Allan Kardec e lo Spiritismo

in #ita6 years ago (edited)

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Immagine di pubblico dominio Fonte WikiCommon

Quanti di noi si saranno chiesti almeno una volta cosa accade dopo ciò che definiamo morte, l'inevitabile destino che attende tutti quanti gli animali, esseri umani compresi?
È una domanda che oltre ad incutere un certo timore, fa parte di quei grossi quesiti esistenziali ai quali, anche per mezzo della scienza, stiamo cominciando a dare alcune timide ma sorprendenti risposte; se non altro, alcune ipotesi che sembrano trovare appoggio concreto in ambito medico, fisico quantistico ed in altri campi scientifici dell'odierna società.
Personalmente continuo a preferire una teoria filosofica in merito a questa spinosa questione sulla quale scriverò fra poco, sebbene provenga da uno studio tanto inusuale quanto preciso e dettagliato, come se si trattasse di una vera e propria ricerca scientifica.
L'autore stesso di tale ricerca, sebbene arrivò a considerare i risultati ottenuti come una sorta di dottrina basata sugli insegnamenti e l'innata compassione di Gesù Cristo, mise in guardia gli studiosi dell'epoca e quelli futuri dal cadere nel grosso errore di strumentalizzare l'interesse per tali esperimenti confondendolo con la fondazione di nuove sette cristiane, religioni o simili.
Qualche anno fa, forse per via della mia passione verso tutto ciò che può essere classificato paranormale, arrivai, non ricordo esattamente come, ad interessarmi ad alcuni dei testi scritti verso la metà del diciannovesimo secolo dal professore francese Allan Kardec, considerato il padre del tuttora esistente Movimento Spiritista.

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Immagine CC BY 2.0 Fonte Flickr - Ritratto di Allan Kardec

L'opera maestra di Kardec è Il libro degli Spiriti, un'esaustiva raccolta di informazioni riguardo la vita ultraterrena e le leggi universali a cui tutti facciamo capo volenti o nolenti, ricevute, secondo quanto narrato dall'autore, direttamente dagli spiriti disincarnati dei defunti interpellati per mezzo di alcuni individui denominati medium; persone che furono capaci di creare un ponte di contatto con l'aldilà, durante un numero non ben definito di sedute spiritiche organizzate appositamente per lo studio del fenomeno, a cui Kardec partecipò in prima persona.
Con il suo importante sforzo letterario, venne risollevato in Occidente il concetto di reincarnazione, secondo il quale l'anima immortale tornerebbe ad incarnarsi in un corpo umano più e più volte al fine di evolversi, apprendendo importanti lezioni durante tutte le vite nella carne senza le quali non potrebbe proprio proseguire il cammino verso la perfetta somiglianza con ciò che definiamo Dio, agendo comunque sempre secondo il libero arbitrio di cui tutti disponiamo.
Un concetto sul quale, chi ha letto il mio precedente post riguardo i Catari, ha già avuto modo di riflettere.
Ciò starebbe a significare, inoltre, che le anime non procedono tutte di pari passo verso la meta finale, ma ognuna con i suoi tempi. D'altronde, il tempo a disposizione dello spirito immortale è l'eternità, perciò non vi è per nessuno alcuna fretta lungo il percorso dell'evoluzione spirituale, dove solo il libero arbitrio di ogni anima detta i ritmi del cammino, escludendo ogni tipo di giudizio divino tanto caro, per esempio, ai cattolici.
Esisterebbero quindi alcuni spiriti già molto puri, probabilmente anime antiche con alle spalle decine di vite passate sulla Terra o su altri pianeti dell'universo ed altre, meno coscienti e molto distanti dalla luce divina della forza creatrice dell'universo, poiché ancora troppo soggette a basse vibrazioni frequenziali conseguenza di stati emotivi pervasi da sentimenti negativi (ira, invidia, egoismo, attaccamento, odio, rancore etc.) provati nei confronti del prossimo, di se stesse o peggio, di entrambe le cose.

È interessante la spiegazione che le entità fornirono a Kardec riguardo i pianeti abitati dell'universo. Li divisero in tre grandi categorie: i meno evoluti, detti di espiazione, nei quali si incarnerebbero per la stragrande maggioranza anime poco evolute, dedite al vizio e provviste di uno scarso valore morale; il nostro pianeta Terra è, ahinoi, uno di questi.
I pianeti di mezzo, detti di rigenerazione, pregni delle anime penitenti non perfette ma sulla via della redenzione, mondi molto più soft dove vivere una vita più tranquilla, sebbene sempre soggetta alla necessità di vestire un corpo fisico fatto di materia.
Infine, i pianeti felici, sui quali le anime evolute vivono in pace e serenità "incarnazioni" non propriamente tali, in quanto non dotate di corpi fisici veri e propri, ma di un involucro esterno etereo, più simile allo stato incorporeo dei piani spirituali da dove proveniamo e dove facciamo ritorno al termine di ogni incarnazione.

