Discovery Arte&Storia Presenta: Pitture rupestri

in #discovery-it6 years ago (edited)

Discovery-it Arte&Storia


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10/10/2018 | Impaginazione a cura de @ilnegro

Pitture rupestri


L’essere umano ha, insita, la necessità di comunicare con i suoi simili o con i suoi dei.
Esprimere le proprie emozioni tramite la pittura rupestre era un modo per farsi capire o anche invocare gli dei per propiziare le attività di caccia. Questa necessità si è modernizzata, pur rimanendo tale, ed ha dato la luce alla street art, al graffitismo ed altre forme di espressioni, sociali più che mistiche, che fanno uso della stessa tela.
Le pareti di una grotta come le pareti di una stazione sono quindi il mezzo per far giungere il messaggio espresso dall’artista.Di recente è stata trovata, in una grotta poco distante da Città del Capo, in Sudafrica, quella che, probabilmente, è la più antica pittura esistente, risalente approssimativamente a 73000 anni fa.
Volendo fare una connessione, molto fantasiosa per la verità, il disegno rappresenta il modernissimo hashtag.
Ovviamente i nostri avi non pensavano a tanto ma sicuramente la suggestione è tanta.
Cosa avrà voluto rappresentare l’artista?

Qualche spunto ci viene suggerito dai nostri autori.



Impronte di Pietra: analogie di due ere.

Pitture Rupestri (Paleolitico Superiore): sono quelle pitture o incisioni riprodotte su pareti e soffitti di pietra. I primissimi dipinti rupestri giunti fino a noi, sono le impronte di mani, il loro significato si pensa possa essere simbolico: indica il possesso della caverna e degli animali. Tali impronte furono realizzate con due tecniche differenti, in Positivo (appoggiando la mano intrisa di colore sulla parete) o in Negativo (colorando con una canna a soffio il colore intorno alla mano) [2]. Il tema dominante degli altri dipinti rupestri ritrovati è la rappresentazione di animali coevi. La loro raffigurazione si pensa sia soggetta a riti magici propiziatori. In un’era in cui la sopravvivenza dell’uomo è determinata dalla caccia, quando si raffiguravano scene di caccia sulle pareti, era per assicurarsi, magicamente, che tali soggetti diventassero preda dell’uomo. E’ per questo che in alcuni casi la bestia è raffigurata già trafitta a morte da frecce [2].
Graffito-Writing: corrente artistica emblematica e attuale, sfrutta interventi pittorici sul tessuto urbano in tutto il pianeta. Il graffito è definito multiforme. Assume di volta in volta valori e significati diversi, può rappresentare slogan politici, rivendicazioni, la libertà di pensiero e l’anti-oppressione o semplice divertimento. Si basa sullo studio della lettera: l’evoluzione stilistica di un alfabeto personale sviluppato con varie tecniche, come sono varii e unici gli “artisti-scrittori” (writers) che lo praticano: la tag e lo stencil graffiti, il throw-up, dal bubble-style al wild-style e tante altre ancora [1] [3].
Quali relazioni e analogie ci sono tra i graffiti primitivi e quelli contemporanei?
La più ovvia analogia è la tela artistica: Le pareti di roccia, nel caso della preistoria e le “pareti” delle città (le superfici esterne dei vagoni dei treni, muri, “hall of fame” spazi legali per dipingere, ecc.)[1], nel caso dei graffiti attuali. Un'altra interessante analogia è la finalità di marcare un territorio, di un gruppo sociale, (impronte di mani) [2] per gli uomini preistorici ed altrettanto i (tag-firma) per i writer [1]. Il rito di propiziare il successo della futura caccia, attraverso la figura dell’artista-mago nella preistoria, si traduce nel riscatto sociale, attraverso la denuncia e la protesta che ricercano e ci propongono con le loro opere i writers. Per approfondire al meglio queste analogie è necessario, ritornare sulle impronte di mani. Sappiamo che il loro significato è simbolico, ma ha sicuramente un valore più profondo, l’impronta dipinta dimostra l’esigenza dell’uomo, unico fra gli esseri viventi, di lasciare una traccia di se stesso, come una documentazione del proprio pensiero. Il Tag, uno degli elementi che definiscono l’arte dei graffitisti, assume un significato ben preciso e supera la classica idea di firma, degli autori delle opere iconografiche, in quanto non solo legato al writer stesso, quanto all’idea che egli vuole trasmettere. Con la raffigurazione dei rituali di caccia, l’artista-mago[2], non rappresenta un’illusione di una presenza reale, ma piuttosto né invoca il concetto, attraverso un processo mentale. Altrettanto fa il writer, che non cerca di propiziare una cosa reale (come cacciare per sopravvivere), ma una libertà intellettuale ed espressiva, in un mondo che gli sembra troppo omologato. In questo caso l’analisi si confà, non tanto alla tecnica di esecuzione, ma quanto, alla figura dell’artista-mago, che nella preistoria è mago perché riesce a creare dal nulla, assicurandosi un futuro prospero. Mentre nel Writing, l’artista-writer diviene mago, in quanto unico, in grado di plasmare le lettere in una forma totalmente nuova e criptica.

