Qualche giorno fa ho ricordato una bellissima esperienza di coppia presso una “Spa della Birra”. Non è l’unica spa ad accesso esclusivo che ho frequentato, ma sicuramente la più particolare ed entusiasmante. Di spa e centri termali, peraltro, ne ho frequentati abbastanza, perché piacciono molto sia a me che al moroso. Raramente, peraltro, li frequentiamo in Italia, ad eccezione che in Trentino Alto Adige (le terme di Merano sono spettacolari, soprattutto se unite ad un soggiorno presso l’omonimo Hotel Terme).

Il motivo è unico e molto semplice.

L’obbligo del costume da bagno.

_{Sauna: come farla nel modo sbagliato.
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Una peculiarità tutta italiana, forte indubbiamente di secoli di repressione e bigottismo, dannosa per la salute e l’igiene (propria e altrui) oltre che invalidante dell’intero percorso termale, particolarmente per quanto riguarda qualsivoglia tipologia di sauna.

Cercando sul web, non sono riuscita a trovare alcuna norma di legge o regolamento che imponga l’uso del costume da bagno in area termale, ma sta di fatto che in Italia è sostanzialmente impossibile trovare dei centro termali che lascino quantomeno la possibilità all’utente di scegliere come entrare in sauna o bagno turco. Ed anche laddove arrivano basilari nozioni di igiene e ragionevolezza a vietare l’uso di costumi da bagno in fibra sintetica, mi sono vista imporre l’acquisto(!) di perizoma e reggiseno(!!) usa e getta per accedere ad una seduta di aufguss in uno dei centri termali più noti del nord Italia (e, parrebbe, uno dei più grandi d’Europa).
Di conseguenza, volendo investire in un percorso termale come Finlandia comanda, si è costretti ad arrivare fino al Tirolo o alla Slovenia ovvero a rivolgersi ai centri naturisti, che peraltro in genere “nascondono” ambienti scambisti in cui la componente erotica è spesso predominante... a scapito della temperatura (e quindi della specifica godibilità) dei diversi ambienti.

La parte peggiore è forse che ogni articolo italiano reperibile online che tratti l’argomento non va esente da commenti schifati o scandalizzati dal concetto stesso di nudità ed umorismo più o meno volgare sugli organi esposti (generalmente maschili, non ho cercato molto ma sembra nessuno si lamenti dell’esposizione del corpo femminile). Anche su Tripadvisor, quei pochi luoghi dove si applica, bontà loro, un dress code appropriato hanno tutti almeno un paio di recensioni negative improntate esclusivamente sul fattore nudità.
Francamente mi sembra che all’alba del 2018 i tempi siano maturi affinché anche in Italia si faccia quel passetto in più verso un definitivo divorzio concettuale tra nudità e sessualità e si prenda atto che gli esseri umani hanno due soli modelli base: o hai un set di pezzi o hai l’altro e arrivati alla maggiore età (al di sotto della quale non dovrebbe in ogni caso essere permesso l’accesso ad una spa) li si è sicuramente già visti entrambi. Diversamente, si può anche astenersi dall’andare in spa.

E tutto ciò per svariate ragioni.

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I bagni di calore si fanno nudi

Il presupposto fondamentale di un bagno di calore (sauna o bagno turco) non è semplicemente sudare ma, meno banalmente, esporre la pelle alle alte temperature. Va da sé, quindi, che coprirsi, anche solo parzialmente, invalida l’efficacia del trattamento.
Ciò è vero per il costume da bagno ma anche e forse più per l’asciugamano. Sebbene sia comunque preferibile utilizzare, per eventualmente coprirsi, un asciugamano piuttosto che il costume, l’asciugamano copre, generalmente, un’area più vasta del corpo, rendendo pressoché inutile il tempo trascorso in sauna.

In sauna va comunque portato un telo e, per quanto dirò in seguito, meglio in fibre naturali. Ma lo scopo dell’asciugamano non è coprirsi bensì frapporsi tra il corpo e la panca. In sauna, in sostanza, ogni parte del proprio corpo dovrebbe poggiare sul proprio telo in modo da non sudare sul legno, per una questione di igiene personale ed altrui e per contribuire a mantenere l’ambiente quanto più secco possibile. Ed anche perché la struttura interna della sauna, oltre a risultare, in genere, molto calda al tatto, viene realizzata appositamente per un ambiente secco e verrebbe danneggiata da continue esposizioni all’umidità.
Nel bagno turco, d’altra parte, non si dovrebbe nemmeno portare il telo. Ogni bagno turco è dotato di una o più pompe d’acqua con cui si può lavare la parte di panca su cui si intende poggiare, che si deve poi lavare prima di andarsene, per rispetto a chi seguirà. Entrare con l’asciugamano avrebbe come unico risultato inzupparlo immotivatamente.

In sostanza, in sauna e bagno turco è sciocco e inutile farsi remore per la nudità, sia propria che altrui, perché entrambi i trattamenti o si fanno nudi o tanto vale non farli.

