscire fuori e sentire cosa si dica in città. Arrivata ad un bar viene a conoscenza del grande caos che sta dominando Verona. La figlia della famiglia Cappelli viene però a conoscenza dell'omicidio di suo cugino Tommaso per mano di Romya solo guardano alcuni giornali locali.

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Giulietta ormai in preda al panico e non sapendo più a chi credere sceglie di tornare a casa, dalla sua famiglia. Qui Paride De Sanctis la sta aspettando, dopo che il padre di Giulietta ha scelto di dargli in sposa la figlia. Si sposeranno proprio l'indomani.

Giulietta così in preda ad una confusione totale e all'indecisione, nella notte ingerisce un quantitativo eccessivo di sonniferi. La ragazza quando viene scoperta dai familiari sul proprio letto pare che sia morta.

Anche i medici, chiamati d'urgenza, la riconoscono come morta in seguito all'assunzione di un quantitativo eccessivo di barbiturici.

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Romya che nel frattempo si sta nascondendo a Mantova, così da non correre il rischio di essere trovata dalla polizia, ma soprattutto dalla sete dei vendetta dei Cappelli, i quali stanno battendo ogni angolo di Verona per trovarla, viene a conoscenza della morte di Giulietta. La ragazza di colore cade in un angoscia profonda e sceglie così di tornare immediatamente a Verona per vedere per l'ultima volta Giulietta prima che venga seppellita.

Romya arriva così alla cripta dei Cappelli al cimitero centrale di Verona: Giulietta è distesa al centro sopra un altare. La ragazza di colore si lancia verso la sua amata e la stringe forte.

Alle sue spalle, nell'ombra, è nascosto Paride: nota la scena e subito riconosce la ragazza ed intuisce chi sia. Paride tenta di colpire alle spalle Romya, la quale vede riflesso in una lanterna in ottone un movimento sospetto dietro di lei; schiva il colpo e l'uomo non riesce a colpire la ragazza.

Inizia una lite tra i due; mentre Paride continua ad accusare Romya della morte di Giulietta, tenta di estrarre una revolver da sotto la giacca, ma nel momento in cui la sta impugnando Romya lo morde e l'uomo perde la presa sull'arma. La rapidità della giovane Romya le permette di raccogliere per prima l'arma e sparare in pieno petto di Paride tre colpi. La deflagrazione riecheggia in tutta la cripta e l'uomo cade a terra in una pozza di sangue.

La giovane Romya rimane sola: guarda la sua amata Giulietta.

In preda alla frustrazione per la sua storia d'amore finita prima che iniziasse e per la scia di morte che si porta dietro, prima bacia la sua amata Giulietta per l'ultima volta e dopo decide di spararsi. La ragazza cade a terra ed anche lei muore.

Passa qualche minuto e la giovane Giulietta riprende conoscenza. Circondata dai corpi di Paride e Romya, si lancia sul corpo della ragazza amata ed in un pianto disperato la stringe forte contro di sè. Mille pensieri attraversano la mente di Giulietta, la quale si rende conto come una follia razzista che ha generato tanto odio non abbia portato a nulla se non alla morte immotivata di giovani ragazzi.

Giulietta vede nella mano di Romya la pistola con la quale si è sparata. La prende ed in lacrime, decide di spararsi anche lei. Cade inerme sul corpo dell'amata Romya, quasi in un ultimo abbraccio.

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CC3 Creative Commons

Riuscirà almeno un evento così tragico e duro,

annientare una piaga che affligge l'umanità come il RAZZISMO?

Con questo elaborato partecipo al contest di @spi-storychain. Il tentativo di ripercorrere in chiave moderna "Romeo e Giulietta" di William Shakespeare è ciò che ho pensato fosse più adatto nel partecipare alla gara. Il cambio di sesso ovviamente ha visto protagonista Romeo in Romya. Ho cercato inoltre di rispettare l'opera originale nella maggior parte delle sue parti, rendendola al contempo calzante per l'attualità italiana.

Preciso inoltre che ogni riferimento a persone, cose ed eventi del mondo reale in questo post è puramente casuale.