Fonti:

  1. Alessandro Minnino, Glossario, in Graffiti writing. Origini, significati, tecniche e protagonisti in Italia., Milano, Mondadori Electa, 2008, p. da 220 a 223.
  2. Collana a cura di S. Zuffi, Storia dell’Arte 1, le Prime Civiltà. Mondadori Electa, 2006, Milano.
  3. S. Pereira, Graffiti, Fitway Publishing, 2005, Paris cedex.

a cura di @michelacinque



Arte nella Preistoria: la prima forma di comunicazione efficace dell’essere umano.

40.000/30.000 anni fa, i nostri antenati preistorici iniziarono l’avventura della comunicazione, dapprima con delle mirabili opere pittoriche le "pitture rupestri", e le statuine femminili, le famosissime Veneri, poi con le decorazioni di oggetti di uso quotidiano.
Il globo terraqueo è pieno di forme artistiche "primordiali", realizzate con differenti modalità espressive, pitture, sculture, monoliti, interventi sul territorio e altre straordinarie opere.
Se pensiamo ai giganteschi animali disegnati, lunghi anche centinaia di metri, riconoscibili nel loro insieme dall’alto, a Nazca in Perù, e sulla loro conservazione possiamo renderci conto delle grandi qualità tecniche dei nostri antenati. [1]
Ad esempio, nel Neolitico, diventano forme di comunicazione e di grande impatto estetico i "mounds" [2] del nord America, antesignani della Land Art, che aprono un aspro dibattito sulla colonizzazione del Nord America e sulle cosiddette civiltà perdute, trattato in modo molto interessante nel link di riferimento. [3]

Come nasce l’arte e perché?

Su quali fossero i reali bisogni comunicativi e sociali e perché nascono le modalità artistiche dei nostri antenati preistorici, ancora oggi, il dibattito è aperto e affascinante.
Sappiamo che le pitture rupestri nascono per l’esigenza di comunicare e rappresentare dei concetti che in seguito furono affiancati anche da categorie estetiche, come la ricerca di un realismo, oppure secondo teorie evoluzionistiche, esclusivamente collegati ai riti propiziatori della caccia. Ma il dibattito è sempre aperto ed affascinante perché, queste meravigliose opere, erano quasi sempre rappresentate in luoghi senza la luce del sole, caverne o antri, nascoste o mimetizzate nel territorio, quasi a non voler rientrare in un valore comunicativo ed estetico, ma interiore e misterioso.
I graffiti e le altre forme di arte preistorica, erano ricchi di un pensiero magico e superstizioso, ma ad oggi, non sappiamo se l’uomo primitivo dipingesse o scolpisse forme secondo dei canoni estetici, sappiamo però che la ricerca del realismo pittorico dipinto per animali delle più svariate categorie era in atto, e che porterà alla rappresentazione dell’arte come creazione.
Con l’evoluzione della rappresentazione "artistica" gli uomini primitivi delinearono l’esigenza, il bisogno, di mimare la caccia stessa o di appropriarsi dell’animale dipingendo sopra il disegno di esso molte mani aperte o trafitto da frecce, fino poi ad arrivare alla rappresentazione della figura umana.
Esistevano quindi dei riti cerimoniali, collegati alla caccia e pertanto alla sopravvivenza, le pitture rupestri, il disegno e la colorazione di essi in qualche maniera potevano rappresentare il concetto di appropriazione e cattura dell’animale dipinto sulle pareti delle caverne.

