Il Sabato sera dopo i trent'anni

in #ita6 years ago (edited)

Siamo nati e cresciuti nel mito della Febbre del sabato sera.

Quell'impulso malsano che spinge la gioventù più o meno debosciata a vestirsi bene, pettinarsi ed uscire il sabato per fare gli splendidi da qualche parte... non importa dove, l'importante è USCIRE: serata in discoteca, in un pub, un giro al centro a guardare le turiste. Non vorrete mica restare a casa, vero?


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Ricordo ancora con tenerezza gli anni in cui si usciva SEMPRE il sabato sera. Considerato che eravamo studenti universitari, non avevamo gravosissimi impegni durante la settimana... potenzialmente ogni giorno poteva essere "sabato sera". Ma ogni mattina di quel famigerato giorno, quando persino il buon Dio decise di riposarsi dalle sue fatiche, era la solita tiritera:

Che si fa stasera?

Era un po' il precursore del moderno capodanno, quello dove non sai mai cosa fare fino all'ultimo... ma trasportato in un infernale ciclo a cadenza settimanale, un appuntamento fisso e irrinunciabile, come mia madre col Tenente Colombo.

Beh, spezziamo una lancia a favore del sabato sera: all'epoca non mi pesava così tanto... Anzi.

Era un modo per incontrarsi, per vedersi al di fuori delle aule universitarie. Si chiacchierava, ci si divertiva... ecco, ci si divertiva! Non è forse questo lo scopo della nostra vita, quello di passare le (poche) ore della nostra esistenza su questo modo facendo ciò che più ci piace e ci intrattiene?

A me il sabato sera piaceva.

Sempre con nostalgia ricordo quel giorno in cui, invece, fui troppo stanco, svogliato o non so cosa per uscire. Diedi pacco: ed il mio amico fomentato (chi non ne ha mai avuto uno?) non mi parlò più per una settimana.

No dai, che sfigato, come fai a non voler uscire il sabato sera? Vabbè, fai come ti pare.

A posteriori non posso che essergli grato: mi aprì gli occhi su come questa nostra "consuetudine" stesse diventando una malattia. Eravamo obbligati ad uscire, anche se non se ne aveva la voglia o (dato che come ogni studente universitario, eravamo anche squattrinati) non si avevano i soldi.

Da lì cominciò la mia personale crociata contro il sabato sera... che ha raggiunto il suo culmine negli ultimi anni, durante i quali ho messo a punto un particolare sistema che mi rende immune alle richieste di soccorso dei miei amici, essenzialmente rendendomi ai loro occhi un povero sociopatico:

L'Outfit


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Indossare l'outfit adatto durante il sabato sera costituisce gran parte del lavoro: oltre a farti passare la voglia di cambiarti, puoi farti una foto e mandarla su WhatsApp per scoraggiare qualsiasi richiesta di uscita estemporanea. L'outfit perfetto richiede:

  • Ciabatta scucita ed impresentabile.
  • Pantalone acetato della tuta, di quelli che andavano 25 anni fa.
  • Felpona comoda sempre di una ventina d'anni fa (solitamente quelle che indossavo nel mio oscuro passato da metallaro: Iron Maiden e Rhapsody)
  • (opzionale) Impronta del cuscino sul lato della faccia e sui capelli.

La Scusa Pronta

Diciamolo, durante la settimana abbiamo tanti problemi: bollette, tasse, lavoro, stress. L'ultima cosa che vuoi è andare in giro il sabato sera restando svegli fino alle 3 del mattino quando il tuo unico scopo nel weekend e sprofondare in un lungo e tiepido letargo fino al lunedì successivo. Per questo è importante avere sempre un buon set di scuse pronte che devono essere il meno verosimili possibili (per far capire con garbo al tuo interlocutore che NO NON VOGLIO USCIRE PER CUI SMETTILA DI ROMPERE I COSIDDETTI):

  • Devo andare da Nonna che ha già preparato la cena
  • Mia moglie / mio marito / mio figlio / il mio gatto sta male
  • C'è la Serie A (indipendentemente dal fatto che giochi o meno la tua squadra del cuore)
  • Domani mi devo svegliare presto (senza addurre ulteriori motivazioni)

Purtroppo la vita è una scatola di cioccolatini e a volte siamo costretti a mangiare anche quelli che non ci piacciono. Così qualche tempo fa una nostra amica decise di festeggiare i trent'anni in un locale dove si mangia, si balla e si tira fuori tanta gioventù.

Quanto non mi andava.

Diario di un sabato sera in locale dopo i trent'anni.


Mi avvicino al locale come il protagonista de "Il Miglio Verde" nelle scene finali del film.
All'ingresso un nugolo di persone... ragazzini che urlano, ridono, parlano... e già mi sale la sociopatia: passo tutte le mattine della mia vita schiacciato in mezzo alla gente deportato sui vagoni della metro e mi tocca subire lo stesso trattamento anche il sabato.

Pazienza, stringo i denti ed entro.

Fortunatamente c'è una cosa di questi (nuovi? Ai miei tempi mica funzionavano così) locali che ancora fa sorridere noi vecchi (dentro)... una splendida parola dall'aria straniera ma dai sapori mediterranei.

Il Buffet


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Così vedi tutti i giovanotti che bevono, ballano, si divertono, e noi in fila col piattino a riempirci lo stomaco di insalate di riso della Lidl, cous cous industriale, pizza decongelata e fritti misti cotti nell'olio motore Edge TITANIUM 0W-30 recuperato dal tagliando della Fiat Duna del 2005.