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Una grandissima idea, una grande intuizione. Tutto molto bello, tranne, se posso essere sincero, i tempi verbali della narrazione che, francamente, rovinano un po' la vicenda.
Sembra un po' la stesura del rapporto del commissario e dell'agente di polizia che batte a macchina, intenti a ricostruire i fatti accaduti dopo aver interrogato i protagonisti.
Forse un semplice passato remoto avrebbe potuto coinvolgerci molto di più all'interno della vicenda; uno scenario davvero interessante.
Adoro Romeo e Giulietta e questa tua rivisitazione moderna in chiave lesbo/xenofoba è da 10 e lode.
Non prendertela se ho evidenziato i miei dubbi sullo stile della narrazione, è solo una mia opinione. Cerco solo di fare un po' di curation come si deve.
Bravo comunque, bel lavoro! 👍

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Mi piace leggere questo tipo di commenti invece. Critici al punto giusto, sulla forma. Capisco come il contenuto ti abbia intrigato e di conseguenza come la forma ti abbia un po' deluso.
Onestamente parlando non credevo ci fosse qualcuno, escluso i curatori del contest e di SPI, che si sarebbe cimentato nella lettura di un post di oltre 2000 parole.
Ti ringrazio per il tipo di commento e per aver dedicato dieci minuti alla curation del mio post.👍

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Da quando sono su steem-it (o su steempeak che preferisco) cerco di dare il mio meglio come autore, ma anche come curatore. Tante volte però, lo ammetto senza problemi, mi ferma un po' la mia "stronzaggine"😂; mi spiego meglio.
Sono molto puntiglioso nel valutare ciò che leggo (comunque con piacere), perciò non so mai fino a che punto posso spingermi per evitare il rischio di non offendere l'autore, d'altronde qui siamo, a parte forse @fulviaperillo , tutti dilettanti.
Non ho nemmeno problemi ad ammettere, che se a volte non commento, è proprio perché reputo che non ci sia nulla da dire se non brutte cose 😂😂. Lo so, sembro arrogante e altezzoso. E In effetti un po' lo sono.
Sono fatto così, però, cosa ci posso fare? Grazie a te per la comprensione.
W la sincerità

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W la sincerità!
...ormai rara in questo III millennio.
Ti leggerò sempre.volentieri sotto i miei post!

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Stupendo, il tuo racconto! Corsi e ricorsi storici... questa idea di inserire due temi caldi come l'immigrazione e l'omosessualità mi sembra davvero pungente. Ho letto con piacere. Inoltre, dovendo ripercorrere l'intera opera in poche parole, ho trovato scorrevole la tua stesura, che è riuscita ad abbracciare tutti i punti salienti originali in pochi minuti di lettura.
Un atto di pignoleria che potrebbe essere chiarito meglio @fulviaperillo: parli di omicidio colposo, ma da come sono andate le cose presumo sia doloso o quanto meno preterintenzionale.

Grazie mille @piumadoro per il passaggio ed i complimenti.
Per quanto riguarda la giustizia sono piuttosto ignorante, quindi siccome la tua spiegazione mi sembra sicuramente piú informata di quanto possa sapere io lo correggo subito.
Grazie

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Vaghe reminiscenze di medicina legale...per questo magari la nostra CSI preferita ti potrebbe aiutare meglio di me.
E sempre un piacere leggere una bella storia! A presto!

Bello e intenso questo tuo racconto, caro amico, hai mischiato sapientemente la fantasia con una realtà che non si discosta di molto dalla tua narrazione, creando un post molto particolare e di grandissimo impatto.

Ne abbiamo parlato diverse volte di questo scottantissimo tema del razzismo, e le tematiche che si possono sviluppare sono davvero tante, con mille sfumature di diversa tonalità.

Cosa dire, se non che dovremmo essere tutti cittadini del mondo, che i delinquenti non hanno colore o nazionalità, sono delinquenti e basta, come le brave persone, che rimangono tali aldilà di qualsiasi discriminazione possibile, per cui bisogna rimboccarsi le maniche e cercare di fare qualcosa perché la situazione generale sia più accettabile e dignitosa, soprattutto per quella parte di immigrati che viene indegnamente sfruttata dalla criminalità organizzata.

Mi è piaciuto rendere attuale un romanzo che ha fatto la storia della letteratura inglese e del mondo. In Italia ormai da molto tempo il tema dell'immigrazione è un tema centrale ed il ruolo del mio post non vuole essere altro che uno stimolo alla riflessione.
La carneficina e l'odio tra uomini era attuale nel '600 per Shakespeare e lo è ancora oggi nel III millennio...e con ogni probabilità questa "piaga" cesserà solo quando non esisterà piú l'uomo.

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Complimenti per aver sfruttato il tema del contest per affrontare delle problematiche così attuali. Dico problematiche perché, ancora oggi, troppe persone si sentono in diritto di giudicare la diversità, anche quando non tocca la loro sfera privata. C'è bisogno di articoli così, bravo @moncia90.

Restare impossibili è una problematica altrettanto importante: l'indifferenza alle ingiustizie del mondo sicuramente non sia a risolverle.
In questo racconto ho voluto rendere attuale un romanzo di 400 anni fa, inserendo all'interno tematiche oggi centrali.
Grazie per i suggerimenti ed il supporto.

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Hai ragione, l'indifferenza spesso è il male peggiore. Figurati!

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