Disegno, quindi esisto, comunico e sopravvivo!

Con le pitture rupestri o graffiti, si determina una delle prime modalità di comunicazione: consapevolezza di una forma o di un elemento, attraverso l’osservazione, analisi e sintesi, e trasmissione della conoscenza acquisita attraverso una immagine forma-concetto.
Interessante notare che la presa di coscienza viene esplicitata attraverso la forma disegnata-dipinta, ancora prima del vero e proprio linguaggio parlato e scritto codificato in epoca più recente.

Fonti:

  1. Fonte1
  2. Fonte
  3. Fonte3

a cura di: @armandosodano



Artisti mistici: gli sciamani

Fin dalla notte dei tempi, la necessità ancestrale dell'essere umano di poter comunicare e comprendere le forze della natura circostante, al fine di riuscire ad esprimere appieno se stesso e per relazionarsi al meglio con il mondo e con l'universo, è sempre stata alla base di ogni civiltà conosciuta. A ritroso nel tempo attraverso i millenni scorsi e ad ogni latitudine, da nord a sud, l'arte grafica ha sempre recitato la parte dello specchio dei bisogni quotidiani delle comunità preistoriche, molto tempo prima dell'uso della prima forma di scrittura conosciuta, quella mesopotamica cuneiforme, una realtà oggettiva che oggi è, ormai, per mezzo dei moderni alfabeti, retaggio culturale della stragrande maggioranza di individui.
Un tempo però, solo pochi "eletti" erano capaci di comunicare attraverso pitture rupestri ed incisioni, ciò che la vita aveva da offrire a quel tempo; un ruolo che veniva svolto per vocazione e con dedizione, quello dello sciamano. [2]
Fin dal paleolitico tale figura mistica era preposta ad entrare in contatto con l'invisibile attraverso l'alterazione dei cinque sensi comuni, cosicché lo sciamano mediante l'uso di primordiali sostanze allucinogene potesse avere libero accesso all'ignoto mondo del soprannaturale; sorprende non poco come il modus operandi degli sciamani risulti essere stato molto simile in tutte le civiltà del globo prese in analisi, da quelle mesoamericane, passando per quelle africane fino a giungere alla Lapponia.
Tutto questo allo scopo di apprendere importanti nozioni utili alle attività della vita quotidiana, in primis la caccia, per la quale gli antichi sciamani compivano escursioni nell'altro mondo con il fine preciso di riappacificarsi con le anime degli animali abbattuti per procurarsi cibo e indumenti.
Una volta terminato lo stato di trance e "ritornati fra i comuni mortali”, quale modo migliore di immortalare il "viaggio appena compiuto" sulla pietra, per mezzo di graffiti ed incisioni, riportando fedelmente in questa dimensione quanto esperito nell'altra.
A questo proposito vi è una caverna nel sud-ovest della Francia nella regione Occitania, situata nel piccolo comune di Montesquieu-Avantès nel dipartimento dell’Ariège, proprio a fianco del più celebre dipartimento dell'Aude; un'area pregna di credenze e tradizioni magiche, mistiche ed esoteriche a me molto cara, che proprio in questo senso ci offre una quantità di "materiale" enorme.
La caverna denominata dei "Trois Frère" [1], è un ottimo esempio di ricerca in questo campo: al suo interno vi è un'importante incisione sulla pietra risalente al 13000 a.C. che raffigura un intreccio confuso di animali di vario genere, al centro dei quali una figura antropomorfa danzante travestita da bisonte e munita di arco da caccia, in parte incisa e in parte dipinta, meglio conosciuta come lo "stregone", danza per riconnettersi con le anime degli animali uccisi, trasmigrate sui piani spirituali dell’ignoto universo.

