8 22 45 [parte1]

in #ita6 years ago (edited)

Oggi inizio il racconto dei miei tre numeri: non sono numeri che abbiano rivoluzionato la mia vita in modo drastico, ma una serie di coincidenze che li hanno coinvolti hanno turbato il mio quieto vivere razionale in un agosto di 20 anni fa.
Sono una persona che non crede nella fortuna o nel fato, ma alcuni avvenimenti della mia infanzia mi hanno fatto per lunghi tratti dubitare. Inoltre è facile che un bambino possa credere a determinate coincidenze.
Vi racconterò quindi un aneddoto che mi ha visto protagonista in una lontana estate senese.
Con questo contributo vorrei quindi partecipare al contest "numerico" di Fulvia Perillo.
Buona lettura!

13 Agosto 1998
A Siena questa data coincide con l'inizio della festa che ha reso celebre la città in tutto il mondo: il Palio. Per chi non la conoscesse, si tratta di una corsa di cavalli che viene proposta nell'anello esterno della piazza principale senese (Piazza del Campo) da 10 cavalli montati ognuno da un fantino, ognuno dei quali assegnato ad una contrada. Una corsa equestre che richiama le grandi tradizioni del passato medievale, secoli durante i quali la Repubblica di Siena era una delle più fiorenti forze d'Italia.
E' una festa che dura 4 giorni (96 ore di Palio) e durante i quali certi eventi si susseguono fino alla Carriera che si corre il 16 pomeriggio. Si corrono due corse durante l'estate: la prima è quella del 2 Luglio dedicata alla Madonna di Provenzano e la seconda, questa di cui vi andrò a raccontare, dedicata all'Assunta.

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CC3 Ceactive Commons

Nel 1998 ero un bambino di 8 anni e come mi capitava spesso, non vivendo in contrada (aree urbane che suddividono il centro storico in 17 rioni e che sono anche le partecipanti alla corsa), mia mamma mi scortava nella società del Nicchio, la mia contrada appunto. Qui mi lasciava in mano a degli adulti responsabili del gruppo "cittini" (bambini) e con i quali trascorrevo poi l'intera giornata tra giochi e passatempi vari. Vivevo la contrada come un qualcosa di ludico per trascorrere del tempo con gli altri bambini ed il Palio era più una scusa che altro.
Ovviamente le contrade si trovano all'interno del centro storico e per raggiungere questa area è sconsigliabile prendere la macchina nei 4 giorni, dato il forte traffico che si riversa intorno alla cinta muraria: con mia mamma eravamo soliti quindi prendere il "pollicino" (termine con cui a Siena si identificano i pullman piccoli, con i quali è più facile girare per le vie anguste del centro cittadino).
La mattina del 13 quindi con mia mamma salimmo sul pollicino numero 8 per arrivare fino a Porta Pispini, dove poi avrei proseguito verso la contrada. Mi ricordo come ripetutamente, come spesso fanno i bambini, ripetessi alla fermata dell'autobus ad alta voce: Pollicino numero 8...pollicino numero 8...pollicino numero 8..., tanto che mia mamma mi minacciò più volte di uno "scapaccione" se non avessi smesso. Ma la pausa durava per alcuni secondi e poi iniziavo nuovamente.

Arrivati a porta Pispini salimmo per la via che porta alla società del Nicchio e qui mi unii al gruppo bimbi: mi ricordo come fossimo una bella armata di 45 pesti pronte a demolire qualsiasi adulto ci si fosse parato di fronte. Lontano dai propri genitori eravamo pronti a tutto: ciò che ci piaceva di più era cantare gli stornelli di contrada a squarciagola, senza ritegno, come mai potevamo fare a casa con il timore di svegliare qualcuno.
La mattina del 13 i cittini si recano solitamente in piazza e sopra i palchi che delimitano la fascia esterna della piazza, ammirano la tratta (fase in cui tutti i cavalli che si propongono alla corsa fanno le loro batterie). Di questi solo 10 ne verranno poi presi, uno per contrada. Noi bambini facevamo poco caso a ciò che accadesse sul tufo della pista, perché eravamo più attratti dai vari chiacchiericci dei nostri amici.
Notai però come un cavallo fosse più bello e interessante degli altri: il suo nome, Re Artù, diceva tutto e trasmetteva il suo grande fascino con il numero 22 sul posteriore.

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CC0 Creative Commons

La tratta si risolse prima delle 10.30 e così tornammo in contrada, dove, dopo una colazione con un bel panino col prosciutto, andammo a trascorrere il tempo prima dell'assegnazione (processo di sorteggio che abbina cavallo a contrada) nei giardini del Nicchio, giocando a quelli che una volta erano i veri passatempi per i bambini: nascondino, chiapparello e 1-2-3 Stella (il più delle volte finiva a botte o con qualcuno con un ginocchio sbucciato, ma era anche il bello di quei giochi, ormai dimenticati).

Non c'era tempo per il pranzo: un piatto di pastasciutta al pomodoro, ancora qualche affettato e di nuovo a giocare nei giardini (adesso capisco perché la sera dormissi come un ghiro).
Poi arrivò il tempo dell'assegnazione. Noi cittini in prima fila davanti alla TV, visto che non era possibile recarsi in piazza: quello era per i grandi. Quindi sotto il televisore a simularci intenditori ed a guardare i cavalli come fossimo degli esperti. Silenziosamente notai come quel cavallo, Re Artù, visto la mattina con il numero 22 fosse presente tra i 10 selezionati. Pregai che fosse il nostro cavallo per quella carriera....e così fu!!! Probabilmente il favorito del lotto!
Pensai che qualcuno, forse la SORTE, mi avesse ascoltato! Essere i favoriti nel Palio vuol dire poco o niente, ma per lo meno avevamo un buon cavallo.
Nella prova della sera ebbi modo di conoscere il fantino, un certo Bufera (meglio conosciuto come Dario Colagè all'anagrafe), che vidi cavalcare su Re Artù con eleganza e per molti versi mi sentii ben felice della nostra situazione in ottica vittoria.

Me ne tornai a casa e stanco come una pera cotta, ma felicissimo, me ne andai a letto. La prima giornata di Palio era finita. Ora me ne aspettavano altre 3, prima della carriera del 16 agosto.

...continua...

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Bella stesura di testo, complimenti per questa prima parte interessantissima, aspettiamo il prosieguo con attenzione

Secondo episodio appena uscito in edicola!!!

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Grazie per la partecipazione!!

Un piacere!!!

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Penso di conoscere già il finale 😁
Ottimo post, non è sempre facile parlare di Palio a chi non lo conosce, ma qui ci sei riuscito alla grande: aspetto il seguito!

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Grazie mille del tuo passaggio giovane senese (con la voce di Dart Fener).
Il risultato oggettivo appare scontato, ma la trama personale del racconto potrebbe riservare sorprese inaspettate. Domani non pubblicherò riguardo questa storia, ma lo farò mercoledí.
Stay Tuned!

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Molto emozionante leggere del Palio con queste parole. Bravo!
(Anche la mia contrada è il Nicchio !)

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Vorrei informare oltre che narrare.
Inoltre narrare attraverso gli occhi di un bambino, capisce di lasciarsi catturare anche dai più piccoli particolari.

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