HOMEBREWING: da dove iniziare

Molti mi conosceranno per le tante passioni che continuamente colorano il mio tempo libero ed il mio account: fra tutte sicuramente la birra rappresenta un mondo che mi ha negli ultimi anni affascinato profondamente. Per essere esatti ciò che diverso tempo fa ha catturato la mia attenzione è il processo di fermentazione, di cui la birra ne è probabilmente il più celebre esempio ed un qualcosa al quale ci si può avvicinare senza problemi; senza dimenticare ovviamente la bontà di un prodotto che realizziamo interamente con le nostre mani. Esistono molte guide su internet che spiegano cosa sia l'homebrewing e come si possa scegliere di percorrere la strada " più facile" o passare immediatamente al livello più impegnativo con le relative complicazioni.
In passato mi sono avvalso di molte fonti che mi hanno permesso di conoscere il mondo brassicolo (video su youtube, libri e corsi), capaci di creare in me una cultura di base che oggi mi garantisce la possibilità di raccontare la birra fatta in casa, magari con un tocco personalizzato.

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Nell'episodio di oggi vorrei raccontarvi e fare una piccola guida per chi decidesse di iniziare ad interessarsi all'homebrewing: è importante sapere che non sarà sufficiente essere amanti della birra in generale ed esserne grandi bevitori, ma si tratta di un vero e proprio hobby, composto di varie sfaccettature, con trei livelli di difficoltà. Fondamentale per esempio è sapere che gli ingredienti base sono quattro: l'orzo, l'acqua, il lievito (1 2) ed il luppolo. Ognuno di essi svolge un ruolo fondamentale nella realizzazione della bevanda finale ed acquistarne di un certo tipo anzichè di un altro può fare molta differenza.
Fare la birra è infatti un processo standardizzato, ma per chi sceglie di produrla autonomamente esistono varie possibilità: parliamo di tre sistemi in cui la difficoltà di preparazione è direttamente proporzionale alla qualità del prodotto finale. Cerchiamo di conoscerli tutti per individuarne gli aspetti migliori e peggiori.

DA KIT
Questo metodo è il più semplice ed anche quello che si consiglia per un neofita: l'impiego di ingredienti "semplificati" agevola molto il processo di birrificazione e rende il sistema più elastico e capace di assorbire errori compiuti dal mastro birraio alle prime armi.
E' importante specificare che i "kit" sono anche gruppi di strumenti ed attrezzature che vengono venduti in negozi di hobbistica e su internet per avere fin da subito tutti i mezzi necessari per poter seguire il processo nella sua completezza. Ne esistono di varie tipologie ed il prezzo molto spesso corrisponde ad una maggior quantità di attrezzatura o qualità dei prodotti.
Spesso questi kit sono muniti anche degli ingredienti elaborati che dovranno essere impiegati: un piccolo barattolo in latta di estratto di malto (una sostanza semiliquida simile al miele) è l'ingrediente base che già rende facilitata la birrificazione, essendo già stati concentrato lì tutto il malto dall'orzo. Sul tappo del barattolo è sempre presente una bustina di lievito, da inoculare una volta che si è sciolto l'estratto in acqua, insieme allo zucchero, che aiuterà il processo di fermentazione.
Questo processo è sicuramente il più elementare perché gli step da seguire sono pochi e facili da portare a termine: sbagliare comunque non è impossibile ed anche in questo caso la cura nei dettagli e soprattutto nella sanitizzazione possono fare la differenza tra produrre una birra di buona qualità e dover buttare il tutto perché le muffe hanno invaso il composto.
Esistono molte varianti di estratto di malto in latta, a seconda del tipo di birra che si vorrà ottenere: è importante comunque precisare che già questi kit possono subire piccole modifiche, come la variazione del lievito, la sostituzione di estratto di malto secco invece di zucchero, uso di spezie...
Ultima nozione riguardante il metodo da kit è il fatto che con questo sistema si riesce ad ottenere una birra che ben poco si distacca da quella prevista dal rivenditore del kit, essendo poche le variabili in gioco: anche solo la gradazione in molti casi è la stessa indicata sulla confezione, con minime variazioni. Il livello qualitativo della bevanda finale è apprezzabile, tutto sommato, per un prezzo più che accettabile.

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E+G
Iniziamo con il chiarire il significato di questa sigla: Estratto + Grani. Come si capisce quindi, in questo metodo si impiega l'estratto di malto, lo stesso del kit, ma ad esso si aggiungono anche altri ingredienti. Molto spesso anche qui esistono dei kit più elaborati e molto spesso personalizzati o derivanti da ricette già collaudate, dove si aggiungono cereali di varia tipologia, alcuni succedanei (cannella, anice), luppoli ed altre materie prime di vario genere.
Ovviamente si parla di un sistema più complesso rispetto a quello da kit, con relativo aumento della qualità della birra imbottigliata: ciò deriva da una ricerca dell'ingrediente di migliore qualità, da un perfezionamento dovuto spesso all'esperienza di coloro i quali adottano questo sistema ed in particolar modo del controllo sull'80% delle fasi.
Il costo ovviamente aumenta, essendo spesso gli ingredienti "non elaborati" di qualità maggiore.
In un processo di crescita dell'homebrewer questa tecnica di birrificazione rappresenta sicuramente il secondo step da prendere in considerazione, che per molti risulta essere anche quello finale, dati i buoni risultati a cui conduce: un maggiore tempo di lavorazione (si può arrivare anche a 6-7 ore) garantisce chiarmente un risultato di buona qualità che garantisce un grande successo anche nel pubblico dei degustatori!

All-Grain
Il TOP della birrificazione fai da te; essa non si distacca poi molto dalla produzione industriale, rispetto alla quale cambia solo il quantitativo di materie prime impiegate ed anche l'attrezzatura, in alcuni casi più all'avanguardia.
Le materie prime questa volta sono tutte a livello "base": si parte dall'orzo che in un lungo processo viene prima fatto germogliare (in questa fase gli enzimi contenuti nei vari chicchi si trasformano), poi essiccato ed infine schiacciato (non tritato), così che si rompa per liberare le varie sostanze nell'acqua e diventare malto. In un iter molto lungo ed anche molto più costoso rispetto ai precedenti, si ha la possibilità di ottenere birre di primissimo livello: ovviamente in questo caso la grande differenza è fatta anche dalla strumentazione migliore, come per esempio fermentatori in acciaio, spire in rame per raffreddare il mosto, lettori elettronici... Questi però sono investimenti chr chi veramente ama il mondo dell'homebrewing sceglie di andare incontro, per coltivare una passione che lo coinvolge profondamente.

Ultime precisazioni
Ogni tipologia di sistema non implica che si sia provato il precedente, anche se è altamente consigliabile farlo o per lo meno avere una leggera conoscenza di base per cimentarsi in processi più complessi ed evitare spiacevoli sorprese. La pulizia è il parametro comune ai vari sistemi, sempre presente e parola d'ordine in generale nell'homebrewing: la presenza di batteri non deisderati è il peggior nemico per il mastro birraio: vedere la propria cotta andare a male, dopo tanta fatica e sacrifici è veramente un peccato; quindi meglio essere più minuziosi prima che pentirsene dopo!

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[ENG] Remember to support @detlev for the building of his project @beerlover: a new BEER token for the people who love this drink!

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