FONTI:

  1. La caverna Trois Frère
  2. Lo sciamanesimo

a cura di @itegoarcanadei



Testimoni del passato: come interpretare le pitture rupestri tra arte e magia

Si parla spesso di pitture rupestri associando queste pratiche umane all’arte e alla magia, ma che significa esattamente questa associazione? E’ possibile, attraverso il nostro sguardo storico, spiegare quello che accadeva quando gli uomini del Paleolitico disegnavano o incidevano nelle pareti di una grotta?

Quello che mi chiedo è se sia possibile recuperare il senso delle pratiche di culture lontane all’interno di spiegazioni e definizioni che provengono in prima istanza da una pratica di conoscenza che appartiene alla nostra cultura. Oppure, cosa per me ancor più affascinante, quello che è veramente in gioco, in questo nostro guardare (conoscere) è il senso della nostra pratica di conoscenza? Del nostro vivere sociale e culturale che possiamo comprendere solo in rapporto con la differenza, con l’altro da noi? Non l’assolutamente altro però, perché quello a noi non potrebbe dire alcunché, l’assolutamente altro non potremmo conoscerlo in linea di principio.

Domande difficili queste, ma mi farò aiutare da uno dei più grandi pensatori (non amava farsi definire “filosofo”) occidentali: Ludwig Wittgenstein. In particolare, facendo riferimento ad un suo libretto: Note sul ‘Ramo d’Oro’ di Frazer [1].

Il Ramo d’Oro. Studio sulla magia e sulla religione è un saggio scritto dall’antropologo James Frazer, un’opera monumentale pubblicata tra il 1890 e il 1915 in più volumi che si occupa delle culture primitive. Il commento di Wittgenstein a quest’opera è molto critico, soprattutto in riferimento alle domande che sono state sollevate all’inizio di questo mio post. Naturalmente, oggi sono molti gli studiosi di antropologia che pongono questi dubbi all’interno delle loro ricerche, ma fino a qualche decennio fa la maggioranza pensava e approcciava la questione con la stessa ottica di Frazer.
Ma entriamo subito in merito citando una delle frasi più feroci di Wittgenstein:

Frazer è molto più selvaggio della maggioranza dei suoi selvaggi, perché questi non potranno mai essere così distanti dalla comprensione di un fatto spirituale quanto lo è un inglese del ventesimo secolo. Le sue spiegazioni delle usanze primitive sono molto più rozze del senso di quelle usanze stesse” [2]

Wittgenstein ritiene la posizione di Frazer rozza in quanto fondata su un pregiudizio, diciamo pure una superstizione. Cioè quella di credere che la storia dell’umanità sia una evoluzione che parte da culture primitive che non conoscevano il mondo se non con errori (disegno la luna in modo rituale e magico perché non so cos’è la luna) e giunge a noi che infine sappiamo cos’è il mondo per come è, non magia ma scienza, verità di oggetti reali e definiti come sono in realtà. Tutto ciò è una superstizione, non un errore naturalmente ma una pratica di conoscenza superstiziosa che esprime arroganza, e se vogliamo fare i conti con la nostra arroganza dobbiamo cominciare a guardare il passato con molta più umiltà.

Si potrebbe quasi dire che l'uomo è un animale cerimoniale [...] Si potrebbe cominciare così un libro di antropologia: se si osserva la vita ed il comportamento degli uomini sulla terra, si vede che essi, oltre ad azioni che si potrebbero chiamare «animali» come nutrirsi etc., svolgono anche azioni che hanno un carattere peculiare, che si potrebbero chiamare «rituali». Sarebbe però assurdo proseguire dicendo che la caratteristica di queste azioni è che derivano da una errata concezione della fisica delle cose.” [3]

Pensare, infatti, che la magia posta come giustificazione delle pitture rupestri sia una pratica di conoscenza erronea, di fisica erronea, di medicina erronea, come riteneva Frazer (ma anche molti nella nostra epoca) significa non comprendere il carattere rituale della nostra stessa pratica scientifica, e questo sarebbe una superstizione, vale a dire anti-scientifico.

Fonti

  1. Il ramo d'oro. Studio sulla magia e la religione
  2. Ludwig Wittgenstein “Note sul "Ramo d’oro" di Frazer”
  3. Ludwig Wittgenstein, op. cit.

a cura di @anedo


L'argomento di questa settimana vi ha stimolato?