Una volta satolli ci si sdraia sui divanetti: avrei voluto farmi una pennichella, ma il volume della musica è troppo alto e non mi sembra il caso di picchiettare il soffitto con il manico di scopa; primo perché non avevo una scopa, secondo perché il soffitto è troppo alto e terzo perché il DJ l'avrebbe preso come un incitamento aumentando proporzionalmente il volume.

Allora mi butto in pista e faccio quello che mi richiede la società moderna con la maggior naturalezza possibile: muovo randomicamente le estremità del corpo cercando di restare a tempo e contemporaneamente cercando di sembrare il meno ridicolo possibile.

Mezz'oretta di movimento e posso dire di aver timbrato il cartellino: di nuovo sul divano ad aspettare che il più vecchio (dentro) della combriccola decida di concludere la serata. Intorno vedo le facce degli altri sconquassate: sembra di essere in un film western, dove tutti vorrebbero tirar fuori la pistola ed urlare "ME SO ROTTO LE SCATOLE CIAO" ma nessuno ha il coraggio di farlo.

Nel frattempo osservo a pochi metri da me una signora abbastanza avanti con l'età (una sessantina d'anni?) ballare come una scatenata. La fisso attentamente, chiedendomi come cavolo faccia ad essere ancora in piedi dopo un'ora mentre io sto facendo una fatica boia a mantenere aperti gli occhi facendo finta di essere sveglio.

Lei si accorge che la sto guardando, si avvicina a me e mi sussurra all'orecchio:

  • Ehi bello, ma invece di stare fermo seduto come uno stoccafisso, perché non mi fai un massaggio ai piedi?

La guardo con gli occhi sbarrati, scuotendo debolmente il capo.
Lei scrolla le spalle e se ne va.
Io lo prendo come un segnale divino:

  • Bella raga, na vecchia m'ha chiesto di massaggiarle i piedi se vedemo!

E giù battute sul mio grande successo con le donne, di come avrei dovuto approfittare della sua esperienza o del fatto che una volta si chiedeva la droga, altro che massaggi. In tutto questo mia moglie mi guarda indecisa se essere gelosa o limitarsi al compatimento.

Sceglierà la seconda.

A parte tutto, questo sabato sera si va a fare bisboccia con gli amici di Steem Post Italia!
Mi spiace solo che non possa fare tardi perché il giorno dopo dovrò svegliarmi presto.

Ad Majora,

@Gianluccio

Sort:  

Anche tu quindi hai avuto un passato da metallico, bene bene.
Ma come ti capisco! Era la tortura del sabato sera.
E ultimamente non le reggo più neanch’io.
In locali come hai descritto accade questo: ti stordisci per la musica, mangi male, non puoi parlare. Ma su!!!
Comunque buona serata e fino a quando rimani aspettiamo video delle tue esibizioni 😎

Io avrei corretto il "senza addurre ulteriori motivazioni" con "senza addurre motivazioni plausibili". Ma per tutto il resto, concordo pienamente. Una cosa però mi domando: ma nel 2005 ancora girava qualche duna??? E soprattutto, ancora le facevano il tagliando???

Ehm.. hai risposto al mio commento ma va beh 😂
La duna 🤦🏻‍♀️🤦🏻‍♀️

ah, vero. Scusa ma stai sempre in mezzo!!!!!

Io??? Tu mi metti in mezzo 😂
Stavo bella tranquilla nel mio angoletto 😐

Se, dicono tutti così.

Sempre sul pezzo con le citazioni colte 😉 per quanto riguarda la Duna ti rispondo con un allegato:

La duna di Maurizio è famosissima sul web! Credo ce l'abbia ancora lui.
Quella che vendeva la cortellesi, che aveva lo stesso epilogo era invece una ritmo dell'88, occasionissima 6.000 euro, chiamare Franco la domenica ore pasti.

Eh, lo so, la vecchiaia... Il problema è solo che nun ce regge più la pompa! 😁

Tra i 20 e i 27 uscivo il venerdì sera e tornavo a casa domenica mattina. Chuck Norris poteva accompagnare solo. Eh che bei tempi, se non ti diverti a quella età hai perso tutto.

Davvero, quante ne abbiamo passate in quel periodo con il mio gruppo d'amici..! Purtroppo ad una certa età ti rendi conto di non poter più sostenere certi ritmi, a vent'anni una sbronza mi passava dopo una notte di sonno, oggi mi serve una settimana intera -.-

Grande Gianluccio! Quindi a natale un bel paio di pantofole nuove, eh? Living la vida loca :D

Me le hanno regalate 3 o 4 natali fa, gente lungimirante che aveva intravisto il tramonto nel mio sguardo :D

Mi hai fatto morir dal ridere!

Ahahah, ridi delle disgrazie altrui! Ne riparleremo tra 20 anni :P
PS. Grazie ;)

Troppo forte Gian! "Pantalone acetato della tuta, di quelli che andavano 25 anni fa" hai dato proprio l'idea XD

Oh appena li indossi ritorni istantaneamente ai tempi delle medie, altro che viaggi nel tempo :D

La vecchia è il top! Ahahah bellissimo racconto!

Non c'è più rispetto da parte degli anziani! 😋

Allora spero che questo sabato sera tu lo possa passare bene!!!! Per me il sabato sera fino ai 18 anni era un sogno, e da lì in poi solo lavoro.... negli ultimi dieci anni è come tutti gli altri giorni, seguo i miei impegni e faccio quello che mi sento di fare :-D

good post..,
i like your post

Oltre all'outfit descritto ci aggiungerei vestaglione di flanella, peroni gelata e rutto libero 😂

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