Confermo. È solo un brevetto di un meccanismo che andrebbe a sostituire il lettore di codici a barre, in modo che il lavoratore possa lavorare con le mani libere e i prodotti (i prodotti non i lavoratori) possano essere facilmente tracciati.
Cioè, il magazziniere prende un prodotto, il braccialetto rileva il codice di quel prodotto e lo scaffale/scatolone/armadio in cui viene posizionato. Poi quando bisognerà cercare quel prodotto, sapranno subito dove trovarlo e/o il braccialetto stesso potrebbe avere un sistema di vibrazione che segnala quando ci si sta avvicinando a ciò che si cerca (tipo acqua, acqua, fuochino, fuoco, fuochissimo...).

Che poi il sistema possa eventualmente restituire dati rispetto alla solerzia e produttività di ciascun magazziniere, va da sé. Ma, personalmente, pressoché tutto ciò che faccio al lavoro viene già monitorato e non lavoro da Amazon, quindi non associo la tracciabilità dell’operato di un lavoratore come necessariamente negativa. È quello che eventualmente viene fatto, con quei dati, ad essere rilevante: se li uso per valutare quanto sono mediamente produttivi i dipendenti e stabilire budget di lavoro annuali ragionevoli, è un conto; se li uso per licenziare chi fa più di una pausa bagno ogni cinque ore, è ben altro.
Amazon ingenera il sospetto che l’uso sarebbe più il secondo che il primo, ma dal brevetto al licenziamento per cacca prolungata il salto è ancora lungo.