Aspettiamo i vostri commenti a questo post e i link ai vostri articoli di approfondimento su questo argomento!
Vi aspettiamo la prossima settimana per un nuovo numero di

Discovery-it Arte&Storia

Tutte le immagini e i disegni sono opera di @armandosodano.

Redazione: @Phage93, @armandosodano, @itegeoarcanadei, @michelacinque, @ciuoto, @anedo, @ilnegro



Immagine di proprietà del team di steemspeak che si ringrazia per la partecipazione
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Molto bravi! Sono convinta sempre di più chel'idea che sta alla base di questo progetto è davvero fantastica! Fornire al lettore punti di vista diversi sullo stesso argomento significa creare la base perfetta per un dibattito, stimolare la ricerca, stuzzicare la curiosità dei lettori ma anche quella degli scrittori! Ho apprezzato gli articoli e trovo le immagini a compendio estremamente azzeccate.

Ognuno ha dato il suo contributo, ha offerto le sue competenze e il suo punto di vista. State costruendo, mattone dopo mattone. Complimenti!
In qualche modo, l'atto di disegnare quelle figure arcaiche, era uno stratagemma per affermare se stessi, per conoscere e, in modo creativo e mistico, prendere possesso del mondo. Un modo per capirlo, questo mondo che oggi spieghiamo attraverso la scienza, per spiegarlo in modo comprensibile e con gli strumenti a disposizione, per misticizzarlo, tramandarlo, ma anche per lasciare memoria del proprio passaggio.

Sarà forse la stessa ragione che, sotterranea, ci spinge a scrivere su Steemit? :)

Cara @nawamy prima di tutto grazie e poi... Sai ci riflettevo anch io in questi giorni (mi riferisco al tuo ?), credo che effettivamente sia proprio questa la ragione che ci spinge ancora oggi, anche qui su steemit a lasciare continue tracce di noi stessi che in chiave modera si traducono nelle scelte di identitá varie di ogni singolo autore e nella magia di scoprirle con facilitá nonostanze proveniamo tutti da storie e posti diversi. Come dice anche @maestrale (colgo l'occasione per ringranziare anche te!) "ci evolviamo ma la nostre indole rimane la stessa". Ovvero ci accomuna l'esigenza di comunicare attraverso gli altri e con gli altri, noi stessi in maniera duratura.

Sono d'accordo:

ci accomuna l'esigenza di comunicare attraverso gli altri e con gli altri, noi stessi in maniera duratura.

Anche se il concetto di comunicazione mi pone dei problemi (sono un po' critico sul significato che oggi si da a questo termine), direi l'esigenza di vivere in comunità, di essere una comunità (visto che se ne parla molto anche qui su steemit, e spesso in modo fuorviante), farlo in maniera duratura (anche per tramandare la conoscenza) pone dei problemi filosofici interessanti, è il passaggio della cultura dell'oralità a quello della scrittura dove il tramandare dell'oralità era basato su altri incontri rituali mentre quello della scrittura su una tecnica (la tecnica della scrittura appunto) che ha letteralmente creato un uomo nuovo, l'uomo che col tempo sarebbe diventato l'uomo scientifico.

Grazie per il commento @nawamy, non è facile per noi di oggi confrontarci con pratiche umane così diverse per cultura, questo capita anche quando cerchiamo di comprendere popoli che vivono ancor oggi in modalità "primitive" (sono sempre meno, il pensiero unico fa il suo lavoro, anche perché per molti di loro o si adeguano o scompaiono).
La mia provocazione è questa: le forme di conoscenza sono tante ma solo una pretende di dire la verità sul mondo, ed è quella scientifica (che nasce dalla filosofia classica), e se questa verità del mondo fosse un'invenzione della cultura razionale-filosofica-scientifica? Cioè la verità del mondo in sé, del mondo che esiste là fuori "oggettivamente" e che noi siamo in grado di descrivere attraverso una pratica che non è una pratica (ma una pratica presunta neutra, ricordo che per la scienza sarebbe un dogma se l'analista si lasciasse confondere, modificare, suggestionare dall'oggetto di analisi e viceversa).