"Nella casa del padre mio vi sono molte dimore"
Gesù Cristo

Ciò che colpisce del Libro degli Spiriti Fonte WikiCommon - immagine a lato - è il dettaglio e la cura con la quale gli spiriti evoluti di grande caratura morale, che si palesarono in occasione delle sedute organizzate da Kardec, rispondono alle domande preparate dal professore descrivendo con grande cura i piani d'esistenza oltre quello materiale che conosciamo qui sulla Terra, mentre "prigionieri" del corpo fisico di cui abbiamo bisogno per poterlo esperire ad ogni incarnazione. Allo stesso tempo, ci fanno notare anche quanto sia difficile per noi "vivi" intuire la vera essenza dei mondi spirituali, nostro reale luogo d'origine, nostra vera dimora dalla quale proveniamo.
Questo perché, la provvisoria e limitante condizione di anime incarnate in un corpo umano, confermano, ci induce al temporaneo oblio di essi e non ci permette nemmeno di interpretare e comprendere appieno le apparenti ingiustizie che esperiamo qui durante questa vita.
Tutti quegli avvenimenti che consideriamo disgrazie ed ai quali non sappiamo dare una spiegazione logica, se partiamo dal presupposto che Dio è infinitamente buono.
Per esempio, la scomparsa prematura di un bambino gravemente malato o un incidente di massa nel quale trovano la morte centinaia di brave persone innocenti.
In realtà, ci fanno sapere gli spiriti, tutte preziose lezioni da apprendere e assimilare, seminate oculatamente sul percorso evolutivo dell'anima allo scopo di perfezionare l’ incompleta essenza divina insita nel nostro essere.
Sì lo so, è difficile da accettare, ma se facessimo un paragone con le religioni/filosofie orientali ed il tanto esportato concetto di karma (che in sanscrito significa azione), noteremmo le forti similitudini con quanto appena detto.
Questo perché, la sesta delle sette leggi universali, quella detta di causa-effetto, conosciuta anche come karman o anche di azione-reazione, implica appunto che ad ogni azione compiuta qui ed ora, corrisponda una reazione o un effetto, che avrà luogo in questa incarnazione o in un'altra futura, ripetendosi poi ancora e ancora in un loop infinito fino a che il nodo karmico non venga sciolto definitivamente apprendendo e superando le lezioni ad esso legate.

Kardec chiarisce inoltre che le sedute per le quali si riunivano in gruppi persone d'ogni estrazione sociale nei salotti di mezzo mondo, a partire dalla seconda metà dell'ottocento, erano presiedute dagli indispensabili medium, rimarcando l'importanza del ruolo di quest'ultimi; le loro doti medianiche sono infatti necessarie per canalizzare l'energia degli spiriti, permettendo così alle entità di prodursi in effetti audio visivi più o meno intensi.
In un'altra delle sue opere, Il libro dei medium, oltre ad elargire consigli destinati ai "tramite" del futuro, il professore illustrò dettagliatamente alcune metodologie di contatto, dalle più semplici alle più complesse, fra le quali la tiptologia, ovvero la tecnica con la quale si ottenevano risposte a precise domande rivolte agli spiriti, per mezzo dei celebri "colpi battuti" e dello spostamento o della levitazione di oggetti, incluso il corpo del medium stesso.

Immagine CC0 Fonte WikiCommon

O ancora la celebre tavola Ouija, il piano di numeri e lettere di cui potevano servirsi le entità per comporre frasi di senso compiuto, ottenute grazie al movimento di un oggetto trasparente simile ad una lente d'ingrandimento posto sopra di essa.

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Immagine di pubblico dominio Fonte WikiCommon

Pratiche queste, via via abbandonate a favore di altre più moderne, soddisfacenti e complete, fra le quali Kardec annovera i medium parlanti, coloro capaci di permettere, per mezzo della propria voce, alle entità disincarnate di prodursi in vere e proprie conversazioni "botta e risposta" con i partecipanti alla seduta. Ed ancora, i più poderosi di tutti: i medium visivi, dotati del potere di materializzare le entità per lo stupore generale degli astanti. Al fine di ottenere tale fenomeno, ci spiega il professore, essi permettevano alle entità di usare parte del proprio perispirito, una sorta di fluido vitale a metà fra la materia e l'etere, del quale si "veste" ogni spirito al momento di incarnarsi in un corpo umano. In pratica ciò che nel novecento verrà chiamato corpo astrale dal nascente movimento New Age.
Immagine pubblica CC0 Fonte WikiCommon

