Un viaggio nell’eresia: i Catari

in #ita6 years ago (edited)

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Foto di proprietà dell'autore - La città fortificata di Carcassonne, esempio di roccaforte catara

Considerazioni preliminari

Sono perfettamente conscio del fatto che argomenti a sfondo religioso potrebbero non essere di largo interesse. Io stesso per molti anni della mia vita, mi sono tenuto alla larga da tutto ciò che si arrogava il diritto di spiegare al prossimo chi o cosa era Dio e, peggio, di quale era il comportamento da tenere per mettersi in buona luce davanti ai suoi occhi. Poi ho capito che anche tutti coloro, me compreso, che si allontanavano per partito preso dal provare a comprendere qualcosa di più sulla questione, in qualche modo stavano sbagliando, piazzando ulteriori paletti sul proprio cammino evolutivo e ampliando il gap fra l’ignoranza e la conoscenza; forse in nome di una razionalità scientifico – moderna che ormai è l’unico “credo” di molti ma, forse, anche per lo spettro limitato di dottrine che conosciamo. Quelle che, in conseguenza ad accadimenti dimenticati del passato, sono arrivate fino ai giorni nostri. Voglio dire: le principali religioni monoteiste che conosciamo, eccezion fatta per quelle orientali che hanno alle spalle una filosofia per certi versi ottima, sono costituite da un insieme di regole e ragioni le quali stridono come la frenata di un treno in corsa, se rapportate agli usi e costumi di una grande fascia di uomini e donne moderni. Con questo non mi azzardo ad affermare che in passato ne siano esistite altre talmente valide, da aver coltivato fino ad oggi quelle sbagliate. Dico solo che forse alcune di esse sono state ingiustamente e brutalmente cancellate dalla storia da altre più note e indubbiamente più arroganti. Fedi quasi dimenticate che senza alcun dubbio, meriterebbero almeno di essere raccontate al pubblico moderno, se non altro perché al contrario di altre, non fecero mai niente di male a nessuno, poiché semplicemente ripudiavano il concetto di violenza in tutte le sue forme e sfumature. Ecco perché oggi vi vorrei parlare di alcuni cristiani che illuminarono letteralmente il sud della Francia nel XII secolo, con la loro cultura, le loro moderne regole sociali e le loro arti, proprio mentre il resto del continente viveva al contrario il periodo più cupo della storia, ovvero il Medioevo: i Catari. Una storia commovente di fede e coraggio che, come vedremo, ci porterà a rivivere attimi di romanticismo e passione. Una storia a lungo dimenticata, legata anche a miti senza tempo a cavallo fra leggenda ed assoluta realtà.

Origini e princìpi del Catarismo

Come ci suggerisce l’etimologia greca del nome, i Catari erano i “puri”. Passati alla storia come “gli uomini buoni” o anche “albigesi”, furono cristiani dichiarati eretici nel XII secolo dalla Chiesa di Roma, più precisamente da Papa Innocenzo III, proprio nel momento in cui il loro credo aveva raggiunto in breve tempo l’apice dello sviluppo, a partire da quando era ufficialmente comparso nel sud ovest della Francia, la Linguadoca, e in Catalogna nell'odierna Spagna, sebbene le origini del credo venissero da dottrine molto più lontane nello spazio e nel tempo. Questo perché la Chiesa Cattolica era molto preoccupata del consenso che i Catari stavano riscuotendo in tutta la zona, anche fra le famiglie nobili detentrici del potere feudale, espandendo la loro influenza a macchia d’olio. Ma chi erano esattamente gli eretici albigesi? Andiamo a conoscerli da vicino. Uno dei princìpi cardine del Catarismo, era la dualità fra il bene e il male, fra lo spirito e la materia da cui tutto aveva secondo loro origine. Un concetto per il quale, pur prevedendo l’esistenza di un unico Dio, era contemplata anche una forza malvagia contrapposta responsabile di tutto ciò che era appunto contrario al puro spirito, ovvero la materia. In pratica per loro, se Dio era l’espressione del bene e dell’essenza più pura, ovvero dello spirito, non poteva certo essere anche, allo stesso tempo, il fautore della creazione del mondo materiale, opera invece di quello che definivano il “Rex Mundi”, una sorta di ciò che i cattolici identificano ancora oggi nel Diavolo. Per la stessa ragione essi non veneravano né i santi né le reliquie in quanto materia impura, che mai avrebbe potuto contenere in sé lo spirito divino. Non davano nessuna importanza alla figura della Vergine Maria madre di Gesù e non adoravano assolutamente il crocifisso, sostituito dalla croce solare.