Invece, la pratica scientifica, come tutte le pratiche umane, e se parliamo di conoscenza tutte le pratiche umane cerimoniali (perciò culturali), è una pratica di relazione con l'altro da sé e quello che ne risulterà sarà sempre e solo il risultato di una relazione e non una verità del mondo per come il mondo è. In questo non ci sono differenze tra le varie forme di conoscenza (conoscenza come relazione: un uomo e una donna si incontrano, si conoscono e si mettono insieme), e secondo me la pratica oggi più vicina a rendersi conto di questo è proprio la pratica artistica, perché non è schiava oggi di un unico ruolo, di un'unica modalità di espressione, di un'unica poetica e per questo può liberamente sperimentare se stessa (mettersi in gioco).

Considerazioni accurate e condivisibili @anedo, mi soffermo per un plauso sull'ultima parte, riguardo l'affrancarsi dell'arte da pratiche relazionali,sociali e scientifiche, al suo primato come modalità espressiva "pura" e sull'auto-sperimentazione, (arte primitiva senza strette culturali), purtroppo credo che oggi questa libertà di espressione si vincoli a panorami culturali, sociali e religiosi che profanano la purezza della celebrazione. Rimane comunque l'originale forma di modalità creative in elezione.

👍 @armandosodano
Sì, è così, nel panorama artistico attuale quella libertà, posta in linea di principio, viene poi spesso "limitata" dagli "stili di tendenza" e al posto dello sperimentare si avvia una ricerca di successo o semplicemente di autodeterminazione scopiazzando stili già affermati. Rimane che in linea di principio ci sono meno vincoli nello sperimentare poetiche artistiche piuttosto che sperimentare nuove metodologie di conoscenza scientifica (non per colpa della scienza beninteso, per via della natura potente ma non così aperta della nostra cultura in generale).

possiamo dire che resta e rimarrà per sempre la modalità di comunicazione più libera, oltre alla più antica...la purezza è connaturata alla sua genesi.

👆

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NOW!
PS facili upvote @nawamy

Beh una recensione come questa vale tutto il tempo che abbiamo impiegato per prepararci! Grazie @nawamy queste sono soddisfazioni! E complimenti per la sintesi che hai scritto.

Mi piace molto!!!! Bel lavoro :-D

Grazie mille a nome di tutti @carolineschell!!

Grazie a voi del vostro impegno e di tutto il lavoro fatto con il cuore :-D

Bravissimi ragazzi, complimenti per la nuova uscita. Il progetto cresce nel migliore dei modi e con contenuti di qualità sono sicuro che avrà un successo enorme.

grazie per i complimenti e incoraggiamenti @paololuffy91!

Davvero un post interessante, l'ho dovuto rileggere a più riprese oggi per finirlo tutto! Se posso permettermi di fare qualche nota:

Complimenti agli autori in primis, ho notato una maggiore qualità rispetto ad l'edizione scientifica, qui sembra un unico discorso con diversi approfondimenti, il post è molto più organico e scorre meglio!

Ma...è poco usufruibile secondo me...già passare ad un'impaginazione non a colonne è un grosso passo avanti (andare su e giù per il post per leggere diversi articoli incolonnati non credo sia una cosa proprio comoda) ma rimane comunque un bel "mattone" da poter leggere. Forse farlo un pelino più corto nelle prossime edizioni?

Non potreste pensare di dividere i post per ogni autore? In questo modo, oltre a diventare più leggibile, potreste anche prendere più reward...4 articoli su un post = reward di 1 articolo, 4 articoli su 4 post, sono 4 reward.

Seguirò con interesse gli sviluppo di questo progetto, spero non vi offendi are se vi ho fatto un po' di critica costruttiva...ma non sui contenuti eh! bravi! :)

Per me invece è bello così, se manca qualcosa...? Si qualcuno che riconosca il valore del post.
Complimenti agli autori, un saluto nicola

Mica ho detto che è brutto, anzi...se ti piace vai a votarlo su c2 che l ho segnalato!

Ma non volevo criticare il tuo commento, anzi... Ho solo puntualizzato che merita un giusto voto. Su c2 fatto e pure un trail dal DaVinci 😀😁😂😂

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Grazieee @knfitaly!!!!!!!!!!!!!!

