Il PENSIERO SIMOBOLICO di 130.000 anni fa

in #ita6 years ago (edited)

Proseguono i miei contributi per il progetto supportato da @steempostitalia , @discovery-it: oggi vorrei affrontare la tematica delle pitture rupestri, scegliendo di seguire il filone artistico-storico, che è stato presentato la scorsa settimana in questo post: Pitture Rupestri.
Buona lettura!

La storia e la scienza darwiniana ci insegnano come le specie più evolute e capaci di resistere ai cambiamenti climatici, siano riuscite a sopravvivere maggiormente di chi invece abbia riscontrato problematiche e infine si sia estinto. La Selezione Naturale infatti in passato ha condannato quegli essere viventi, fossero loro piante o animali, non capaci di superare determinate difficoltà; per semplificare il tutto: "solo i più forti sono riusciti a sopravvivere".
E' stato così per tutte le forme di vita che hanno popolato la Terra e l'uomo non ha fatto eccezione. Il riferimento diretto corre indetro nel tempo tra i 200.000 ed i 40.000 anni fa ed è l'Homo Neanderthalensis, più comunemente conosciuto come Uomo di Neanderthal.

A migliaia di anni di distanza dall'estinzione di questo ominide ancora la Scienza non è riuscita a spiegare le cause per cui questa specie sia scomparsa: in molti casi si è pensato ad epidemie, una supremazia territoriale portata avanti dall'Homo Sapiens, ma alcuni studi hanno portato alcuni scienziati a dubitare ed a non credere a queste tesi; l'economista Jason Shogren (Università del Wyoming, USA) ha pubblicato nel 2005 sul Journal of Economic Behaviour and Organization 1 quella che secondo lui potesse essere la reale causa dell'estinzione: l'Homo Sapiens è riuscito a evolvere la propria capacità cognitiva al di fuori della pura caccia, unico ambito in cui prevaleva invece l'Uomo di Neanderthal. Le conseguenze furono che il nostro antenato riuscì a sviluppare tecniche come la creazione di utensili, sviluppare il concetto del commercio, iniziare ad elaborare un'ideologia artistica ed avere tempo libero per crescere anche a livello di conoscenze, mentre il secondo limitato alla caccia non è riuscito ad ampliare il proprio raggio di azione.
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CC2 Creative Commons
Confronto dei teschi di Homo Sapiens e Homo Neanderthalensis

Questa è stata l'idea su cui si sono basati gli scienziati fino a pochi mesi fa, quando invece Diego Angelucci, geoarcheologo dell’Università di Trento, è riuscito a dimostrare il contrario.2

“Oggi scriviamo un nuovo capitolo della preistoria”.

Ha affermato il ricercatore, in quanto il suo studio ha dimostrato proprio il contrario di quanto affermato da Jason Shogren 13 anni fa: attraverso un'approfondita analisi dei reperti trovati in Spagna (Zafarraya/Pasiega −30 000 anni3) su esemplari di Neandertaliani classici, aventi caratteristiche strutturali molto marcati e tipiche di questa specie di ominidi, e delle caverne che li ospitavano sono portato alla luce informazioni rivoluzionarie per quanto si conoscesse fino a qualche anno fa.
Grazie all'uso di una tecnica innovativa (radiometrica al torio-uranio4) ed il supporto di Dirk Hoffmann del Max-Planck-Institut per la Biologia Evoluzionistica di Lipsia (Germania), Angelucci è riuscito a catalogare a livello temporale con esattezza due tipi di materiali: graffiti sulle pareti delle caverne e conchiglie decorative. Elementi che all'apparenza, date le conoscenze descritte sopra, sarebbero sembrate proprie dell'Homo Sapiens, umanoide dai caratteri mentali più complessi.
Il ricercatore italiano è però riuscito a collegare questo tipo di ritrovamenti all'Homo Neanderthalensis; questo evento è risultato appunto rivoluzionario, in quanto ha ribaltato l'idea che solo con l'Uomo Sapiens si fosse raggiunto il concetto di pensiero simbolico: fino al 2006 si aveva avuto l'unica certezza infatti che fosse stato il nostro antenato, Homo Sapiens, ad essere capace di elaborare mentalmente il concetto di decorazione e disegno, mentre approfondendo i ritrovamenti spagnoli si è riusciti a dimostrare che simili capacità fosseri propri anche della razza dei Neanderthal.5