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Fonte WikiCommon - Esempio di Croce Solare

Rinnegavano precetti come la comunione, il battesimo e la messa in quanto tutte cose che secondo loro erano estranee all’opera di Gesù Cristo; a proposito, anche per il messia valeva dunque la stessa regola: se era di spirito così puro, come poteva essersi fatto uomo, incarnato e quindi possedere un vero corpo fatto di materia? Beh, in questo caso quel corpo era pura illusione, un’apparizione, un inganno rivolto agli occhi umani per giustificare la venuta in missione temporanea di un’entità purissima nei domini del Rex Mundi. Insomma, tutto il contrario dei fondamenti del Cattolicesimo secondo i quali Gesù si è fatto uomo a tutti gli effetti per redimere i peccati dell’umanità. Credevano fermamente nella reincarnazione in accezione negativa del concetto; una punizione per la quale l’anima impura del defunto, ancora lontana dall’aver raggiunto la purezza che contraddistingue il creatore, sarebbe tornata nella carne, quindi nella materia per affrontare nuovamente il processo di purificazione. (Tutto ciò ricorda anche molto la base della dottrina spiritista perpetrata dal matematico francese Allan Kardec nel XIX secolo). Per tale ragione preferivano non uccidere animali a scopo alimentare, visto che anch’essi erano muniti di un’anima che avrebbe potuto reincarnarsi in un essere umano, fatta però eccezione per i pesci, in quanto creature a sangue freddo.

Perfetti e Consolamentum

Il solo sacramento veramente importante per i Catari, era il Consolamentum, impartito a tutti i fedeli, senza distinzione di sesso, che desideravano passare dallo stato di “imperfetti” a quello di perfetti, ovvero coloro che avendo raggiunto un livello evolutivo sufficientemente alto, non si sentivano più soggetti alle frivolezze della carne. A seguito di questa sorta di consacrazione, i nuovi perfetti dovevano astenersi dall’assunzione di alimenti provenienti dalla procreazione; in pratica tutte le carni e i derivati animali. Una sorta di moderni vegani! Il pesce però, come già visto, era permesso. Dovevano altresì astenersi dall'avere rapporti sessuali, in quanto massima espressione della materia. Evitare di spergiurare e rimanere totalmente alla larga dalla menzogna, affidandosi invece alla preghiera ed alla meditazione, preghiere ritenute da San Bernardo, che ebbe modo di conoscere il catarismo da vicino, “estremamente cristiane” e di purissima morale. Ogni fedele poteva raggiungere i massimi livelli della perfezione spirituale, indice di come il cataro facesse parte di una società spiritualmente democratica, ragion per cui il catarismo cominciava ad essere seriamente considerato come una valida alternativa al potere oligarchico dei papi e delle gerarchie della Chiesa Cattolica di Roma. Essi non avevano chiese per celebrare il proprio culto; si ritrovavano e non di rado a riunirsi nelle loro abitazioni o all'aperto per pregare, intonare canti e intavolare discussioni alle quali chiunque era benvenuto, il tutto sotto la guida dei perfetti. A volte si riunivano addirittura negli innumerevoli castelli fortificati che edificavano sopra colline e montagne, alcuni dei quali passarono tristemente alla storia come le roccaforti catare che caddero una ad una, dopo un’ardita e commovente resistenza, in seguito alla crociata che venne organizzata con il proposito di sterminarli tutti.

La fine di un’alternativa

Come già detto prima, nel XII secolo, il catarismo stava letteralmente prendendo nella Francia del sud il sopravvento sul Cattolicesimo. Un sud con una forte identità completamente avulsa da quella egemone del nord, sia per cultura che per lingua. Addirittura alcuni vescovi locali, allo stesso modo di alcune famiglie nobili della zona, cominciavano incredibilmente a mostrare simpatia per la fede albigese; perfino San Francesco d’Assisi aveva mostrato d’essere rimasto molto impressionato dalla dottrina catara, alla quale si ispirò molto nell'istituire l’ordine monastico Francescano. Per papa Innocenzo III, tutto ciò era veramente inaccettabile.

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WikiCommon - Ritratto di Innocenzo III

Come spesso è accaduto nella storia, il primo pretesto buono si trasformò in una ghiotta occasione per dichiarare guerra all'eresia albigese; più precisamente, una vera e propria crociata contro i nuovi “nemici di Cristo”. Quando venne ucciso per mano ignota l’inquisitore Pierre De Castelnau, braccio destro di Innocenzo III in Linguadoca, il papa, che ovviamente incolpò subito dell’omicidio i catari, organizzò in quattro e quattr’otto un esercito spaventoso cui mise a capo Simon IV di Montfort, signore anglo-francese che vantava diversi titoli nobiliari tra Francia e Inghilterra, promettendo in cambio a tutti i partecipanti l’indulgenza plenaria.

