Walter Ghosting

in #ita6 years ago (edited)

Walter Ghosting

Voglio raccontarvi di Walter.

Vi racconto di lui perché io e Ghosting ci conosciamo dalle elementari, stessa scuola... e io, solo io, su di lui so cose che nessun altro può sapere, nemmeno lui.
Credo che sia giunto il momento di raccontarle e di farvi capire come è nato l'inesistenzialismo, proprio dall'inizio, da quel 5 ottobre di tanti anni fa.
Faceva freddo, sembrava fine novembre, anche se eravamo solo all'inizio di ottobre, tutti i bambini, stretti nei loro cappottini di velluto arrivavano alla spicciolata per il primo giorno di scuola, per evitare problemi coi più grandi, il primo giorno c'erano solo le prime classi.
Io ero con Danny e mi guardavo in giro straniato, era la prima volta che vedevo quell'edificio brutto e malandato, poi, mi sono voltato, e l'ho visto, accanto a George c'era lui: Walter Ghosting.
Anche se allora, a dire il vero, non si chiamava così...
Da allora è nata un'amicizia costellata di alti e bassi, di incomprensioni e riavvicinamenti.
Allora lui non sapeva nulla su se stesso, era alle prime armi, era più spaesato di me, quel 5 ottobre. Io gli ho spiegato chi era, chi siamo, come e perché ci trovavamo lì, che cosa potevamo e cosa non potevamo fare. Non vi sto dicendo che Ghosting deve tutto a me, però so che io l'ho aiutato a diventare quello che è diventato, che ho acceso in lui la miccia dell'inesistenzialismo.
All'inizio ero molto titubante sul concetto stesso di inesistenzialismo. Cioè scusate, lo condividevo appieno, ero assolutamente con lui, ma avevo dei dubbi se fosse il caso di divulgarlo, se era il momento, se fosse giusto scriverne, parlarne, trasmettere questo concetto al mondo intero.
Pensavo, tutto sommato, che fosse meglio tenercelo ben stretto e non darlo in pasto al'universo, forse l'universo era impreparato a tutto questo.
Forse noi eravamo impreparati a tutto questo.
Nacquero proprio allora i primi screzi tra di noi, lui voleva che tutti sapessero, voleva diventare Ghosting, non gli bastava essere solo Walter; io lo frenavo, cercavo di farlo ragionare, di trattenerlo.
Alla fine i nostri rapporti si rafffreddarono fino a perderci di vista per diversi anni.
Lui non cercò me, io non cercai lui.
Danny e George, anche loro, non si incontrarono più e non si parlarono per molto tempo.
Poi, un giorno, Danny entrò in una libreria, ormai aveva quasi 24 anni, parlavamo poco io e lui, solo mezze parole, ogni tanto.
E vidi quel libro, su uno scaffale, in bella vista: "Tempo zero" di Walter Ghosting.
Era lui.
Era il suo libro.
L'aveva fatto alla fine, aveva cominciato sul serio a divulgare l'inesistenzialismo, così, sotto gli occhi di tutti.
Sul momento, lo ammetto, ebbi un moto di rabbia, un senso di sconfitta. In cuor mio pensavo che dopo tanti anni tutto quel desiderio di Walter fosse finito nel nulla.
Invece, eccolo lì, un libro vero, in carta, in bella vista: un successo.
Cominciai a temere per me, per me e, ovviamente, anche per lui.
Non sapevo come rintracciarlo, provai con l'editore, ma sembrava impossibile sapere dove fosse e così, dopo alcuni tentativi sempre meno convinti, lasciai perdere.
Piano piano, devo ammetterlo, capii che in realtà aveva ragione lui, non successe nulla di male, niente di preoccupante sembrava profilarsi all'orizzonte, tutto sembrava scorrere come prima.
Così ho seguito il nascere e il crescere del fenomeno dell'inesistenzialismo.
Ora ho capito che diffonderlo non era nulla, non metteva in pericolo un bel niente e che Walter aveva sempre avuto ragione, fin dall'inizio.
Qualche anno fa, Danny e George si incontrarono casualmente ad un convegno, proprio sull'inesistenzialismo, così dopo tutti questi anni lo rividi.
Ghosting era molto cambiato, così diverso da quell'immagine che ne avevo da quel 5 di ottobre di secoli fa.
Era diventato qualcuno, pur non essendo nessuno, io avevo scommesso sull'impossibilità di tutto questo e io avevo avuto torto e lui ragione.
Ci parlammo, ammisi il mio errore, gli spiegai le mie paure, lui mi sorrise e finalmente la nostra amicizia trovò un nuovo inizio.
Sono sincero, lo stimo e lo invidio anche, lui è riuscito a diventare Walter Ghosting, con un nome e un cognome e un'intera corrente filosofica che lo circonda.
Io?
Io sono rimasto semplicemente Arthur oggi come allora e vivo oggi, come allora, solo nella testa di Danny, la stessa sorte che capita a ogni amico immaginario da che mondo è mondo.
Tranne che a Walter.
Ghosting.

Con questo post partecipo al contest
Walter Ghosting e L'Inesistenzialismo

Link:

Link al post dove è nato il concetto di inesistenzialismo

Link al post di lancio del contest

Link all'aggiornamento sul contest

Tutte le immagini sono di mia proprietà.

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Quind mi stai dicendo che Walter...?

Bello il finale, bella l'idea di tornare agli albori, quando tutto è nato.
Noto un alone di mistero ulteriore che circonda Ghosting.
Interessante chiave di lettura.

Grazie della partecipazione al contest.

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