Tali medium però, erano e sono tutt'oggi cosa molto rara. Si contavano sulle dita di una mano già alla fine del diciannovesimo secolo, figurarsi adesso, dopo che nel corso degli anni sono stati smascherati diversi millantatori di doti medianiche di questo tipo; semplici ciarlatani che ricorrevano a particolari trucchi scenografici per simulare tale fenomeno.
È però un'altra tipologia di medium che mi interessa prendere in analisi più nel dettaglio, poiché credo che in qualche modo sia l'unica a non essere mai passata di moda, ma al contrario, una delle poche ad essersi sviluppata nel corso degli anni fino a giungere ai giorni nostri.
Mi riferisco ai medium psicografi, persone in possesso del dono di scrivere messaggi e comunicazioni sotto la precisa dettatura di uno spirito disincarnato, senza nemmeno guardare il foglio, spesso con gli occhi chiusi, impugnando a malapena la penna nella mano incosciente prestata temporaneamente all'aldilà.
Non meno interessante la versione artistica di quest'ultimi, quelli che al posto della penna impugnano pennarelli o pennello e dipingono quadri guidati da spiriti che furono pittori o disegnatori in almeno una delle precedenti incarnazioni.
Normalmente, da quanto ho potuto apprendere informandomi qua e là sulla rete, la maggioranza di coloro che possiedono tale capacità offrono questo tipo di "servizi" al prossimo con l'intenzione benevola di aiutare in forma gratuita e senza particolari interessi, tutte quelle persone che desiderano ricevere notizie dai propri cari defunti. Anche se in realtà, ci viene detto, è sempre l'aldilà a decidere dove, come e quando le comunicazioni con i diversi piani di esistenza ultraterreni potranno avvenire, a prescindere dalla tecnica usata.

Voi cosa ne pensate?

Io trovo che Allan Kardec, con i suoi dettagliati esperimenti sul campo, abbia ottenuto importanti risposte ai tanti quesiti che sorgono dall'ignoranza dell'essere umano nei confronti di tali argomenti carichi di mistero, gettando le basi per la ricerca del futuro e proiettando un bel fascio di luce su un terreno fino ad allora buio ed inesplorato, ma che ancora oggi rimane tutto sommato, per certi versi, un tabù.
Una serie di risultati davvero eccezionali ampiamente illustrati nelle opere letterarie redatte in lingua francese (poi successivamente tradotte in molte altre lingue fra cui l'italiano) alle quali questo post fa riferimento:

  • Il libro degli Spiriti, 1857
  • Il libro dei Medium, 1861
  • Il Vangelo secondo lo Spiritismo, 1864
  • Cielo e Inferno, 1865

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Curiosità e chiarimenti:

Allan Kardec disincarnò il 31 Marzo 1869. Il professore venne inumato presso il cimitero Père-Lachaise di Parigi, dove una tomba a forma di dolmen fa da guardia alle spoglie mortali del padre della dottrina spiritista, sempre definita come una scienza in assoluto divenire da implementare con le nuove conoscenze del futuro, sia quelle degli uomini, sia quelle delle anime disincarnate, le quali nelle dimensioni eteree continuano ad istruirsi sulle infinite possibilità dell'universo.
Mai come una religione soggetta a qualsivoglia dogma.
Si dice che, in segreto, egli fu in vita anche uno degli ultimi druidi, i sacerdoti del culto precristiano dei popoli Celti.
Per tal ragione è un dolmen con incisa la seguente frase a proteggere l'ultima dimora terrestre di Allan Kardec (pseudonimo di Hippolyte Léon Denizard Rivail): - Immagine CC BY-SA 3.0 a lato Fonte WikiCommon

"Naître, mourir, renaître encore et progresser sans cesse, telle est la Loi"
(Nascere, morire, rinascere per progredire sempre: tale è la legge)

Lasciatemi nei commenti le vostre opinioni, sono molto curioso di sapere ciò che pensate a riguardo...

Alla prossima!

L'immagine della firma poco sopra è di pubblico dominio - Fonte WikiCommon

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ammazza che bel mega post pieno di nozioni cui non ero a conoscenza e che è interessante leggere.
Tuttavia, per quanto mi riguarda, sono sempre stato convinto che dopo la morte ci sia il niente ..

Se sei convinto di questo, vedrai come rimmarai sconvolto dal prossimo post! :D ahahahaha
Grazie per essere passato e per aver lasciato il tuo commento!

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