Grazie @knfitaly 🙂👍

Io non vedo carenze nell'edizione scientifica, visto sia il target ed il modo in cui i post sono strutturati. Mi spiace se questi giudizi derivino da altre valutazioni, ma non ci poniamo in competizione soprattutto in un ambiente di creators come è Steemit.

Sono ben lieto di ascoltare riferimenti e critiche specifiche dell'edizione scientifica perché aiutano ulteriormente a crescere @cryptoitaly 😁

Credo di averle già dette! L'impaginazione a colonne è poco pratica per la lettura, si fa fatica a leggere i singoli articoli...ho visto che nelle prime edizioni avete ricevuto tanti complimenti per l'impaginazione, personalmente trovo scomodissimo leggere interi post in una colonna, poi risalire sopra per leggerne un altro...
Per i contenuti, preferisco non esprimermi in maniera così definita...ho letto tutte le edizioni e tra l'una e l'altra, così come all'interno della stessa edizione tra i diversi articoli, trovo a volte che la qualità sia diversa...ma per il resto poi si va sul soggettivo, quindi non credo che riuscirei a dirti qualcosa di obiettivamente costruttivo !

Le criticità che esprimi sull'impaginazione sono qualcosa che io stesso sono il primo a mettere in discussione, può confermartelo @phage93: bisogna o pubblicare una rivista con 2 soli "contenuti" all'interno a favore di una migliore leggibilità oppure tutte le soluzioni penalizzano la struttura della rivista stessa; se si procede per evitare lo "scrollingback" si fanno numeri molto lunghi, come questo, se si scrive a colonne si palesa il problema che tu stesso hai evidenziato. Ti assicuro che sono il primo a cercare una soluzione che corrisponda alla nostra necessità.
Per i contenuti ci sono stati sicuramente post fatti diversamente, bisogna ricordare che @discovery-it nasce come rubrica, rassegna, raccolta. È "normale" che i contenuti sono siano simili, come quando leggi la tua rivista preferita di informatica e c'è l'autore che approfondisce più l'aspetto tecnico e quello che punta più sulla recensione.
Spero che, almeno in alcuni post, sono (e siamo) riusciti a suscitare piacere nel leggerli!

Dopo milioni di anni, evoluzioni e cambiamenti l'uomo ha sempre lo stesso bisogno, quello di lasciare un "impronta" di se stesso a testimonianza di quello che é stato. Sente il bisogno di credere in entità extraterrene in modo da avere sempre una speranza di salvezza. Insomma l'uomo si é evoluto ma la sua indole é sempre la stessa.
Bravi e Complimenti per il post.

Grazie @maestrale contentissimi ti sia piciuto!

Complimenti ancora! Non ho molto tempo per dare giudizi ma avete fatto un gran lavoro: michelacinque con il nesso ai writers / armandosodano con il lavoro con l'evidenziare che la forma dipinta fosse quasi la prima forma di comunicazione: disegno ergo sum e con i suoi acquerelli (o acquarelli)magici / itegoarcanadei con il lavoro sugli sciamani come detentori di un qualche potere anche pittorico / e la bellissima citazione di anedo da Wigttenstein e Frazer, illuminante.

Aspettavo con ansia l'uscita di Discovery Arte&Storia e devo dire che siete stati bravissimi, proprio come mi aspettavo!
Bravi nell'organizzazione, bravissimi gli autori, gli articoli mi sono piaciuti molto, ognuno con lo stile ed il carattere dell'autore che lo ha scritto, complimenti!!
E' effettivamente un po' lungo da leggere ma, per le cose interessanti come queste, il tempo lo si trova sempre!
Curiosissima di leggere il prossimo numero! :)

In bocca al lupo a tutti gli altri autori per la nuova sezione!
💪

Non so se rientra nello stesso stile, ma di certo è stato ispirato da voi
https://steemit.com/ita/@coccodema/art-brut-e-nof4

Bravi ragazzi!
Toglietemi una curiosità: chi è tale @itegoarcanadei ?
A me sembra il più scemo di tutti...

ahahahahha
Per me resta un grande!!!
poi dipende come accostiamo le nostre considerazioni! XD

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