In sauna si entra puliti ed asciutti e si esce bagnati

Prima di entrare in sauna, bagno turco, idromassaggio o piscina è buona norma farsi una doccia, sia per rispetto agli altri che per predisporre la pelle al trattamento.
Per poi entrare in sauna, però, è altresì molto importante asciugarsi con cura, proprio perché nel contesto l’unica umidità utile e funzionale è quella data dalla sudorazione stimolata dalla sauna stessa. Entrare già bagnati ritarda l’inizio della sudorazione e crea, anzi, un’inutile barriera tra la pelle ed il calore della sauna, oltre che alzare immotivatamente il tasso di umidità della stanza, a danno di tutti gli utenti e della struttura stessa.
Usciti dalla sauna, peraltro, occorre abbassare repentinamente la temperatura corporea. Nelle spa questo può essere fatto in diverse maniere: uscendo all’aperto (in inverno), entrando in un’apposita stanza del ghiaccio o della neve, frizionandosi con del ghiaccio, immergendosi in una vasca di acqua gelida o versandosi dell’acqua gelida addosso (con la classica secchiata “finlandese” o con una pompa o doccia, in tal caso possibilmente partendo dalle estremità).
Dopo 10-15 minuti di relax, il ciclo caldo/freddo/riposo dovrebbe essere ripetuto almeno un altro paio di volte.

Appare, quindi, intuitivo il fatto che indossare un costume da bagno risulti deleterio con riguardo ad ogni step del percorso, se non altro perché il costume da bagno, a differenza della pelle, non si asciuga tra un passaggio e l’altro. Infatti, anche ammesso che l’utente si faccia la prima doccia nudo, nel privato dello spogliatoio, per infilarsi solo successivamente il costume da bagno, questo si bagnerà inevitabilmente col sudore della sauna e con la secchiata o doccia fredda successiva (sconsiglio, d’altra parte, di esporsi a ghiaccio e neve con un costume sudato addosso) e sarà ancora bagnato dopo i 10-15 minuti di relax, al momento di rientrare in sauna.

Sotto questo aspetto, perciò, pretendere di entrare in sauna col costume danneggia sia sé stessi che gli altri.

Umido sì, ma nel modo giusto

Strettamente legato a quanto appena detto, c’è da dire che tenere a lungo addosso un indumento umido bene non fa, in particolare nelle zone intime.
È una nozione con cui ogni buona mamma italiana avrebbe dovuto martellarci sin dall’infanzia, quando noi avremmo solo voluto continuare a giocare anche usciti dal bagno, impiastricciandoci ben bene di sabbia, ma lei insisteva per farci cambiare il costume con uno asciutto. È, tra l’altro, una problematica che dovrebbe interessare particolarmente le donne, in quanto la protratta esposizione all’ambiente umido di un costume da bagno può facilmente creare un’alterazione della flora batterica vaginale, con conseguenti irritazioni da candida o similari (che, in ogni caso, non è una festa nemmeno per i partner uomini).

Da questo punto di vista, perciò, tanto può essere benefica l’umidità del bagno turco o delle svariate vasche di un centro benessere, quanto (se non più) sarà dannosa l’umidità del costume da bagno, se indossato in tali contesti.

Materiali sintetici ed alte temperature non vanno d’accordo

Come già accennato, in sauna non si dovrebbe entrare con nulla oltre ad un telo di cotone, mentre in bagno turco non si dovrebbe portare nemmeno quello. Questo, oltre che per quanto già detto, anche e soprattutto perché altri materiali (e particolarmente le fibre sintetiche di cui sono generalmente fatti i costumi da bagno ma anche, per dire, gli occhiali) esposti alle alte temperature di questi ambienti rischiano di rilasciare sostanze nocive all'interno di uno spazio ristretto e scarsamente areato.
Anche in questo caso, quindi, il danno lo si fa sia a se stessi che agli altri.
La questione è collegata anche a quanto detto più sopra rispetto ai danni cui è soggetta la struttura interna della sauna: il legno della sauna, infatti, non dovrebbe nemmeno essere impregnato, verniciato o altrimenti trattato con altre sostanze (ad esempio impermeabili) proprio onde evitare di contaminare l’ambiente con sgradevoli e potenzialmente dannosi effluvi.

Questo senza considerare il fatto che il contatto della pelle con le più diverse fibre sintetiche, unito alle altre temperature, favorisce altresì la formazioni di irritazioni ed eczemi. Gioielli ed altri ninnoli in metallo, invece, rischiano di scaldarsi sono a bruciare.

Per quanto riguarda quest’ultimo punto, una soluzione abbastanza semplice per i più pudichi potrebbe essere semplicemente indossare, invece che il costume, biancheria intima di cotone. Ma per tutto quanto precede si tratterebbe, comunque, di una ben misera alternativa ad una ben più corretta nudità. Senza contare che nei centri in cui vigono ragionevoli regole di comportamento e (non) abbigliamento l’intimo di cotone coprirà voi ma sicuramente non gli altri, quindi in caso di scarsa tolleranza della nudità in generale, meglio rinunciare a priori (o investire in una sauna privata).