Criptogenesi - 30* puntata

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"Questa frase sparirà tra qualche giorno, quando i gentili Steemians che seguono Criptogenesi avranno letto questa puntata, mi dispiace non aver potuto pubblicare regolarmente a mezzanotte e qualche minuto come mio solito, purtroppo, lavorando molto in manuale senza applicazioni programmate, sono stato, in un certo qual modo, costretto a spegnere sia il portatile sia lo smartphone proprio mentre mi stavo per dedicare alla rilettura e confezionamento di questa puntata, una delle ultime che sono già state scritte, mi auguro che questo non succeda più per il futuro, anche perché il discorso si estende oltre a questo semplice fatto, scusatemi ma non è dipeso dalla mia volontà, se faccio un errore me ne assumo senza problemi la paternità, subire decisioni altrui non mi piace per niente, non sono un martire, intendiamoci, ma a volte non è facile...
Buona lettura, grazie e scusate ancora...."

Un maledetto giorno Gaia rientrò a casa, era quasi certa di essere da sola, i figlioli erano qualche giorno dagli zii, la bestia ufficialmente era anche lei fuori per raggranellare qualche soldino, necessario per potersi permettere di ingurgitare tutto l'alcol di cui il suo otre sotto forma di corpo era in grado di contenere, ma quando richiuse la porta si accorse di essere in compagnia...

Le si gelò il sangue, da giorni stavano litigando furiosamente, solo per qualche circostanza fortuita non aveva riportato pesanti conseguenze, ma il maiale era particolarmente furibondo, aveva perso, per errori non a lui imputabili (almeno a quanto pensava...) un lavoretto davvero facile facile, e cosa di meglio da fare se non scaricare tutta la frustrazione sull'ignara e disgraziata consorte??

La gettò senza pietà per terra, facendole sbattere la testa contro lo spigolo di un tavolino in legno, in stato di semi-incoscienza la brutalizzò ripetutamente, arrivando a ferirla in profondità, le devastazioni furono talmente radicate che per puro caso, con le ultime forze residue, riuscì a chiamare la sua amica del cuore, la piccola ma temeraria Beatrice.

Costei non temeva affatto le ire del panzuto spregevole essere, a scanso di equivoci e per situazioni di vera emergenza possedeva una copia delle chiavi di casa, entrò e si trovò di fronte uno spettacolo ripugnante, Gaia denudata e sanguinante a terra e il bastardo disteso a bocconi con i pantaloni ancora abbassati, senza dare troppo nell'occhio e soprattutto in gran silenzio si affrettò a prendere i primi stracci che le vennerò alla mano, aiutando l'amica a vestirsi alla meno peggio ed accompagnandola per l'ennesima volta al vicino ospedale.

Ormai erano persone tristemente note agli operatori sanitari, i precedenti tentativi di far luce sulle motivazioni di quelle dipartite non avevano dato grandi risultati, ma questa volta era diverso, alla totale insaputa dello stupratore il fidato e servizievole cugino, integerrimo agente di polizia, era stato improvvisamente trasferito in un'altra cittadina, a tale distanza che non aveva più nessuna influenza in quella località, la grande leggerezza che aveva commesso era stata quella di non averlo avvisato...

La nuova recluta, addetta alla sorveglianza e controllo del reparto del Pronto Soccorso, era un giovane ragazzo, da pochissimo tempo operativo, poco più che ventenne, di quelli che sentivano e indossavano realmente la divisa, come vide giungere all'accettazione le due sventurate si recò loro incontro, attirato dall'incedere profondamente incerto di Gaia, attese che le vennero prestati i primi soccorsi, che si prolungarono per diverso tempo, come il medico uscì dalla stanzetta chiese delucidazioni, non ottenendo adeguate risposte decise di attendere che la ragazza uscisse, non si aspettava che venisse, precauzionalmente, ricoverata nel reparto di ginecologia...

Continua...

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