Il peso della fotografia: archivio personale dal 2012 ad oggi. #3 Galaxy Note

in #ita7 years ago

Continua da parte 2
https://steemit.com/ita/@iamunframed/il-peso-della-fotografia-archivio-personale-dal-2012-ad-oggi-2-polaroid-slr-680

Al termine della mia -costosa- esperienza con le Polaroid ho iniziato a fare simultaneamente foto con l'unico mezzo digitale che avevo a disposizione: il cellulare aziendale. Un Samsung Galaxy Note primo modello. Eseguivo gli scatti e li elaboravo direttamente con la app stock di Samsung.
Ancora non utilizzavo Instagram, che avrei scoperto ed iniziato ad utilizzare facendo foto in bianco e nero editate con l'app BLACK (una app che era spettacolare per il bianco e nero) con il Nokia Lumia 1020 che mi avrebbe regalato più avanti molte soddisfazioni.
Con il Note mi limitavo brutalmente a sperimentare. Avendolo sempre dietro fotografavo texture di cantiere, macchine intustriali, o cose a caso che trovavo in giro, da accessori di lavoro presenti negli uffici accanto al mio a rocchetti di biciclette per strada a panoramiche di posti incrociati per casualmente mentre mi spostavo nelle trasferte di lavoro.
Iniziavo quindi a muovermi nella mobile photography senza interrogarmi sul reale potenziale che uno smartphone si porta dentro come strumento fotografico. E' piccolo, è discreto, è immediato, la qualità delle immagini in relazione alla dimensione microscopica del sensore è ad oggi, e lo era già al tempo, relativamente elevata.
Addentrandomi nella mobile photography dopo avrei scoperto tanti autori, reporter e artisti che avevano scelto proprio lo smartphone come mezzo ideale per fotografare, mezzo che tutt'oggi nelle mani giuste riesce a fornire immagini sensazionali.
Le mie erano immagini invece molto dozzinali, senza un reale motivo d'esistere se non come personale documentazione del mio percorso fotografico.
Composizione, soggetto ed editing era tutto totalmente istintivo.

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La primissima foto fatta col Note, la prima foto fatta quindi come "mobile photographer", il rocchetto di una bicicletta abbandonata vicino all'ufficio.

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Texture della maglia metallica del cestello della bicicletta. Editing seppia fatto a caso.

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Texture del metallo del martello di lavoro con cui eseguiamo prospezioni geosismiche.

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Cavi idraulici di una macchina carotatrice.

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Sacchetto del kebabbaro in via della Madonna, Livorno.

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Cucchiaio del riso basmati dello stesso kebabbaro.

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Un closeshot del naso di Gastone.

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Il ventilatore da tavolino del tipografo che aveva l'ufficio vicino al mio.

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Fotografia fatta col flash del cellulare della carta stagnola di un kebab.

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Una bomboletta, il nome che avevo dato a questa foto era "Sentinel"

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Il rubinetto della vasca di casa mia.

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Pala eolica presente in un campo di pale eoliche da qualche parte in Calabria.

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Una valle nella nebbia, non ricordo assolutamente dove ma ci ero passato sicuramente durante una trasferta di lavoro.

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Cavi idraulici di non so quale maccchinario.

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Silhouette di una pala eolica in sud Italia.

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Panoramica di un campo di pale eoliche.

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Gru al porto di Livorno.

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Scatto col flash notturno, in viaggio col furgone, all'ingresso di una galleria stradale.

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Scatto col flash notturno, sempre in viaggio col furgone, di un cartello autostradale.

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Panoramica in movimento dal finestrino della macchina, in ritorno da Roma.

Una delle cose belle della fotografia, oltre a testimoniare, in ordine cronologico, la propria evoluzione come fotografo, evoluzione che è sempre in atto indipendentemente dai risultati ottenuti, è quella di poter richiamare anche senza date e appunti i momenti in cui molte foto sono state fatte. Anche senza un motivo recondito dietro allo scatto.
I viaggi fatti, gli scatti fatti durante una giornata di cantiere, richiamano a loro volta altri elementi, uno scambio di battute, un piatto mangiato in una trattoria, o il clima di quella giornata.
Indipendentemente dalla qualità intrinseca delle foto in sé, le foto hanno, per ognuno, un significato individuale che può veicolare un significato anche nella mente del fruitore se inserite in un percorso.
Dopo il Note la naturale evoluzione fu quella di continuare a fotografare con smartphone, motivo per cui scelsi di comprarmi il Lumia 1020, tanto pubblicizzato per la sua qualità fotografica impareggiabile in ambito mobile, senza capirne minimamente, al tempo, i motivi tecnici.
Lumia di cui parlerò nella parte #4

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bella la foto della gru!

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