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Wikipedia -Simon IV de Montfort

Correva l’anno del Signore 1209 e la fine dell’”immonda lebbra del sud”, come venne definito il credo cataro dal papa stesso, stava per avviarsi tristemente verso il tramonto. Circa un trentennio più tardi, la maggioranza delle roccaforti catare erano capitolate e cadute nelle mani degli assedianti. Ne rimanevano pochissime, fra le quali quella che passò alla storia per la commovente resistenza agli assalitori; un’opposizione in tutti i sensi, prima e dopo la capitolazione. Era la roccaforte di Montségur, la più sacra, nella quale veniva custodito il tesoro più prezioso del credo, suppostamente correlato con il Graal. Un tesoro d’origine sconosciuta che l’ultima notte prima della resa, si dice venne portato via a spalle da quattro perfetti che, coperti dalle tenebre, intrapresero una difficile discesa giù per il costone della montagna. Le cronache del tempo narrano che quando Montségur capitolò definitivamente nel Marzo del 1244, tutti i catari presenti al momento della verità, già divenuti perfetti, piuttosto che abiurare la propria fede, optarono per il suicidio, cosa che non sembrava spaventarli affatto. Si dettero con orgoglio alle fiamme di un grande rogo, liberando così finalmente, in un colpo solo, il proprio spirito dall'oppressione del nemico e dalla prigione della carne, dando inizio alla leggenda della fede dimenticata.

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Fonte Pixabay -Veduta delle rovine di Montségur

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Ho tantissimi libri a casa in merito ai catari, argomento che mi piace molto. Post davvero interessante.

Grazie! I complimenti di un'esperta sono il TOP! ;)

Esperta è un parolone! :P

@itegoarcanadei, enjoy the vote!

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Complimenti per l'ottimo lavoro di ricostruzione storica, lo scatto d'ingresso è veramente bello e suggestivo, gran bel post, complessivamente parlando, ricco di informazioni e notizie, bravo @itegoarcanadei

Complimenti, bel post e storia molto interessante.

Wow, gli invasati non finiscono mai in materia di religione! Chissà perché stavano avendo tanto successo...ho l'impressione che ci fosse dietro qualche ragione di natura economica che mi/ci sfugge: sarò malpensante, ma mi hanno insegnato a seguire sempre le tracce del denaro nelle faccende umane. Tu ne sai qualcosa?

Stavano avendo successo perché erano un'alternativa democratica al potere oligarchico della Chiesa Cattolica di Roma. Tutti i catari potevano ambire a diventare perfetti senza troppa fatica pratica, mentre non tutti i sacerdoti cattolici potevano e possono fare carriera senza le "giuste credenziali" terrene. Non so se mi capisci?😉
Che fossero invasati, probabilmente hai ragione, ma quale seguace vero di quale religione non lo era a quell'epoca? Anche oggi che le religioni non hanno più il seguito di un tempo, sono piene d'invasati.
In quanto ai soldi non saprei cosa dirti... Sicuramente gliene giravano, anche se non credo tanti quanti al papa e company.

Il potere economico o tout court é solo questione di organizzazione e fiuto per gli affari. Loro in poco tempo avevano già una enorme influenza, certo insufficiente rispetto ai quasi duemila anni di esperienza dei "papisti". Io comunque per mia natura diffido di ogni setta religiosa: Il fondamentalismo e la rigidità, nonché il desiderio di andare contro la natura umana contrastando i "bisogni della carne" li ritengo un mezzo di controllo delle masse, dei deboli, ed un ostacolo al progresso ed alla libertà.
Grazie per la tua risposta!

Io la vedrei anche come te, ma non nel caso specifico. I catari semplicemente non vedevano di buon occhio i rapporti carnali perché erano per il controllo delle nascite. Non erano troppo felici quando nuovi bambini nascevano nella comunità, perché per loro si trattava di una vecchia anima molto distante dalla perfezione divina che tornava a reincarnarsi in Terra. Al contrario, quando qualcuno moriva, o meglio, disincarnava, erano felici che facesse "ritorno allo spirito, quindi a casa". Un concetto che condivido anche abbastanza, essendo io contrario al retaggio culturale perpetrato dal cattolicesimo, quell'insieme di usanze e credenze al quale tutti facciamo riferimento, volenti o no. Ad esempio la nostra pessima cultura della morte.

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