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CC3 Creative Commons

Gli scavi e la scoperta della caverna sono avvenuti circa 12 anni fa (2006), ma solo grazie all'impiego della tecnica al torio-uranio si è riusciti a determinare con certezza il periodo in cui quel luogo fosse stato abitato. I ricercatori italiani, coadiuvati dai colleghi tedeschi, sono partiti dalla certezza che fino 45.000-40.000 anni fa l'Homo Sapiens avesse civilizzato esclusivamente il continente africano e di conseguenza non potesse essere arrivato prima di quel periodo alle grotte iberiche. Il riuscire quindi a determinare il periodo esatto ha dato la possibilità a Hoffmann ed Angelucci di affermare che quanto ritrovato fosse creazione dell'Homo di Neanderthal: con esattezza si parla di circa 115.000 anni fa.6
Tali ritrovamenti, in particolar modo le incisioni e le pitture rupestri sulle pareti, si è fin da subito compreso che non si trattasse di un qualcosa necessario a svolgere determinate operazioni pratiche o di utensileria, ma fossero prettamente ad uso decorativo e ornamentale. Grazie a tali documenti infatti non su riusciva a svolgere delle attività in particolare, ma avevano esclusivamente l'utilità di abbellire l'ambiente, la caverna, l'ominide o raccontare stralci di storia.
Analizzando infatti i due ritrovamenti nel dettaglio si nota come: per quanto riguarda le conchiglie è facile intuire che l'Uomo di Neanderthal, non fosse solo cacciatore, ma anche raccoglitore e soprattutto non si limitasse a nutrirsi dell'animale contenuto nella conchiglia, ma, attraverso uno stimolo mentale, abbia sentito anche la necessità di impiegare quei gusci in altro modo.
Per quanto riguarda le pitture rupestri invece il concetto è molto più elaborato, poiché questi sono le prime testimonianze/documenti "scritti" che Neanderthal ci lascia: grazie ad essi potremo proseguire la nostra conoscenza di questo umanoide, cercando di comprenderne aspetti come tecniche di caccia, animali presenti nella flora di migliaia di anni fa in quelle aree, materiali impiegati per la pittura...
Si tratta quindi di un reperto dall'altissimo tasso di importanza, da studiare nei minimi dettagli.

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CC0 Creative Commons

Il PENSIERO SIMBOLICO

Grazie quindi alle scoperte di Angelucci si è riusciti a datare con esattezza il periodo in cui il concetto di pensiero simbolico fosse presente nella mente di una forma umanoide: elaborare un valore simobolico significa assegnare ad un oggetto fisico un valore oltre il materiale, dandogli quindi appunto un significato di simbolo.
In particolare con questa scoperta si è potuto associare il pensiero simbolico anche al nostro cugino Neanderthal cosí da valutarlo sotto forma di un carattere che come molti altri ci accomunasse a lui. Quell'ideologia che le capacità cognitive dei Neanderthal, uomini dalle capacità intellettive meno sviluppane, si vanno così a sgretolare e con essa anche il fatto che la loro estinzione sia stata causata proprio da questo.
Adesso sarà compito degli scienziati andare ancora maggiormente indietro nel tempo per comprendere chi abbia "introdotto" il pensiero simbolico come ominide: se siano stati i primi Neanderthal o si debba andare ancora maggiormente a ritroso, forse fino al ceppo comune che ha generato Sapiens e Neanderthal: _HOMO HEIDELBERGENSIS
.

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CC4 Creative Commons

Lo stesso ricercatore italiano Angelucci afferma che:

"La comparsa del pensiero simbolico è considerata una delle tappe fondamentali dell’evoluzione umana: possiamo riconoscerla tra le tracce archeologiche grazie al rinvenimento di oggetti che fanno parte della cosiddetta cultura materiale, trasmessa di generazione in generazione, come i reperti degli scavi spagnoli o come le sepolture”.

Le capacità cognitive degli Homo Neanderthalensis sono quindi oggi più definite: la sua capacità di pensare e creare oggetti intrinsecamente decorativi dall'unico significato simbolico, intorbitìdisce ancora maggiormente il percorso scientifico di valutazione e determinazione di quelle che siano state le cause della sua estinzione.

Bibliografia
1 Studio pubblicato sul Journal of Economic Behaviour and Organization
2 Il primo pensiero simbolico è dei Neanderthal
3 Studio archeologico sui reperti di Zafarraya - Spagna
4 Datazione Uranio-Torio
5 Symbolic use of marine shells and mineral pigments by Neandertals 115000 years ago
6 U-Th dating of carbonate crusts reveals Neandertal origin of Iberian cave art
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Lavoro molto corposo e decisamente ricco di informazioni e nozioni, tutte sapientemente incasellate in un post riuscito e perfettamente strutturato e calibrato, grande @moncia90

Grazie Mad!!!
Mi piace dare il mio, seppur semplice, contributo alla comunità scientifica settimanalmente. Inoltre anche seguire progetti portati avanti da utenti italiani penso sia quasi un dovere, sempre che la competenza me/ce lo permetta.

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Grazie per aver portato questo punto di vista aggiuntivo @moncia90!
Molto interessante!

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